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Dicembre 2001

Approfondimenti relativi al periodo particolarmente freddo del mese di dicembre 2001.

Considerazioni generali
Il dicembre 2001 è stato caratterizzato da un clima molto rigido, più tipico della fase centrale dell'inverno (gennaio). Le scarse precipitazioni sono risultate per lo più a carattere nevoso, ma le nevicate hanno interessato maggiormente la pianura che la montagna. Dopo un autunno che nel complesso è risultato più caldo del normale (Anomalia termica dell'autunno 2001, fonte NASA), questo inizio inverno ha riportato le temperature decisamente al di sotto della norma a tutti i livelli e su tutta la regione.
Va rimarcata la notevole anomalia in termini di persistenza di temperature molto basse.


L'andamento termico e la piovosità
Nel mese di dicembre 2001 le temperature sono risultate rigide per la stagione grazie all'anomala persistenza alle nostre latitudini di correnti continentali provenienti dalla Siberia che hanno dominato tutta l'Europa centro orientale. A parte, infatti, una prima decade con valori confrontabili con la norma dell'ultimo quarantennio e caratterizzata da una configurazione barica con correnti settentrionali anticicloniche atlantiche, le ultime due decadi sono state dominate da una circolazione in prevalenza siberiana molto fredda e secca. Tale configurazione ha fortemente limitato il numero di eventi di precipitazione, con poche nevicate e soprattutto concentrate in pianura. Verso fine mese, a partire dal 27, si assiste, fino alla notte tra il 30 e il 31, ad una lenta temporanea ripresa dei valori termici, specie alle quote medio-alte e nei valori massimi, per effetto di una circolazione temporaneamente atlantica. Il 31 è nuovamente caratterizzato dall'ingresso di aria fredda da nord che riporta un clima rigido e stabile su tutta la regione.
I valori minimi di temperatura si sono raggiunti nella seconda decade, generalmente tra il 14 e il 19 dicembre, e il 24 dicembre con valori assoluti che in pianura hanno raggiunto mediamente i -8°C nelle zone orientali e i -11°C in quelle occidentali, mentre a valle in montagna i -13°C.
La caratteristica principale di questa ondata di freddo è rappresentata dalla persistenza del fenomeno più che dai valori assoluti raggiunti. Se si analizzano, infatti, i valori minimi assoluti decadali, la media mensile delle temperature massime e la media mensile delle temperature minime dell'ultimo quarantennio (dal 1961 al 2001 incluso) per le stazioni di Iesolo (VE), Legnaro (PD), Breda di Piave (TV), Quinto Vicentino (VI), Villafranca (VR), Villadose (RO), Agordo (BL) e Auronzo (BL), si osserva che:

  • le minime assolute e le medie delle temperature minime decadali della prima e terza decade non rappresentano i valori record del quarantennio;
  • le minime assolute e le medie delle temperature minime decadali della seconda decade non sono record per Auronzo (-13.2°C contro i -16°C del '63 e '73) e Villadose (-8.5°C contro i -10°C del '63), ma lo sono per le altre stazioni;
  • la media mensile di temperatura minima rappresenta nella maggior parte dei casi il secondo valore più freddo del quarantennio (primo risulta il 1962);
  • la media mensile di temperatura massima non risulta particolarmente bassa a causa delle giornate di bel tempo e soleggiate.

Accanto alle basse temperature, un ulteriore elemento di rilievo dell'andamento meteo-climatico del dicembre 2001 sono state le scarse precipitazioni che hanno fatto seguito ad un autunno già generalmente siccitoso (Piogge dicembre 2001). Il deficit di precipitazione per dicembre in Veneto è stato tra l'80 eil 100%. Le temperature, dalla seconda decade, sotto lo zero anche in pianura, hanno trasformato alcuni dei pochi eventi di precipitazione (il 13 e il 26 dicembre) in nevicate in pianura, specialmente nel settore centro-meridionale e orientale. Va rimarcato, infine, che gli eventi di precipitazione in generale e le nevicate in particolare sono risultati assai scarsi nel settore montano veneto con la sola eccezione delle Prealpi vicentine sulle quali il 13 dicembre sono caduti localmente circa 20 cm di neve.
Le basse temperature riscontrate dall'analisi dei dati al suolo si confermano anche a quote superiori (5500m e 1500m) con valori generalmente inferiori rispetto allo storico disponibile per il mese di dicembre. In particolare, analizzando la temperatura media nelle tre decadi si osserva che la prima decade è generalmente più calda di 0.5-1.5°C ad entrambi i livelli, mentre la seconda e la terza decade risultano più fredde di 3-4°C ad entrambi i livelli considerati. Ciò conferma che l'anomalia riscontrata sul Veneto non ha caratteristiche locali, ma si inquadra in un andamento notevolmente più esteso spazialmente.


Nevicate in pianura
Nel mese di dicembre 2001 si sono verificati due eventi nevosi in pianura, che hanno interessato soprattutto il settore centro-meridionale e orientale della regione, sfiorando appena il settore montano. In particolare, il 13 dicembre un vortice ciclonico dalla Siberia è transitato molto rapidamente sui Balcani interessando con correnti fredde orientali tutto il versante adriatico della penisola ove abbondanti sono state le nevicate anche a basse quote. L'evento in Veneto è stato caratterizzato soprattutto da forte vento e rapido calo delle tempertature su tutto il territorio (a Iesolo (VE), ad esempio, la massima del 12 è stata di 8°C, quella del 13 di 4.4°C, il vento medio del 12 è stato di 3 km/h, contro gli 11 km/h del 13). In alcune aree della pianura veneta l'evento di precipitazione del 13 dicembre ha assunto le caratteristiche di una vera e propria bufera di neve con violente raffiche di vento. I valori massimi, prossimi a 80 km/h, sono stati rilevati a Teolo (PD). Nonostante i contenuti apporti meteorici, tali fattori hanno rapidamente portato al congelamento il sottile strato di neve caduto sulla regione provocando notevoli disagi alla circolazione in pianura.
Il 26 dicembre, invece, una saccatura nordoccidentale in quota, associata ad un vortice ciclonico umido con nucleo sul Mar Ligure, ha investito la regione con nevicate per lo più concentrate nel settore centro-meridionale orientale, più consistenti rispetto a quelle del 13, ma in rapido dissolvimento perché accompagnate da correnti meno fredde e da successive piogge.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

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