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Cosa sono

Le lagune venete e le foci fluviali

Per acque di transizione si intendono le acque salmastre, originate dal mescolamento tra le acque costiere e le acque dolci dei fiumi,  quali lagune, stagni costieri e laghi salmastri e zone di delta ed estuario.

Aironi a CaleriIn un'area costiera come quella veneta, caratterizzata da un'escursione di marea inferiore ai 2 metri, i sedimenti trasportati dai fiumi e rimaneggiati dalle correnti marine hanno formato vasti e significativi complessi lagunari; oltre alla laguna di Venezia sono presenti a sud il complesso deltizio del Po e a nord le lagune di Caorle e di Baseleghe.

Si tratta di ambienti estremamente eterogenei, caratterizzati da specifiche morfologie che prendono il nome di velme (bassi fondali che emergono in concomitanza delle basse maree) e barene (rialzi morfologici che situati al di sopra del livello delle alte maree, ricoperte da una vegetazione tipica, che vengono periodicamente e parzialmente sommersi).

Il funzionamento idrodinamico delle lagune è garantito da una rete di canali, che si dipartono dalle bocche di porto e si diramano verso l’interno del bacino.
Nell’ambito delle lagune si possono distinguere aree più o meno confinate, ovvero più o meno soggette al ricambio idrico. Lo scambio continuo e periodico delle acque marine con quelle lagunari fa si che i parametri chimico fisici delle acque (salinità, temperatura, ossigeno, pH) subiscano variazioni giornaliere e stagionali.

La notevole diversità di forme, unitamente all'ampia variabilità dei parametri chimico-fisici, favoriscono l’esistenza di numerosi habitat, popolati da una grande varietà di forme di vita che si sono adattate alla frequente mutabilità delle condizioni: gli ecosistemi lagunari sono pertanto caratterizzati da una elevatissima biodiversità e la loro tutela è riconosciuta come priorità a livello internazionale.Adige

Tali ambienti rivestono inoltre una notevole importanza economica, dato che al loro interno vengono svolte numerose attività umane, legate prevalentemente all’allevamento ed alla pesca di molluschi e specie ittiche, creando un mosaico di ambienti particolari: le valli da pesca.

Le foci dei principali fiumi veneti (rami del Po, Adige, Brenta-Bacchiglione, Sile, Piave, Livenza, il Tagliamento per la parte veneta) sono anch’esse ambienti acquatici di transizione, soggette al rimescolamento di acque dolci ed acque marine; il fenomeno per cui le acque salate, più dense e pesanti, si incuneano al di sotto delle più leggere acque dolci fluviali è indicato come cuneo salino.

Alcune definizioni

Acque di transizione: corpi idrici superficiali in prossimità della foce di un fiume, che sono parzialmente di natura salina a causa della loro vicinanza alle acque costiere, ma sostanzialmente influenzati dai flussi di acqua dolce (D.Lgs. 152/06).

Valli da pesca: sono costituite da porzioni di laguna arginate, nei cui specchi acquei e canali viene praticato l’allevamento di specie ittiche marine e lagunari.

Bocche di porto: sono le aperture che mettono in comunicazione le lagune con il mare antistante, consentendo il flusso ed il riflusso idrico ad opera della maree. Lungo la costa veneta la maggior parte delle bocche sono stabilizzate tramite moli foranei, al fine di evitarne l’occlusione e/o lo spostamento e per consentire la navigazione.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:28

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