Vai al contenuto

Sinossi Autunno 2020

L’autunno 2020 inizia con una certa mitezza, di prolungamento tardo estivo, specie in alta quota, dove lo zero termico si mantiene spesso oltre i 3500, anche 4000 m, mantenendo una situazione di fusione della neve fino a metà della terza decade di settembre. Dal 25 settembre al 19 ottobre si registra uno dei periodi più freschi e più lunghi degli ultimi 50 anni. Nel 1978 e nel 2002 aveva fatto freddo a fine settembre, anche molto più freddo alla fine della prima decade di ottobre 1994 quando la neve era scesa copiosa a 1000 m toccando alcuni fondovalle dolomitici (500/600 m), ma non era rimasto freddo così a lungo in alta quota e fresco in maniera anomala nelle valli. I livelli termici sono stati bassi in pianura, ma soprattutto in montagna oltre i 1000/1500 m. Sui passi dolomiti la media tra il 25 settembre e il 20 ottobre è di scarto termico negativo: sul Passo Pordoi e sul Passo Falzarego, in vetta alla Marmolada ci sono ben 10 giorni con temperature minime inferiori a -10°C e la media del periodo è di -6°C contro i -1°C, 5°C sotto la media. Dalla terza decade di ottobre e fino quasi alla fine del mese di novembre, l’autunno torna a essere anomalo, mite e particolarmente asciutto. Il mese di novembre, infatti, risulta essere tra i più siccitosi degli ultimi 30 anni. L’autunno 2020 ha presentato caratteristiche assai altalenanti, inizialmente caldo e non particolarmente piovoso, poi una fase particolarmente fresca e piovosa nel periodo centrale e infine più di un mese siccitoso e particolarmente mite in alta montagna.

