Indicatore | Obiettivo | DPSIR | Stato attuale indicatore | Trend della risorsa |
Consumo di suolo | Qual è la percentuale di superficie interessata da copertura artificiale? | P | ![]() |
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DESCRIZIONE
Il consumo di suolo è un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale primaria, dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale e si riferisce a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative. Si tratta di un processo legato prevalentemente alla costruzione di nuovi edifici, capannoni e insediamenti, all’espansione delle città o alla conversione di terreno entro un’area urbana, oltre che alla realizzazione di infrastrutture stradali o ferroviarie.
Il concetto di consumo di suolo viene definito come una variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato). La rappresentazione più tipica del consumo di suolo è, infatti, data dal crescente insieme di aree coperte da edifici, capannoni, strade asfaltate o sterrate, aree estrattive, discariche, cantieri, cortili, piazzali e altre aree pavimentate o in terra battuta, serre e altre coperture permanenti, aeroporti e porti, aree e campi sportivi impermeabili, ferrovie ed altre infrastrutture, pannelli fotovoltaici e tutte le altre aree impermeabilizzate, non necessariamente urbane. Tale definizione si estende, pertanto, anche in ambiti rurali e naturali ed esclude, invece, le aree aperte naturali e seminaturali in ambito urbano (ISPRA, 2013).
Il quadro conoscitivo sul consumo di suolo è disponibile grazie ai dati aggiornati annualmente da parte del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e in particolare della cartografia prodotta dalla rete dei referenti per il monitoraggio del territorio e del consumo di suolo del SNPA, formata da ISPRA e dalla Agenzie per la Protezione dell’Ambiente (referente per il Veneto è l’Unità Organizzativa Qualità del Suolo di ARPAV).
OBIETTIVO
Non è disponibile un valore soglia di riferimento per la valutazione dello stato attuale dell'indicatore; viene fornito un dato a livello comunale relativo alla percentuale di superficie interessata da copertura artificiale.
In attesa di una legge quadro nazionale a cui riferirsi si ricordano gli obiettivi a cui l’Europa e le Nazioni Unite ci richiamano in merito alla tutela del suolo, del patrimonio ambientale, del paesaggio e al riconoscimento del valore del capitale naturale chiedendo di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allinearlo alla crescita demografica e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030.
In sintesi, gli obiettivi da raggiungere sono:
- l’azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050 (Parlamento europeo e Consiglio, 2013, Nuova Strategia UE per il Suolo 2030 https://ec.europa.eu/environment/publications/eu-soil-strategy-2030_it);
- la protezione adeguata del suolo anche con l’adozione di obiettivi relativi al suolo in quanto risorsa essenziale del capitale naturale entro il 2020 (Parlamento europeo e Consiglio, 2013);
- l’allineamento del consumo alla crescita demografica reale entro il 2030 (obiettivi di sviluppo sostenibile definiti all’interno dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite - UN, 2015);
- il bilancio non negativo del degrado del territorio entro il 2030 (UN, 2015).
La Regione Veneto con la legge regionale 6 giugno 2017, n. 14 mira a raggiungere l’obiettivo di azzeramento del consumo per il 2050.
VALUTAZIONE
Per quanto riguarda la percentuale di suolo consumato sul totale della superficie comunale (al netto delle acque) nel 2020 sono 231 i comuni che superano il 30% di suolo consumato dislocati in corrispondenza dei principali capoluoghi di provincia e nei comuni contermini: Padova (50,25%) con l’adiacente Noventa Padovana (44,80%), Albignasego (34,82%) e gli altri comuni della sua cintura urbana, Venezia con 45,582% del territorio consumato a cui si aggiungono i confinanti Spinea (43,35%) e Martellago (36,26%), Treviso (39,84%) con Casier (35,50%) e Villorba (31,82%), Vicenza (32,93%); Verona (28,77%) rimane appena esclusa da questa lista in quanto presenta una importante porzione di territorio ricadente in ambito collinare, ma il fenomeno si conferma nei comuni confinanti come San Giovanni Lupatoto (37,50%) e Casteld’Azzano (29,78%). Il calcolo effettuato sul solo territorio pianeggiante (con pendenza inferiore al 10%) porta a 49 il numero di comuni con più del 30% di suolo consumato confermando la presenza di altre situazioni critiche nei principali centri della pedemontana vicentina (Bassano del Grappa 39,14%, Thiene 38,88%, Schio 38,30) ai comuni delle valli del Chiampo, San Pietro Mussolino e Chiampo, con oltre il 40% di consumo delle superfici di pianura) e trevigiana (Vittorio Veneto (30,44 %) e Conegliano (30,22%).
Valori superiori al 20% caratterizzano comunque tutto il territorio del triangolo Venezia-Treviso-Padova e dell’intera fascia pedemontana contraddistinto da un’estrema dispersione urbana.
Figura 1: Consumo di suolo a livello comunale (% al 2020) al netto delle acque
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A livello regionale la percentuale di suolo consumato al netto delle acque sul totale della superficie è pari al 12,48% (secondi di poco solo alla Lombardia 12,49%), valore quasi doppio rispetto al valore calcolato a livello nazionale (7,21%).
Figura 2: Consumo di suolo (% al 2020) a livello comunale in aree a pendenza inferiore al 10%
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In termini di velocità di trasformazione in Veneto nell’ultimo anno si è assistito ancora ad un incremento percentuale preoccupante pari a 0,037% di territorio consumato in più rispetto al 2019: sebbene in riduzione rispetto allo 0,042 dello scorso anno, rimane sempre il valore più alto a livello nazionale, oltre al doppio rispetto alla media italiana (0,017%). In termini assoluti, e al netto di ripristini, sono 682 gli ettari di nuovo consumo, rispetto ai 761 ettari dello scorso anno, andamento che rispecchia il dato al ivello nazionale (5175 ha di nuovo consumo rispetto ai 5887 del 2019). Si ribadisce come il dato si mantenga preoccupante in quanto inserito in un contesto già profondamente compromesso.
In valore assoluto nel corso dell’ultimo anno i comuni in cui si sono registrati i maggiori consumi risultano: Vicenza (36,9 ha) che conferma il primato in termini di consumo registrati nel 2019, Roncade (29,4 ha), Sona (25,7 ha) e Sommacampagna (21,7 ha), Scorzè 18,6 ha.
Figura 3: Consumo di suolo (densità di cambiamenti) a livello comunale (mq/ha 2019-2020)
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I valori del consumo a livello comunale sono stati normalizzati sulla superficie e il risultato è stato espresso in termini di mq/ha (figura 3). I valori elevati superiori ai 50 mq/ha si sono registrati nei comuni di Sona (62 mq/ha), Scorzè (56 mq/ha), Sommacampagna (53 mq/ha), ma sono ben 24 i comuni che nell’ultimo anno presentano un tasso di consumo di suolo superiore ai 20 mq/ha. A livello regionale la media è pari a 3,7 mq/ha, il più alto a livello nazionale (la Lombardia è secondo con 3,2 mq/ha) e più del doppio della media italiana (1,7 mq/ha).
1 Tra il 2019 e il 2020 ISPRA ha effettuato delle correzioni automatiche quali ad esempio la ridefinizione dell’effettivo impatto dovuto alle strade che hanno portato ad una riduzione significativa del consumo.
2 Il dato si differenzia da quello fornito da ISPRA in quanto quest’ultima per le acque non tiene conto delle barene limitando la superficie interessata da corpi idrici permanenti a 20470,73 ha rispetto ai 25829 qui considerati.
L’aggiornamento dell’indicatore con i dati dell’anno 2021 è previsto per ottobre 2022.
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