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Sinossi inverno 2016/17

Il trimestre invernale 2016-2017, come l’anno scorso, è caratterizzato da una eccezionale siccità iniziale nonché grande mitezza, almeno in quota, mentre l’inversione termica tipica di questo periodo dell’anno mantiene le temperature su valori notturni piuttosto bassi per la stagione nelle valli, ad eccezione dei periodi in cui imperversano le nubi basse. La situazione termica cambia un po’ prima dell’epifania con un periodo piuttosto freddo sia in montagna che in pianura, si raggiungono anche i -10°C su alcuni settori della pianura (il giorno 18 gennaio), nelle stazioni d’alta quota il freddo perdura per almeno due settimane. In questa fase fredda, si verifica il primo episodio perturbato dell’inverno 2016-2017 con un po’ di neve fino sulla pedemontana. Il freddo, tuttavia non prende veramente piede e la terza decade di gennaio presenta di nuovo temperature sopra la media. La fine dell’inverno diventa un po’ più umida con diversi episodi perturbati nel mese di febbraio, i due primi tra il 4 ed il 7 del mese, un terzo tra il 10 ed 11 del mese ed il quarto l’ultimo giorno del mese ed anche il più significativo sul Veneto centro-settentrionale. Vari episodi che rimediano in parte ad un inverno piuttosto siccitoso su gran parte delle regione.

Il mese di Dicembre inizia con il transito di una perturbazione da Nord e forti venti in quota nonché episodi di Foehn sulle Dolomiti; diversa la situazione nei fondovalle prealpini e sulla pianura, dove l’inversione termica e il tempo stabile e fresco continuano ad imperversare. Nei giorni successivi il tempo rimane bello in quota sui monti, mentre tra il 2 ed il 4 la copertura nuvolosa permane, con pioviggini il giorno 3 in pianura. Dal 4 sera aria fredda associata all’approfondirsi di una saccatura sfiora il Veneto con calo termico, più avvertito in montagna. Dal 5 dicembre fino alla fine del mese il succedersi di promontori e di alte pressioni dinamiche porta tempo stabile, anche mite per essere a dicembre, dal 10 Dicembre fino alla fine del mese. I profili termici tra Feltre e Monte Cesen mostrano che il giorno 10 la minima è di 7,6°C sul Cesen a 1552 m e di -5,5°C a Feltre a 267 m con 13,1°C di differenza. Poi l’inversione notturna si riduce un po’ nei giorni tra il 12 e il 20 Dicembre per lieve calo termico in quota, ma dal 21 l’alta pressione subtropicale di matrice atlantica si estende verso Est fino ad influenzare durevolmente l’Europa centro-meridionale con una situazione di grande stabilità sulle Alpi ed il Nord Italia in generale. Il clima risulta molto mite in montagna e le temperature, il 21 e 22 Dicembre, superano i 10°C a 1500/1600 m di quota (zero termico oltre i 3600 m il giorno 26). Il giorno di Natale risulta del tutto fuori stagione con valori di 10/11°C nel catino bellunese, 7/8°C a 1000/1200 m e fino a 14/15°C in pianura; si tratta di uno dei Natali più miti degli ultimi 40 anni, dopo il 25 dicembre 1983. La carta delle temperature nella libera atmosfera ad 850 hPa è significativa della mitezza di quel giorno (Fig. 1a) con +8°C a 1600 m sulle Alpi orientali alle ore 18 UTC. In ogni caso il grafico sottostante della quota dello zero termico mostra quanto lo scarto è stato quasi sempre sopra la media del mese, eccetto per cinque giorni (Fig. 1b), mentre la pianura rimane a volte sotto una coltre di nebbia o di nubi basse con clima più fresco ed umido, debole escursione termica giornaliera e grande deficit di sole. Addirittura negli ultimi giorni il gelo persiste su alcuni settori pianeggianti. La situazione non cambia fino alla fine del mese con inversione termica nelle valli, che si attenua l’ultimo del mese per ingresso di aria più fredda in quota.

