Indicatore | Obiettivo | DPSIR | Stato attuale indicatore | Trend della risorsa |
Contenuto di carbonio organico nello strato superficiale di suolo | Qual è la disponibilità di sostanza organica nei suoli? | S | ![]() |
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DESCRIZIONE
Il carbonio organico, che costituisce circa il 60% della sostanza organica presente nei suoli, svolge una essenziale funzione positiva su molte proprietà del suolo e si concentra, in genere, nei primi decimetri del suolo (l’indicatore considera i primi 30 cm di suolo). Favorisce l’aggregazione e la stabilità delle particelle del terreno con l’effetto di ridurre l’erosione, il compattamento, il crepacciamento e la formazione di croste superficiali; si lega in modo efficace con numerose sostanze migliorando la fertilità del suolo e la sua capacità tampone; migliora l’attività microbica e la disponibilità per le piante di elementi nutritivi come azoto e fosforo.
OBIETTIVO
Soglia utilizzata come limite minimo di qualità dello strato superficiale di suolo: 1% di contenuto in carbonio organico.
VALUTAZIONE
Le zone che presentano le concentrazioni minori sono in aree di pianura, laddove l’uso agricolo intensivo senza apporti di sostanze organiche per mezzo di deiezioni zootecniche o altri ammendanti, e soprattutto in presenza di suoli a tessitura grossolana, porta inevitabilmente ad una progressiva riduzione del carbonio organico del suolo fino ad un limite minimo di equilibrio. Le province che hanno la maggior presenza di suoli con dotazione di carbonio organico bassa (<1%) sono Rovigo, Verona, Venezia e Padova; all’opposto il bellunese presenta i suoli con la più alta dotazione in carbonio organico.
Distribuzione sul territorio regionale dei suoli a diverso contenuto di carbonio organico (%) nei primi 30 cm di suolo. Anno 2010
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Il trend futuro dell’indicatore è principalmente legato ai cambiamenti d’uso: il contenuto di carbonio organico aumenta al passare da seminativi a colture legnose inerbite, quindi a prati ed infine a bosco. L’indicatore, infatti, rappresenta il contenuto di carbonio organico percentuale, senza tenere in considerazione le superfici di non suolo (urbano, roccia e detriti), per cui non risente del consumo di suolo (come invece succede per l’indicatore “stock di carbonio organico”).
La conoscenza del contenuto di carbonio organico rappresenta anche la base di partenza per stabilire la consistenza del ruolo che i suoli possono avere nello stoccaggio dell’anidride carbonica (vedi anche l’indicatore “stock di carbonio organico”), e quindi nella riduzione dell’effetto serra responsabile dei cambiamenti climatici.
L’aggiornamento dell’indicatore è previsto per il 2016.
A ottobre 2015 l'indicatore è stato integrato con il file aggiornato al 2011 con le % comunali di superficie occupata da suoli agricoli con sostanza organica inferiore al 2% (considerata come livello minimo per una buona fertilità dei suoli agricoli). Scarica il file