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Sinossi Inverno 2011-2012

Dicembre inizia con un lieve e breve episodio di maltempo caratterizzato da quantitativi di pioggia in pianura e di neve fresca in quota non particolarmente consistenti. Il freddo rimane contenuto, a parte il lieve calo termico successivo al passaggio della saccatura del 4-5 dicembre (carta sotto riportata, relativa alle 00 UTC del 5 dicembre 2011, in cui è ben visibile la marcata area depressionaria a Nord delle Alpi, fonte www.wetter3.de/Archiv).

Carta sinottica di geopotenziale a 500 hPa e pressione al suolo alle 00 UTC del 5 dicembre 2011 [fonte: www.wetter3.de/Archiv/].Tale situazione si mantiene fino al 11 con temperature lievemente superiori alla media. Il 12 una seconda saccatura atlantica provoca il primo episodio perturbato di stampo invernale, almeno in montagna, dove la neve scende fino sui 1000 m, anche se gli apporti rimangono molto modesti. Anche i giorni 14 e 16 risultano debolmente perturbati per il transito di due nuovi fronti freddi, ma i fenomeni rimangono deboli e sparsi. Nel primo caso piove soprattutto in pianura e sulle Prealpi occidentali, dove nevica solo oltre i 1500 m. Nel secondo le precipitazioni sono confinate essenzialmente sui monti. La presenza di aria un po’ più fredda consente alla neve di scendere fino sui 500/700 m sulle Dolomiti, mentre piove fin sui 1300/1500 m sulle Prealpi. Gli apporti di neve sono modesti (per lo più 5-10 cm, localmente 15 cm). Dal 18 fino a fine dicembre il tempo si mantiene stabile, inizialmente con forti correnti settentrionali, assieme ad una discesa di aria fredda di origine polare responsabile di un brusco calo termico (10/12°C in meno in 24 ore). Le temperature scendono a -18/-20°C a 3000 m, -12/-14°C a 2000 m, -8/-10°C a 1000 m e le gelate notturne risultano diffuse anche in pianura. Si tratta della prima ondata di stampo invernale. Dopo Natale, ancora senza neve sulle Prealpi, torna l’alta pressione con alimentazione d’aria subtropicale che riporta lo zero termico fino sui 3000 m di giorno, quando le temperature raggiungono i 14/15°C in pianura, i 10/11°C a 1000 m, i 5/7°C a 1500 m e 5°C a 2000 m, fatta eccezione per le valli in ombra, dove l’inversione termica tende a persistere. Un debole e veloce fronte freddo quasi del tutto inattivo, eccetto qualche burrasca nevosa in quota, riporta aria fredda dal 29 dicembre sera, ma questa nuova avvezione fredda non perdura, e dopo 48 ore la situazione termica presenta caratteristiche tutt’altro che invernali. Le giornate del 30 e 31 dicembre risultano piuttosto buone, con correnti settentrionali in un contesto anticiclonico.


Gennaio inizia con una giornata un po’ variabile, mentre una saccatura atlantica si avvicina rapidamente all’Italia. Carta sinottica di geopotenziale a 500 hPa e pressione al suolo alle 18 UTC del 2 gennaio 2012 [fonte: www.wetter3.de/Archiv/].Il 2 tale saccatura (carta a fianco, relativa alle 18 UTC del 2 gennaio 2012; fonte www.wetter3.de/Archiv) determina un peggioramento del tempo con diffuse precipitazioni fin nella notte del 3 gennaio. La montagna viene maggiormente interessata, mentre le precipitazioni rimangono deboli in pianura, ad eccezione del veronese. La neve cade sopra i 1300/1400 m sulle Prealpi, mentre scende localmente fino sui 600 m sulle Dolomiti. Il 3 una dorsale atlantica riporta il sole, specie sui settori occidentali, ma nei giorni successivi, si assiste al transito di altri due fronti. La loro traiettoria Nord-Ovest Sud-Est tuttavia non provoca molti effetti, se non un po’ di neve ventata e clima assai  ventoso in quota (raffiche a 120/130 km all’ora in alta quota e Foehn nelle valli e sul settore pedemontano). Anche la pianura risente di queste condizioni con assenza di nebbia. Tale situazione, con aria nitida ed ambiente ventilato, perdura fino all’11. Poi il tempo rimane all’insegna della stabilità fino al 13, senza vento e con forte inversione termica (7/8°C di divario tra Padova e Monte grande e fino a 10°C tra Feltre e Monte Cesen). Il 14 una nuova saccatura si approfondisce sui Balcani riportando correnti settentrionali, anche forti in quota. Tra il 15 ed il 19 il tempo si ristabilisce con giornate fredde e diffuse gelate notturne fino in pianura. Dal 18 si assiste ad un certo rialzo termico provocato dall’ingresso di correnti atlantiche assai più miti, seppur da Nord-ovest. Fino al 27 il tempo si mantiene stabile grazie alla presenza incontrastata dell’alta pressione, inizialmente con alimentazione d’aria atlantica relativamente mite, poi dal 25-26 sempre più fredda per l’origine continentale della massa d’aria proveniente da Est, responsabile di giornate abbastanza ventose in pianura. L’arrivo di una prima piccola  goccia fredda il 28 determina una certa variabilità con qualche fiocco di neve sulle cime. Una seconda depressione in quota giunge il 31 gennaio, ma i suoi effetti sono altrettanto modesti, eccetto una certa accentuazione del freddo, dapprima in quota, poi nelle valli non interessate da episodi di Foehn. Nel complesso il mese risulta più mite della norma, specie in montagna, mentre in pianura numerose giornate risultan  fredde a causa dell'inversione termica, alcune anche nebbiose.


