Vai al contenuto

Sinossi inverno 2018/19

Il trimestre invernale 2018-2019 inizia con un mese di dicembre tutto sommato piuttosto mite, nonostante alcune fasi fredde, e particolarmente secco. In questo contesto di venti predominanti da nord, vi sono alcuni episodi di Foehn, significativi quelli del 30 dicembre a Monte Avena e Settore di Gosaldo. In pianura il clima risulta meno umido del solito con poche nebbie. L’inverno non si affaccia realmente fino alla seconda metà del mese di gennaio, rimanendo asciutto e non particolarmente freddo, anzi, molti episodi di Foehn interessano le Alpi con intense correnti settentrionali, responsabili di un continuo maltempo per effetto Stau a nord delle Alpi con l’Austria sommersa da abbondanti nevicate. Nell'ultima decade di gennaio la nostra regione conosce la fase più fredda dell’inverno con un episodio nevoso che interessa alcune zone della pianura, i colli e la pedemontana, giusto prima dell’unico evento significativo di maltempo della stagione a inizio febbraio, con allerta meteo-neve in montagna. Dal 4-5 febbraio in poi il tempo torna ad essere come dicembre, caratterizzato da clima asciutto e anormalmente mite. Per gran parte della regione si tratta del terzo, o localmente secondo, mese di febbraio più mite degli ultimi 25 anni.

Il mese di dicembre 2018 inizia con una giornata variabile in seguito al transito di una debole saccatura atlantica, senza effetti sulla nostra regione. Tra il 2 e il 7 dicembre il tempo risulta perlopiù stabile e ben soleggiato, anche se nella notte tra il 3 e il 4 deboli burrasche di neve interessano le Dolomiti occidentali. Il giorno dell’immacolata (8 dicembre) un debole e veloce asse di saccatura determina un episodio piovoso (da 2 a 10 mm, localmente fino a 15 sulle Prealpi occidentali), unico episodio perturbato del mese con un pò di neve in montagna oltre i 1100/1400 m. La carta di analisi del GFS mostra la suddetta saccatura (Fig. 1a).  Al suo seguito correnti settentrionali d’aria più fredda giungono sul Veneto con forti venti in quota e episodi di favonio nelle valli sud-alpine. Dall’11 di dicembre il freddo si accentua e le gelate notturne, già osservate tra il 9 e il 10 su alcuni settori della pianura, tendono ad estendersi, anche sulle zone litorali. Tra l’11 e il 18 il tempo è buono, anche spesso soleggiato tra i monti e la pedemontana,qualche fenomeno di nubi basse in pianura. Il freddo si accentua per una discesa d’aria fredda di origine polare continentale. Il giorno 19 il freddo persiste a tutte le quote, mentre una saccatura atlantica giunge sul Veneto in serata, apportando deboli piogge sulla pianura, localmente moderate sul veronese e neve in montagna quasi ovunque; gli apporti sono di 8/15 cm sulle Prealpi occidentali e di 2/8 cm altrove, compreso il catino bellunese. Nei giorni successivi il sole ritorna, anche se con qualche settore interessato da nubi basse e dalle nebbie o foschie tra il 21 e il 23. Il giorno 24 una veloce saccatura da nord giunge sul Nord Italia con episodio di Foehn sulle Alpi e la pedemontana, mentre la pianura ritrova il sole. Nei giorni seguenti e fino alla fine del mese il tempo torna ad essere stabile grazie alla presenza di un promontorio di matrice atlantica, responsabile di una grande mitezza in quota, mentre fa più freddo nelle valli ed in pianura. Il sole imperversa in montagna, nubi basse e  nebbie in pianura. Dal 25 fino al 30 il tempo rimane stabile con giornate a tratti soleggiate, in alcuni momenti con il transito di nubi alte in montagna e di nubi stratiformi in pianura.Il giorno 26 l’anomalia termica a 850 hPa (1440 m circa) è tra i 6/8°C sopra la media del periodo (Fig. 1b). Il 30 una veloce saccatura da nord determina qualche burrasca di neve sulle Dolomiti settentrionali e Foehn nelle valli con punte di 8/9°C a 1000 m e di 14/15°C nelle conche prealpine, mentre fa un po’ più fresco in pianura. Forti venti interessano le vette alpine. Il giorno 31 un’avvezione d’aria mite riporta lo zero termico quasi a 3000 m con una certa mitezza in quota, mentre molte valli e alcuni settori della pianura sono interessati da inversione termica notturna.

