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Sinossi Inverno 2021/22

Il trimestre invernale 2021-2022 è stato diverso rispetto a tanti altri inverni, con tre caratteristiche salienti: non particolarmente freddo, con diversi picchi di mitezza decisamente anomala, piuttosto siccitoso, con gran numero di giornate stabili e soleggiate e pochi episodi perturbati, particolarmente ventoso. Anomalia termica positiva che culmina l’ultimo giorno dell’anno con lo zero termico di Udine oltre i 3500 m alla sera e prosegue per gran parte di gennaio e di febbraio alle quote medio-alte della montagna veneta. Al contrario le numerose giornate stabili hanno determinato lunghi periodi d’inversione termica nelle conche prealpine e in pianura, specie nel catino bellunese interessato da una precoce e abbondante nevicata. In montagna l’andamento termico del mese di febbraio s’inflette ancora di più verso l’alto. In questo inverno non particolarmente freddo, ben tre volte lo zero termico sale oltre i 3500/3600 m, quote elevate considerando il periodo dell’anno. Per quanto riguarda le precipitazioni, l’inverno 2022 fa registrare apporti inferiori alla media stagionale ovunque, in maniera più netta in montagna rispetto alla pianura, con soli tre giorni realmente perturbati nell’arco di un intero trimestre. Il deficit di pioggia è spesso superiore al 40/50% e in alcuni casi anche del 60% rispetto alla media stagionale, in certi settori addirittura del 70%. Vale anche per la neve con sommatorie deficitarie a tutte le quote, eccetto nei fondovalle prealpini, dove l’insolita prima nevicata di dicembre ha determinato un accumulo significativo. In montagna i fenomeni o le fasi particolari da ricordare sono l’episodio nevoso dell’Immacolata, con nevicata copiosa in Valbelluna dove cadono 20-35 cm in meno di 10 ore; l’afflusso di aria calda in quota tra il 30 e 31 dicembre, con temperatura minima di 10.0°C sul Monte Avena e valori massimi fino ai 17.2°C a Bosco Chiesanuova, mentre nella bassa pianura sono appena superiori a 3/4°C; fasi molto ventose a tratti anche nelle valli. Altra particolarità che riguarda soprattutto la pianura, la minore frequenza delle nebbie, malgrado le numerose giornate di grande stabilità osservate.

