Vai al contenuto

Sinossi Inverno 2012/13

L’inverno 2012-2013 si presenta come piuttosto precoce con neve caduta fino a bassa quota negli ultimi giorni di novembre, quindi i primi giorni di dicembre risultano freschi e piovosi in pianura, freddi e nevosi in montagna. Poi il ritorno del bel tempo porta una prima metà di dicembre molto fredda in montagna e fredda in pianura con la comparsa della neve a due riprese: 7 e 14 dicembre. In seguito l’inverno subisce un colpo d’arresto con ritorno di clima anormalmente mite in montagna e solamente fresco in pianura. Tale situazione di successivi promontori atlantici e di avvezioni d’aria mite si mantiene fino alla fine della prima decade di gennaio. In febbraio nuove discese di aria fredda (saccature) riportano episodi perturbati di stampo invernale, i quali imperversano fino al penultimo giorno del mese.

Il mese di dicembre inizia sotto l’influenza di una forte circolazione ciclonica e tempo in parte perturbato, anche se i fenomeni non sono particolarmente rilevanti. Dal 3 dicembre fino al 6 il tempo si ristabilisce con clima assai più freddo. Il 7 il tempo peggiora per il sopraggiungere di una saccatura atlantica, responsabile del primo episodio nevoso fino a bassa quota. Cadono pochi cm di neve, ma essa interessa anche la pianura veneta, specie la pedemontana e i settori orientali della trevigiana. Qualche fiocco cade anche sulla laguna veneta. In seguito a questo episodio, il tempo migliora con un’alta pressione continentale, responsabile di una fase di tempo freddo e costituzione di un cuscino di aria fredda in pianura. Questa situazione favorisce la ricomparsa della neve fino in pianura nella fase iniziale di una nuova ondata di maltempo che si verifica per il sopraggiungere di una saccatura atlantica che interessa la nostra regione tra il 14 e il 15 dicembre (fig. 1a). Questa volta la neve è assai più abbondanti sui settori della pedemontana occidentale con 10/15 cm, localmente fino a 20 cm a bassa quota, prima che la pioggia sostituisca la neve. Sulle Prealpi occidentali i quantitativi di neve sono di 20/40 cm sopra i 1400/1500 m, mentre altrove cadono generalmente dai 5 ai 15 cm (settore Dolomitico). In seguito al transito della saccatura, una dorsale riporta condizioni di tempo buono e gradualmente più freddo, specie nelle giornate del 19 e 20 Dicembre, quando aria fredda da Nord-Est  valica le Alpi. Il tempo rimane stabile con sole in montagna e nebbie sulle pianure. Nello stesso tempo il clima tende ad essere un po’ meno freddo. Il 21 dicembre passa una veloce e modesta saccatura con 1-3 mm di pioggia e altrettanti cm di neve sopra gli 800/1100 m. Dal 22 dicembre la situazione torna a migliorare con un’avvezione d’aria molto mite che si sostituisce all’aria fredda, presente da 7/8 giorni sul Veneto. Il giorno 24 (Fig. 1b ) il radiosondaggio d’Udine indica una quota dello zero termico a 3387 m, mentre un po’ di freddo resiste in pianura, dove le nebbie favoriscono la conservazione di un cuscinetto d’aria fredda in prossimità del suolo. Nella serata del giorno di Natale il tempo inizia a cambiare con deboli precipitazioni, più diffuse il giorno di Santo Stefano con neve solo oltre i 1800/2000 m sulle Prealpi e 1600/1800 m sulle Dolomiti. Nei giorni seguenti il tempo torna ad essere bello e stabile con temperature anormalmente elevate, specie in quota, mentre le nebbie tornano ad interessare la pianura e alcuni fondovalle prealpini. Il 31 Dicembre l’anno si chiude con l’arrivo di un debole fronte freddo, ma senza fenomeni rilevanti, eccetto un po’ di neve burrascosa sui rilievi dolomitici più settentrionali.

Fig. 1

 fig1Fig 1 bis

Carta sinottica del 15/12/2012 ore 00 UTC Fig. 1a

Carta sinottica del 24/12/2012 ore 00 UTC Fig. 1b

Il mese di gennaio con tempo variabile, addirittura con un breve episodio pluvio-nevoso il giorno 2 gennaio, ma le precipitazioni risultano molto deboli (1-5 mm con altrettanti cm di neve sopra gli 800/1000 m). Tra il 3 e il 6 gennaio la duplice azione di un promontorio atlantico e di una saccatura sui Balcani determina un intensificazione delle correnti settentrionali con forti venti in montagna e Foehn nelle valli, specie il 5 (Fig. 2a delle temperature a 850 hPa) e il 6 gennaio, mentre le pianure rimangono a riparo del vento con qualche nebbia e clima molto più fresco. Infatti tra le conche prealpine e la pianura il clima risulta molto più fresco che non alle quote medie (ad esempio il giorno 5 le temperature salgono a 15°C nei fondovalle dolomitici, a 10°C a 1500 m, mentre non superano i 5°C su molti settori pianeggianti, specie quelli più interessati dalle nebbie. Il tempo rimane bello fino all’11 gennaio, ma diventa un po’ più freddo, specie durante le notti per irraggiamento abbastanza marcato, le gelate notturne sono presenti in montagna, in alcuni casi anche in pianura, dove le nebbie continuano ad imperversare. Il tempo inizia a cambiare il sabato 12 Gennaio per l’ingresso di una saccatura atlantica, che imperverserà per 11 giorni. Si tratta di una vasta area depressionaria con vari minimi, che giorno dopo giorno provocano diversi episodi perturbati e freddi con un po’ di neve anche in pianura il giorno 12 ed anche il 17. Il maltempo perdura in montagna dove gli accumuli di neve fresca  in 10 giorni raggiungono spesso 40-50 cm, anche 100/120 cm di neve leggera e soffice oltre i 1200/1500 m, sfiorano anche i 50 cm a bassa quota (Seren del Grappa, Valpore e Arsié). In pianura i cumuli di pioggia sono abbastanza significativi con mediamente 40-60 mm e fino a 80-90 mm sulla pedemontana vicentina tra il 12 ed il 17 (Fig. 2b) e ancora 15-30 mm e fino a 40 mm sui settori più colpiti in precedenza tra il 18 ed il 22. Vale a dire dei minimi di 50 mm e massimi di 120 mm sulla pedemontana in un arco di tempo di 10 giorni. Considerando il mese di gennaio come mediamente non particolarmente piovoso, si può  classificare il gennaio 2013 come particolarmente umido, specie in pianura. Dopo la maggiore fase perturbata dell’inverno, il tempo si ristabilisce con belle giornate fredde, specie di notte quando le minime scendono fino sui -10/-15°C fino sui 1000 m (notti del 25 e 26 gennaio), ma gela anche in pianura. In questo periodo di tempo buono, un solo piccolo intervallo debolmente perturbato  che riporta un po’ di pioggia sulla bassa pianura e di nuovo la neve in montagna e sulla pedemontana, dove per la terza, localmente, quarta volta del mese la neve compare anche in pianura. Si tratta di pochi cm o perlopiù di tracce di neve tra la mattinata e il primo pomeriggio del 28 gennaio. Poi fino alla fine del mese il tempo presenta molto più stabile e soleggiato con avvezione d’aria mite di origine atlantica che determina un temporaneo marcato rialzo termico in quota (zero termico a 3400 m) con inversione termica nelle valli ed in pianura. Negli ultimi giorni del mese il bel tempo persiste, diventando gradualmente più fresco.

