La rilevazione dei dati di brillanza avviene in automatico ogni cinque minuti durante tutta la notte: ai dati raccolti dalle centraline installate da Arpav si affiancano quelli provenienti dalle centraline del Dipartimento di Fisica ed Astronomia dell'Università di Padova, installate presso gli osservatori astronomici di Cima Ekar e del Pennar - Asiago - VI e dell'associazione di tutela del cielo "Venetostellato", situati in vari osservatori amatoriali nel territorio regionale.
Sul tetto della sede Arpav è presente anche uno strumento di monitoraggio di differente tipologia (denominato TESS), fornito in uso gratuito dall'Università di Madrid nell'ambito del progetto europeo STAR4ALL.
Per ogni stazione sono pubblicati i dati di brillanza non validati degli ultimi tre giorni, in formato grafico e tabellare,
raccolti da un rilevatore SQM (Sky Quality Meter), che registra la luce entro un determinato campo visuale.
In termini astronomici, il valore della luminosità o brillanza del cielo è espresso in magnitudini per arcosecondo quadro (mag/arcsec2).
All'unità di misura corrisponde una scala inversa, ovvero un cielo di 21,5 mag/arcsec2 sarà più buio, e quindi meno inquinato,
di un cielo con brillanza di 18 mag/arcsec2, dove con più buio s'intende un cielo in cui il numero di stelle visibili sia maggiore a parità di zona osservata.
Il valore massimo di brillanza del cielo non inquinato osservato da Terra è pari a 22 mag/arcsec2.
Questi dati sono esposti in modo automatico, senza validazione preventiva.
ARPAV non assume responsabilità alcuna per usi diversi dalla pura informazione.
In seguito a validazione i dati possono subire modifiche anche notevoli, oppure possono essere invalidati e quindi non riportati negli archivi definitivi.