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Rifacimento metanodotti SNAM - Pieve di Soligo-San Polo di Piave-Salgareda

Descrizione

Il progetto prevede il rifacimento del metanodotto Pieve di Soligo - San Polo di Piave - Salgareda DN 300 (12") - DP 75 bar e il rifacimento/ricollegamento delle opere connesse, con relativa messa fuori esercizio della condotta e degli impianti esistenti.
Il tracciato del metanodotto in progetto consta di due tratti principali, che interessano il territorio della Provincia di Treviso e, nello specifico:

  • il 1° tratto, della lunghezza complessiva di 17,352 km, ha inizio nel comune di Vazzola e termina nel comune di Salgareda, attraversando i comuni di San Polo di Piave, Ormelle e Ponte di Piave;
  • il 2° tratto, della lunghezza complessiva di 19,119 km comprendente un tratto da riclassificare a 75 bar di 1,972 km, ha inizio nel comune di Vazzola (TV) e termina nel comune di Pieve di Soligo (TV), attraversando i comuni di Mareno di Piave, S. Lucia di Piave, Conegliano, Susegana, Refrontolo e S. Pietro di Feletto.

Per la definizione del tracciato dei 2 tratti principali del nuovo metanodotto Pieve di Soligo – San Polo di Piave - Salgareda, si è data priorità, ove possibile, al corridoio tecnologico costituito dal metanodotto esistente. Tale soluzione consente di limitare l'alterazione di nuove superfici, in molti casi ospitanti colture di pregio (vigneti), minimizzando i danni derivanti dalle attività di posa della nuova tubazione e rimozione di quella esistente.

Le linee in progetto, suddivise in due tratti, ed i corrispondenti tratti in dismissione, posti in stretto parallelismo sono le seguenti:

Tratto 1: da Area Impianto N.915 di S. Polo di Piave a Salgareda ilcui tratto principale è denominato Met. Vazzola-Salgareda
Tratto 2: da Area Impianto N.915 di S. Polo di Piave a Pieve di Soligo

Struttura di riferimento  Arpav Servizio Coordinamento Istruttorie
Attività di Arpav

ARPAV, al fine di verificare la corretta attuazione del piano di monitoraggio ambientale, svolge attività di esame della documentazione, verifica dei dati, redazione di rapporti, esecuzione di sopralluoghi, campionamenti, misure e analisi sulle seguenti componenti ambientali:

  • Acque sotterranee, in riferimento ai tratti in cui sono previste opere trenchless;
  • Acque superficiali, in riferimento a sezioni di attraversamento dei corsi d’acqua naturali, seminaturali o soggetti a tutela, interessati da scavo a cielo aperto
  • Atmosfera, in riferimento ad aree caratterizzate dalla presenza antropica o di aree protette in prossimità delle aree di lavoro
  • Suolo e sottosuolo, in riferimento ad aree sensibili ed aree protette o di interesse individuate dall’analisi preliminare
  • Terre e rocce da scavo, nell’ambito della gestione del cantiere;
  • Rumore, in riferimento ad aree caratterizzate dalla presenza antropica odi aree protette in prossimità delle aree di lavoro
  • Biodiversità, in riferimento ad aree sensibili ed aree protette o di interesse individuate dall’analisi preliminare
Strutture Arpav coinvolte nelle attività Dipartimento Provinciale di Treviso, Servizio Osservatorio Aria, Servizio Osservatorio Acque Interne, Servizio Centro Veneto Suolo e Bonifiche, Servizio Coordinamento Istruttorie
Monitoraggio

Acque superficiali
Le specifiche tecniche del progetto prevedono la messa in opera di nuove condotte e la relativa dismissione di quelle esistenti. La linearità di tali operazioni implica spesso l’interferenza con i corsi d’acqua. Tale interferenza può essere indiretta nel caso di attraversamenti in sotterranea (trivellazioni trenchless) e quindi senza disturbo delle acque di scorrimento superficiale, oppure diretta, cioè effettuata direttamente sulla sezione fluviale tramite scavo a cielo aperto. Il disturbo sulle acque superficiali ipotizzato a partire dalle sezioni di attraversamento interessate da scavo a cielo aperto è oggetto di monitoraggio ambientale specialmente per quanto riguarda gli effetti da un punto di vista biologico, chimico-fisico e chimico. Si mette in evidenza il fatto che da un punto di vista chimico-fisico e chimico i possibili fattori di impatto sono costituiti dalle attività in alveo dei mezzi di lavorazione, quindi legati alla torbidità ed alle eventuali dispersioni di carburante o lubrificanti.
Acque sotterranee
Le operazioni di scavo per la messa in opera o per la dismissione delle condotte possono localmente interferire con la falda freatica e con il sistema di circolazione idrica sotterranea. Nel caso dei tratti caratterizzati da condizioni di prossimità della falda al piano campagna, si sono evidenziate quali aree di attenzione, cioè oggetto di monitoraggio ambientale, i tratti in cui sono previste le principali opere trenchless per l’attraversamento di corsi d’acqua o infrastrutture stradali, ed i tratti posti in vicinanza di fontanili. Il monitoraggio riguarda gli effetti dal punto di vista del regime idraulico ed idrodinamico, e da quello chimico-fisico e chimico.
Suolo e sottosuolo
Le operazioni di scavo per la messa in opera o per la dismissione delle condotte comportano l’asportazione dello strato fertile superficiale dei suoli, il suo accantonamento a lato dello scavo ed il suo riposizionamento, a lavori ultimati, rispettando la giacitura superficiale. In considerazione del territorio attraversato, si evidenzia che il monitoraggio ambientale dei suoli ha la finalità di verificare il recupero della capacità d’uso del suolo e della sua fertilità, al termine delle attività di cantiere, come garanzia del ricostituzione dell’uso agricolo precedente o dell’attecchimento degli interventi di ripristino vegetazionale in caso di ricostituzione di una situazione naturaliforme precedente. Le zone oggetto di monitoraggio sono state scelte sulla base della tipologia e della sensibilità dei suoli, della tipologia delle colture in atto e sulla presenza di aree naturali o con caratteristiche naturaliformi.
Vegetazione, fauna ed ecosistemi
L’attività di monitoraggio mira a verificare da un lato gli attecchimenti dei ripristini vegetazionali, dall’altro il conseguente recupero delle biocenosi e degli equilibri ecologici al termine delle attività di cantiere. Le zone oggetto di monitoraggio sono state scelte sulla base della presenza di aree naturali o con caratteristiche naturaliformi.
Rumore
I recettori identificati sono localizzati nelle aree ad uso residenziale e nelle zone naturalistiche che risultano più prossime ai tracciati dei metanodotti. Il monitoraggio della componente rumore in corso d’opera prevede il controllo delle emissioni acustiche delle lavorazioni di cantiere al fine di evitare il manifestarsi di emergenze specifiche e di consentire l’adozione di eventuali misure di mitigazione degli impatti verificati.
Atmosfera
Le attività di monitoraggio della qualità dell’aria sono effettuate in corrispondenza di quei ricettori per i quali le attività di cantiere del metanodotto potrebbero creare delle criticità legate all’immissione di polveri e ossidi di azoto (Nox) in atmosfera, dovute ai motori dei mezzi meccanici impiegati, e alla movimentazione di terreno da parte degli stessi.

Ultimo aggiornamento

15-11-2022 10:01

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