Vai al contenuto

COP26. Un appuntamento importante per contrastare i cambiamenti climatici

Comunicato stampa
Data di pubblicazione:

COP26. Un appuntamento importante per contrastare i cambiamenti climatici

AAV 28 ottobre - Inizia il 31 ottobre a Glasgow, in Scozia, la 26esima Conferenza delle Parti (COP26) in cui l’ONU riunisce i rappresentanti e gli esperti di quasi tutti gli Stati del pianeta per tentare di affrontare in modo coordinato l’emergenza dei cambiamenti climatici. La COP26 rappresenta un’importante sfida per il futuro del mondo perché le scelte adottate in questo decennio (2021-2030) saranno cruciali per il clima.

Dal 1992, quando a Rio de Janeiro è stata ratificata da 196 paesi la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), l’ONU ha individuato nel riscaldamento globale un problema che negli anni si è rivelato sempre più minaccioso per l’umanità e per gli equilibri del pianeta. Pertanto, tramite il più ampio coinvolgimento dei governi e dell’opinione pubblica, l’ONU ha cercato di definire delle strategie di riduzione delle emissioni in atmosfera di gas ad effetto serra, promuovendo sistematici incontri annuali denominati “COP”.

Un passaggio fondamentale di questa strategia è l’Accordo di Parigi, assunto con la COP21 del 2015. Per la prima volta un ampio consesso di Stati ha decisamente riconosciuto che l’aumento delle temperature registrato a livello globale è determinato delle emissioni di origine antropica. Conseguentemente gli Stati hanno accettato di collaborare per limitare le emissioni in atmosfera di gas ad effetto serra con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale entro i 2 °C, ma puntando alla soglia di 1,5 °C. Questi aumenti della temperatura media annua del pianeta sono da intendersi riferiti alle temperature medie del periodo pre-industriale, ovvero alle temperature della fine dell’800. Variazioni anche di pochi decimi di grado hanno effetti rilevanti di lungo periodo sul clima locale.

Con l’accordo di Parigi gli Stati si sono impegnati a definire dei piani nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra e ora, dopo circa 5 anni, è giunto il momento di fare il punto della situazione e di assumere nuovi impegni per il futuro. L’incontro è particolarmente delicato perché a livello globale si è ancora molto lontani dagli obiettivi della Conferenza di Parigi e questo decennio (2021-2030) sarà cruciale per il clima. Gli studiosi sostengono che molte alterazioni prodotte finora sono già praticamente irreversibili.

Gli interventi di riduzione delle emissioni, definiti “interventi di mitigazione”, sono costosi e avranno effetti importanti sul modo di vivere e sui sistemi produttivi, economici e dei trasporti. Vi sono poi interessi ed esigenze nettamente contrastanti tra Paesi in via di sviluppo e Paesi “sviluppati”, ovvero tra Paesi che producono principalmente beni e Paesi che producono principalmente servizi.

La COP26, preceduta da incontri preparatori che si sono tenuti in Italia, è un momento di scelta a livello globale, che coinvolge sia gli Stati sia i singoli individui. Le strade sono due: l’adozione d’interventi radicali e sostanziali di riduzione delle emissioni prima che la situazione diventi ingestibile o il mantenimento dello “status quo” cercando soluzioni di adattamento ai problemi quando si presentano.

La prima scelta è molto costosa. Queste conferenze si interrogano, infatti, sugli strumenti di sostegno economico-finanziario tra i quali rientra anche il “mercato del carbonio”. La scelta di “non scegliere”, più facile da adottare, rischia però di generare impatti e costi ancor maggiori nel medio e lungo periodo.

Il problema è globale e ha poco senso affrontarlo unilateralmente a livello di singolo Stato, da qui l’immenso sforzo di mediazione che l’ONU ha intrapreso, da decenni, per la salvaguardia del pianeta.

Visita la sezione Climatologia

Questa pagina ti è stata utile?