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Sinossi Primavera 2021

La primavera 2021 si affaccia con una fase di tempo stabile e relativamente mite fino a metà marzo, prima di ritrovare alcuni giorni termicamente invernali. La fine del mese risulta di nuovo particolarmente mite e le temperature mensili risultano complessivamente nella norma. L’altra peculiarità della primavera 2021 è il freddo di aprile e il fresco di maggio, sia nella sua intensità, con gelate forti in alcuni giorni anche su molti settori della pianura, che per la sua durata, tre settimane consecutive sotto le medie. Se aprile non risulta il più freddo da molti anni, lo deve al ritorno della mitezza nell’ultima settimana. In montagna, specie in alta quota, ritorna l’inverno termico. A maggio in Marmolada il termometro scende ben 12 giorni sotto i -10°C e il caldo relativo si affaccia soltanto negli ultimi giorni del mese. In marzo cadono non più di 2-5 mm di precipitazioni su molti settori, solo localmente fino a 15 mm. Per ritrovare un mese così arso occorre risalire al 2003. Dopo questo inizio, la siccità si placa grazie a qualche episodio instabile o perturbato di aprile. A maggio piove mediamente più della norma quasi ovunque ma non abbastanza da recuperare il deficit di marzo. L’eccesso di precipitazioni osservato alla fine dell’inverno viene quasi del tutto annullato da una primavera più secca del solito.

Il mese di Marzo 2021, inizia con una giornata soleggiata e stabile grazie alla presenza di un’alta pressione di matrice atlantica, instauratasi dopo il passaggio di un fronte freddo passato nella mattinata del 27 febbraio. Il giorno 2 la stessa situazione si ripete con avvezione di aria un po’ più mite e lo zero termico risale sui 2300 m. Pertanto fa più freddo nei fondovalle di quanto non accada sui 1500/2000 m. Il 3 e il 4 Marzo, il promontorio regge, ma mostra i primi segni di cedimento, specie in alta quota, con transito di nubi alte e medio-alte che velano o coprono in parte il cielo, ma il tempo rimane stabile. Nelle giornate tra il 5 e l’8 il tempo risulta buono, ben soleggiato e stabile. Forte escursione termica tra la notte ed il giorno con contesto fresco, addirittura freddo in alta montagna (-15/-16°C in Marmolada) tra la notte ed il primo mattino, mentre una certa mitezza s’instaura nelle ore più calde grazie al buon soleggiamento. Il giorno 9 aria decisamente più fresca in arrivo da nord determina un po’ d’instabilità con il passaggio di un’asse di saccatura, responsabile di rovesci sparsi, dapprima sui monti e in serata anche sulla pedemontana. La neve riscende fino sui 1000/1200 m. Il giorno 10, il carattere instabile determina qualche locale rovescio fino sui 5/10 mm. Nelle giornata tra l’11 e il 13 il tempo è buono ed in prevalenza soleggiato con qualche cumulo di bel tempo nelle ore più calde o transito di banchi di nubi alte per qualche cedimento del promontorio, come il giorno 12 per il passaggio di veloce, ma non profonda saccatura. Il giorno 14 un fronte freddo in arrivo dalla Francia interessa il Veneto determinando un peggioramento del tempo, dapprima sui monti con la neve che scende fino sui 700/1000 m, in trasferimento sulla pianura, dove il repentino calo termico in quota determina una maggiore instabilità, specie dopo le schiarite del mattino, di conseguenza si verificano temporali brevi per convezione d’aria fredda in quota. Da metà pomeriggio in poi i fenomeni si trasferiscono verso est e verso sud, lasciando la nostra regione. Lunedì 15 la pressione aumenta e il tempo torna ad essere soleggiato, nonostante la presenza di nubi medio-alte di sottovento e qualche addensamento sulle Dolomiti centro-settentrionali, assieme a qualche burrasca di neve in quota (solita situazione di superamento dello spartiacque delle Alpi con il muro del Foehn che s’insinua sul versante italiano fino a interessare la parte centro-settentrionale delle Dolomiti). Nelle giornate del 16 e del 17 il tempo rimane invariato, fa sempre più freddo in quota per una discesa d’aria polare, mentre il favonio mitiga leggermente le temperature nei fondovalle, anche se si verificano rovesci qua e là, specie il 16, quando alcuni sono addirittura temporaleschi in pianura. Tra il 18 e il 19 l'avvezione d’aria fredda in quota e la maggiore ciclonicità determinano tempo in parte instabile, in maniera più evidente tra le Prealpi e la pedemontana, anche fino sui settori di Verona, Vicenza e Treviso con rovesci brevi. Sono le ultime piogge del mese che rimarrà tra i più arsi degli ultimi 50 anni, pressoché identico al 2003. La figura (Fig. 1a) consente di vedere quanto poco sia piovuto su gran parte della regione in tutto questo mese di Marzo, tante zone con meno di 5 mm poche oltre 10/15 mm e massimi puntuali appena superiori a 20 mm sulle Prealpi occidentali (massimo di 26.6 mm a Agno a Recoaro Terme). Il marcato freddo in quota (-22/-23°C in Marmolada, fino a 12/13°C sotto zero a 2000 m) riporta la neve fino a quote collinari e si avvistano fiocchi anche su alcuni settori della pianura, ma senza che riescano ad attecchire. Il giorno 21 il tempo torna a migliorare per l’aumento della pressione, anche se persiste la discesa di aria fredda associata alla saccatura balcanica. Nei giorni successivi fino al 25 il tempo si ristabilisce grazie al consolidarsi di un promontorio che scivola dalla Spagna e la Francia verso il Mediterraneo occidentale, garantendo giornate assai più stabili, sempre più soleggiate, ancora fresco o freddo di notte, ma sempre più mite di giorno con il freddo che si ritrova confinato alle cime alpine più alte della nostra regione. Dal 26 l’avvicinarsi di una saccatura atlantica determina il richiamo d’aria dai quadranti meridionali. La suddetta saccatura tende ad isolarsi sulla Penisola iberica senza mai interessare l’Italia. Pertanto il tempo rimane bello e stabile sulla nostra regione, dove le temperature salgono in maniera anomala (Fig. 1b). Si registrano picchi di temperature 26/27°C il giorno 31 in pianura (27.5°C a Conegliano), di 23/25°C nelle conche prealpine e in alcuni casi si sfiorano i 20°C a 1000 m. Lo zero termico sale fino oltre la quota della Marmolada, dove la massima tocca 1°C.