Il mese di settembre 2020 inizia con due giornate fresche, la prima in parte instabile per la presenza di un minimo depressionario a nord delle Alpi, il quale rimane pressoché stazionario con qualche residuo rovescio il giorno 2 sui monti. In seguito si afferma un promontorio di matrice mediterranea con avvezione d’aria calda. Pertanto il tempo torna a essere stabile con sole, aria tersa ed ottima visibilità. Questa situazione regala tre magnifiche giornate con clima diurno tardo-estivo sui monti ed ancora estivo in pianura. Il giorno 6 il tempo cambia per l’avvicinarsi di una saccatura atlantica, responsabile di una lieve instabilità sui monti, la quale si trasferisce in parte in pianura con effetti assai più significativi il giorno 7 per il formarsi di una depressione chiusa sull’alto Tirreno. Depressione che scivola verso sud il giorno 8, favorendo un miglioramento del tempo con nubi alte e stratiformi, più presenti in pianura. Il tempo rimane bello nei due giorni successivi, nonostante la suddetta depressione risalga verso nord con qualche effetto di riflesso sui monti. Dopo il tempo si ristabilisce grazie a una sella anticiclonica tra le alte pressioni atlantica e mediterranea. Situazione che riporta l’estate in pianura e in montagna con temperature molto elevate tra il 13 e il 14 settembre, fino a 33/35°C in pianura, 28/29°C nei fondovalle prealpini e 24/25°C a 1000/1200 m (si osserva un 7.1°C a punta Rocca sulla Marmolada, 3254 m). Il tempo soleggiato e stabile si mantiene anche il giorno 15 grazie alla persistenza di un anticiclone mobile atlantico, ormai centrato sull’Europa centrale. Il giorno seguente una piccola depressione d’alta quota genera un po’ d’instabilità potenziale non sufficiente per porre fine alla stabilità e al clima caldo in pianura (temperature massime di 30/32°C) e su buona parte della montagna, ad eccezione di qualche addensamento e di qualche rovescio e temporale sulle Dolomiti settentrionali. Fenomeni localmente significativi tra l’Ampezzano, il Cadore e l’alto Agordino (massimo di 27 mm sul Faloria). Il giorni 17 stessa situazione del 16, la depressione in quota genera ancora un po’ d’instabilità sulle Dolomiti, ma in maniera molto più lieve e gli effetti sono minori con qualche modesto piovasco. Il giorno 18 il tempo torna a essere più stabile e più soleggiato e ancora con caldo anomalo per il periodo grazie alla presenza di un temporaneo promontorio, situazione che perdura fino al 20 settembre grazie alla presenza di questo piccolo promontorio mediterraneo, anche se la domenica pomeriggio una lieve instabilità si manifesta sulle Dolomiti con sporadici e deboli rovesci nel pomeriggio. Il giorno 21 una depressione in quota, centrata sulla Francia, provoca di nuovo qualche rovescio sui monti e una cella temporalesca sull’alto Adriatico, senza effetti sulla terra ferma. Il 22 settembre, il tempo inizia a cambiare un po’ sia per avvezione d’aria umida da sud-ovest che per la maggiore influenza del minimo in quota centrato sulla Francia. Tale situazione perdura fino al 24 settembre pomeriggio, poi una saccatura atlantica scivola rapidamente dalla Francia sul Mediterraneo occidentale e provoca una fase pluvio-temporalesca serale sulla pedemontana vicentina e trevigiana e sulle Prealpi orientali (cumulo massimo di pioggia a Tramedere sul Cansiglio con 69 mm e  59.6 mm a Conegliano). Il giorno 25 c’è una pausa al mattino, mentre il settore freddo della suddetta saccatura interessa tutta la nostra regione nel pomeriggio/sera. Fenomeni rilevanti si verificano dapprima sulla pedemontana con forti temporali, anche grandinigeni (grandine grossa a Vicenza, a Schio - Fig. 1a) e sulla parte orientale della pedemontana trevigiana. Alla sera l’ingresso d’aria fredda determina un forte calo termico in quota con il ritorno della neve in montagna sopra i 1600/1700 m sulle Dolomiti, localmente 1400 m, e 1900/2000 m sulle Prealpi. La pianura centro meridionale è interessata in maniera assai marginale. Il giorno 26 il tempo migliora in parte, anche se molte nubi ristagnano sui settori della pianura orientale, dove si verificano residui rovesci, mentre qualche strascico umido si riscontra sui monti, dove l’atmosfera è ventosa e fredda, specie in alta quota come si vede sulla Marmolada (-12/-13°C), dopo il forte calo termico del 25 settembre sera ( Fig. 1b). Il giorno 27 il sole brilla sui monti al mattino, mentre il cielo è coperto sulla pianura centro-orientale con qualche piovasco al mattino, nuvolosità media stratiforme che risale verso nord nel pomeriggio e si estende ai monti. Nella serata una depressione chiusa scende sul Veneto, dove il tempo peggiora con diffuse precipitazioni notturne sui settori orientali e settentrionali, significative sulla pianura orientale e sulle Prealpi bellunesi (massimo sulla pianura è di 68 mm a Col Indes). Le temperature ancora basse consentono alla neve di scendere fino sui 1700/1800 m, localmente 1600 m su Dolomiti orientali (10/15 cm di neve fresca) e 1600 m sull’Alpago (30/50 cm a 2000 m). Il 28 il tempo è perturbato sui settori orientali e sui monti con precipitazioni diffuse tra la notte e il mattino mentre non piove affatto sulla provincia di Verona e parte del vicentino. Il  29 ottobre il tempo migliora, le nubi basse interessano vari settori, specie durante le ore più fredde, ma il sole mitiga di nuovo l’atmosfera in giornata. Lo stesso giorno tuttavia una cella d’instabilità nasce sul Cadore con un forte rovescio sulla zona di Cancia. Il mese di settembre finisce con una giornata assai mite, quasi calda, con 22/24°C in pianura, 19/21°C nelle conche prealpine e fino a 16/18°C a 1000/1200 m in montagna. Chiusura di un mese che risulta più mite del solito, ad eccezione della terza decade.

Fig. 1

Fig. 1a

Fig. 1b


Chicchi di grandine osservati il 25 settembre
sulla pedemontana bellunese - Fig. 1a

Andamento della temperatura a punta Rocca
(Marmolada tra il 25 e 27 settembre 2020 - Fig. 1b


