Ultimo aggiornamento
16-09-2022 08:28La Direttiva Europea 2000/60/CE (Water Framework Directive, WFD) recepita nell’ordinamento nazionale tramite il D.Lgs 152/2006, istituisce un quadro di riferimento per l'azione comunitaria in materia di acque ai fini della tutela e gestione delle risorse idriche quali le acque interne superficiali e sotterranee, le acque di transizione e costiere.
La Direttiva si prefigge le seguenti finalità:
- impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici;
- agevolare un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili;
- mirare alla protezione rafforzata e al miglioramento dell'ambiente acquatico, anche attraverso misure specifiche per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze prioritarie, fino all'arresto o alla graduale eliminazione;
- assicurare la graduale riduzione dell'inquinamento delle acque sotterranee e impedirne l'aumento;
- contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità.
Per la protezione e la conservazione delle acque sotterranee, la Direttiva 2000/60/CE prevede (articolo 17) l'adozione di una specifica direttiva contenente disposizioni dettagliate. Così, la Direttiva 2006/118/CE sulla "protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento", stabilisce:
- criteri per valutare il buono stato chimico delle acque sotterranee;
- criteri per individuare e invertire le tendenze significative e durature all'aumento dell'inquinamento;
- linee guida per la fissazione di valori soglia da parte degli Stati Membri.
Inoltre, il documento integra le disposizioni già previste nell’allegato V della Direttiva 2000/60/CE intese a prevenire o limitare le immissioni di inquinanti nelle acque sotterranee.
In Italia la Direttiva 2006/118/CE è stata recepita con il Decreto Legislativo n. 30 del 16 marzo 2009.
Attuazione delle Direttive
L’attuazione delle Direttive impegna gli Stati Membri a raggiungere entro il 2015 (e poi mantenere) l'obiettivo dello stato buono, sia per le acque superficiali che per quelle sotterranee. Deve inoltre essere mantenuto, dove già esistente, lo stato elevato. Gli Stati Membri si impegnano a conformarsi agli standard e agli obiettivi stabiliti per le Aree Protette (Acque a specifica destinazione d'uso, Aree Sensibili, Parchi, SIC, ZPS, etc.) entro il 2015. Qualora gli obiettivi previsti non fossero già raggiunti al 2015 la norma prevede di individuare, giustificando opportunamente tale scelta, nuove scadenze per gli stessi: 2021 o 2027.
All’interno del quadro normativo citato, la Regione Veneto e l'ARPAV, in collaborazione con i diversi Enti che operano sia nel proprio territorio sia nelle Regioni limitrofe, sono direttamente impegnate nell'applicazione dei diversi punti previsti dalle Direttive europee. In particolare occorre segnalare l'intensa attività inerente la stesura dei Piani di Gestione per i due Distretti Idrografici, ovvero le unità territoriali di riferimento per la gestione integrata del sistema delle acque, che interessano la Regione del Veneto: