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Dove si trovano

Suddivisione delle zone

A partire dal piano campagna e procedendo in profondità, è possibile individuare diverse zone, distinte essenzialmente in base al loro grado di saturazione da parte dell'acqua e alle loro caratteristiche granulometriche e tessiturali.

In particolare si distinguono:

  • Suolo vegetale: un miscuglio di terra e acqua; l'acqua presente può risalire in superficie o essere drenata verso il basso costituendo così la riserva permanente di acqua nel suolo.

  • Zona insatura o aerata: i pori tra i granuli di terreno sono parzialmente riempiti con acqua o da liquido che filtra lentamente verso il basso per gravità, il restante spazio dei pori libero dall'acqua è occupato dall'aria.

  • Zona satura o acquifero: i pori tra i granuli di terreno sono tutti occupati dall'acqua di falda che si muove per moto proprio; la pressione dell'acqua aumenta con la profondità e il livello dove questa è uguale alla pressione atmosferica, rappresenta il livello della superficie freatica.

  • Superficie freatica: è il confine tra zona insatura e zona satura ed è il livello in cui la pressione idraulica è uguale alla pressione atmosferica. La natura del terreno e i fattori climatici o stagionali determinano la forma e la profondità della superficie freatica che può, inoltre, aumentare in conseguenza di forti precipitazioni, dispersioni da corsi d’acqua e/o dovute a pratiche irrigue a scorrimento, o diminuire a seguito di pesanti emungimenti.

  • Frangia capillare: si individua al di sopra del livello freatico; i pori sono parzialmente riempiti d'acqua ma la pressione dell'acqua è inferiore a quella atmosferica. La frangia capillare presenta spessori molto diversi a seconda della granulometria dei terreni: qualche centimetro per le ghiaie fino a un paio di metri per i limiti argillosi e le argille. Il movimento dell'acqua è essenzialmente verticale con componente verso il basso dovuta a gravità e componente verso l'alto dovuta a forze capillari e a processi di evapotraspirazione.

  • Substrato impermeabile: costituisce la base della zona satura sostenendo la falda e impedendo o limitando il suo flusso verso il basso.

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Nella zona satura si distinguono acquiferi liberi o in pressione e conseguentemente falde libere (freatiche) ed in pressione (artesiane, dalla regione francese di Artois ove sono localizzati questi tipi di acquiferi).

L’acquifero libero è limitato solo inferiormente da uno strato impermeabile e la falda in esso contenuta può liberamente oscillare a seconda delle condizioni di alimentazione; l’acquifero in pressione è limitato superiormente ed inferiormente da strati impermeabili attraverso i quali non avviene passaggio d’acqua

Le acque delle falde acquifere in terreni permeabili per porosità si muovono dalla zona di alimentazione alla zona di efflusso con velocità molto modeste, variabili da 1 a 20 m/g (metri al giorno).

In che modo l’acqua sotterranea ritorna naturalmente in superficie?

I rapporti tra le acque di falda ed i corpi idrici superficiali come fiumi e laghi possono essere molto complessi, in quanto fortemente influenzati dalla permeabilità del sottosuolo e dalle escursioni stagionali dei livelli idrici (fasi di magra e di piena).

In relazione alla variabilità di questi fattori, si possono avere situazioni in cui i corsi d’acqua superficiali alimentano la falda, fungendo da fattore di ricarica, e situazioni in cui invece i corsi d’acqua superficiali drenano la falda.

Il percorso delle acque di falda nel sottosuolo è determinato dalle particolari caratteristiche litostratigrafiche ereditate nel corso delle vicissitudini geologiche: tettonica, elementi deposizionali, rapporti con i corsi d’acqua, ecc.

Quando particolari cause di natura geologica, litostratigrafica, morfologica, impediscono il deflusso sotterraneo, la falda emerge dalla superficie terrestre dando origine alle sorgenti d’acqua, che rappresentano la "venuta a giorno" totale o parziale della circolazione idrica sotterranea. Il deflusso sotterraneo che alimenta una sorgente può avvenire sia all’interno della roccia che in acquiferi costituiti da materiali sciolti porosi.

In che modo l’acqua sotterranea può essere estratta dal sottosuolo?

La necessità di utilizzare comodamente acqua “pulita” per gli usi quotidiani, ha spinto l’uomo, fin dall’antichità, ad ingegnarsi nella realizzazione di pozzi per estrarre l’acqua dal sottosuolo. Un pozzo è un “buco” scavato nel sottosuolo fino al raggiungimento della falda, successivamente attrezzato allo scopo di estrarre con facilità l’acqua dalla stessa.

Quest’acqua può essere portata in superficie con una pompa se l’acquifero è libero o depressurizzato; i pozzi pescanti da acquiferi in pressione, non hanno bisogno di una pompa, in quanto la realizzazione del foro “libera” la pressione esistente nella falda, permettendole di emergere spontaneamente.

In base all’elaborazione dei dati raccolti dalla denuncia dei pozzi esistenti (D.L n°275/93; art. 103 R.D. 1775/33; L 290/99), è risultata la seguente suddivisione percentuale per utilizzo:

Fonte dati: Regione del Veneto
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Tipologie di pozzi nel Veneto

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Pozzi in falda freatica

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Pozzi in falda artesiana

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