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Campi elettromagnetici: le sorgenti

Le principali sorgenti ambientali di campi elettromagnetici (cem) a radiofrequenza sono gli impianti di telecomunicazioni.

Un impianto di telecomunicazione è costituito da un sistema di antenne che trasmette nello spazio un segnale elettrico contenente un’informazione sotto forma di onda elettromagnetica.

La trasmissione del segnale può essere:

  • unidirezionale (radio e televisione): il dispositivo trasmittente invia il segnale che può essere rilevato da tutti gli apparecchi riceventi situati all’interno dell’area di copertura
  • bidirezionale (ponti radio e telefonia mobile): le Stazioni Radio Base (SRB) e i terminali di utenza (cellulari) ricevono e trasmettono il segnale elettromagnetico in maniera bidirezionale

La distribuzione del campo elettromagnetico nello spazio dipende dalle caratteristiche radioelettriche della sorgente, dalla distanza dall’impianto e dall’altezza da terra.

Per le sorgenti a radiofrequenza, nella maggioranza dei casi, campo elettrico e campo magnetico sono proporzionali per cui è sufficiente riferirsi al solo campo elettrico. Solo in alcune specifiche situazioni (per esempio in prossimità di impianti radio) è necessario misurare separatamente campo elettrico e campo magnetico.

Le principali sorgenti a radiofrequenza sono:

Impianti radio-televisivi. Spesso situati in punti elevati del territorio (colline o montagne), possono coprire bacini di utenza che interessano anche diverse province. La potenza in antenna, specialmente per gli impianti radio, può raggiungere valori elevati (fino a qualche centinaio di kilowatt) e a ridosso dei tralicci l’intensità di campo elettrico al suolo può raggiungere valori dell’ordine delle decine di volt/metro (V/m).

Stazioni Radio Base (SRB). Costituite da antenne che trasmettono il segnale al telefono cellulare e da antenne che ricevono il segnale trasmesso da quest’ultimo, installate su appositi pali o tralicci (spesso alti 25-30 m) oppure su edifici in modo che il segnale venga irradiato su una porzione limitata di territorio, denominata cella. I sistemi radiomobili diffusi in Italia sono: GSM, DCS, UMTS, LTE e 5G. I livelli di emissione di onde elettromagnetiche di una specifica SRB sono variabili e dipendono, oltre che dalle caratteristiche radioelettriche e dall’altezza del centro elettrico, anche dal numero di chiamate (traffico) e dalla difficoltà di ricezione del segnale da parte dell’utente.

Impianti FWA. Gli impianti con tecnologia FWA (Fixed Wireless Access) permettono una connessione a internet senza fili alternativa all'ADSL, stabile e ad alta velocità, che consente ad aziende e abitazioni coperte dal segnale di navigare a banda larga senza il tradizionale filo telefonico. Tali impianti per connettersi alla rete prevedono l’utilizzo di un modem interno.

Ponti radio. I ponti radio svolgono la funzione di collegamento fisso punto–punto e punto–multi punto, unidirezionale o bidirezionale fra 2 stazioni fisse; le antenne paraboliche sono le più usate. Le antenne dei ponti radio devono essere a visibilità diretta, senza ostacoli in mezzo che intercetterebbero il fascio di onde interrompendo la trasmissione. Nonostante l’elevato impatto visivo dei ponti radio, l’alta direttività delle antenne e le basse potenze utilizzate rendono trascurabili le esposizioni a questo tipo di trasmissione.

Telefoni cellulari. ll telefono cellulare è un dispositivo a bassa potenza che riceve e trasmette radiazione elettromagnetica; la potenza effettivamente emessa durante la trasmissione è variabile perché dipende dalla qualità del collegamento, distanza dispositivo-antenna e dalla tecnologia (sistema) usata.

Le tipologie di sistemi radiomobili diffuse in Italia sono:

Ultimo aggiornamento

09-11-2023 10:17

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