Il mese di Dicembre 2021 inizia con una giornata di bel tempo, ancora fredda in pianura e in alcuni fondovalle, mentre un’avvezione di aria meno fredda da sud-ovest determina un forte rialzo termico notturno in quota. Il sole è ben presente, anche se si nota una crescente presenza di stratocumuli e di nubi medie, già al pomeriggio, ma soprattutto alla sera, quando deboli precipitazioni iniziano a cadere sui rilievi. Il giorno 2 un debole peggioramento avviene per il transito di un asse di saccatura. Piove in maniera sporadica in pianura, in maniera un po’ più diffusa sui monti, nevica a quote relativamente basse, localmente fino in Valbelluna per isotermia fredda. Il 3 residua nuvolosità notturna, poi il tempo migliora, ma risulta assai più freddo per irraggiamento notturno, anche il giorno successivo  appare bello e stabile, anche freddo in montagna con forti gelate notturne nei settori innevati. Queste due giornate di bel tempo invernali sono imputabili alla presenza di una dorsale, in attesa dell’arrivo di una veloce saccatura atlantica. Alla sera del 4 i primi segnali di un cambiamento si verificano con un po’ di neve fino sui 1000 m e qualche pioggia. Nelle prime ore di domenica il tempo peggiora ulteriormente con deboli piogge e neve fino sugli 800 m, localmente anche 600 m al mattino del 5 grazie all’ingresso di aria più fredda. Se la regione viene in parte risparmiata dalle precipitazioni, l’instabilità del pomeriggio determina rovesci sulla montagna veneta, nevosi fino sui 500 m, il settore più colpito è il Comelico e il Cadore con 20 cm di neve fresca attorno agli 800/1000 m. La perturbazione scivola velocemente verso levante e il giorno 6 tutta la regione si sveglia sotto un cielo sereno e le temperature sono scese sensibilmente, con diffuse gelate. Il bel tempo è connesso alla presenza di una dorsale post frontale che si è instaurata su tutto il nord Italia. Situazione che si ripete il 7 per la persistenza della dorsale, la notte è fredda senza nebbie e il giorno splendido con sole, aria tersa e ottima visibilità su tutta la regione. Alla sera il cielo tende a velarsi per l’arrivo di nubi alte stratiformi collegate a una depressione chiusa che dal Tirreno risale verso nord. Il giorno 8 la suddetta depressione determina un peggioramento del tempo, già dal primo mattino sulla parte meridionale della regione con piogge via via più diffuse e dalle ore centrali il peggioramento tocca anche la montagna veneta con neve dai 200 m in su. L’episodio di maltempo tocca tutta la regione con precipitazioni moderate, localmente abbondanti sulla fascia prealpina, anche la neve risulta abbondante fino a bassa quota sulle Prealpi, dove cadono da 30 a 35 cm di neve in Valbelluna e 35/45 cm a 1000/1400 m sull’Alpago. In pianura e sulle Dolomiti i fenomeni sono di minore entità e su quest’ultime la neve fresca e soffice raggiunge solo i 20/30 cm. Il giorno seguente (9 Dicembre) la depressione finisce di transitare a sud delle Alpi provocando ancora tempo perturbato sulla parte centro orientale della regione e sul Bellunese con piogge moderate tra il Trevigiano e l’Alpago e neve oltre i 300/400 m. Al pomeriggio esaurimento del maltempo ed estensione delle schiarite a gran parte della regione. Dal 10 un promontorio mobile nord Atlantico si espande sull’Europa occidentale, dove il tempo migliora in maniera sensibile. L’iniziale discesa di aria fredda provoca un calo delle temperature con gelate diffuse, anche forti nei settori innevati (6/8°C sotto zero, anche -10/-14°C in montagna attorno ai 1000/1500 m (fino a -20°C in Marmolada il giorno 11). Il freddo in alta quota non dura, mentre l’aria fredda sedimenta nei bassi strati e dal 12 Dicembre fa più freddo in alcuni settori della pianura e in Valbelluna rispetto alla fascia altimetrica superiore a 1000/1400 m n. Nella settimana che va dal 13 al 19 l’alta pressione imperversa determinando tempo molto stabile. Le nebbie radiative interessano la Valbelluna tutte le notti con temperature molto basse, ma in giornata si dissolvono lasciando spazio a giornate del tutto soleggiate sul Veneto, con forte escursione termica tra