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Acque marine: un’infografica sulle microplastiche

Esistono due categorie di microplastiche: la prima prodotta dall’uso umano diretto di questi materiali, la seconda derivante dalla disgregazione di rifiuti plastici di dimensioni più grandi. Entrambe le tipologie persistono nell'ambiente in grandi quantità, soprattutto negli ecosistemi marini ed acquatici.

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Acque marine: un’infografica sulle microplastiche

Esistono due categorie di microplastiche: la prima prodotta dall’uso umano diretto di questi materiali, la seconda derivante dalla disgregazione di rifiuti plastici di dimensioni più grandi. Entrambe le tipologie persistono nell'ambiente in grandi quantità, soprattutto negli ecosistemi marini ed acquatici.

Attraverso la Marine Strategy il Parlamento europeo ha imposto agli stati membri di raggiungere entro il 2020 il buono stato ambientale per le proprie acque marine attraverso azioni di protezione, salvaguardia e, ove possibile, ripristino dell’ambiente marino, con il fine ultimo di mantenere la biodiversità e preservare la vitalità di mari e oceani. Le agenzie ambientali costiere sono impegnate nel monitoraggio della distribuzione e composizione delle microplastiche e nel censimento dei rifiuti spiaggiati (marine litter).

Con il termine marine litter si intendono i rifiuti solidi marini prodotti da attività umane che si accumulano sui litorali. Sono rifiuti che si possono trovare comunemente sulla terraferma, derivanti dal non corretto smaltimento dei rifiuti domestici, dal mancato trattamento delle acque reflue o dalla presenza di attività turistiche e ricreative. A questi si aggiungono quelli derivanti dall’attività marittima, come la pesca, la mitilicoltura, l’acquacoltura, il trasporto, l’attività da diporto.

I monitoraggi effettuati da Arpa Veneto hanno evidenziato come la parte preponderante di microplastiche sia costituita da frammenti bianchi e/o trasparenti di microplastiche flottanti in superficie, derivanti da disgregazione e deterioramento di macroplastiche come sacchetti, bottiglie e altri prodotti. A seguire i filamenti, che derivano dal lavaggio dei tessuti in lavatrice che porta alla perdita di fibre sintetiche piccolissime non trattenute dai filtri, e le sfere, provenienti dai cosmetici, ad esempio dentifrici o creme con microgranuli.

Dai censimenti dei rifiuti spiaggiati effettuati sulle spiagge venete emerge che la percentuale maggiore dei rifiuti censiti è sempre rappresentata dalle plastiche, in particolare bottiglie, bastoncini di cotton-fioc, cannucce, bicchieri e contenitori per alimenti, oltre a un notevole numero di frammenti di plastica di varie dimensioni e origini.

Visto quanto emerso fino ad oggi sia nei censimenti dei rifiuti spiaggiati, sia dalle analisi sulle microplastiche flottanti in mare, è importante che accanto ai controlli, che annualmente proseguono, vengano inoltre effettuate attività di informazione e sensibilizzazione continua verso il cittadino e verso tutti i fruitori del mare.

L'infografica

Microplastiche

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 09:57

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