Fig. 1a e 1b

Fig. 1a

Fig. 1b

Sommatorie delle piogge nel mese di Marzo 2021,
uno dei più secchi degli ultimi 50 anni - Fig. 1a

Temperature massime sul Veneto il 31 marzo 2021

Fig. 1b

Il mese di Aprile 2021 inizia con splendide giornate ovunque, anche sui monti, il caldo persiste grazie all’alta pressione di matrice atlantica subtropicale. Il giorno 3 il tempo cambia leggermente per infiltrazioni d’aria un po’ più fresca in quota. Tale situazione determina un po’ di annuvolamenti per convezione, più marcata sulla pedemontana trevigiana, dove vengono osservati isolati piovaschi. Nei giorni seguenti e soprattutto il giorno 6 un secondo impulso freddo legato al transito di un fronte freddo da nord provoca qualche fenomeno sulle Dolomiti settentrionali, con un po’ di neve burrascosa in quota e qualche fiocco nelle valli delle Dolomiti settentrionali, mentre la fascia meridionali delle Dolomiti e delle Prealpi subiscono una situazione di favonio, assieme alla pedemontana. Verso la parte meridionale della regione il sistema frontale si reattiva ed è associato a qualche pioggia. Le temperature scendono sensibilmente e le gelate tornano a essere diffuse in montagna, localmente intense grazie alla neve rimanente e al forte irraggiamento notturno, specie il giorno 7, quando le stesse gelate sono diffuse, anche in pianura (Fig. 2a). Nei giorni 7, 8 e 9 un promontorio di matrice mediterranea consente al tempo di essere stabile e perlopiù soleggiato con notti assai fredde e giornate fresche, a eccezione del 9 per sopraggiungere di aria più mite da sud-ovest al pomeriggio, quando il cielo si annuvola parzialmente sia per nubi alte che per il formarsi di cumuli, più presenti sui monti. Questo inizio di richiamo sud-occidentale è legato all’approfondirsi di una saccatura sulla Francia. Il giorno 10 molte nubi e qualche debole fenomeno alla sera sulla parte più occidentale del Veneto. Nella notte seguente  il tempo peggiora su gran parte della regione con precipitazioni diffuse di debole intensità, a tratti moderate sulla fascia prealpina e sulla pedemontana. Nevica fino sui 1200/1400 m, prima che il limite salga oltre i 1500/1700 m. Dopo un intervallo di variabilità tra la sera e la notte dell'11, il maltempo riprende con richiamo sciroccale, prima del transito di un fronte freddo nella serata del 12. Fronte che determina una breve fase fortemente perturbata con forti rovesci, anche temporaleschi in pianura, e netto calo termico. La neve si abbassa nettamente in montagna passando da 1900/2000 m a 1000 m, localmente fino a 800 m in alcune valli dolomitiche. L’irruzione di aria fredda provoca un repentino rinforzo dei venti, quasi tempestosi sulle dorsali prealpine alla sera del 12. Nelle prime ore del 13 esaurimento del maltempo, ma senza successivo miglioramento per la persistenza della circolazione ciclonica e l’avvezione di aria fredda e ancora umida. I cumuli complessivi di tale episodio sono significativi su molti settori, anche abbondanti sulle Prealpi e la pedemontana. La carta (Fig. 2a) mostra i quantitativi di pioggia osservati in 72 ore sulla nostra regione. Il tempo in parte instabile perdura fino al 15 Aprile con rovesci, nevosi fino nel catino bellunese alla sera del 15. La neve non attecchisce alle quote più basse, anche se il