la notte, spesso fredda, e il giorno relativamente mite nei posti più assolati. In tutti questi giorni la nebbia interessa alcuni settori della pianura tra il 17 e il 19 e soprattutto i giorni 18 e 19, quando le temperature negative favoriscono il formarsi della galaverna su alcuni settori pianeggianti. In alcuni casi l’escursione termica è stata inferiore a 2°C oscillando tra -1 e 1°C. Fenomeno già presente in Valbelluna dall’inizio della settimana, tant’è che su alcuni settori in ombra della bassa valle, i paesaggi sono fatati grazie alla galaverna di notevole spessore che avvolge tutta la vegetazione (Fig. 1a). Il 20 il tempo rimane bello in montagna e spesso coperto sulla pianura centro-meridionale per nebbia, stessa situazione il 21 e il 22 per il perdurare della situazione anticiclonica. Fa freddo in montagna e il gelo persiste tutto il giorno nei settori in ombra, decisamente meglio per le minime in pianura, in quanto non gela ma il rovescio della medaglia riguarda le massime che rimangono basse a causa delle nubi basse o delle nebbie notturne. Il giorno 23 il flusso sud-occidentale tende a intensificarsi per l’avvicinarsi di una piccola saccatura che giunge sul Veneto nella serata del 24 ma senza nessun effetto, tranne il temporaneo aumento della nuvolosità. Il 25 notte piove su tutta la pianura meridionale del Veneto per la presenza di un piccolo minimo depressionario sull’Italia centrale, le temperature sono troppo alte perché possa trattarsi di un bianco Natale. Dal mattino, in montagna, è un giorno soleggiato e piuttosto mite per essere a fine dicembre. Gli effetti della piccola dorsale non garantiscono il ritorno del sole su tutta la pianura, dove alcuni settori rimangono sotto le nuvole responsabili della pioggia notturna. In parte della Valbelluna, il Natale è avvolto dalla nebbia dal mattino alla sera. Il 26 fa un po’ più fresco in montagna, ma non in pianura dove i massimi superano ancora i 10°C  sull’alto Trevigiano e oscillano tra 7 e 8°C altrove. Alla sera una nuova piccola ondulazione atlantica inserita in correnti nord-occidentali transita sulla nostra regione provocando qualche inavvertito fenomeno nella serata con qualche fiocco fino sui 1000 m sulle Dolomiti e qualche mm (1-2 mm) sulla pianura sud-occidentale, soprattutto sul meridione del veronese. Nella giornata del 27 il tempo torna a essere soleggiato grazie all’immediato ripristino del promontorio mobile nord-atlantico. Nei giorni seguenti l’inamovibile promontorio oceanico determina un’avvezione di aria gradualmente più mite in quota, addirittura eccezionalmente mite negli ultimi 2 giorni dell’anno 2021, però prima che questo avvenga, il 29 nel pomeriggio il cielo si copre per l’avvicinarsi di un fronte caldo, il cui transito serale provoca per circa mezz’ora  45 minuti piogge sulle Dolomiti e in parte anche sulle Prealpi con limite neve oltre i 2200/2300 m. I giorni 30 e 31, come già  anticipato, sono di nuovo molto stabili grazie a un promontorio che si posiziona di nuovo su gran parte dell’Europa occidentale determinando una fase di tempo eccezionalmente mite con lo zero termico che supera i 3500 m. Si tratta di un episodio tra i più miti in quota dal 1994 a oggi. Gela di notte su molti settori della pianura e nei fondovalle prealpini, ma non in alta quota, basti pensare che il 31 mattina si registrano 11°C di minima sul Monte Grappa, 9.9°C sul Monte Cesen, e ancora 5.9°C a Cima Pradazzo a 2200 m, mentre nello stesso tempo le temperature sono tra  i -3 e -4°C nei fondovalle prealpini e -1/-2°C sulla pedemontana e la pianura settentrionale e attorno a 0°C sulla costa tra Bibione e Jesolo. Questi ultimi due giorni dell’anno sono tra i più miti osservati in quota, mentre scendendo sotto i 1500 m, faceva più mite nella terza decade del 2015 e del 2016. I massimi toccano i 14/16°C sulla Pedemontana e sul settore settentrionale della pianura, invece culminano a 4°C sulla pianura meridionale. Pensare che il giorno 31 si osserva 16.1°C a 2000 m sul Monte Verena e 14,5°C ad Arabba, mentre ci sono 3.8°C a San Apollinare (Rovigo) e 3,9°C a Frassinelle Polesine, con nebbie persistenti.