Carta relativa alla temperatura a 850 hPa il 6 febbraio 2012 alle 06 UTC [fonte www.wetter3.de/Archiv]Febbraio inizia con una fase molto fredda ed il formarsi di un depressione chiusa che interessa solo marginalmente il Veneto con qualche spruzzata di neve, un po’ più consistente sulle estreme zone meridionali. L’aspetto più saliente di questa fase, con profonda ed estesa saccatura di origine russa, è il calo termico su tutta la regione, con temperature assai basse e non solo in montagna. Ad esempio il 6 febbraio le minime sono comprese tra i -6,9°C di Rosolina ed i -25,6°C di Marcesina, e due terzi delle stazioni segnano valori inferiori a -10°C (nella carta a fianco, relativa alle temperature a 850 hPa del 6 febbraio alle 06 UTC, si evidenzia la linea di -20°C che lambisce la regione). Dopo alcuni giorni molto freddi un secondo minimo scende dall’Europa centrale verso l’Italia, interessando solo marginalmente il Veneto con deboli nevicate fino a bassa quota. La particolarità di questo episodio risiede nel ritorno della neve con temperature molto basse in montagna. Il 12 ritorna l’alta pressione, ma la configurazione barica (bassa sui Balcani e anticiclone sull’Atlantico) determina forti correnti da Nord con clima freddo e molto ventoso in montagna e Foehn nelle valli. Questa ventilazione, assieme all’ingresso di correnti d’aria via via meno fredda, consente all’inverno di abbandonare la pianura, dove le temperature massime raggiungono anche i 10°C. Dopo alcuni giorni di alta pressione, una nuova saccatura atlantica ci interessa provocando un episodio pluvio-nevoso, più marcato in pianura, dove cadono da 20 a 30 mm, localmente fino a 35 mm, mentre in montagna i cm di neve sono assai più modesti (5-10 cm, raramente più di 15 o 20 cm). Al seguito di questa saccatura, aria fredda da Nord-Est ci interessa per 36/48 ore riportando bellissime giornate su tutta la regione e forte escursione termica diurna. Carta relativa alla temperatura a 850 hPa il 24 febbraio 2012 alle 12 UTC [fonte www.wetter3.de/Archiv]Il giorno 23 un fronte caldo giunge da Nord-Ovest provocando un estesa nuvolosità alta, ma senza fenomeni. Al suo seguito un promontorio durevole riporta condizioni di tempo stabile, soleggiato e quasi primaverile con temperature superiori a 10°C a 1500 m (come si può vedere nella carta a fianco, relativa alle temperature a 850 hPa del 24 febbraio alle 12 UTC). Lo zero termico sale oltre i 3200 m e le temperature toccano i 18/20°C in pianura e conche prealpine, i 15/16°C a 1000 m e 10°C a 2000 m, accelerando la fusione della poca neve sui versanti meridionali. Il 26 l’alta pressione resiste nei bassi strati, ma una saccatura in approfondimento sui Balcani consente ad un po’ di aria fredda in quota di lambire la nostra regione, anche con qualche effetto convettivo, favorito dal relativo caldo dei giorni precedenti, consentendo a qualche rovescio di verificarsi, specie sulla pedemontana e sporadicamente anche in pianura. Il 27 e il 28 si assiste ad una modesta discesa d’aria fredda, con un calo medio di 6/8°C rispetto al 24 febbraio. Il 29 febbraio apre le porte alla primavera con un anticiclone dinamico e un'avvezione d’aria particolarmente mite in quota (zero termico a 3300 m). Il Foehn del mattino in molti settori montani porta le temperature fino a 17/18°C a 1000/1200 m, mentre nei settori più caldi della pedemontana le massime raggiungono i 19/21°C, un po’ meno sul basso e medio Veneto a causa di una maggiore nuvolosità.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

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