giorno 13 un po’ di bianco si vede ad Arsié e il 15 mattina ad Agordo (400/600 m). Nel Tardo pomeriggio dello stesso giorno un forte grandinata interessa il settore tra Bassano del Grappa e Treviso. Nei giorni successivi l’allentarsi della circolazione depressionaria consente al sole di essere un po’ più presente, ma continua a fare anormalmente freddo di notte con gelate fino a bassa quota, freddo che persiste anche di giorno in alta quota (-12/-14°C di massime in Marmolada), mentre in pianura e nei fondovalle prealpini il sole mitiga leggermente il contesto termico diurno. Il giorno 18, l’instabilità torna a interessare leggermente le Prealpi e in parte anche la pianura, con qualche breve rovescio. Il 19 la persistenza della circolazione ciclonica provoca ancora rovesci e piovaschi, specie tra Prealpi e pedemontana, già al mattino, ma soprattutto al pomeriggio. La neve cade ancora tra i 1100 e 1500 m. Le giornate del 20, 21 e 22 sono identiche per la presenza di correnti settentrionali di aria ancora fredda in quota e per lieve curvatura ciclonica, con sole al mattino e convezione diurna in grado d’innescare una moderata attività cumuliforme con piovaschi e rovesci, più frequenti sulle Prealpi e la pedemontana, dove si verificano brevi temporali, i quali si trasferiscono ad alcuni settori della pianura settentrionale fino alla costa il giorno 19. La provincia di Rovigo è la meno interessata da tutte. I giorni 21 e 22 Aprile sono sempre all’insegna dell’instabilità a causa della residua curvatura ciclonica e della presenza di aria ancora assai fredda in quota. Le mattinate soleggiato favoriscono la convezione e dalle ore centrali s’innescano i primi piovaschi e rovesci, localmente temporaleschi tra Prealpi e pedemontana, specie il 21, quando temporali grandinigeni interessano i settori di Conegliano e di Recoaro (terza volta in pochi giorni che alcuni settori del Veneto sono interessati dalla grandine per convezione d’aria fredda in quota). Il giorno 22 la situazione migliora, nonostante qualche annuvolamento, ma il tempo tende a essere più stabile. Nei giorni successivi un promontorio di matrice mediterranea consente di ritornare a una fase primaverile con belle giornate, addirittura splendide nelle giornate del 24 e 25 con aria tersa e sensibile rialzo termico, si torna sui 23/24°C in pianura, fino a 20/21°C nei fondovalle prealpini e 17/18°C a 1000/1200 m. Tale situazione non perdura per il transito di un asse di pseudo saccatura (ondulazione presente in quota) che provoca qualche fenomeno sulla pianura meridionale e sui monti il giorno 26. Nei giorni successivi il flusso meridionale legato all’approfondirsi di una saccatura atlantica tra la Francia e la penisola iberica richiama aria umida e via via più mite sulla nostra regione, dove il tempo tende a divenire leggermente instabile, specie il 29 a causa di una maggiore ciclonicità del flusso sud-occidentale. In quel giorno vi sono rovesci sparsi un po’ ovunque, addirittura qualche breve temporale sui Lessini e sulla provincia di Rovigo. L’ultimo giorno del mese presenta una nuvolosità variabile, assieme a tratti di sole, prima di una ripresa dell’instabilità al pomeriggio, mentre la saccatura atlantica si sta approfondendo ulteriormente e inizia ad avvicinarsi al nord Italia..