Fig. 1

Fig. 1A1

Fig. 1B

Fig. 1A2

Fig. 1C

Foto della galaverna nei pressi di Feltre, venerdì 17 dicembre 2021 - (Fig. 1a1 e Fig. 1a2) 

Neve sotto un cielo sereno sulle Alpi e nebbie sulla pianura padano veneta il 19 dicembre 2021 (Fig. 1b)

Lo stesso giorno fa più caldo in montagna che non in pianura- (Fig. 1c)

Il mese di Gennaio 2022 inizia con una fase di ben tempo stabile e anormalmente mite, lo zero termico si mantiene oltre i 3000 m nelle prime ore dell’anno, prima di scendere e di ritrovare quote un po’ più consoni per il periodo. In ogni caso i primi 3 giorni dell’anno sono molto soleggiati in montagna, anche se con il passaggio di qualche velatura tra il primo sera e il 2 mattina, mentre in pianura si verifica l’insidia nebbia, ma non ovunque. La particolarità di questi primi giorni è come per i giorni prima di Natale, è l’incredibile inversione termica con -4.2°C  all’alba a Feltre e 9.2°C sul Monte Cesen, - 2°C a Castelfranco Veneto e 3.4°C sul Passo Falzarego. Il giorno 4 la nuvolosità predomina sul sole e il freddo notturno è minore. Il 5 il tempo peggiora e diventa perturbato su tutta la regione; l’assenza di freddo preliminare provoca un limite neve inizialmente oltre i 1100/1400 m sulle Dolomiti e 1500/1800 m sulle Prealpi. Al pomeriggio l’ingresso di aria fredda porta la neve in molti fondovalle dolomitici, mentre non scende sotto i 600/650 m sulle Prealpi. Si tratta di un episodio significativo con piogge medie di 20/30 mm, localmente fino a 50/60 mm sulle Prealpi vicentine e bellunesi, con 20/30 cm di neve a 1200/1500 m sulle Dolomiti e oltre 40/50 cm oltre i 1800 m tra Alpago e cime vicentine. Alle quote più basse il contributo pioggia determina apporti assai minori. Nei due giorni successivi una dorsale determina un netto miglioramento del tempo con sopraggiungere di aria fredda. Le gelate sono numerose, anche intensi nei settori nuovamente innevati (-10/-15°C in molte valli Dolomitiche e sugli altopiani prealpini. Il freddo persiste fino nella notte del 9, quando il cielo si copre per il passaggio di una piccola ondulazione d’alta quota, la quale genera un minimo depressionario a sud delle Alpi. Configurazioni che apporta un po’ di pioggia sulla provincia di Rovigo, ma non altrove. Il giorno 10 correnti settentrionali d’aria ancora un po’ umida determinano il transito di qualche corpo nuvoloso, senza fenomeni, in un contesto un po’ meno fresco per avvezione di aria polare marittima. Nei giorni successivi il promontorio nordatlantico, decisamente protagonista da 15 giorni, garantisce di nuovo qualche giorno di bel tempo inizialmente freddo, poi man mano più mite in quota, mentre l’inversione termica va crescendo alle quote più basse. Per l’ennesima volta la “North Atlantic Oscillation” con l’egemonia dell’alta pressione nord-atlantica in grado di determinare una latitanza invernale sull’Europa centro-occidentale, respingendo la depressione d’Islanda a latitudini molto più elevate e confina la circolazione polare a latitudini più settentrionali, prima di farla scivolare sui Balcani e sul Mediterraneo orientale. Una situazione abbastanza classica, già verificatosi in passato (per ricordo gli anni 1988,1989 e 1990 erano stati l’archetipo di queste fasi sinottiche invernali). In ogni caso dopo l’episodio pluvio-nevoso dell’8 Dicembre e la breve fase perturbata del 5 Gennaio, il dominio anticlonico è stato quasi sempre continuo fino a metà Gennaio e sembra che tale situazione possa continuare, considerando il predominio dell’alta pressione delle Azzorre rispetto alla depressione d’Islanda, il primo ridondante, la seconda effimera, si forma senza approfondirsi, prima di fuggire verso le Scandinavia. Dal 10, quindi, fino al 18 il tempo stabile