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L’allergia al latice naturale

L’esperto informa che...


Cos’è il latice naturale?

La quasi totalità della gomma naturale viene prodotta dal latice (o lattice), che si ottiene da una pianta tropicale, l'albero della gomma (Hevea brasiliensis). Durante la manifattura vengono aggiunti al latice svariati additivi chimici, a seconda delle specifiche caratteristiche del prodotto finito. Nonostante l’impiego di manufatti in latice naturale sia diffuso da tempo, solo negli ultimi 25 anni si sono moltiplicate le segnalazioni di manifestazioni allergiche legate alla sensibilizzazione ad antigeni proteici contenuti in questo materiale.

Quali sono i prodotti che contengono latice naturale?

Il latice è presente in un gran numero di prodotti usati in ambito sanitario, in primo luogo i guanti per uso chirurgico, ma trova impiego anche in numerosi articoli presenti negli ambienti di vita e di lavoro. In tabella 1 è riportato un elenco parziale ma indicativo dei principali manufatti contenenti latice naturale. Come si vede, il latice è presente in molti oggetti di uso comune (succhiotti per l’infanzia, palloncini, borse per l’acqua calda, gomme per cancellare, elastici della biancheria, ecc.). I mezzi anticoncezionali meccanici, sia maschili che femminili, sono generalmente di latice e possono causare sensibilizzazione e allergia.

Tabella 1. Manufatti contenenti latice naturale

Oggetti per uso medico e odontoiatrico guanti chirurgici, cateteri vescicali, palloni tipo Ambu, maschere anestesiologiche, cannule per uso intravenoso, lacci per endovenose (tourniquets) colla dei cerotti, barriere interdentali, elastici per apparecchi dentali, apparecchi ortodontici in gomma, ecc.
Mezzi anticoncezionali condom, diaframmi
Oggetti per l'infanzia succhiotti, palloncini, bambole, altri giocattoli
Equipaggiamenti sportivi pinne, maschere subaquee, accessori per la vela, palle e palloni sportivi
Indumenti bande elastiche, scarpe di gomma, elastici della biancheria
Arredi e manufatti di uso domestico guanti per uso domestico, tende per la doccia, borse dell'acqua calda, materassi in latice, rinforzi per tappeti, isolanti per porte e finestre, adesivi
Varie gomme per cancellare, francobolli, elastici, mescola per pneumatici

Perché il latice può dare allergia?

Proprio perché naturale, il latice contiene una piccola quantità di proteine che sono in grado di causare allergia. Nei pazienti allergici sono stati dimostrati anticorpi della classe IgE, caratteristici dell’allergia, rivolti verso componenti proteiche del latice.

Quali sono i sintomi dell’allergia a latice?

La sensibilizzazione alle proteine del latice è responsabile di manifestazioni cutanee, soprattutto prurito e orticaria, localizzate alla sede di contatto o estese a tutto il corpo (orticaria generalizzata, gonfiore alle mani o ad altre zone di contatto). Il latice può però causare anche sintomi respiratori, come raffreddore e congiuntivite, spesso associati a spasmo bronchiale fino a vera e propria asma bronchiale. Sono relativamente rare manifestazioni più gravi come l’edema della glottide o lo shock anafilattico. I sintomi compaiono in seguito a contatto cutaneo ma anche per esposizione per via inalatoria. La polvere lubrificante dei guanti infatti, il cosiddetto “talco”, costituito in realtà da amido di mais, è in grado di veicolare in aria antigeni del latice in concentrazioni sufficienti a causare sintomi. Non è quindi necessario che il paziente indossi o manipoli i manufatti in latice, ma è sufficiente che l’antigene venga disperso nell’aria e inalato.

Reazioni a latice in ambiente sanitario
Un altro grave problema legato a questa particolare allergia è rappresentato dalle reazioni che si possono verificare in soggetti sensibilizzati quando debbano sottoporsi ad interventi chirurgici o odontoiatrici, oppure nel corso di visite ginecologiche o indagini diagnostiche invasive, durante le quali vengano a contatto con guanti od oggetti in latice. Dove l’impiego di latice non è stato ridotto, si stima che l’allergia a latice sia responsabile del 10-20% delle reazioni anafilattiche in corso di anestesia.

Reazioni crociate con alimenti
Nel latice sono presenti proteine simili a quelle presenti in alcuni alimenti vegetali. Può quindi verificarsi la cosiddetta reattività crociata o cross-reattività, vale a dire una reazione allergica conseguente all’ingestione di determinati cibi. Gli alimenti più spesso coinvolti sono riportati in tabella 2. Le reazioni più frequenti si hanno con la banana, l’avocado, la castagna e il kiwi, più raramente con la patata, il pomodoro, il fico, il melone, la pesca e la mela. L’allergia alimentare si manifesta nella maggior parte dei casi con sintomi non gravi come la cosiddetta Sindrome Orale Allergica (SOA), in cui il paziente accusa prurito e gonfiore delle labbra, della lingua e del palato proprio nel momento del contatto con l’alimento. In rari casi tuttavia si possono avere manifestazioni più gravi a carico dell’apparato respiratorio o cardiovascolare, fino allo shock anafilattico. E’ bene quindi che chi sa di essere allergico al latice eviti di assumere gli alimenti per cui ha già manifestato reazioni e sia prudente con quelli noti per poter dare problemi.