Fig. 1

Fig. 1A

Fig. 1b

Fig. 1a - Temperature nella libera atmosfera.
Carta 850 hPa del 25 Dicembre 2016

Fig. 1b - Dicembre 2016. In arancione lo scarto positivo della quota dello zero termico rispetto alla media 1974/2014 (in blu)

Il mese di Gennaio inizia con bel tempo molto mite in quota, mentre l’inversione termica imperversa nei bassi strati, specie in pianura e nel catino bellunese. Il giorno 5, una discesa d’aria artica porta un ondata di freddo, con forti venti in quota. Le minime scendono a -4/-8°C in pianura e ancora più in basso in montagna. Il giorno 6 i venti medi sono di 45/60 km/h sulla Marmolada con -27,1°C con effetto wind chill di -45/-48°C (Fig. 2a), dando luogo a delle condizioni proibitive. Il giorno più freddo in quota è stato il 6, mentre il giorno 7 risultava particolarmente freddo in pianura con valori ovunque inferiori a -2°C e minime che toccano anche i -10/-12°C in pianura (Fig. 2b). Nei giorni successivi il freddo si mantiene nei bassi strati e una spruzzatina di neve ed un po’ di gelicidio si verificano il giorno 9, poi il tempo migliora, rimanendo freddo. Il giorno 11 forte inversione termica per arrivo d’aria più mite in quota con avvezione sud-occidentale che precede l’arrivo della saccatura atlantica più importante del mese. Il giorno 12 inizia a nevicare ed a fare pioggia congelante sui settori occidentali, in estensione al resto della pianura, inizia a nevicare debolmente in montagna; si tratta di un episodio irrilevante, anche se la montagna s’imbianca fino nei fondovalle. In seguito torna l’alta pressione con un'alimentazione continentale d’aria polare fino al 21 Gennaio, fa piuttosto freddo in quota con forti gelate ovunque, compreso a bassa quota dove si toccano anche i -8/9°C sulla Pedemontana, in alcuni giorni il gelo è ovunque ed il mare tende a gelare nelle piccole insenature della laguna tra l’11 ed 12 di gennaio, quando le temperature sfiorano i -8/-10°C, anche sulla pianura centrale (fig. 2b). Il tempo rimane incredibilmente stabile con una seconda ondata di gelo, più marcata in quota tra il 13 ed il 18, quando le temperature scendono a -25,3°C in Marmolada, anche a -10/-15°C fino nei fondovalle Prealpini. E spesso -2/-6°C in pianura. Occorre aspettare il 31 gennaio per vedere una goccia fredda portare un cambiamento del tempo sul Nord-Est con pioggia sui settori sud-orientali della regione con massimi sulla pianura della provincia di Venezia, mentre in montagna il maltempo è molto marginale.

Fig. 2a e 2b

Fig. 2A

Fig. 2B

Fig. 2Abis

Fig. 2a - Carta delle temperature e del vento osservati in Marmolada
tra il 6 e l’ 8 Gennaio 2017