imperversa, inizialmente freddo, poi dal 13 sempre più mite in quota, mentre le notti sono fredde nei fondovalle e in pianura. La mitezza si accentua fino al 15 con crescente inversione termica nei fondovalle, anche in pianura durante le ore notturne. (minimi di 5°C a Monte grande sui colli Euganei, mentre vi sono valor di -1/-2°C sulle pianure attorno ai colli). In quota fa di nuovo caldo, come il 31 Dicembre con valori di 14/15°C a 2000 m sulle Prealpi e di 11/13°C a 1200/1500 m. Il giorno 16 è la pianura che tocca i suoi massimi con punte di 14/16°C. Nella giornata del 17 calo termico in quota e qualche episodio di Foehn in alcune valli dolomitiche per transito di un veloce saccatura da nord, seguita da un’avvezione di aria fredda in quota. Il tempo rimane buono su tutta la regione e non ci sono variazioni termiche di rilievo su gran parte della nostra regione, eccetto in montagna oltre i 1500 m. Come l’anno precedente, si arriva oltre la metà di Gennaio senza che il lago di Alleghe sia completamente gelato, una concreta testimonianza di un inverno termicamente non del tutto invernale in montagna, almeno fino all’inizio della terza decade di Gennaio la fase anticlonico non cede, eccetto il giorno 20 quando un veloce fronte da nord-ovest valica le Alpi, seguito da una discesa di aria polare assai più fredda rispetto ai giorni precedenti. Il freddo si fa sentire in quota, assai meno nelle valli per generalizzato favonio e in maniera smorzata in pianura, in quanto il maggiore freddo scivola un po’ più a levante. Questa discesa di aria fredda proveniente dal nord Europa perdura fino al 23, poi l’alta pressione nord-atlantica spunta di nuovo su gran parte dell’Europa centro-occidentale e, con essa, il tempo risulta stabile, soleggiato, non particolarmente freddo, favorendo l’inversione termica in pianura e nelle conche prealpine. Il leitmotiv alta pressione atlantica sembra essere il filo conduttore sinottico di questo inverno e la situazione rimane tale fino al 27 con bellissime giornate in montagna, anche relativamente miti in quota, mentre nubi basse e nebbie interessano le conche prealpine e gran parte della pianura. Nei settori con cielo sereno di notte l’inversione termica torna a essere osservata dal 26. Il 28 risulta ancora stabile ma variabile e assai ventoso in seguito al transito di un fronte freddo da nord con favonio nelle valli montane e forti venti in quota. Il vento medio giornaliero supera spesso i 20/30 km/h in alta quota, addirittura i 30 km sul Faloria e i 46 km/h sulla Marmolada, anche superiori a 10 km/h su parte della regione di Rovigo. Nelle giornate del 29, 30 e 31 il promontorio mobile nord-atlantico favorisce giornate soleggiate e stabili con cielo sereno e presenza di qualche foschia o nebbie durante le ore più fredde tra alcune conche prealpine e settori pianeggianti particolarmente umidi durante le ore più fresche. I venti da nord continuano a spirare vigorosamente con valori medi di 34.7km/h sul Faloria e di 54.7 km/h sulla Marmolada (si tratta della giornata mediamente più ventosa). Le raffiche raggiungono i 110 km/h su Cima Pradazzo a 2200 m. L’ingresso di aria assai mite in quota riporta una certa mitezza diurna quasi ovunque con valori che toccano i 14/15°C in pianura e fino sui 10/12°C fino sui 1000/1200 m della montagna veneta il giorno 29. La carta regionale seguente delle temperature massime illustra questo andamento termico anomalo per essere nel mese di Gennaio (Fig. 2c), valori ben al di sopra delle medie normali, con scarto positivo più marcato in quota rispetto alle conche prealpine e alla pianura. Il mese di Gennaio finisce come era cominciato, vale a dire in un contesto termico particolarmente mite per questo periodo dell’anno.

