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Struttura del granulo pollinico

Il granulo pollinico rappresenta il gametofito maschile delle Spermatofite, cioè degli organismi vegetali più evoluti che hanno sviluppato la capacità di produrre semi Gimnosperme e Angiosperme. Produce i gameti maschili e li porta sulla parte femminile del fiore in modo che possa avvenire la fecondazione. E' una cellula con una parete cellulare particolare, costituita da due parti chiamate esina, quella più esterna, intina quella più interna. L’esina, molto resistente e formata di sporopollenina, ha una superficie molto elaborata, ha valore tassonomico e le sue sculturazioni le conferiscono diversi aspetti: maculato, clavato, pilato, striato, reticolato, verrucato, gemmato, echinato, ecc. L’intina è di natura pectocellulosica. Nella foto Esina ed intina

Le dimensioni del polline variano da 10µ ( a volte anche inferiore) a valori superiori a 100µ, distinguendo così pollini piccoli (10-20µ), medio-piccoli (20-30µ), medi (30-40 µ), medio grandi (40-50 µ), grandi (50-100 µ), molto grandi (>100µ). La forma è generalmente sferoidale, ma può essere anche oblata, prolata e saccata. Il granulo presenta delle aperture che servono per il passaggio del tubetto pollinico: rotondeggianti detti pori, di forma longitudinale detti solchi; possono essere presenti solo un tipo o entrambi. A seconda delle aperture che presentano, i pollini vengono così definiti come: inaperturati (se non hanno né pori né colpi), porati (quando hanno solamente pori), colpati (se presentano solo colpi) e colporati, se presentano aperture composte da un poro ed un colpo e la loro la disposizione può essere su tutto il granulo (es.pantoporato) o lungo l’asse equatoriale (es. zonoporato). Il granulo pollinico è il prodotto finale di un complesso procedimento detto microsporogenesi che avviene nelle antere.

Ultimo aggiornamento

01-12-2022 10:48

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