Alcuni pollini sono responsabili di patologie allergiche, pertanto, quando presenti nell’aria, possono essere considerati degli “inquinanti”: le allergie sono oggi una delle cause di assenza dal lavoro e dalla scuola. In termini di effetti sulla popolazione, le allergie da polline si posizionano ai primi posti tra le malattie croniche. La prevalenza, secondo i dati dell’Oms, si attesta tra il 10% e il 40% della popolazione, a seconda delle regioni e dei periodi dell’anno.
I granuli di polline, presenti prevalentemente all’aperto, hanno dimensioni microscopiche tali da non essere visibili ad occhio umano (comprese tra 5 e 200 µm) e contengono sostanze in grado di scatenare, qualora il bersaglio sia un individuo sensibile, reazioni allergiche che si manifestano con lacrimazione e arrossamento oculare, riniti, asma.
Solo le latitudini polari o tropicali garantiscono una sufficiente protezione dai pollini trasportati dal vento: sfuggire ai pollini è quindi piuttosto difficile. Alcuni accorgimenti nei comportamenti quotidiani possono ridurne l’esposizione: tenere i finestrini chiusi in automobile o in treno nel periodo primaverile-estivo, evitare le gite in campagna nel momento della fioritura, lavarsi i capelli e cambiare gli abiti dopo la permanenza all’aperto per lunghi periodi, procedere ad una periodica pulizia dei filtri degli impianti di condizionamento sia degli edifici che dei veicoli.
La prevenzione si può attuare in modo sistematico ed efficace fornendo informazioni sul periodo di pollinazione delle piante con pollini allergenici e la loro presenza (giornaliera) in aria durante la stagione vegetativa. Gli allergici e i medici potranno così adottare o prescrivere tempestivamente le terapie preventive o di copertura farmacologica.
Come limitare i livelli di concentrazione dei pollini?
Limitare i livelli di concentrazione dei pollini è alquanto difficile ma si possono attuare azioni preventive minimali come ad esempio prediligere alcune specie arboree e arbustive non allergeniche nella progettazione del verde pubblico e nei giardini privati nonchè adottare tecniche di manutenzione del verde che riducano la produzione di pollini allergizzanti (ed es. sfalci delle aree a prato prima della fioritura).
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