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Le tartarughe marine

Le tartarughe marine sono rettili che si sono adattati a vivere in ambiente marino.

Sono sette le specie che popolano i mari di tutto il mondo e ben tre le specie che si possono ritrovare, più o meno frequentemente, nel mare Adriatico:

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 • Caretta caretta (Linnaeus, 1758) anche detta “tartaruga comune” è la specie più diffusa nel Mediterraneo el’unica che depositi abitualmente le sue uova sulle coste italiane. L’Alto Adriatico è tra le aree del Mediterraneo più importanti per la specie C. caretta, i cui esemplari giovani e adulti frequentano queste acque durante tutto l’arco dell’anno

Chelonia mydas (Vandelli, 1761) detta “tartaruga verde”. La specie di tartaruga Chelonia mydas è molto rara nel Mediterraneo occidentale, mentre è più diffusa nella zona sudorientale. Le zone di nidificazione note corrispondono alle coste di Turchia, Cipro, Siria e Israele, ma anche Libano e Egitto

Dermochelys coriacea, chiamata tartaruga liuto è stata avvistata sporadicamente in adriatico e si pensa che frequenti le acque mediterranee solo se in cerca di cibo. E’ la tartatuga che raggiunge le dimensioni più consistenti: fino a oltre due metri!

Le tartarughe marine sono sempre più sottoposte a elevate minacce, date dalla alterazione delle caratteristiche geomorfologiche delle aree costiere e dal cambiamento delle proprietà chimico fisiche delle acque, dal loro degrado e dall'aumento delle attività antropiche invasive. Non è così raro il ritrovamento di esemplari spiaggiati lungo le coste, morti o in grave stato di salute a causa di fattori naturali ma anche a causa della cattura accidentale in attrezzi da pesca, che rappresenta la minaccia principale per le popolazioni di tartarughe del Mediterraneo. Per tutti questi motivi le tartarughe marine sono specie protette da numerose convenzioni internazionali e nazionali. Attualmente è in fase di recepimento il Piano d’Azione per la Conservazione delle Tartarughe Marine (PATMA) il cui scopo è quello di individuare una strategia coordinata a livello nazionale fra tutte le amministrazioni coinvolte, per tutelare questi esemplari marini e contenere i fattori di rischio.

Tartarughe2Negli ultimi anni lungo le coste adriatiche settentrionali moltissime tartarughe comuni sono state avvistate nelle spiagge e nelle acque costiere, alcune decedute e altre in precarie condizioni di salute: una vera e propria emergenza. Tutte le tartarughe infatti erano molto giovani, con un età compresa fra i due e i quattro anni, e ricoperte da numerosi esemplari di balani, piccoli crostacei detti anche dente di cane che si attaccano alla pelle e al guscio delle tartarughe formando in alcuni casi una fitta armatura che può ostacolare il movimento! Il fenomeno è stato rilevante anche sulle spiagge venete e tutte le strutture del settore si sono mobilitate per gestire e risolvere al meglio l’emergenza.

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Alcuni Enti che si occupano di ricerca in campo naturalistico e veterinario (per esempio l’Università di Padova e i Musei di Storia Naturale di Jesolo e Venezia, in collaborazione con i colleghi dell’Emilia Romagna, del Salento e del WWF italiano) hanno recuperato e riabilitato alcune decine di tartarughe, provvedendo poi alla loro liberazione in mare.

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