Fig. 2a, 2b e 2c

Fig. 2A

Fig. 2C

Fig. 2B

Foto della neve caduta il 5 gennaio 2021 sulle Dolomiti  -  Falcade e Valfredda
( Fig. 2a e 2b)

Temperature massime osservate il giorno 29 gennaio 2022 sul veneto, gela ovunque
(Fig. 2c)

Il mese di Febbraio 2022, inizia con forti correnti da nord, Stau con abbondanti nevicate sul versante austriaco e favonio su quello italiano. Il cielo è coperto sulle Dolomiti settentrionali con burrasche di neve fino sui 1000/1400 m e qualche cm sulle vette. Il vento da nord soffia forte oltre i 1800/2200 m (raffica a 114 km/h sul Monte Tomba) e il Foehn si generalizza a molte valli alpine. In pianura la giornata risulta stupenda con sole e aria tersa in pianura, mentre alcuni annuvolamenti interessano le Dolomiti centro-settentrionali. Il 2 il tempo si presenta un po’ diverso per il transito di un fronte con Stau sul versante austriaco e muro del Foehn (cielo molto nuvoloso) che investe parte di monti veneti, con molta nuvolosità e neve portata dal vento fino sui 1000 m sulle Dolomiti, temporaneamente anche le vette prealpine più alte, mentre il tempo è bello soleggiato in pianura. Il Foehn fa salire le temperature in maniera assai sensibile nei fondovalle prealpini (fino a 15°C e sulla pedemontana). Si tratta di un’alta giornata molto ventosa in quota, anche nelle valli prealpine alla sera. Si rileva una raffica a 148 km/h alle ore 21 su cima Pradazzo e di 94 km/h a Belluno alle ore 17.45. Sono ormai 5 giorni che il vento soffia in maniera significativa sui monti veneti. Il giorno 3inizia con il sole ovunque, prima dell’arrivo di nubi alte che velano o coprono  parzialmente il sole nel pomeriggio. Alla sera l’ingresso di aria un po’ più umida determina la formazione di stratocumuli a ridosso delle Prealpi. Il 4 l’alta pressione mobile atlantica tende a schiacciarsi per l’avvicinarsi di una piccola ondulazione atlantica, senza effetti sulla nostra regione, dove il tempo rimane stabile e assai soleggiato, nonostante la presenza di banchi di nubi basse. Il giorno 5 risulta essere interlocutorio in attesa del transito dell’ondulazione atlantica, la quale transita provocando un lieve calo termico e un aumento della nuvolosità. Il giorno 7 un fronte freddo inserito in forti correnti settentrionali determina una situazione di Stau sul versante austriaco, con nuove nevicate sul versante nord alpino, ma anche sul versante italiano per profonda intrusione del muro del Foehn sul versante veneto. Pertanto in tarda nottata le nevicate giungono su buona parte delle Dolomiti oltre i 700/900 m, localmente anche su alcuni settori prealpini oltre i 1200/1500 m. Si tratta di apporti modesti con pochi cm, fino a 10 cm sui settori settentrionali, localmente anche 15 cm. In pianura la situazione è decisamente migliore con temporanei annuvolamenti, prima di una splendida giornata segnata dal ritorno del sole con aria finalmente tersa in relazione a una maggiore ventilazione. L’episodio si accompagna di un notevole calo termico (si passa in poche ore da -9.9°C a -19.9°C in Marmolada e da -1.2°C a -11.5°C sul Faloria) e da fortissimi venti da nord-ovest in quota con punte oltre i 120/130 km/h sulle cime dolomitiche e prealpine tra i 1800 e 2200 m (addirittura 153 km/h sul Col Rodella sul Sella Ronda) e raffiche di Foehn di 90/100 km/h in alcune valli. Il giorno successivo la situazione torna a essere anticiclonica con ritorno del tempo stabile e ben soleggiato, ma inizialmente freddo. Forte rialzo termico in alta quota con valori che risalgono di ben 10°C. La ventilazione rimane sostenuta in quota, ma i venti di Foehn si esauriscono. Nelle giornate del 9 e del 10 il sole la fa da padrone grazie a un consolidato promontorio di matrice atlantica. Nella giornata dell'11, il transito di una veloce saccatura con annesso fronte freddo provoca una breve fase di variabilità con annuvolamenti e debolissimi fenomeni. La caratteristica più rilevante è il nuovo calo termico in pochi giorni. Sulla Marmolada si passa da -20°C a 0°C, prima di riscendere a 15°C sotto zero. Variazioni termiche assai meno marcate nelle valli e alle quote medie. I giorni 12 e 13 sono all’insegna della stabilità per la presenza di una dorsale post frontale. Le temperature sono più basse grazie a un’avvezione di aria polare marittima. Stabilità e sole per 48 ore, in attesa dell’arrivo di una saccatura atlantica un po’ più profonda delle precedenti, responsabile del primo episodio perturbato dopo il 5 Gennaio. Il 14 il cielo si copre a partire dalle Prealpi e della pianura occidentale con prime precipitazioni, già al mattino sui Lessini e sulle Prealpi vicentine, nevose a bassa quota, qualche fiocco su Vicenza senza che questi attecchiscono, ma il limite è