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Biologia ambientale delle acque marine e di transizione del Veneto

La tutela degli ambienti naturali, tra cui quelli idrici marini e di transizione, avviene anche attraverso indagini di biologia ambientale che studiano la qualità degli ecosistemi mediante l’analisi nel tempo di alcuni organismi che ne fanno parte.

Parliamo di queste indagini sulle acque marine e di transizione con Giuliana Sanavio, Dirigente PAS Acque di transizione del Servizio Stato dell’Ambiente del Dipartimento Provinciale ARPAV di Rovigo.

campione biologia marinaQual è l’attività di ARPAV in questo campo?

Giuliana Sanavio: ARPAV, attraverso due distinte reti regionali di punti di campionamento, controlla sia le acque marine, lungo tutta la costa veneta, sia le acque di transizione delle lagune di Venezia, di Caorle e del delta del Po. La struttura ARPAV di riferimento regionale per i monitoraggi sul tema, nonché per la raccolta ed elaborazione dei dati ed il relativo invio alla Regione ed al Ministero dell’Ambiente, è il Servizio Osservatorio Acque Marino Costiere e Lagunari.
L’Ufficio Attività Tecniche e Specialistiche del Servizio Stato dell’Ambiente del Dipartimento Provinciale ARPAV di Rovigo ha sviluppato negli anni competenze specialistiche nello studio degli organismi vegetali ed animali che popolano gli ambienti idrici marini e quelli di transizione. Questi organismi sono indicati dalla Direttiva Europea 2000/60 come Elementi di Qualità Biologica o EQB.

Quali sono e quale ruolo hanno gli elementi di qualità biologica negli ambienti marini e in quelli di transizione?

Giuliana Sanavio: Gli elementi di qualità biologica (EQB) previsti dal Decreto 260/2010 per i corpi idrici di transizione sono: fitoplancton, macroalghe e fanerogame, macroinvertebrati bentonici e fauna ittica.Il monitoraggio è da effettuarsi per gli EQB più sensibili alle pressioni insistenti sui corpi idrici.
Per le acque marine si studiano invece il fitoplancton, i macroinvertebrati bentonici. Il numero e la tipologia di questi organismi nelle acque e nei sedimenti marini e di transizione sono indicatori della buona qualità ambientale così come di eventi possibili di inquinamento che dovessero verificarsi.

Quindi questi elementi ricoprono la funzione di “sentinelle” della qualità di questi ambienti?

Giuliana Sanavio: Esattamente. Un indicatore con una risposta a livello biochimico, fisiologico o ecologico permette di caratterizzare in modo pratico e sicuro lo stato di un ecosistema e di evidenziarne le probabili alterazioni. I dati raccolti offrono anche, una volta elaborati, altre importanti informazioni di tipo ambientale.

melita palmata biologia marinaCos’è una biocenosi e perché è importante in questi studi?

Giuliana Sanavio: Partiamo dal concetto di biodiversità. La biodiversità è l’insieme di tutte le forme viventi geneticamente diverse presenti in un ambiente e degli ecosistemi ad esse correlati. La biocenosi è un raggruppamento di esseri viventi stabilmente insediati in un ambiente particolare nel quale vivono e si riproducono; tale raggruppamento corrisponde, per composizione e numero delle specie e degli individui, a certe condizioni medie dell’ambiente stesso. Un’alterazione delle caratteristiche delle biocenosi indica un disequilibrio all’interno dell’ecosistema di cui fanno parte.

In quale modo ARPAV valuta e studia gli organismi appartenenti a queste categorie?

Giuliana Sanavio: Dal punto di vista quantitativo la struttura che gestisco esamina circa 1350 campioni l’anno, di cui 630 campioni riguardanti il biomonitoraggio dei pollini e delle spore fungine per i territori di Rovigo e Venezia.
Relativamente ai biomonitoraggi degli organismi marini e degli ambienti idrici di transizione, nel 2014 sono stati analizzati circa 720 campioni. Si tratta in particolare di indagini che riguardano lo studio del fitoplancton (400 campioni/anno), delle macroalghe o fanerogame, dei macroinvertebrati bentonici.
Le procedure utilizzate sono standardizzate a livello nazionale e sono omogenee su tutto il territorio italiano. La tecnica utilizzata è la microscopia. Esistono particolari procedure con l’utilizzo di microscopi diversi a seconda della tipologia degli organismi da studiare. In molti casi sono necessarie anche elaborazioni matematiche per calcolare indici di abbondanza delle varie specie.

strumento_biologia marinaQuali sono le conoscenze necessarie per poter svolgere questo lavoro?

Giuliana Sanavio: I biologi che eseguono queste determinazioni hanno seguito numerosi corsi di formazione sul tema presso Università, CNR e Centri di riferimento nazionale come il Centro Ricerche Marine di Cesenatico acquisendo, nel tempo, notevole capacità nella identificazione tassonomica a livello di specie degli organismi vegetali ed animali sia marini che di transizione. Partecipano inoltre a prove di interconfronto a livello regionale e interregionale. Le conoscenze vanno continuamente aggiornate sia mediante corsi di formazione sia con la consultazione di chiavi sistematiche ed atlanti fotografici.

Per il futuro è previsto un ulteriore sviluppo di questo tipo di indagini?

Giuliana Sanavio: Dal 2015 queste attività saranno ulteriormente potenziate con la realizzazione in Italia di quanto previsto dalla Direttiva Europea 2008/56/CE del Parlamento Europeo, Direttiva Quadro sulla strategia comunitaria per l’ambiente marino, attuata dal Decreto Legislativo n. 190 /2010 che amplia notevolmente la valutazione dello stato ecologico sia come territorio marino che come specie viventi oggetto di studio.
Mediante questa norma vengono messe in atto le misure strategiche per raggiungere nel Bacino Mediterraneo un buono stato ambientale delle acque marine entro il 2020.

Approfondimenti:

http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/acqua/acque-di-transizione

A cura di

Ufficio Comunicazione ARPAV
Tel. 049-8239305-337
comunicazione@arpa.veneto.it

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Ultimo aggiornamento

16-09-2022 09:33

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