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Acque sotterranee

Si sente spesso parlare di scarsità d’acqua potabile.foto Filippo Mion

Ma da dove viene l’acqua che beviamo e che cosa ha a che fare con le acque sotterranee?

Ne parliamo con Filippo Mion referente ARPAV per le acque sotterranee.

Le acque sotterranee, quali sono e come si formano?

Filippo Mion: Le acque sotterranee (o acque di falda) sono le acque che si trovano al di sotto della superficie del terreno. Quando le precipitazioni atmosferiche sotto forma di pioggia o neve raggiungono il terreno, parte dell’acqua rimane in superficie e va ad alimentare fiumi e laghi, una parte, invece, si infiltra nel sottosuolo andando ad alimentare questa risorsa idrica, anche attraverso i fiumi e i laghi stessi. Le acque contenute nel sottosuolo, in determinate condizioni, tornano in superficie sotto forma di sorgenti e di risorgive.

Per che fini viene utilizzata l’acqua sotterranea?

Filippo Mion: L’acqua presente nel sottosuolo può essere utilizzata per diversi scopi: irrigui, domestici, agricoli, industriali, zootecnici, idroelettrici, sanitari. Ma, grazie alle sue ottime caratteristiche biologiche e chimico-fisiche rispetto all’acqua superficiale (fiumi e laghi), è soprattutto utilizzata per la produzione di acqua potabile. Così l’acqua sotterranea (o di sorgente) è la risorsa idrica maggiormente utilizzata sia dagli enti che gestiscono gli acquedotti sia dai singoli cittadini; purtroppo questa risorsa non è inesauribile ma costituisce una “scorta d’acqua” da proteggere e tutelare come bene estremamente prezioso, lasciatoci in eredità dalle passate generazioni.

A riguardo è importante sottolineare che il 97% delle acque presenti sul pianeta è rappresentato da acqua salata e solo il 3% da acque dolci. La percentuale maggiore delle acque dolci è costituita da ghiacciai polari, che però sono una risorsa d'acqua dolce non utilizzabile dall'uomo, mentre una piccola percentuale è rappresentata dalle acque di superficie e dall'acqua presente nell'atmosfera e nella biosfera; solamente il 20% delle acque dolci è costituito dalle acque sotterranee.

Quindi perché sono importanti?

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  • perché rappresentano la quasi totalità della risorsa idrica potabile;
  • perché sono fondamentali per la vita e per lo sviluppo socio-economico del pianeta;
  • perché forniscono il flusso di base di numerosi fiumi, soprattutto nei periodi di magra (in alcuni casi anche per più del 90%);
  • perché possono costituire un serbatoio di riserva nei periodi di siccità;
  • perché sono essenziali per la conservazione delle sorgenti, delle risorgive e più in generale delle zone umide e quindi di tutti gli habitat a queste connessi.

Cosa si intende per contaminazione delle acque?

Filippo Mion: La contaminazione del suolo e del sottosuolo deriva dalla immissione di sostanze inquinanti in superficie o direttamente nel sottosuolo, che alterano la composizione chimica o biologica originaria dell'acqua.
La contaminazione può derivare da attività e da azioni dell’uomo sul terreno, sui corsi d’acqua e sui laghi, ma anche da scarichi civili ed industriali non sufficientemente depurati, dall’agricoltura, da perdite di recipienti o discariche, da incidenti con versamenti involontari di sostanze (si pensi ad esempio al carico di una autobotte che si riversa per un incidente nel terreno).
Poiché l’acqua si muove lentamente attraverso il sottosuolo, l’impatto delle attività dell'uomo sulle acque sotterranee può durare per lunghi periodi di tempo. Alcune contaminazioni riscontrate nelle acque sotterranee persistono per alcuni decenni. Inoltre, a causa delle basse velocità di deflusso, gli episodi di inquinamento delle acque sotterranee vengono spesso individuati solo molto tempo dopo l’introduzione nel suolo o nel sottosuolo delle sostanze inquinanti e la bonifica si rivela solitamente in questi casi poco praticabile o troppo costosa.
Per tutti questi motivi è importantissimo tutelare questa risorsa prevenendo gli episodi di inquinamento.

In che modo?

Filippo Mion: Innanzitutto evitando gli scarichi nel suolo, nel sottosuolo e anche nei corsi d’acqua che possono poi infiltrarsi nel terreno; così come stabilito dalle normative vigenti. Bisogna quindi individuare le probabili fonti di inquinamento di tipo puntuale (scarichi, allevamenti concentrati, depositi, serbatoi interrati, ecc.) e tenere periodicamente sotto controllo le acque di falda potenzialmente interessate da eventuali contaminazioni. Per quanto riguarda invece le potenziali fonti di inquinamento cosiddette “diffuse” (ad esempio spandimento di fertilizzanti e pesticidi), si mettono solitamente in atto misure di prevenzione e restrizioni, come ad esempio la limitazione dei quantitativi di fertilizzanti da usare e l’obbligo di utilizzare pesticidi o prodotti non pericolosi per l’ambiente.