Il mese di ottobre 2020
inizia con una bella giornata, anche relativamente mite grazie a un’avvezione sud-occidentale, richiamo legato all’approfondirsi di una saccatura atlantica sulla Francia. Il giorno 2 il tempo peggiora per l’avvicinarsi della saccatura con precipitazioni più significative sui monti, piove decisamente meno sulla pianura centrale e soprattutto sulla parte meridionale della regione. Il sabato 3 le correnti sciroccali si rafforzano dando luogo a un episodio instabile/perturbato con precipitazioni abbondanti su alcuni settori prealpini e dolomitici (massimi di 169 mm a Col di Prà, basso Agordino e 166 mm a Passo Xomo - Posina). Il raffreddamento in quota porta la neve a 2400 m a fine episodio. Il giorno 4, dopo una lieve variabilità al mattino, il tempo peggiora di nuovo per il transito di un secondo asse di saccatura, legato a un profondo minimo centrato sul sud dell’Inghilterra. Le piogge cadono dapprima sui rilievi, poi si estendono a tutta la regione in serata e perdurano tutta la notte del giorno 5 con cumuli significativi 30-60 mm sui monti, localmente fino a 80 mm, assai meno sulla pianura centrale e meridionale. In montagna cadono dai 20 ai 30 cm di neve sopra i 2300/2400 m. Nel pomeriggio del 5 un po’ d’instabilità si verifica con qualche rovescio sparso tra Prealpi e pedemontana, instabilità associata alla presenza d’aria fredda in quota. Questi strascichi post frontali si attardano solo su queste zone prima di esaurirsi in serata. In questi 4 giorni di pioggia, senza che vi siano fenomeni particolarmente intensi e nessun nubifragio, il ripetersi di precipitazioni moderate, a tratti forti, determina cumuli copiosi come si può vedere sulla carta regionale delle sommatorie pluviometriche. Tra il 2 e il 5 ottobre (Fig. 2a) si raggiungono su molti settori regionali medie di 50-80 mm e picchi di 230 mm (passo Xomo - Posina) e 224 mm a Soffranco nella bassa Val di Zoldo. Il giorno 6, il tempo torna ad essere maggiormente soleggiato per il formarsi di una passeggera dorsale, prima del transito di un veloce asse di saccatura nella notte del 7 ottobre. Gli effetti si limitano a deboli precipitazioni notturne sparse, nevose oltre i 2100/2300 m. In giornata il tempo migliora rapidamente e rimane stabile e perlopiù soleggiato fino al 9 ottobre, anche al mattino del 10, in attesa dell’arrivo di una profonda saccatura atlantica, alimentata da aria polare, la quale giunge sulle Dolomiti nel pomeriggio/sera del 10 ottobre, prima di estendersi alle Prealpi nella notte successiva. Il giorno 11 spiccato maltempo per il passaggio della suddetta saccatura, la quale determina maltempo continuo con precipitazioni abbondanti sulla fascia prealpina e pedemontana (143 mm a Follina e 114 a Tramedere in Cansiglio, ma anche 45 mm a Padova e 42 mm a Venezia) e significative su tutta la montagna veneta e la pianura centro settentrionale, molto meno sul meridione del veneto. La discesa d’aria fredda associata a questo sistema provoca una nevicata piuttosto rilevante oltre i 1500/1600 m con apporti di 15/25 cm a 1600 m e fino a 40/50 cm a 2000 m, localmente quasi 60 cm di neve fresca. In alcune valli dolomitiche la neve è scesa fino sui 1000 m (Val Biois e Val di Zoldo). Il giorno 12 il tempo migliora nettamente con clima particolarmente freddo in quota e fresco nelle valli. Situazione che perdura anche nelle giornate del 13 e il 14 con sole, salvo nubi alte sul sud della regione il 14 ottobre. Giornate caratterizzate da freddo anomalo in montagna con il termometro che si mantiene costantemente sotto i -10°C in Marmolada e le forti gelate osservate nei settori innevati (-3/-6°C fino sui 1200/1600 m), localmente il gelo notturno interessa anche i fondovalle prealpini. Dopo questi tre giorni stabili grazie alla presenza di una pseudo dorsale inserita in una vasta circolazione ciclonica, il tempo peggiora di nuovo. Una depressione chiusa risale dal Tirreno verso nord coinvolgendo tutta la regione il giorno 15 ottobre. Il tempo risulta perturbato, già al mattino sulle Prealpi, dalla tarda mattinata fino a sera sulle Dolomiti. Le precipitazioni sono significative sulla pedemontana  (30/40 mm, localmente 60 mm) un po’ meno sulla pianura centro meridionale con 30/40 mm e decisamente minori sui monti, ad eccezione di alcuni settori prealpini, con 15/25 mm sulle Dolomiti meridionali e a volte inferiori a 10 mm sui rilievi più settentrionali. Questo nuovo episodio perturbato riporta un po’ di neve oltre i 1600/1800 m con spessori di 5/15 cm a 2000 m, localmente 20 cm sulle Dolomiti meridionali. Dopo il passaggio del minimo la circolazione depressionaria si allenta con tempo variabile il giorno 16 ottobre e un inizio di miglioramento il 17 grazie all’espandersi verso nord di un alta pressione di matrice mediterranea, la quale resiste fino alle prime ore del 22 ottobre. Il tempo è piuttosto bello in montagna, un po’ meno in pianura per ristagno d’aria umida, responsabile di nebbie e di nubi basse, assieme a qualche giornata di sole. Il giorno 23 una debole saccatura atlantica giunge sul Veneto con precipitazioni diffuse tra il pomeriggio e la sera, fenomeni che perdurano anche nella notte del 24, prima di un miglioramento nel pomeriggio, eccetto il passaggio di una linea temporalesca nata sul Friuli e che scorre tra Prealpi orientali e pedemontana fino sul vicentino. Il giorno 25 il tempo rimane buono, anche se con qualche annuvolamento irregolare, più presenti sulle Prealpi e la pedemontana, anche per stratocumuli. Il 26 graduale peggioramento del tempo per l’arrivo di una profonda ma veloce saccatura atlantica, la quale transita sulla nostra regione tra il pomeriggio del 26 e la notte del 27 con effetti piuttosto significativi tra Prealpi e Dolomiti, dove cadono mediamente 40/60 mm, localmente fino a 120/130 mm e con massimo di 167 mm a Soffranco. Sulla pianura i fenomeni sono di minore entità, anche se si rilevano settori dove cadono 30/40 mm, anche per piogge a carattere di temporale. La carte (Fig. 2b) consente di vedere la ripartizione e i quantitativi di pioggia sulla nostra regione. Passata la saccatura, ritornano condizioni leggermente anticicloniche fino al 29 ottobre, poi decisamente più stabili grazie ad un promontorio atlantico che si estende sul nord Italia fino alla fine del mese ed oltre, con valori termici diurni elevati per la fine della terza decade di ottobre in alta quota (la quota dello zero termico si ritrova a 3800 m), mentre le nebbie e le nubi basse limitano il riscaldamento diurno in pianura.