spesso oltre i 400/600 m. Al pomeriggio/sera lento peggioramento anche sulle Dolomiti con neve fino a fondovalle. Il 15 Febbraio maltempo su tutto il Veneto con piogge diffuse, più significative sui monti, dove il limite neve risulta piuttosto basso: 300/500 m, prima di rialzarsi fino sui 700/1000 m sulle Prealpi, ma non sulle Dolomiti. Cadono da 40 a 60 mm sulle Prealpi (punta massima di 64.6 mm a Valpore), 25/35 mm sulle Dolomiti, apporti minori sulle Dolomiti nord-orientali, con altrettanti cm di neve oltre i 1200/1500 m, anche di più in alta quota per neve soffice  (40/50 cm sulle Prealpi vicentine e sul basso medio Agordino, con punte di 60 cm in val del Biois a 1400 m), un po’ di più alle quote più alte per neve soffice, mentre la neve umida riduce gli spessori sotto gli 800/1000 m. In pianura i massimi apporti pluviometrici sono sulla pedemontana con punte di 35/45 mm, poi le quantità sono via via minori andando verso i settori meridionali della regione, con 10/15 mm, anche meno di 5 mm su gran parte della provincia di Rovigo. Si tratta del primo episodio dopo 40 giorni senza perturbazioni. La carta (Fig. 3b) mostra i cumuli di pioggia osservati tra il 14 e il 15. Il giorno seguente il vento da nord-ovest si scatena sui monti veneti con forti raffiche di Foehn nelle valli e fortissimi venti in quota. Si tratta dell’ennesimo episodio di questa stagione che rimarrà nella memoria collettiva dei montanari come uno degli inverni più ventosi osservati negli ultimi 30/40 anni. Nei giorni seguenti un promontorio mobile nord atlantico mantiene le condizioni di bel tempo osservate su tutta la regione, salvo qualche nebbia notturna su alcuni settori della pianura. Il fresco del giorno post maltempo, lascia rapidamente spazio a una finestra termica anomala per febbraio, con valori di 5/7°C superiori alla media. Le mattinate sono fresche, ma non ovunque, mentre i valori massimi sono elevati generando un contesto termico relativamente mite. Il giorno 22 un veloce fronte freddo da nord transita velocemente sul Veneto. Dopo il nebbione presente su alcuni settori della pianura al primo mattino, giunge da nord questo marcato fronte, dapprima sui monti con breve episodio di neve burrascosa fino sugli 800/900 m sulle Dolomiti, qualche rovescio (localmente temporalesco) sulle Prealpi con neve a 1000/1200 m, poi il tempo migliora nettamente con ingresso di aria assai fredda da nord e qualche episodio di favonio nelle valli. Nel contempo il fronte freddo prosegue verso sud provocando una linea d’instabilità con rovesci sparsi nel corso del pomeriggio. Il 23 risulta bello ma molto ventoso per ingresso di forti correnti settentrionali, ancora una volta il forte gradiente di pressione tra la saccatura balcanica e il promontorio mobile atlantica genera l’ennesima situazione particolarmente arieggiata sui monti veneti. Le giornate del 23 e 24 sono all’insegna del bel tempo grazie al promontorio atlantica. Fa fresco o freddo di notte e relativamente mite di giorni grazie al buon soleggiamento. Il 25 un nuovo fronte freddo in arrivo da nord-ovest (il secondo in 4 giorni) transita sul nord-est dell’Italia, dopo una mattinata soleggiata, le nubi arrivano sui monti con breve episodio di neve burrascosa e rinforzo dei venti, il fronte scorre sulla pianura in serata con una linea di rovesci, localmente temporaleschi tra le province di Treviso e di Venezia. Il vento si rafforza nettamente, specie sulla provincia di Rovigo con raffiche oltre i 97 km/h sul settore di porto Tolle - Pradon a inizio serata (tipica dinamica dell’incunearsi dell’aria fredda post frontale con annessi fenomeni di out flow in corrispondenza della linea d’instabilità). Nei tre giorni successivi il tempo torna a essere soleggiato grazie alla presenza di una dorsale, ma fa freddo di notte per la continua avvezione di aria fredda. La domenica 27, tuttavia, il cielo si annuvola un po’ con presenza di lee clouds (nubi di sottovento) per ingresso di aria un po’ umida da est, il vento continua a spirare in maniera sostenuta sul litorale adriatico. Sui rilievi alpini si verificano brevi burrasche di neve sulle cime più alte, ma si tratta di un qualcosa di assai effimero. Il freddo torna a essere pungente in alta quota, specie i giorni 26 e 27 con valori sotto i -20 in Marmolada, quando forti venti da nord spirano in quota e sulle dorsali prealpine. L’ultimo giorno del mese è particolare con ingresso di aria fredda negli strati medi al pomeriggi, il quale provoca annuvolamenti serali e calo termico su tutta la regione, di nuovo -20°C a 3200 m e -13/-14°C a 2200 m, anche in pianura il freddo viene avvertito con valori che si avvicinano allo zero entro la mezzanotte, specie sui settori orientali