Le acque sotterranee riusciranno a far fronte alla sempre crescente domanda idrica?

Filippo Mion: I quantitativi d’acqua sotterranea utilizzati crescono di anno in anno in maniera rilevante, superando spesso la capacità di alimentazione delle falde. Fino ad ora, all’aumento dei quantitativi d’acqua necessari si è risposto con un incremento dell’offerta attraverso, ad esempio, l’aumento delle portate di estrazione e del numero di pozzi, l’aumento delle profondità di estrazione d’acqua (col rischio di intaccare la risorsa d’acqua non rinnovabile, le cd. “acque fossili”) e la costruzione di dighe e serbatoi. Ma essendo la risorsa idrica sotterranea esauribile, la possibilità di aumentare le forniture d’acqua ha ormai quasi raggiunto il limite in molte aree del pianeta.

Quindi cosa bisogna fare?

Filippo Mion: Allo stato attuale, è fondamentale porre il più possibile in equilibrio il rapporto tra l’acqua estratta e quella utilizzabile, puntando ad una riduzione del consumo complessivo. E’ necessario indurre una modifica nei comportamenti dei cittadini, delle imprese e degli enti, che tenga in considerazione la limitatezza della risorsa.

Quali sono gli enti preposti alla tutela delle acque sotterranee?

Filippo Mion: La Regione del Veneto. Sono le Regioni che devono effettuare la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei, conducendo l’analisi delle pressioni e degli impatti e il rilevamento del loro stato di qualità. Soltanto sulla base delle informazioni relative alle attività antropiche presenti e dei dati ambientali rilevati è infatti possibile compiere una previsione circa l’effettiva possibilità di raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale e, in caso di valutazione negativa, adottare le misure conseguenti.

Qual è il ruolo di ARPAV?pozzo1

Filippo Mion: ARPAV svolge un ruolo operativo, soprattutto a supporto della Regione del Veneto per le attività di pianificazione, monitoraggio e controllo della risorsa idrica sotterranea.
Nello specifico i Dipartimenti ARPAV Provinciali (DAP) effettuano le attività di misura dei livelli di falda e delle portate ed il campionamento dei punti di monitoraggio della rete regionale (pozzi, piezometri e sorgenti). Inoltre i DAP effettuano i campionamenti in doppio nell’ambito delle attività di audit ambientale.
Il Servizio Osservatorio Acque Interne è la struttura di riferimento ARPAV per il tema acque sotterranee e coordina le attività previster nel piano regionale di monitoraggio, predispone le trasmissioni di dati istituzionali, organizza la realizzazione delle attività riguardanti i progetti a valenza regionale e svolge l’attività di competenza in materia di audit ambientale.
Il Dipartimento regionale per la Sicurezza del territorio svolge le attività operative sui temi delle misure e dei rilievi idrometrici delle acque sotterranee e della modellistica idrogeologica e gestisce i dati provenienti dalla rete di monitoraggio freatimetrica.
Infine, il Dipartimento Regionale Laboratori gestisce, coordina ed effettua le analisi chimiche sui campioni d’acqua sotterranea prelevati dai Dipartimenti ARPAV Provinciali.

In concreto, quale attività svolge ARPAV per la tutela delle acque sotterranee?

Filippo Mion: L’attività di ARPAV prevede:

  • il monitoraggio e la valutazione dello stato qualitativo e quantitativo delle acque sotterranee;
  • gli interventi di monitoraggio e di tutela ambientale per eventi accidentali;
  • il supporto tecnico-scientifico alla Regione e alle varie Amministrazioni, anche mediante partecipazione a Gruppi di Lavoro, Conferenze dei Servizi, Commissioni Tecniche Ambientali (Regionali e Provinciali), Commissioni per la Valutazione d’Impatto Ambientale, ecc..;
  • la diffusione di dati e informazioni attraverso il portale dell’Agenzia e gli altri canali di comunicazione;
  • l’attività tecnica e laboratoristica;
  • l’attività di audit nell’ambito di proggetti con impatti sulle acque sotterranee.


Approfondimenti:
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/acqua/acque-interne/acque-sotteranee

A cura di

Ufficio Comunicazione ARPAV
Tel. 049-8239305

comunicazione@arpa.veneto.it

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 09:33

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