Vai al contenuto

Acque di Balneazione e tutela della salute

Ci approssimiamo alla stagione estiva e incominciamo a sentir parlare di qualità delle acque di balneazione o di eventuali zone interdette alla balneazione.tecnici acque balneazione

Ma come avviene il controllo delle acque di balneazione e quali sono gli obiettivi di tali controlli?

Ne parliamo con Luigi Berti e Sara Ancona che, all’interno del Servizio Osservatorio Acque Marine e Lagunari, seguono i controlli su questa tipologia di acque.

Innanzitutto quali sono le acque di balneazione?

Luigi Berti: Sono le acque superficiali o parte di esse nelle quali l’autorità competente prevede venga praticata la balneazione e nelle quali non ha imposto un divieto permanente di balneazione. Non sono comprese nelle acque di balneazione le piscine, le terme e le acque confinate soggette a trattamento o utilizzate a fini terapeutici.
In Veneto le acque di balneazione individuate dalla Regione sono 169 tra mare Adriatico, Lago di Garda, lago di Santa Croce, lago del Mis, lago di Lago, lago di Santa Maria e specchio nautico di Albarella. Nell’ambito di questi corpi idrici la Regione ha individuato numerose zone costiere da vietare permanentemente alla balneazione, a cura dei Comuni interessati, per la presenza nelle immediate vicinanze di foci fluviali e/o di porti, ecc. Rientra tra queste, ad esempio per il mare Adriatico, tutta l’area del delta del Po. Non tutti i corpi idrici regionali sono quindi destinati alla balneazione e tra quelli individuati come tali solo in una parte delle loro coste è consentita l’attività balneare; resta inteso che anche quest’ultime zone potranno essere interdette temporaneamente alla balneazione nel caso di analisi non conformi.

Quali sono gli obiettivi dei controlli effettuati su queste acque?

Sara Ancona: Va precisato che il tema della balneazione si riferisce esclusivamente alla tutela della salute dei bagnanti e, durante la stagione balneare, prevede controlli delle acque in relazione alle possibili cause di impatto sulla salute umana e non alla qualità ambientale dell’ecosistema marino. L’ambiente marino infatti può essere alterato senza che necessariamente si manifestino immediati effetti sulla salute. La normativa in materia si riferisce alla valutazione sanitaria delle acque marine, di transizione ed interne (laghi e fiumi), attraverso analisi effettuate in superficie ad una profondità del fondale di norma compresa tra 80-120 cm; la distanza dalla battigia quindi è variabile a seconda delle coste in esame. Per inquinamento delle acque di balneazione si intende la presenza dei batteri Escherichia coli e Enterococchi intestinali oltre una determinata concentrazione stabilita dalla legge. In questo caso a cura di ARPAV viene data immediata comunicazione al Comune interessato perché provveda a delimitare e vietare temporaneamente l’area alla balneazione.

mare1Quindi, anche se i nostri mari hanno un poco invitante colore grigiastro questo non li rende pericolosi per la nostra salute?

Sara Ancona: Esattamente. Il colore delle acque del mare è senza dubbio un elemento d'impatto come la trasparenza, ma non ne determina una minore qualità e soprattutto non ha effetti sanitari, salvo nei casi in cui l’anomala colorazione e/o ridotta trasparenza delle acque sia causata dalla presenza di fioriture algali determinate da specie tossiche o potenzialmente tossiche per l’uomo. La nuova normativa non prevede il monitoraggio dei parametri chimici e fisici - quali ad esempio il pH, l’ossigeno disciolto e la trasparenza - ma l’obbligo di monitorare i parametri indicatori di contaminazione fecale Escherichia coli e Enterococchi intestinali, su cui si basa esclusivamente il giudizio di idoneità delle acque sia durante la stagione balneare che al termine della stessa per la loro classificazione. La loro presenza in alte concentrazioni sta a indicare una possibile presenza di batteri patogeni di provenienza fecale causa di importanti malattie gastroenteriche e non. Nelle zone di norma soggette a fioriture algali la legge prevede poi che siano monitorati tali fenomeni, dandone comunicazione al pubblico.

Cosa sono gli Enterococchi intestinali e gli Escherichia coli?

Sara Ancona: Gli Enterococchi intestinali sono batteri che fanno parte della flora microbica intestinale umana e animale. La loro presenza è indice di contaminazione fecale. Anche gli Escherichia coli, che fanno parte del più ampio gruppo dei Coliformi fecali, sono dei batteri che vivono nella parte inferiore dell´intestino di animali a sangue caldo (uccelli e mammiferi, incluso l´uomo). Il ritrovamento di questi batteri nei corpi idrici segnala sicuramente la presenza di inquinamento fecale di provenienza ad esempio da scarichi fognari, da allevamenti di animali, ecc.

Acque idonee o non idonee alla balneazione. Ci descrive brevemente i criteri e il processo per classificare le acque?