Fig. 3a e 3b

Fig. 3A

Fig. 3B

Carta della velocità media giornaliera il primo Febbraio 2022 -  (Fig. 3a)

Carta del cumulo di precipitazioni osservate tra il 14 e il 15 Febbraio 2022 -  (Fig. 3b)

Conclusione

L’inverno 2021-2022 si distingue nettamente da una stagione fredda abituale. Nevicate precoci ed abbondanti dell’8 dicembre in montagna, grande mitezza di fine dicembre e del primo gennaio specie in alta quota, vento forte in quota, elevato deficit di precipitazioni.
Il vento. Vari episodi in gennaio, con ben 166 km/h rilevati a Ravales sulla Tofana il 17 gennaio, che risulta il terzo mese più ventoso (venti medi) sul Faloria negli ultimi 35 anni con ben 4.7 m di velocità media mensile (17 km/h), mentre i mesi più ventosi sono stati marzo 2005 con ben 19.8 km/h di vento medio mensile e dicembre 2009 con 18 km/h. Se consideriamo il trimestre appena trascorso, vi sono 11 giorni con raffiche superiori a 100 km/h a cima Pradazzo e 20 giorni oltre gli 80 km/h, considerando che a parità di quota non si tratta della stazione più ventosa in assoluto. 20 giorni su 92, vale a dire che un giorno su 4,5 è risultato per un verso o l’altro ventoso in quota, spesso annesso con venti di Foehn in alcune valli. Ancora più evidente appare l’estrema ventosità dell’inverno 2021-2022 con i dati della Marmolada con ben 47 giorni con raffica massima oltre gli 80 km/h e 19 giorni oltre i 100 km/h. Se consideriamo la provenienza del vento, nel 70% dei giorni di questa stagione, il vento proveniva dai quadranti settentrionali.
Deficit di precipitazioni. Un lungo periodo siccitoso si registra tra il primo dicembre e il 28 febbraio, ad eccezione degli episodi del 8 dicembre, del 5 gennaio e del 15 febbraio, non ci sono stati giorni di vero maltempo. Solo 3 giorni con precipitazioni vere e proprie in 3 mesi, pertanto il deficit di precipitazioni è assai considerevole rispetto alla norma.
La precoce nevicata. Nonostante questo nella memoria collettiva, almeno a bassa quota, rimarrà l’idea di un inverno precoce con la montagna che s’imbianca fino a bassa quota, già a inizio dicembre. La neve arrivata l’8 dicembre, particolarmente abbondante fino nei fondovalle prealpini rimane per più di un mese grazie alla stabilità del tempo e al perdurare dell’inversione termica.
Globalmente l’inverno 2021-2022 risulta meno freddo del solito e assai meno piovoso o nevoso rispetto alla norma per conto di una circolazione decisamente anomala rispetto a quella mediamente osservata sul nord Italia. Complessivamente la stagione presenta 4 giornate perturbate (4%) contro le 18 dell’anno precedente, due a dicembre, una a gennaio e una a febbraio. Le giornate variabili sono state 28 (30%) contro le 40 del 2020-2021 e danno prova di quanto la circolazione sinottica è stata meno ricca di saccature con alimentazione fredda sulla nostra regione. Infine le giornate di bel tempo dinamicamente anticiclonico sono state 60 (65%), quasi il doppio rispetto all’inverno precedente con 34 giorni stabili. Per avere un’idea dell’anomalia termica positiva nella libera atmosfera basta osservare le differenze della quota dello zero termico tra l’inverno 2020-2021 e quest’ultimo 2021-2022 dei radiosondaggi di Udine (Fig. 4a e 4b). L’inverno scorso i giorni con scarto negativo rispetto alla quota media dello zero termico erano stati ben 51, mentre quest’inverno si osservano soli 35 giorni. Ovviamente questo andamento risulta essere a favore degli scarti positivi, cioè 57 giornate con zero termico sopra la quota media. Gli scarti sono inoltre eccezionali, spesso oltre i 3000 m e in quota (Fig. 4b) i picchi positivi sono decisamente più marcati rispetto a quelli negativi.

Fig. 4a e 4b

Fig. 4A

Fig. 4B

Scarto della quota dello Zero termico nella libera atmosfera rispetto alla media 1974-2019 radiosondaggi di Udine

Trimestre Dicembre 2020 - Febbraio 2021 - Fig. 4a

Trimestre Dicembre 2021 - Febbraio 2022 - Fig. 4b

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

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