Fig. 2a e 2b

Fig. 2aprecip

Carta delle Temperature a 850 hPa il giorno 5 2013 alle ore  00 UTC

Carta delle precipitazioni osservate sul Veneto  - 12-16 gennaio 2013

Il mese di febbraio, inizia con la situazione anticiclonica di fine gennaio, in realtà si tratta dell’ultimo giorno di bel tempo, infatti il giorno 2 una saccatura atlantica porta un breve ma intenso peggioramento, specie in pianura e in modo più spiccato sul settore orientale e sulle Prealpi veronesi (60/90 mm), mentre sulle Prealpi e soprattutto sulle Dolomiti le precipitazioni sono assai più modeste (5-15 mm, localmente 20 mm). La neve cade sopra gli 800/1100 m. Subito dopo il passaggio del sistema frontale, forti correnti settentrionali fanno il loro ingresso sul Veneto con venti tempestosi sulle cime dolomitiche e le dorsali prealpine e Foehn nelle valli. La visibilità risulta ottima in pianura. Dopo un breve intervallo di tempo ventoso, un nuovo minimo, inserito in una vasta saccatura stazionaria, che interessa gran parte dell’Europa occidentale, porta un po’ di pioggia in pianura e un po’ di neve sopra i 400/600 m tra il 5 e il 6 febbraio, pochi cm con medesimo effetto rispetto al 2 febbraio, cioè erosi dal vento subito dopo la fine del episodio. Per altri 3 giorni il tempo rimane stabile, ma anche molto freddo per il sopraggiungere di un nucleo di aria fredda in quota, proveniente da Nord-Est, Le minime sono tutte negative il giorno 10 con valori di -1/-6°C in pianura, spesso sui -8/-12°C sotto zero in montagna, anche -14/-16°C nelle valli dolomitiche con punte di -20/-25°C sugli altipiani prealpini (-18,5°C ad Asiago e -26,1°C a Marcesina (Fig. 3a). L’ondata di freddo è di breve durata in quanto una nuova saccatura atlantica interessa la nostra regione l’11 Febbraio con deboli nevicate al mattino, anche moderate al pomeriggio. Le precipitazioni si verificano, mentre l’aria è ancora molto fredda, quindi nevica fino in pianura e la neve risulta soffice in montagna. Gli apporti sono di 5-15 cm sulla pedemontana. Il 12 si verifica la maggiore nevicata dell’inverno in montagna e nelle conche prealpine con 40/60 cm di neve in 12 ore, localmente fino a 70/75 cm con molte difficoltà per quanto riguarda il traffico. Ma anche in pianura la neve risulta copiosa, localmente fino a 20/25 cm tra il vicentino e alcune zone del padovano. In seguito a questo episodio il tempo si ristabilisce, anche se con qualche fenomeno convettivo per la presenza di aria assai fredda in quota (giorni 16 e 17). Il tempo freddo e in parte soleggiato si mantiene fino al 20 febbraio. Tra il 22 e il 25 un nuovo episodio perturbato alla discesa di una saccatura da Nord-Est e alla successiva presenza di un minimo depressionario sull’alto Tirreno riporta maltempo sul Veneto con pioggia, ma anche neve in pianura, specie tra Padova e il litorale orientale il giorno 22, poi dal 23 sera e soprattutto il 24 in montagna, in particolare sulle Dolomiti, dove cadono 30/40 cm di neve, assai meno sulle Prealpi, specie quelle occidentali. Complessivamente questo ultimo episodio porta da 15 a 50 mm di pioggia e da 20 a 60 cm di neve fresca. Tra il 26 e il 27 febbraio un ritorno da Est determina un nuovo lieve peggioramento, ma quasi esclusivamente sulla montagna, mentre il sole è presente in pianura. Il mese di febbraio risulta piuttosto freddo ed umido con molta più neve rispetto alla media, anche su alcune zone pianeggianti dove la neve compare gfino a 4 volte. In seguito il tempo si ristabilisce, anche se con un certo ristagno di umidità che impedisce alla nuvolosità di diradarsi del tutto, specie sui settori montani dove il tempo rimane uggioso, anche se assai meno freddo. Il mese di Febbraio risulta anormalmente freddo (vedere grafico dell’andamento dello zero termico misurato dai radiosondaggi di Udine - Fig. 3b) e frequentemente perturbato con apporti di neve o pioggia di 3 volte superiori alla media, salvo poche eccezioni.  

 

Fig. 3a e 3b

 t min

 ZT

Carte delle temperature minime del 10 febbraio 2013

Carta dell’andamento dello zero termico ad Udine - Febbraio 2013

In sintesi l’inverno 2012-2013 si caratterizza anormalmente perturbato e più freddo del solito, oltre che ad essere precoce. Il mese di dicembre e la prima decade di gennaio sono spesso perturbati con forti sbalzi termici, mentre dalla seconda decade di gennaio la stagione cambia offrendo qualche fase di tempo stabile, ma dal 12 di febbraio il tempo torna ad essere perlopiù perturbato e anormalmente freddo su quasi tutto il Veneto con vari episodi nevosi, anche in pianura. Complessivamente si sono verificate 43 giornate con configurazioni cicloniche, solo 15 di alta pressione dinamica (presente sia al suolo che in quota) responsabili di giornate generalmente belle, spesso anche meno fredde del solito. Infine 32 giornate miste con anticiclone al suolo e depressioni in quota o viceversa, quest’ultime associate a tempo variabile o buono.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

Questa pagina ti è stata utile?