Concentrazione di nitrati nei corsi d’acqua

Quali sono le concentrazioni di nitrati nei corsi d’acqua?

Anno:2006
Data ultimo aggiornamento:
DPSIR: S
Stato attuale: Positivo
Trend:

Valutazione

I nitrati rappresentano l’ultimo stadio di ossidazione dei composti azotati provenienti dai processi di decomposizione biologica delle sostanze organiche. La concentrazione dei nitrati nelle acque superficiali è un parametro importante ai fini della tutela dei corpi idrici, poichè rappresenta uno degli inquinamenti più diffusi nel territorio; essi derivano sia da fonti di inquinamento diffuse che da fonti puntuali. Il comparto agro-zootecnico risulta essere la fonte prevalente (i nitrati vengono, infatti, utilizzati in grandi quantità sui terreni agricoli in forma di fertilizzanti organici e/o inorganici); vi è anche il contributo dato dall’ossidazione degli scarichi di reflui civili, da taluni scarichi industriali e dal dilavamento di superfici impermeabili urbane. Il contributo atmosferico è invece considerato di secondaria importanza. L’azoto organico sparso sul suolo è sottoposto ad un naturale processo di mineralizzazione ed è trasformato a ione ammonio; da questo si innesca il processo di nitrificazione. Lo ione nitrato è più mobile dello ione ammonio in quanto non è trattenuto dall’humus e dalle argille. I processi che possono ridurre le concentrazioni di nitrati sono quelli di denitrificazione e di assorbimento da parte della biomassa microbica e vegetale.

L’Azoto nitrico è uno dei 7 parametri Macrodescrittori utilizzati per la classificazione dei corsi d’acqua. Il D.Lgs. 152/06 alla tabella 1/A, allegato 2 parte terza, prevede per le acque superficiali destinate alla potabilizzazione un limite di 50 mg/l di NO 3.

Per quanto riguarda i dati rilevati sul territorio veneto, viene rappresentata la concentrazione di nitrati per bacino, espressa come 75° percentile, nel periodo 2002-2006; sono evidenziati con aree di diverso colore anche i livelli soglia ricavati dai Macrodescrittori utilizzati per la classificazione.

I bacini idrografici maggiormente interessati da questo parametro sono i bacini del Fratta-Gorzone e del Sile; in misura minore quelli del Bacchiglione, del Canal Bianco e del bacino scolante nella Laguna di Venezia. Nel complesso la situazione risulta soddisfacente poiché mediamente si attesta al di sotto della soglia di 22,1 mg/l con l’esclusione del bacino del Fratta-Gorzone; per l’asta del fiume Togna-Fratta-Gorzone tuttavia il Piano di Tutela delle Acque prevede al 2016 obiettivi meno rigorosi, con il mantenimento dell’obiettivo di qualità Sufficiente anziché il raggiungimento dello stato di Buono.

Il trend della risorsa è stabile: nei vari bacini idrografici i risultati nel periodo 2002-2006 si attestano su livelli costanti (l’unica eccezione è rappresentata dal bacino “Pianura tra Livenza e Piave”, per il quale sono disponibili dati relativi ad una sola stazione di monitoraggio e che quindi nel complesso risulta più sensibile a variazioni anche minime dei dati rilevati).

Data ultimo aggiornamento
Fonte dei datiARPAV
Fonte dell'indicatoreARPAV
Sorgente digitale dei dati
Obiettivo
Unità di misuramg/l
Metodo di elaborazione
Riferimento normativoD.Lgs 152/99, D.Lgs 152/06
Valore di riferimentoTab.7 All.1 D.Lgs.152/99 (come NO3): Livello 1 (0 -1,3 mg/l); livello 2: (1,3 - 6,6 mg/l); livello 3 (6,6 -22,1 mg/l); livello 4 (22,1 - 44,3 mg/l)
Periodicità di rilevamento dei datimensile e trimestrale
Periodicità di rilevamento dell'indicatoreannuale
Periodicità di riferimentodal al
Unità elementare di rilevazionestazione di rilevamento
Livello minimo geograficobacino idrografico
Copertura geograficaregionale
Aspetti da migliorare
Link utili

Ultimo aggiornamento

15-09-2022 18:49

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