Fig. 2

Fig. 2a

Fig. 2b
Carta della sommatoria delle precipitazioni dal
1 al 5 ottobre 2020  - Fig. 2a
Carta della sommatoria delle precipitazioni
tra il 26 e il 27 ottobre 2020 - Fig. 2b

Il primo del mese di Novembre 2020 inizia come è finito ottobre, bel tempo anormalmente mite in montagna (Carta GFS delle temperature a 850 hPa con punte oltre i 10/12°C a 1550 m nel cuore della notte, Fig. 3a), mentre le nubi basse imperversano sulla maggiore parte della pianura. Situazione che si ripete il 2 Novembre con gli stessi effetti sul territorio regionale. Nubi stratiformi, foschie/nebbie in pianura con atmosfera uggiosa e fresca, mentre il bel tempo persiste in montagna, dove la mitezza diurna risulta eccezionale, specie in alta quota. Il giorno 3 stesse condizioni, ma le nubi basse iniziano a interessare alcuni settori prealpini. Il 4 Novembre un pseudo fronte freddo transita sulla nostra regione con qualche modesto effetto di isolate e debolissime piogge sui monti nel pomeriggio. Subito dopo il passaggio di questo fronte, il tempo migliora con ritorno del sole e soprattutto una grande mitezza, specie in quota grazie all’avvezione d’aria subtropicale sul nord Italia. Si raggiungono i 10/12°C a 2000 m, 14/16°C a 1000/1200 m e fino a 16/17°C nei fondovalle prealpini e 18/20°C in pianura. Vale a dire 3/5°C sopra le medie a bassa quota e 6/7°C in quota. Il tempo stabile e spesso ben soleggiato perdura fino al 12 di Novembre, poi il flusso meridionale legato al transito di una saccatura a nord delle Alpi richiama aria umida sulla nostra regione dando luogo a passaggio nuvoloso in quota e nubi basse su alcuni settori pianeggianti. Intervallo di breve durata, in quanto il dominio dell’alta pressione si ristabilisce e giornate incredibilmente miti e soleggiato interessano tutta la montagna e buona parte della pianura centro-settentrionale. Nello stesso tempo parte del litorale veneto e i settori meridionali rimangono sotto una coltre di nubi basse/nebbie o foschie fino al 15 Novembre, provocando contrasti termici abbastanza rilevanti tra le zone assolate e quelle con persistente copertura nuvolosa o nebbie. Tra la notte ed il mattino del 16 una veloce saccatura atlantica transita sul Veneto con effetti assai modesti, piove debolmente sui monti, moderatamente sulla pianura, specie su quella orientale con un massimo di 22.6 mm a Bibione. La  perturbazione apporta tracce di neve sopra i 1600/1900 m sulle Dolomiti e 2000/2200 m sulle Prealpi. Dal pomeriggio del 16 a partire dai monti le correnti settentrionali riportano il sole sulla nostra regione. Il miglioramento si verifica solo il giorno dopo in pianura con l’affermarsi di un promontorio di matrice mediterraneo. Tre giorni di tempo stabile e eccezionalmente mite per la stagione in quota (zero termico a 4000 m), mentre si riedifica una struttura termica tipica del tempo stabile tardo-autunnale con inversione termica notturna in pianura e nelle valli montane. Il giorno 19 alla sera il tempo peggiora velocemente ma debolmente per il rapido transito di una saccatura atlantica in arrivo da nord-ovest. I suoi effetti sono assai modesti, ma le precipitazioni interessano quasi tutta la regione, un po’ più significative sulla pedemontana. La neve si abbassa fino sui 1200/1400 m, localmente non scende sotto il 