Ultimo aggiornamento
01-12-2022 10:35Dall'analisi delle situazioni meteorologiche che hanno caratterizzato l'estate 2002, non solo a livello regionale, ma di buona parte dell'Europa centro-meridionale, emerge, infatti, una grande anomalia legata all'anticiclone delle Azzorre. La sua scarsa influenza sull'Italia settentrionale, limitata a soli 6-7 giorni nel periodo 28 giugno-31 agosto, ha lasciato via libera all'ingresso delle perturbazioni dal nord Europa e dall'Atlantico. Più tipica della stagione estiva, invece, sarebbe la persistenza dell'Anticiclone, come si è verificato nel 2002 solo nella decade dal 12 al 24 giugno, anche se, generalmente tale persistenza è più probabile in luglio, quando, appunto, si dovrebbero raggiungere i valori massimi estivi di temperatura.
Il presente documento si articola in tre sezioni:
- Descrizione meteorologica dell'andamento termo-pluviometrico
- Dati climatologici provinciali di temperatura e precipitazione
- Curiosità: l'intensità dei temporali sta aumentando?
Descrizione meteorologica dell'andamento termo-pluviometrico
In particolare, per quanto concerne l'aspetto pluviometrico, nel periodo che va dalla seconda metà di giugno alla prima metà di agosto, sulla regione si registrano una quindicina di eventi di precipitazione, a volte estremamente localizzati, a carattere di nubifragio, altre volte a carattere esteso e diffuso (si veda il link Giugno-Luglio 2002), in prevalenza caratterizzati da forte intensità, da marcata attività elettrica e con numerosi casi di superamento dei record di intensità di pioggia e di raffica di vento dell'ultimo decennio. Nel complesso, il bilancio di precipitazione dell'intero trimestre (surplus di precipitazione estate 2002, precipitazione estate 2002) risulta molto elevato, con valori cumulati del 60-100% sopra la norma in buona parte del territorio. Tra gli eventi di quest'estate, due, più a carattere autunnale che estivo, si distinguono per l'estensione e l'abbondanza: l'evento del 5-6 giugno (fascia montana e pedemontana, con valori tra 100-120 mm il 5 in Cansiglio e alto trevigiano e tra i 150-250 mm il 6 su tutto il settore montano) e quello del 9-11 agosto che interessa tutto il territorio (con valori massimi: il 9 agosto 50-75 mm nel settore centro-orientale; il 10 agosto 70-80 mm sulla fascia prealpina e pedemontana orientale; l'11 agosto 85-100 mm sull'alto vicentino). Per quanto riguarda l'aspetto termico, giugno ha presentato un'intensa fase di caldo anomalo con persistenti condizioni di alta pressione nella parte centrale del mese. In seguito l'Anticiclone delle Azzorre latita sulle regioni settentrionali della penisola, consentendo l'ingresso di diverse perturbazioni dall'Europa centro-settentrionale, con conseguenti condizioni di tempo per lo più variabile, temporaneamente instabile, sia in pianura che in montagna. Tale situazione ha senz'altro inibito il raggiungimento di valori termici elevati, soprattutto nel mese di agosto, quando le temperature massime medie mensili si sono mantenute 1-3°C sotto la media dell'ultimo decennio.
Dati climatologici provinciali di temperatura e precipitazione
Il confronto è effettuato rispetto a due periodi di riferimento: 1961-'90 (M1) e 1992-2001 (M2)
Temperature minime, massime e medie nei capoluoghi di provincia
mese | massime [TAB1] | minime [TAB1] | massime assolute [fig Tx] | minime assolute [fig Tn] |
---|---|---|---|---|
giugno | superiori ad entrambe le medie | generalmente superiori ad entrambe le medie | nella media (eccetto Verona) | sensibilmente superiori ad entrambe le medie |
luglio | si accordano bene con entrambe le medie | superiori a M2, attorno a M1 | inferiori ad entrambe le medie | |
agosto | generalmente inferiori a M2, prossimi a M1 | in genere superano le due medie | inferiori ad entrambe le medie |
Dalle considerazioni precedenti si evince che l'estate 2002, da un punto di vista termico si caratterizza per un giugno caldo in entrambi i valori estremi, un luglio che tende alla media, ma con temperature massime assolute decisamente sotto la media e un agosto caratterizzato da un'escursione termica giornaliera inferiore alla media, per effetto della frequente copertura nuvolosa notturna e diurna.
Giorni piovosi stagionali e precipitazioni mensili sul Veneto (numerosità nel periodo di rilevamento) [TAB2]
mese | precipitazioni mensili [istogramma] | precipitazioni stagionali [istogramma] | giorni piovosi stagionali [istogramma] |
---|---|---|---|
giugno | attorno alla media, eccezion fatta per il settore montano e per l'alto veneziano, dove raggiungono valori doppi o addirittura tripli rispetto alle medie | da 1,5 a 2 volte sopra le medie | generalmente superiori alle medie, entro le medie nel settore montano |
luglio | superiori di 2-3 volte alle medie | ||
agosto | 1-3 volte sopra le medie |
In definitiva, quindi, l'estate 2002 risulta molto piovosa, più per i quantitativi di precipitazione caduti in ogni singolo evento che per il numero di giornate piovose, ad indicare una generale maggiore intensità dei singoli eventi.
Curiosità: l'intensità dei temporali sta aumentando?
Sempre più frequentemente, specie nella stagione estiva, si sente parlare di "estremizzazione degli eventi". Si tratta di un'accreditata teoria scientifica in base alla quale alle medie e alte latitudini dell'emisfero boreale la futura evoluzione climatica dovrebbe portare all'aumento di eventi con precipitazione intensa. Meno chiara e univoca è la tendenza per le regioni che come il Veneto si collocano in una zona di transizione tra l'area continentale dell'Europa centrale a nord e il bacino del Mediterraneo a sud. I frequenti ed intensi temporali dell'estate 2002 in Veneto, tuttavia, sembrerebbero a tutti gli effetti accreditare le teoria dell'estremizzazione sia per il numero di nubifragi registrati che per i record di precipitazione intensa e raffiche di vento raggiunti rispetto all'ultimo decennio. Tuttavia, è bene sottolineare che l'analisi dell'andamento climatico complessivo dell'ultimo quarantennio per il Veneto non dà una chiara evidenza di ciò, anche se si segnalano alcuni casi con significativi aumenti nei valori massimi annuali delle precipitazioni di breve durata. In conclusione, in ambito climatico "una rondine non fa primavera" e prima di poter giudicare l'effettiva tendenza o meno ad un'estremizzazione degli eventi si dovrà aspettare ancora qualche anno.