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Sinossi Primavera 2013

La primavera 2013, ad eccezione dei primissimi giorni di marzo, non sembra voler sbocciare, il clima rimane fresco ed umido in pianura e freddo e spesso nevoso in montagna, almeno fino alla terza decade di Marzo. Poi per dieci giorni il tempo muta completamente fino attorno alla fine della prima decade di Aprile, prima di tornare ad essere variabile perturbato e spesso molto fresco. Il mese di Maggio non porta nessun miglioramento, anzi, il tempo risulta essere spesso perturbato e piove molto più del solito. Anche le temperature sono molto basse per la stagione e la neve ritorna in montagna a più riprese oltre i 1800/2000 m, addirittura fino sui 1000 m il giorno 24. La primavera 2013 si presenta come una delle più fresche e umide degli ultimi 50 anni.

Nel mese di Marzo inizia con una fase anticiclonica abbastanza mite, almeno nelle ore diurne, mentre le notti sono fredde, specie in montagna dove la neve è presente, anche nel catino bellunese. Ricordiamo che 48/72 ore prima condizioni invernali imperversavano sul Veneto. Dal 5 Marzo il tempo cambia per l’arrivo di una debole saccatura atlantica, responsabile di un primo modesto peggioramento del tempo il giorno 6. Poi per altri 4 giorni si susseguono diversi deboli episodi pluvio-nevosi (neve solo oltre i 1600/1800 m), intervallati da momenti di variabilità o d’instabilità con rovesci temporaleschi molto localizzati (conca bellunese e Alpago la sera del 11 Marzo). Il giorno 12 una discesa d’aria artica interessa tutta la Germania, la Francia, lambendo la catena alpina e provocando singoli episodi temporaleschi sulla pianura veneta centrale, ma l’avvezione fredda non invade il versante italiano, se non nell’alta atmosfera; tuttavia tale situazione favorisce il riattivarsi di un minimo depressionario, che dalla Francia raggiunge l’Italia nel pomeriggio del giorno 13, provocando tempo instabile/perturbato con piogge a carattere di rovescio e neve sopra i 1000/1200 m, anche a quote più basse a fine episodio nella notte del 14 marzo. In seguito a questo episodio di maltempo, si assiste ad un brusco calo termico connesso ad una discesa d’aria molto fredda in arrivo da Nord-Est. I giorni 15 e 16 le gelate notturne sono assai diffuse, ad eccezione delle coste venete. In montagna il freddo torna ad essere intenso con valori compresi tra i -10 e -15°C, già sui 1000 m (Asiago: -15°C). L’ondata di freddo collegata all’avvezione d’aria polare da Nord-Est dura solo 48 ore per il sopraggiungere di una nuova saccatura atlantica che tra il 17 sera e il 18 marzo provoca un episodio pluvio-nevoso (Fig. 1) assai significativo con piogge abbondanti in pianura e copiose nevicate in montagna, già dai fondovalle prealpini, specie il catino bellunese (30 cm a Feltre) e soprattutto oltre gli 800/1000 m con apporti di 40/60 cm, localmente fino a 70/75 cm. Si tratta della seconda più importante nevicata dell’inverno, dopo quella del 11 febbraio. In seguito e per alcuni giorni si assiste a al passaggio di onde che consentono l’alternarsi di dorsali con bel tempo e di saccature poco profonde, responsabile di qualche debole precipitazione, con temperature lievemente inferiori alla norma. L’ultima saccatura di questa fase in cui si avvicendano belle giornate e deboli episodi di variabilità o di lieve perturbabilità risulta più marcata, dando luogo a un episodio di maltempo di nuovo assai significativo tra il 24 e 26 Marzo, addirittura con il ritorno della neve in pianura per un’avvezione d’aria fredda da Nord-Est, presente sulla pianura ma non sulle Alpi (10 cm a Teolo, fiocchi a Venezia e Padova, neve il 26 a Verona e sulle sponde del lago di Garda).  In seguito il tempo non si ristabilisce con un giorno di variabilità, anormalmente fresco, anche freddo in montagna. Poi il giorno 28 Marzo il tempo peggiora di nuovo al pomeriggio con diffuse piogge in pianura e neve in montagna, inizialmente sopra gli 800/1000 m, ma il limite si abbassa fino sui 400/600 m nel corso della notte. Cadono altri 10/20 mm, localmente fino a 25 mm sulle Prealpi con altrettanti cm di neve sopra i 1200/1400 m. Il giorno 29 risulta fresco, variabile/instabile con poche schiarite. Il 30 Marzo il cielo si copre rapidamente per all’avvicinarsi di una nuova saccatura, responsabile del maltempo pasquale con molta pioggia dal sabato pomeriggio fino alla domenica mattina. Il passaggio di un fronte caldo seguito dal settore freddo dà luogo a tempo instabile nel pomeriggio/sera del 31 Marzo (Pasqua), con forti rovesci, anche temporaleschi sulle Prealpi e la pedemontana. Durante questo episodio, la neve imbianca di nuovo la montagna veneta sopra i 900/1200 m con altri 20/30 cm sopra i 1500 m.   