Fig. 2b - Carta delle temperature del 18 Gennaio 2017 sul Veneto

Il mese di Febbraio, inizia con un peggioramento del tempo sulla pianura per la presenza di una goccia fredda sul centro-sud Italia, che porta un po’ di nuvolosità con qualche pioggia in pianura e qualche fiocco di neve in montagna sopra gli 800/1000 m. Poi dal 2 una saccatura un po’ più intensa si affaccia sul Veneto, dapprima con nubi stratificate e precipitazioni sporadiche e debolissime. Tra il 3 ed il 4 Febbraio una saccatura interessa la nostra regione determinando tempo perturbato con piogge diffuse comprese tra 2 e 15 mm, localmente fino a 15/25 mm sulla pedemontana ed alcuni settori prealpini con neve oltre i 1200/1800 m. Dopo l’avvezione calda, la suddetta saccatura si isola in depressione chiusa sull’Italia centrale, apportando un episodio più significativo di pioggia in pianura e neve in montagna tra il 5 pomeriggio e la mattina del 6 Febbraio. Cadono complessivamente tra il 3 ed il 6 Febbraio 40/80 mm di pioggia, localmente fino a 100 (133 mm a Valpore) e 30/40 cm di neve oltre i 1400/1500 m, localmente fino a 50 cm sulle Prealpi vicentine (Fig. 3a). I giorni 7 ed 8 il tempo si riprende, anche se con annuvolamenti stratiformi irregolari. Tra il 10 e l’11 Febbraio una saccatura atlantica transita velocemente sulla nostra regione provocando un episodio perturbato sui rilievi e sulla pedemontana con 1/5 mm sulla maggiore parte dei settori e fino a 10/15 mm sulle Prealpi occidentali, con neve sopra i 900/1000 m, localmente fino sui 600 m (Lamon ed Agordo), con 1/10 cm di neve fresca, localmente fino ai 15 cm. Gli apporti sono modesti e del tutto assenti sotto la pedemontana. Dall’11 pomeriggio fino al 20 il tempo si ristabilisce grazie ad un promontorio inizialmente continentale con un blocco di tipo Omega (configurazione a forma della lettera greca) sull’Europa occidentale (Fig. 3a), poi atlantico con sole e qualche velatura in montagna e molte nubi basse e stratiformi medio-alte in pianura, dove in alcuni casi fa più fresco che non in montagna (giorni 21 e 22 Febbraio). Il 24 Febbraio il tempo peggiora leggermente per il transito di una saccatura poco profonda con effetti di poco conto. Tra il 25 ed il 27 una dorsale riporta tempo stabile e ben soleggiato su gran parte della regione, ma il 27 sera e soprattutto il 28 Febbraio una saccatura atlantica transita sul Veneto, provocando un episodio pluvio-nevoso, con piogge significative in montagna e sulla pedemontana (30/50 mm, localmente fino sugli 80/85 mm) (Fig. 3b), si tratta dell’episodio più nevoso dell’inverno oltre i 1200/1500 m con apporti che raggiungono 10/15 cm a 1200 m e 35/40 cm a 2000/2200 m, anche 45 cm in alcune località esposte a Sud-Est.

Fig. 3a e 3b

Fig. 3A

Fig. 3B

Fig. 3a - Carta pressione al suolo, Geopotenziale a 500 hPa e
Thickness del 14 Febbraio 2017 ore 00 UTC

Fig. 3b - Carta delle precipitazioni osservate sul Veneto. 28 Febbraio - 1 Marzo 2017

In sintesi il trimestre Dicembre-Febbraio 2016-2017 è caratterizzato da una relativa siccità, anche se nel mese di febbraio la situazione è un pò cambiata  con due episodi perturbati, in grado di porre fine a due mesi pressoché secchi. A differenza  dell’inverno precedente, il freddo non è così latitante, almeno nelle due prime decadi di gennaio e nella prima di febbraio. Si toccano i -8/-10°C in pianura e gela forte anche sul litorale a metà gennaio. In alta quota la prima metà di gennaio risulta la più fredda dopo il 1987 con punte che sfiorano i -30°C  in Marmolada. Le situazioni d’inversione termica sono state più frequenti del solito per il perdurare del tempo stabile. Complessivamente si sono verificate 10 situazioni con configurazioni dinamicamente cicloniche, meno della metà rispetto all’anno scorso (erano state 24), di cui la metà a febbraio, (solo 5 giorni di basse pressioni dinamiche fra Dicembre e Gennaio). Si sono registrate 46 giornate di alta pressione dinamica, presente sia al suolo che in quota (2 in più rispetto all’inverno 2015-2016), responsabili di giorni generalmente belli con sole, salvo nebbie o nubi basse nelle conche prealpine ed in pianura. Infine 34 giornate miste con anticiclone al suolo e depressioni in quota o viceversa, quest’ultime associate a tempo variabile o buono, spesso freddo in quota per gocce fredde o saccature provenieni da Nord-Est con avvezione d’aria polare (gennaio). Quest’anno, infatti, la presenza di profonde saccature sui Balcani determinavano configurazioni bariche miste con alta pressione al suolo, mentre le Alpi orientali erano ai margini di profonde depressioni in quota (gennaio e febbraio). Un inverno un po’ anomalo e più freddo del precedente.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

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