Ultimo aggiornamento
15-11-2022 18:03l Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA) è un sistema globale (holistic approch) di valutazione e gestione del rischio esteso a ciascuna fase della filiera idrica, dalla captazione fino all’utente finale, per garantire la protezione delle risorse idriche e la riduzione di potenziali pericoli per la salute umana nell’acqua destinata al consumo umano. E’ previsto dalla Direttiva (UE) 2015/1787 recepita in Italia dal D.M. 14/06/2017.
Le “Linee guida nazionali per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano secondo il modello dei Water Safety Plans” (ISS – Rapporti ISTISAN 14/21) redatte dall’Istituto Superiore di Sanità, prevedono che sia il gestore del servizio idrico ad eseguire la valutazione del rischio.
ARPAV collabora alla redazione del Piano Sicurezza Acquedotto dei diversi gestori in Veneto eseguendo l’analisi delle fonti di pressione puntuali (Geoportale di ARPAV), i cui pericoli correlati siano contaminazioni chimiche, microbiologiche o radiologiche delle acque che ricadono nel perimetro o nelle vicinanze delle aree di salvaguardia delle captazioni.
Un ulteriore contributo fornito da ARPAV è costituito dai monitoraggi ambientali i cui dati sono a disposizione del pubblico.
La valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano secondo il modello dei Water Safety Plans è ripresa anche nella nuova direttiva europea sulle acque potabili approvata il 16 dicembre 2020 in seconda lettura senza emendamenti. E’ la prima legislazione europea adottata in seguito a una iniziativa dei cittadini, la campagna Right2Water del 2013, che chiedeva di garantire a tutti i cittadini europei il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. L’iniziativa ha raccolto più di 1.600.000 firme e ha spinto la Commissione Europea ad elaborare il testo, approvato poi mesi fa dal Consiglio Europeo e oggi dal Parlamento Europeo. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per apportare le modifiche necessarie agli ordinamenti nazionali e conformarsi alla nuova direttiva.
La norma mira a offrire acqua di rubinetto di alta qualità in tutta l'UE incentivando un minore consumo dell’acqua in bottiglia anche attraverso disposizioni sulla trasparenza delle bollette e obbligando gli Stati membri a garantire la fornitura gratuita di acqua negli edifici pubblici e ad incoraggiare ristoranti, mense e servizi di catering a fornire l’acqua ai clienti gratuitamente o a basso costo. I Paesi UE dovranno inoltre adottare delle misure per migliorare l'accesso all'acqua per i gruppi vulnerabili, come i rifugiati, le comunità nomadi, i senzatetto e le culture minoritarie.
La qualità dell’acqua dovrà rispettare limiti più severi per contaminanti vecchi (piombo) e nuovi (Pfas, microplastiche, prodotti farmaceutici, composti che alterano il sistema endocrino) vedi tabella nuovi parametri nuovi limiti. Inoltre entro l'inizio del 2022, la Commissione Europea redigerà e monitorerà un elenco di sostanze o composti autorizzati a entrare in contatto con l'acqua potabile.