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La qualità dell’aria nel Bacino Padano

L’Italia Settentrionale è caratterizzata dal punto di vista fisico da una conformazione peculiare che rende quest’area, ai fini della valutazione della qualità dell’aria, un unico bacino omogeneo, denominato Bacino Padano. Tale zona è caratterizzata dalla presenza di un grande territorio pianeggiante, uno dei più vasti del continente, che si estende per circa 400 km da ovest verso est, circondato a nord e a ovest dalle Alpi e a sud dagli Appennini. Questi rilievi raggiungono altitudini ragguardevoli: l’altezza media della catena alpina è di oltre 2.000 m, mentre quella appenninica nel tratto settentrionale presenta una elevazione media intorno ai 1.000 m.

Caratteristiche orografiche e condizioni meteorologiche

Le caratteristiche orografiche del bacino padano determinano condizioni meteorologiche spesso sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti in atmosfera. Ad esempio la velocità del vento nella pianura Padana è tra le più basse d’Europa, con valori medi inferiori a 1,5 m/s. Inoltre sono molto frequenti durante l’inverno i fenomeni di inversione termica in cui le masse d’aria più vicine al suolo si raffreddano più di quelle immediatamente soprastanti, limitando molto il rimescolamento dell’atmosfera e determinando il ristagno degli inquinanti al suolo e il loro accumulo anche per molti giorni consecutivi.

Il contributo delle attività umane

A questa situazione di limitata dispersività atmosferica, vanno aggiunti una serie di fattori legati alle attività umane che non giocano a favore della qualità dell’aria. La Pianura Padana è infatti tra le aree più densamente abitate d’Europa: a fronte di una superficie occupata del 13% rispetto al territorio nazionale, quest’area ospita oltre il 30% della popolazione italiana, con una densità abitativa mediamente molto elevata. Questo aspetto è tra le cause del cosiddetto fenomeno della città diffusa, in cui i vari centri urbani si sono progressivamente espansi fino a costituire un tessuto edificato quasi continuo nel Bacino Padano, in cui difficilmente si trovano estese aree completamente disabitate. Fonte foto: Ente Spaziale Europeo (https://www.esa.int/)
Infine si deve tenere in considerazione il tessuto infrastrutturale del Bacino Padano, tra i più importanti d’Europa, che contribuisce da solo a metà del Prodotto Interno Lordo Nazionale, con una realtà produttiva basata soprattutto su piccole e medie imprese e una conseguente elevata necessità di movimentazione logistica dei prodotti.

Riassumendo...

Per quanto detto finora, la scarsa qualità dell’aria nel Bacino Padano è legata ad una combinazione di fattori morfo-climatici ed antropici, assolutamente peculiari di quest’area, che, a fronte di un’emissione pro capite non significativamente dissimile da quella di altri paesi Europei, rende ancora oggi difficile il rispetto degli standard normativi in tema di qualità dell’aria stabiliti dalla legislazione comunitaria e nazionale, in particolare per quanto riguarda il particolato atmosferico.

La qualità dell'aria nel lungo periodo

E’ importante tuttavia evidenziare che, nel lungo periodo, la situazione legata alla qualità dell’aria, pur nell’ambito della difficile realtà del Bacino Padano, ha fatto registrare dei miglioramenti.

Se fino a un decennio fa era frequente, soprattutto nei grandi centri urbani, il superamento del valore limite annuale per il biossido di azoto, ora la concentrazione di questo inquinante rispetta da un triennio questo limite in tutta la regione. Miglioramenti si sono visti anche per il particolato PM10: sebbene ad oggi il valore limite giornaliero di 50 µg/m3 sia diffusamente superato per più dei 35 giorni concessi dalla normativa, si è comunque registrata nel tempo una diminuzione dei giorni in cui il limite non è rispettato. Infatti, se fino al 2010 era piuttosto diffuso registrare superamenti per più di 100 giorni l’anno, negli ultimi 3 anni sostanzialmente tutte le centraline di fondo di ARPAV si sono attestate sotto i 70 giorni di superamento, con una media regionale di circa 50 giorni di sforamento per anno.
Nel grafico: PM10, superamenti registrati anni 2002-2020

Uno sguardo al futuro

La strada da percorrere, tenuto conto delle condizioni morfologiche, meteorologiche e antropiche del Bacino Padano, rappresenta ancora una grande sfida per il futuro.

L’esperienza maturata negli ultimi anni ha messo in luce la necessità di adottare politiche e azioni comuni a livello sovraregionale, al fine di affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico a livello di intero bacino padano.In questo contesto, il 19 dicembre 2013, il Ministero dell'Ambiente, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il Ministero della Salute, le Regioni e le Province Autonome del Bacino Padano (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Province Autonome di Trento e Bolzano) hanno sottoscritto un Accordo di Programma per l’individuazione e il perseguimento di misure comuni per la riduzione dell’inquinamento atmosferico nell’area del Bacino Padano; l'Accordo è stato recepito dalla Regione Veneto mediante DGR n. 836 del 6 giugno 2017.

La cooperazione tra le Regioni del Bacino Padano, oltre agli Accordi di programma, ha portato allo sviluppo a partire dall’anno 2017 il progetto LIFE Prepair. Il progetto ha l’obiettivo di creare un coordinamento permanente tra le Regioni del Bacino Padano per la realizzazione di azioni di risanamento della qualità dell'aria in modo integrato ed armonizzato sull'intero territorio del Bacino. PREPAIR si configura, infatti, come progetto finalizzato per l'applicazione su larga scala (regionale, multiregionale, nazionale o transnazionale) di piani di risanamento ambientale previsti dalla legislazione comunitaria (http://www.lifeprepair.eu/).

Infine la Regione Veneto, in coerenza con le politiche di Bacino, ha avviato nel 2022 l'iter di aggiornamento del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, che rappresenta un passo fondamentale per continuare a mettere in campo risorse e azioni che possano, nel medio e lungo termine, portare a delle riduzioni strutturali delle emissioni che sono all’origine dell’inquinamento atmosferico, in settori emissivi chiave, quali in traffico veicolare, il riscaldamento domestico, l’agrozootecnia, il comparto produttivo.

Ultimo aggiornamento

13-12-2022 11:08

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