Fig. 2a e 2b

Fig. 2a

Fig. 2b

Temperature minime osservate il giorno 7 Aprile 2021

Fig. 2a

Le precipitazioni regionali tra l’11 e il 15 Aprile 2021

Fig. 2b

Il mese di Maggio 2021 inizia con condizioni di moderato maltempo con peggioramento nella prima giornata del mese per il sopraggiungere di una saccatura atlantica, la quale determina una fase perturbata piuttosto generalizzata, con precipitazioni abbondanti sui monti, specie sulle Prealpi, mentre sulla parte meridionale e occidentale della regione le piogge sono piuttosto modeste. Nella notte tra il primo e il 2 il maltempo imperversa ancora sui settori orientali con forti piogge e temporali tra Alpago e provincia di Treviso. Nei giorni successivi la situazione rimane variabile, a ratti leggermente instabile per l’instaurarsi di correnti zonali atlantiche nelle quali s’inseriscono piccole ondulazione (pseudo saccature d’alta quota) che scorrono sul Nord Italia con il loro corteo di nubi, di addensamenti e di qualche piovasco o rovescio fino in pianura. Il giorno 6 tutto si limita alle Dolomiti settentrionali a fine giornata con qualche fiocco fino sui 1600 m. Questo regime atlantico si chiude con l’ultima ondulazione un po’ più marcata il giorno 7, quando una doppia linea d’instabilità scorre da nord-ovest verso sud-est provocando due fasi instabili, la prima assai marcata con forti rovesci sui monti, nevosi sopra i 1800/1900 m, anche temporalesca tra Prealpi e pianura, dove si verificano forti raffiche di vento e soprattutto diverse grandinate tra la Trevigiana e il litorale veneziano andando verso il Friuli; la seconda linea è di minore intensità e porta solo qualche breve rovescio tra il tardo pomeriggio e la prima serata. Tra l’8 e il 10 un promontorio mediterraneo favorisce una fase di tempo stabile, ben soleggiato, specie il giorno 9 e anche caldo, nonostante una partenza assai fresca nelle prime ore dell’8, addirittura con gelate notturne oltre i 1000 m in montagna. Il 9 e soprattutto il 10 si superano i 26/28°C in pianura, i 24/25°C nei fondovalle prealpini e i 20/21°C a 1000 m. Si tratta dei primi caldi dopo quasi un mese; occorre risalire ai giorni prima di Pasqua (31 Marzo e 1 Aprile per ritrovare temperature pressoché identiche). Il giorno 11 una saccatura atlantica, scesa sulla Francia e piuttosto profonda, giunge sulla nostra regione, preceduta da intense correnti meridionali. Il peggioramento è graduale e la fase più acuta si verifica in serata, quando le piogge sono diffuse, anche abbondanti sui rilievi, specie sulle Prealpi occidentali. La neve cade oltre i 2600 m e si abbassa attorno ai 2100/2200 m in tarda serata. Il giorno 12 il maltempo imperversa ancora durante la notte e al primo mattino con precipitazioni diffuse, prima di una temporanea pausa, seguita da una ripresa dell’instabilità tra il pomeriggio e la prima serata. L’intero episodio determina precipitazioni significative (Fig. 3a) su buona parte della regione, in particolare sulle Prealpi con massimi di 145 mm/48h a Valpore e 112 a Castana, ma piove quasi ovunque con apporti di 20/60 mm, eccetto il Rodigino e l’Alto Cadore/Comelico. Il giorno 12 il tempo si ristabilisce in parte, anche se la curvatura ciclonica favorisce una lieve instabilità nel pomeriggio e qualche temporale sul Trevigiano, specie sul confine con il Friuli  (un funnel è avvistato a San Biaggio di Callata) e dall’altra parte della regione un breve temporale in prima serata con lieve grandinata in Valpolicella. Il giorno 13 stessa situazioni e stessi elementi per innescare un po’ di instabilità nelle ore pomeridiane. Tra il 14 e il 15 il tempo risulta in parte instabile per il transito di assi di saccature d’alta quota che, in caso di tratti soleggiati e di qualche convergenza nella ventilazione al suolo, danno luogo a temporali localmente intensi e grandinigeni come avviene nel pomeriggio del 14 sulla pedemontana vicentina e trevigiana (59 mm a Castelfranco e 53 mm a Grantorto) con danni ingenti alle colture, specie ai vigneti. Nel contempo l’instabilità è minore in montagna grazie al flusso da nord-ovest e alla presenza di aria più fresca e meno umida. Il giorno 16 la giornata risulta un po’ più stabile e leggermente più calda per richiamo da sud, prima dell’arrivo di un fronte tra la sera e la notte, responsabile di nuove piogge e altri focolai temporaleschi tra pedemontana e pianura nelle prime ore del 17. In montagna la neve scende fino sui 1700/1900 m. L’instabilità riprende leggermente nel pomeriggio del 17, ma la fenomenologia è sparsa e non particolarmente rilevante. Il 18 offre un intervallo di tempo stupendo al mattino, ma il contesto sinottico favorisce l’ingresso di un’altra ondulazione atlantica, di conseguenza dal pomeriggio in poi l’instabilità nasce un'altra volta a partire dai monti e si trasferisce in pianura nel tardo pomeriggio/sera con rovesci e temporali, stessa situazione il giorno 19 con altri temporali, associati a locali dannose grandinate. La presenza di aria anormalmente fredda in quota e gli inneschi convettivi del mattino portano al verificarsi di temporali localmente intensi tra pedemontana e alta pianura (Maser, Follina con oltre 30 mm). I giorni 20 e 21 sono piuttosto belli, nonostante il formarsi di celle cumuliforme a ridosso delle Prealpi, ma la situazione in quota è più stabile e non accade quasi niente, qualche goccia qua e là e temporaleggia un po’ tra Alpago/Cansiglio e sull’alto trevigiano. Il giorno 22 il tempo è variabile/discreto sulla pianura, mentre un richiamo da sud-ovest per l’approfondirsi di una saccatura sulla Francia provoca qualche piogge di Stau al mattino, con neve fino sui 1600/1800 m e un po’ d’instabilità in montagna alla sera. Il 23 inizia con il sole, ma il flusso sud-occidentale d’aria umida, associato a un avvezione d’aria più calda, lenisce in parte l’eventuale maltempo per l’avvicinarsi della suddetta saccatura, ma non del tutto e un breve episodio pluvio-temporalesco si verifica sul bellunese e l’alto trevigiano, prima del ritorno del sole. Il 24 un sistema frontale associato a una profonda depressione in transito tra la Manica e il Mare del Nord provoca un episodio pluvio-temporalesco su tutta la regione. Le precipitazioni sono significative specie sulla pianura centrale con un massime di 62,8 mm a Padova, piove meno sui monti rispetto alla pianura; la neve cade sopra i 2200/2400, ma i fiocchi si vedono fino sui 1700/1900 m. Il giorno 25 il sole ricompare al mattino, anche se con molte nubi basse a inizio giornata; dalle ore centrali in poi forte attività cumuliforme con rovesci e temporali al pomeriggio sui monti e sulla pianura confinante con il Friuli. La carta regionale (Fig. 3b) mostra il secondo episodio più piovoso del mese. Il 26 Maggio una micro dorsale e l’ingresso di correnti nord-occidentali di aria molto più secca favoriscono una bella giornata con contesto termico assai fresco (gelate e brinate fino sui 1000 m), mentre il sole favorisce un buon rialzo termico rispetto ai giorni precedenti. Il 27 una nuova discontinuità in quota determina il passaggio di una linea d’instabilità al pomeriggio con rovesci e temporali, localmente grandinigeni, che passano dalle Dolomiti alla pianura orientale e alla costa veneziana. In alcuni casi la neve scende fino sui 1800/200 m, nonostante che lo zero termico fosse oltre i 2500/2600 m. Il 28 una dorsale di matrice mediterranea consente di osservare una giornata bella, stabile e un po’ più calda. Nella giornata del 29 una piccola depressione in quota in discesa verso i Balcani innesca una lievissima instabilità con qualche piovasco qua e là, tra pedemontana e parte nord della pianura. Il 30 e il 31 un promontorio di matrice mediterranea garantisce maggiore stabilità con molto sole sulle Dolomiti e sulla pianura, in parte anche sulle Prealpi, ma con presenza di nubi basse e di stracumuli al primo mattino e di una irregolare attività cumuliforme al pomeriggio. L’alimentazione rimane atlantica senza eccesso di caldo, ma le numerose ore di sole consentono un certo rialzo termico con punte di 18/20°C a 1000/1200 m, di 21/22°C nei fondovalle prealpini e fino a 24/25°C in pianura. Sulla Marmolada il termometro ha segnato per la seconda volta di tutta la primavera una temperatura positiva: 0.6°C (la più alta era il 28 Maggio con 1.9°C). Un fine primavera che finalmente offre valori termici di stagione in pianura, ma non in alta quota, dove i valori rimangono comunque sotto la media del periodo..