 Figura 1

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Il mese di Aprile 2013 inizia con il persistere di condizioni di variabilità/instabilità con il perdurare di una circolazione lievemente ciclonica. Il tempo peggiora in modo più significativo nella serata del 4 Aprile per l’avvicinarsi di un profondo minimo depressionario, che dal golfo di Biscaglia, si trasferisce verso l’Italia. Questo nuovo episodio di maltempo porta precipitazioni di moderata intensità su gran parte della regione il giorno 5 (10/20 mm, localmente fino a 30 mm sulle Prealpi, con 10/20 cm di neve sopra i 1800/2000 m, alcuni cm a 1200 m). In seguito il tempo rimane variabile, a tratti instabile per la persistente curvatura ciclonica e per lo scorrere di aria umida di origine atlantica. A differenza dell’ultima saccatura l’aria risulta un po’ meno fresca, impedendo alla neve di scendere sotto i 1400/1500 m. Tra l’8 e il 9 Aprile due piccole saccature determinano due brevi episodi pluvio-nevoso, ma si tratta di peggioramenti di poco conto con pochi millimetri. Dal 10 Aprile aria gradualmente meno fresca consente un accenno di primavera, dapprima in pianura e successivamente in montagna, anche se il 12 Aprile l’ennesima saccatura atlantica provoca un nuovo temporaneo peggioramento, più significativo in montagna per quanto riguarda l’entità delle precipitazioni, con neve oltre i 1700/1900 m. Dal 13 il tempo cambia in modo repentino e il 15 Aprile le temperature salgono di 10°C portando lo zero termico oltre i 3500 m e consentendo alle temperature di raggiungere i 25/28°C in pianura, i 20/22°C a 1000/1200 m, si tratta della prima vera giornata primaverile, in forte contrasto con tutta la prima decade di aprile. Anche in alta quota la situazione appare simile e le temperature medie giornaliere sulla Marmolada passano da -8/-9°C a  +1/+2°C. Tale situazione si mantiene fino al 19 Aprile, salvo un lieve e marginale episodio di instabilità sui monti nel pomeriggio del 16 per il transito di una piccola e veloce saccatura in quota, ma senza grandi effetti se non qualche breve rovescio sparso sulla provincia di Belluno. Nel pomeriggio/sera del giorno 19 una saccatura atlantica giunge sulla nostra regione, prima d’isolarsi in depressione chiusa centrata sul golfo di Genova, poi di stazionare sull’Emilia Romagna. Di conseguenza il tempo peggiora con un episodio di maltempo su tutta la regione, più marcato in montagna, dove la neve torna fino sui 1800-2000 m, in modo significativo solo oltre i 2200 m. Tale situazione di tempo a tratti perturbato/instabile con qualche intervallo di variabilità perdura fino al 22 Aprile con precipitazioni che dopo tre giorni risultano abbastanza copiose (Fig. 2: carta delle precipitazioni). In seguito il tempo si ristabilisce e torna ad essere primaverile per l’affermarsi di un promontorio Mediterraneo e di un alta pressione centrata proprio sulle Alpi. I giorni 24 e 25 Aprile risultano soleggiati e di stampo primaverile. Poi una nuova saccatura atlantica giunge sulla nostra regione, ma la parte più dinamica non oltrepassa la Lombardia nella giornata del 26 e giunge sulla nostra regione il 27 con piogge diffuse, anche piuttosto abbondanti sulle Prealpi occidentali. I tre giorni successivi, cioè fino alla fine del mese, risultano variabili/instabili per la persistenza di una circolazione ciclonica sul mediterraneo occidentale. Anche in pianura il tempo risulta instabile addirittura con fenomeni temporaleschi tra il 28 e il 29 Aprile.