1500 m sui Lessini, apporti irrisori sotto i 1600/1700 m e localmente fino a 10/15 cm attorno ai 2000 m. Già nella mattinata del 20 il tempo migliora sui monti e poco dopo sulla pianura. Il calo termico è piuttosto repentino in alta quota e si fa sentire anche in pianura alla sera del 20. Dal 21 Novembre fino alla fine del mese un’alta pressione di matrice euro-mediterranea domina sul nord Italia con condizioni di tempo molto stabile, anche mite in montagna fino al 28 di novembre. In pianura ci sono giornate ben soleggiate, ma anche giornate con cielo nuvoloso per nubi basse ed alcune nebbiose, specie a fine mese. Si tratta di condizioni favorevoli all’inversione termica con scarti che raggiungono i 10/12°C in meno nella Valbelluna rispetto alle creste vicine che culminano a 1600/1800 m. il sole splende in un atmosfera fredda all’alba, gela fino in pianura. Negli ultimi due giorni del mese un’avvezione d’aria fredda legata alla discesa di una saccatura sui Balcani determina un calo termico, più avvertito in quota ed in montagna, fino a -7/-9°C nei fondovalle Dolomiti e -9/-12°C sugli altopiani prealpini, gela anche su molte zone della pianura. Si tratta di un mese particolarmente asciutto ovunque e la figura (Fig. 3b1 e 3b2) mostra attraverso due foto quanta poca neve c’è tra l’inizio e la fine di novembre sulle montagne venete per le poche precipitazioni cadute nel mese di ottobre, quasi del tutto assenti e la neve che si vede sulle cime più alte è quella rimanente caduta prima del 20 ottobre 2020.

Fig. 3

Fig. 3a

Fig. 3b1

Fig. 3b2
Temperature del 1 novembre alle ore 00 UTC nella libera atmosfera a 850 hPa sull’Europa – Modello GFS - Fig. 3a Foto del 1 Novembre 2020 ad Arabba
in direzione del Piz Boé  - Fig. 3b1
Foto delle cime del Focobon sopra Falcade a fine Novembre 2020 - Fig. 3b2


Conclusione:
In sintesi l’autunno 2020 risulta meno piovoso del solito e assai più mite, nonostante il freddo osservato durante la fine di settembre e il 20 ottobre. L’anomalia termica è più marcata in quota rispetto ai fondovalle e alla pianura. Un autunno senza identità marcata, ma durante il quale ci sono state anomalie termiche, temporalesche con la supercella grandinigena del 25 settembre in Valbelluna, i tre episodi fortemente perturbati in montagna con abbondanti precipitazioni e intense sciroccate sulla costa, l’anomalia termica assai marcata di fine ottobre e del primo novembre. Un autunno ben diverso dell’anno precedente, specie per quanto riguarda il mese di novembre, quando gli eventi alluvionali erano all’ordine del giorno con la ripetuta acqua alta a Venezia e la montagna veneta sommersa dalla neve come non mai. Anni che si susseguono e stagioni assai diverse tipiche della grande variabilità interannuale del clima alpino. L’autunno 2020 presenta 39 giorni, quasi il 43%, di giornate autunnali di bel tempo di stampo anticiclonico. Per le giornate discrete o variabili per situazioni dette di struttura mista, le giornate sono 34, cioè il 37% ed infine 9 giorni risultano perturbati, anche fortemente perturbati a tre riprese durante il mese di ottobre, un po’ meno del 10% dell’insieme delle giornate autunnali, molto meno di quanto accade normalmente in questo periodo dell’anno.

Ultimo aggiornamento

01-12-2022 09:57

Questa pagina ti è stata utile?