Fig. 3a e 3b

Fig. 3a

Fig. 3b

Carta delle precipitazioni sul Veneto nei giorni 11 e 12 Maggio 2021
Fig. 3a

Il secondo maggiore episodio piovoso di Maggio sul Veneto tra il 23 e 25 Maggio 2021
Fig. 3b

Conclusione

In sintesi la primavera 2021 risulta essere assai più fresca rispetto alla media stagionale, specie nel mese di aprile, il terzo più freddo degli ultimi 60 anni, e anche in maggio il contesto rimane piuttosto fresco, senza dimenticare il gran freddo tra il 18 e il 21 marzo. Il Grafico (Fig. 4) mostra quanto il mese di aprile sia stato particolarmente freddo tra il 4 e il 26; sarebbe stato il più freddo dall’inizio delle misure a Belluno, se non ci fosse stato il rialzo termico degli ultimi giorni. Il grafico mostra una netta prevalenza di giornate con scarto negativo rispetto alle quote medie primaverili dello zero termico (area in colore blu sotto la linea della media 1974-2020. Al contrario delle due ultime primavere, il contesto fresco di questa stagione ha consentito una buona conservazione del manto nevoso oltre i 2000 m sui versanti in ombra, al 31 maggio ci sono ancora 20/80 cm di neve a 2000 m, fino a 100/130 cm a 2200 m e fino a 250 cm a 2500/2600 m. Questo non accadeva dalla primavera 2014. Per quanto riguarda la piovosità, la primavera 2021 risulta essere una delle meno piovose di questi ultimi anni. Oltre alla scarsità di precipitazioni in marzo, anche aprile è  deficitario, nonostante alcuni episodi di maltempo significativi, ma pochi rispetto a quel che accade solitamente. L’unico mese nella norma risulta essere maggio. Se analizziamo il quadro sinottico, i giorni anticiclonici di bel tempo sono meno numerosi rispetto al solito con un numero di 33 (un terzo delle giornate primaverili), le giornate variabili invece sono più frequenti, 50 nella stagione, e per i giorni di maltempo siamo sotto le media con soli 9 giorni (0 in marzo, 3 in aprile e 6 a maggio), pochi rispetto ad un primavera normalmente più fresca e soprattutto più piovosa.

Fig. 4

Fig_4.jpg

Grafico dell’andamento della quota dello zero termico nella libera atmosfera a Udine Codroipo nella primavera 2021 -  Trimestre Marzo-Maggio -  Fig. 4

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

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