Figura 2

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Il mese di Maggio 2013 inizia con condizioni di tempo variabile/instabile con brevi intervalli soleggiati. L’approfondirsi di varie saccature atlantiche tra la Francia e la Spagna e il loro successivo transito sull’Italia determina vari episodi d’instabilità con frequenti rovesci e temporali. I giorni maggiormente instabili sono il 3, il 5, l’8 e il 10 e il 11 maggio con fenomeni localmente forti, seppur brevi. Il 3 una grandinata con chicchi eccezionalmente grossi si verifica alle porte di Verona, il 5 la stessa fenomenologia si verifica nel vicentino (Tonezza), assieme a temporali forti (81 mm a Gallio); anche nella notte dell’8 il veronese viene interessato da forti temporali (fino a 50 mm in due ore). Condizioni d’instabilità piuttosto sorprendenti, in quanto la struttura atmosferica dinamica non sembra cosi marcata, ma in tali casi, la singola cella temporalesca può presentare a scala locale condizioni del tutto distinte rispetto alla termodinamica apprezzata a scala regionale. Dopo la fase di maltempo dell’11, correnti settentrionali d’aria fresca determinano un momentaneo calo termico con ritorno delle brinate e gelate notturne in montagna fino sugli 800/1000 m. Tra il 12 e il 14 maggio un promontorio atlantico favorisce un breve intervallo di tempo perlopiù soleggiato e gradualmente più mite. Ma la primavera sembra non voler offrire lunghi periodi di bel tempo: dopo 3 giorni l’approfondirsi di una nuova saccatura atlantica sulla Spagna richiama correnti meridionali d’aria molto umida e il tempo peggiora su tutta l’Italia settentrionale con abbondanti precipitazioni nei giorni 16 e 17 maggio. La situazione sembra più autunnale che un episodio perturbato primaverile con precipitazioni molto abbondanti tra la pedemontana e i monti con 80/120 mm, anche oltre 250/300 mm su alcuni settori prealpini. Sulla pianura centro meridionale i quantitativi sono assai minori (20/40 mm). Altra particolarità dell’episodio perturbato è l’abbondanza delle nevicate in alta quota. In seguito il tempo rimane variabile/instabile e piuttosto fresco fino alla fine del mese. Il giorno 21 rovesci sparsi interessano la montagna e la pedemontana, mentre tra la sera del 23 e gran parte del 24 la discesa di una saccatura nord Atlantica riporta maltempo sul Veneto, assieme ad un sensibile calo termico, il che consente alla neve di scendere fino sugli 800 m con spessori di 10/20 cm già sui 1200/1400 m e fino a 50/60 cm a 2700/2800 m, con problema per il normale svolgimento della tappa dolomitica del Giro d’Italia (Fig. 3 – Neve ad Arabba al mattino del 26 Maggio). Gli ultimi giorni del mese sono ancora all’insegna della variabilità e della frescura con rovesci sparsi e qualche debole nevicata sopra i 1800/2000 m. La montagna veneta rimane innevata in modo anomalo (spessori di 150/200 cm a 2200 m). quando l’instabilità porta rovesci sparsi, in alcuni casi piuttosto diffusi.

Figura 3 Neve rimanente ad Arabba al mattino del 26 maggio 2013

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In sintesi si sono verificate solo 12 giorni di alta pressione (primavera incredibilmente avara di giornate dinamicamente anticicloniche) con 3 volte in meno rispetto alla media. Al contrario le giornate di maltempo sono state molto frequenti con 60 giorni di bassa pressione dinamica (il doppio di giornate instabili o perturbato rispetto al consueto) e i quantitativi di pioggia spesso molto superiori rispetto alla media. La giornata miste sono 20 (anticiclone al suolo e depressioni in quota o viceversa), quest’ultime associate a tempo variabile o a volte lievemente instabile. La primavera 2013 risulta molto fresca e molto piovosa, senz’altro una delle peggiori degli ultimi 37 anni. Occorre infatti risalire alla primavera del 1975 per ritrovare condizioni pressoché simili. Le temperature sono risultate più basse nel 1984, ma il tempo era migliore.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

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