Vai al contenuto

Focus

Granchio blu

Il granchio blu o granchio reale (Callinectes sapidus Rathbun,1896) è considerato una tra le 100 specie aliene più invasive nel Mediterraneo. Può vivere fino a quattro anni ed è onnivoro e generalista: si ciba di bivalvi (cozze, vongole, ostriche), gasteropodi, crostacei, anellidi, insetti, pesci, e anche di alghe. Predilige vivere negli estuari dei fiumi, nelle zone lagunari sabbiose e fangose.

Questa specie presenta uno spiccato dimorfismo sessuale, cioè le femmine presentano caratteri diversi dal maschio: nei maschi l'addome è lungo e sottile a forma di “T” rovesciata mentre nelle femmine mature è largo e arrotondato e in quelle immature è di forma triangolare. Gli artigli nei maschi sono blu con punte rosse mentre nelle femmine la colorazione è arancione con punte viola.

A causa della sua grande capacità adattativa, il granchio blu compete con le altre specie autoctone impattando fortemente sulla biodiversità locale. La sua presenza ha un effetto negativo sulle coltivazioni di molluschi provocando, a causa della sua dieta, ingenti danni economici.

Per ulteriori informazioni vai alla scheda di approfondimento e alla bibliografia

Le attività sul territorio

Arpav il 27 luglio ha effettuato congiuntamente a Ispra un sopralluogo per monitorare la presenza del granchio blu nelle lagune venete del Delta del Po, in particolare nella Sacca di Canarin e di Scardovari. Questa attività ha confermato la presenza consistente di granchi blu in queste lagune e gli effetti della predazione da parte dei granchi sulle vongole R. philippinarum. La presenza di piccoli molluschi triturati nell’area di reclutamento naturale di Scardovari indica la predazione da parte di Callinectes sapidus anche nelle aree di insediamento naturale della vongola filippina. I risultati dell’attività sono riassunti in una relazione tecnica abbinata a documentazione fotografica.

Ad ottobre 2023 è partita la campagna di raccolta e monitoraggio del granchio blu nelle lagune del Delta del Po, avviata da Veneto Agricoltura su indicazione della Regione del Veneto, che vede la collaborazione di Arpav e pescatori del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine.

Le nasse per la cattura del granchio, posizionate dai pescatori nelle Sacche di Scardovari, Canarin e Barbamarco, vengono ispezionate regolarmente dai tecnici di Veneto Agricoltura e Arpa Veneto, con il supporto tecnico scientifico dei ricercatori dell’Università di Padova, Dipartimento di Biologia.

Dopo la raccolta periodica delle nasse, si prelevano campioni di granchi blu, che vengono misurati, pesati e di cui si registrano i dati riguardanti il sesso e lo stadio di maturità. I dati raccolti nel periodo di osservazione verranno analizzati da Arpav e Università di Padova insieme ai parametri chimico-fisici dell’acqua raccolti in continuo dalle boe Arpav presenti nelle lagune.

12 gennaio 2024. Ispra e Arpav pubblicano il report sul secondo sopralluogo congiunto, realizzato tra il 2 e 5 ottobre 2023, per verificare l’evolversi della situazione nelle lagune del Delta del Po, in particolare nelle sacche di Scardovari e Canarin, sulla presenza del “granchio blu”.

7 agosto 2024. A fine luglio si è conclusa la seconda campagna di monitoraggio del granchio blu iniziata ad aprile 2024 e realizzata da Veneto Agricoltura su indicazione della Regione del Veneto, con la collaborazione di Arpav e pescatori del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine. Come nella campagna autunno-invernale, il monitoraggio ha previsto il posizionamento di nasse per la cattura del granchio nelle Sacche di Scardovari, Canarin e Barbamarco, recuperate periodicamente dai pescatori e ispezionate dai tecnici di Veneto Agricoltura e Arpa Veneto, con il supporto tecnico scientifico dei ricercatori dell’Università di Padova, Dipartimento di Biologia.

I dati di questo monitoraggio verranno rielaborati insieme a quelli raccolti nella precedente campagna: dati morfologici, come lunghezza, larghezza, peso, sesso e maturità degli individui, e chimico-fisici, registrati dalle boe fisse di Arpav e dalla strumentazione di campo, come temperatura dell'acqua e salinità.

Novembre 2024. Al via un progetto di studio per mappare la situazione e sviluppare modelli previsionali e strategie. Coordinato da Regione e Arpav, il progetto coinvolge Avisp – Veneto Agricoltura, Università degli Studi di Padova e Università Cà Foscari di Venezia. Durata del progetto 30 mesi. Sono quattro gli ambiti di indagine. Il primo riguarda la mappatura della distribuzione del granchio sia nelle lagune che nelle acque marine: saranno identificate dimensioni, prede e predatori del granchio. Il secondo comprende il monitoraggio di lagune, coste e zone deltizie per indagare gli impatti che ha avuto la diffusione della specie sui diversi habitat e verrà realizzato grazie all’aiuto dei pescatori. Il terzo è dedicato allo sviluppo di modelli di previsione della distribuzione spaziale per la popolazione del granchio in funzione dei cambiamenti ambientali e delle strategie di contenimento. L’ultimo ambito prevede lo sviluppo di linee guida per le imprese di acquacoltura e di pesca con l’identificazione di efficaci e condivise azioni di mitigazione e di buone pratiche.

Questa pagina ti è stata utile?