Tabella 2. Cross reattività fra latice e alimenti vegetali

Grado di associazione della sensibilità latice-alimenti

Alto

 

Moderato

 

Basso o indeterminato

 

banana, castagna, avocado, kiwi

mela, carota, papaia, aglio, melone, pomodoro, patata

pera, pesca, prugna, ciliegia, fico, uva, albicocca

ananasso, fragola, nocepesca, noce, nocciola, arachidi,soia, mango

Storia naturale della “malattia da latice”
La “malattia da latice” in genere inizia con sintomi localizzati per lo più alle mani (per contatto con guanti) con edema, eritema accompagnato da pomfi e intenso prurito. I sintomi di orticaria tendono per lo più ad estendersi (orticaria generalizzata). In circa un terzo dei pazienti compaiono disturbi respiratori, mentre i sintomi più gravi (edema della glottide, caduta della pressione arteriosa, shock) si presentano soprattutto in corso di interventi chirurgici o di manovre diagnostiche invasive.

L’allergia a latice è frequente?

La sensibilizzazione ad estratti di latice è stata dimostrata nella popolazione generale in percentuali variabili tra lo 0.5 e il 3-4%. Nel personale sanitario la sensibilizzazione è stata rilevata in percentuali variabili dal 2 all’11% a seconda delle mansioni e del contatto con manufatti in latice: è ad esempio più frequente nei reparti chirurgici.

Chi è a rischio di sviluppare allergia a latice?

In tabella 3 sono riportate le principali categorie considerate a rischio. La più esposta è appunto quella dei lavoratori della sanità. Un gruppo particolare è rappresentato dai bambini affetti da spina bifida o da anomalie urogenitali e in genere dai bambini sottoposti a numerosi interventi chirurgici. Dal momento che il latice è un allergene presente diffusamente sia in ambiente lavorativo che extra-lavorativo, vanno considerate a rischio anche altre categorie di lavoratori, nelle quali l’esposizione e la natura del rischio sono poco conosciute, e in cui non è agevole impostare un organico progetto preventivo e di informazione. E’ quindi necessario regolamentare e scoraggiare l’uso del latice laddove possa essere sostituito con altri materiali.

Tabella 3. Categorie a rischio di sviluppare allergia a latice naturale

Categorie tradizionali Categorie emergenti
  • Lavoratori della sanità
  • Bambini affetti da spina bifida o da malformazioni urogenitali
  • Bambini sottoposti a numerosi interventi chirurgici
  • Lavoratori dell'industria della gomma
  • Chiunque abbia manifestato reazioni a manufatti in latice
  • Operatori nell'ambito dell'odontoiatria
  • Addetti alla ristorazione
  • Addetti nell'industria alimentare
  • Addetti alle pulizie, anche in ambito domestico
  • Addetti nell'industria farmaceutica
  • Meccanici e carrozzieri
  • Lavoratori che impiegano regolarmente guanti di latice

Come si può fare la diagnosi di allergia al latice?

La diagnosi si basa in primo luogo sulla storia clinica, che mette in evidenza la correlazione tra i tipici disturbi allergici come il prurito, l’orticaria, il gonfiore o i sintomi respiratori e l’esposizione durante il lavoro o per contatto nella vita di tutti i giorni con oggetti che contengano latice. E’ bene ricordare ancora che l’allergia al latice può essere responsabile di reazioni in corso di accertamenti diagnostici o interventi chirurgici e che i disturbi possono essere interpretati erroneamente come allergia o intolleranza a farmaci (ad esempio anestetici locali dal dentista). La dimostrazione della sensibilizzazione a latice può essere effettuata tramite i test cutanei o la ricerca di IgE specifiche (il cosiddetto RAST) nel siero.

L’allergia a latice si può prevenire?

La soluzione radicale del problema consiste nell’uso di guanti e manufatti prodotti in polimeri di sintesi e quindi privi delle componenti proteiche sensibilizzanti presenti nel latice naturale. Solo guanti totalmente latex free garantiscono infatti la sicurezza del soggetto già sensibilizzato e prevengono la comparsa di nuove sensibilizzazioni. Sono presenti in commercio valide alternative: guanti in PVC, in neoprene, in polietilene. Bisogna poi considerare che l’impiego di guanti in latice è pienamente giustificato solo in alcune mansioni che richiedono particolare sensibilità. Nelle altre situazioni, quali le normali pulizie degli ambienti o dei pazienti, la distribuzione dei pasti, il rifacimento dei letti, i lavori domestici e così via, vanno impiegati guanti non in latice. Un attento esame delle singole mansioni può consentire l’eliminazione totale dei guanti di latice in numerosi ambienti lavorativi. Per moltissime attività (alimentaristi, meccanici, addetti alle pulizie) non vi è alcuna necessità di usare guanti di latice. E’ importante sottolineare infine che, qualora un soggetto allergico al latice debba sottoporsi ad interventi chirurgici o odontoiatrici oppure ad indagini diagnostiche che comportino l'impiego di guanti o manufatti in latice, è necessario che i sanitari siano avvertiti della possibilità di gravi reazioni sistemiche e che venga allestita una situazione operatoria o diagnostica completamente libera da latice (latex free o latex safe).

Prof. Guido Marcer
Università degli Studi di Padova
Dipartimento di Medicina Ambientale
e Sanità Pubblica

Servizio fornito da:
ARPAV Settore per la Prevenzione e la Comunicazione Ambientale
Servizio Valutazioni Ambientali e degli Impatti sulla Salute

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Ultimo aggiornamento

08-06-2023 15:39

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