Luigi Berti: Il D.Lgs. 116/2008 e relativo Decreto Attuativo, prevedono siano effettuate su ogni punto di prelievo rilevazioni di parametri ambientali (temperatura aria, temperatura acqua, vento corrente, onde, ecc.), ispezioni di natura visiva (residui bituminosi, vetro, plastica, gomme, altri rifiuti) e prelievi di campioni di acqua per l’analisi batteriologica in laboratorio (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali). Durante la stagione balneare, da maggio a settembre, il giudizio di idoneità delle acque di balneazione si basa sull’esito delle analisi effettuate secondo un calendario prestabilito prima dell’inizio della stagione e comunicato al Ministero della Salute. In caso di non conformità di un campione la zona viene vietata temporaneamente alla balneazione a cura del Comune interessato, su proposta di ARPAV; a seguito di un successivo campione conforme la zona viene riaperta. Al termine della stagione balneare e comunque non oltre la fine di novembre, vengono invece elaborati e valutati i dati di analisi degli ultimi 4 anni secondo i valori percentili (95° ed eventualmente 90°) e in base ai risultati ottenuti vengono definite le classi di qualità di ciascuna acqua di balneazione in esame. Tale classificazione ha validità per l’inizio della stagione balneare successiva.

Dove viene fissato il punto di monitoraggio e con quale frequenza vengono fatti i campionamenti?

Luigi Berti: Il punto di monitoraggio è fissato, all’interno di ciascuna zona di balneazione, dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o il rischio più elevato di inquinamento in base al profilo delle acque di balneazione. La frequenza minima dei campionamenti è stabilità dalla legge ossia un controllo mensile durante la stagione balneare più un controllo da eseguirsi poco prima dell’inizio della stagione, per verificare l’effettivo stato di qualità delle acque all’apertura della stagione.

Che cos´è un "inquinamento di breve durata"?

lago santa croceLuigi Berti: Per "inquinamento di breve durata" si intende "una contaminazione microbiologica le cui cause sono chiaramente identificabili e che si presume normalmente non influisca sulla qualità delle acque di balneazione per più di 72 ore circa dal momento della prima incidenza e per cui l’autorità competente ha stabilito procedure per prevedere e affrontare tali episodi. A seguito di riscontro di un superamento dei limiti di legge anche per uno solo dei parametri previsti in un campione “routinario” (da calendario), ARPAV provvede ad eseguire un controllo “suppletivo” entro 3 giorni. In caso di esito favorevole la zona viene riaperta alla balneazione (conferma di inquinamento di breve durata), e quindi a distanza di una settimana viene effettuato un successivo controllo “suppletivo” per confermare la conclusione dell’evento di inquinamento nel caso di esito favorevole di quest’ultima analisi.

Zone temporaneamente o permanentemente non idonea alla balneazione: ci descrive la differenza tra queste due situazioni?

Luigi Berti: Le zone temporaneamente non idonee alla balneazione sono quelle che durante la stagione balneare presentano superamento dei limiti previsti dalla norma per Escherichia coli e Enterococchi intestinali o altri episodi di inquinamento di breve durata, che possono quindi essere riaperte a seguito di esito favorevole di un campione.
Le zone permanentemente non idonee sono quelle che la Regione individua invece annualmente come acque da vietare permanentemente alla balneazione a cura dei Comuni interessati, per motivi anche indipendenti da inquinamento e sulle quali non sussiste quindi obbligo di controllo.

Come si possono conoscere i risultati delle analisi delle acque di balneazione?

Sara Ancona: I risultati delle analisi sono aggiornati in “tempo reale” in una sezione dedicata del sito di ARPAV, ossia trascorsi almeno 2 giorni dal campionamento, tempi tecnici necessari per le analisi di laboratorio. Una volta selezionata la località d’interesse, il colore delle bandierine attribuito ad ogni punto di rilevamento darà immediata indicazione sulla balneabilità e inoltre selezionando il singolo punto si possono visualizzare anche i dati analitici.
L’emissione periodica di comunicati stampa e news sul sito dell’Agenzia informa sugli esiti di ogni campagna di monitoraggio prevista.
Le informazioni disponibili sul sito dell’Agenzia sono presenti anche nel portale acque del Ministero della Salute che ARPAV alimenta costantemente.
Da qualche anno è stata realizzata un’applicazione per gli smartphone che fornisce informazioni aggiornate sullo stato della balneabilità per le località d’interesse.
Infine, mensilmente viene riportata la situazione delle acque di balneazione anche sui bollettini Informare e Infogarda distribuiti a enti o associazioni tramite mailing list e pubblicati sul sito ARPAV.

Approfondimenti
www.arpa.veneto.it/acqua/htm/balneazione_rete.asp


A cura di:

Ufficio Comunicazione ARPAV
Tel. 049-8239305-337
comunicazione@arpa.veneto.it

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 09:33

Questa pagina ti è stata utile?