Fig. 1a e 1b

Fig. 1a

Fig. 1b

Passaggio dell’unica vera saccatura atlantica del mese –

carta 500 hPa/ pressione suolo del 08/12 2018 - (Fig. 1a)

Temperature anomale a 1500 m di quota il giorno

26/12/2018  - (Fig. 1b)

Il mese di gennaio 2019 inizia con una splendida giornata di sole, eccetto qualche velatura al mattino e qualche cumulo verso nord. Il giorno 2 un fronte da nord giunge sul Veneto con un po’ di neve burrascosa sulle Dolomiti, i venti si rinforzano fino a tesi forti in quota, assieme ad episodi di Foehn nelle valli. I venti da nord si mantengono fino all’Epifania con diversi fronti che apportano molta neve sul versante nord delle Alpi, mentre il Veneto rimane sotto vento con clima un po’ più freddo. Tra il 6 e 12 gennaio vi sono giornate molto belle, soleggiate, con atmosfera cristallina. Freddo di notte con gelate e relativamente mite di giorno. Tra il 12 e il 13 tornano correnti da nord con una profonda saccatura sull'Europa orientale ed un'alta pressione atlantica; il forte gradiente barico determina intense correnti da nord con Stau sul versante austriaco (abbondanti nevicate sul versante nord delle Alpi), mentre una situazione di favonio imperversa sul versante italiano. Lunedì 14 il muro del Foehn si sposta leggermente più a sud, apportando un po’ di neve sulle Dolomiti, mentre altrove il tempo rimane soleggiato con clima diurno assai mite per il periodo. Tra il 15 e il 16 splendide giornate ovunque con clima freddo di notte, con diffuse gelate e relativamente mite di giorno.  Il giovedì 17 nuvolosità irregolare al mattino, poi il tempo peggiora per il passaggio di una saccatura atlantica che porta neve fino sui 400/500 m nel pomeriggio e la notte (5/10 cm, localmente fino a 15 cm sopra i 1200 m. In pianura piove con apporti medi di 5/8 mm). Nei giorni successivi il tempo torna ad essere bello e decisamente più freddo per un promontorio dinamico e correnti da nord-est. Le gelate notturne sono intense in montagna e forti in pianura (fino a -10/-13 sulla prima e localmente fino a -4/-5 sulla seconda). Il 23 di gennaio il passaggio di un minimo depressionario a sud delle Alpi provoca un lieve peggioramento del tempo con neve sparsa fino a bassa quota su parte del vicentino, del padovano e della trevigiana, cadono spesso tracce, ma anche fino a 2/3 cm, localmente fino a 5 cm tra la pedemontana ed alcuni fondovalle. In quota la leggerezza della neve favorisce accumuli di 8/10 cm. Concluso questo episodio il freddo s’intensifica (fino a -4/-6°C in pianura) con tre belle giornate (vedi le minime del 25 gennaio, Fig. 2a). Il sole splende, specie il giorno 26, quando il clima risulta più mite in montagna che non in pianura per Foehn. Il giorno 27 si assiste al transito di una veloce saccatura atlantica, responsabile di un peggioramento piuttosto significativo tra la pedemontana e la montagna veneta, specie sulle Prealpi orientali: nevica su alcune parti della pedemontana e soprattutto sulle Prealpi fino a fondovalle, localmente fino a 20/25 cm come a Belluno e a bassa quota in Alpago. La Fig. 2b fa vedere le precipitazioni cadute tra il 27 sera e le prime ore del 28 in cui, eccetto qualche precipitazione residua nella notte sui settori orientali e ancora nevosa fino nei fondovalle prealpini, il cielo rimane perlopiù coperto con brevi schiarite al pomeriggio. Lieve rialzo termico dopo diversi giorni assai freddi, anche uggiosi in pianura. La presenza di una piccola dorsale garantisce una giornata di bel tempo il 29 gennaio, mentre il 30 una nuova veloce saccatura, non profonda, causa un leggero peggioramento del tempo, soprattutto alla sera del 31 gennaio, quando nevischia fino sui 400/600 m a fine giornata.

Fig. 2a e 2b

Fig. 2a

Fig. 2b

Temperature minime  del 25 Gennaio 2019 - (Fig. 2a)

Precipitazioni  del 27-28 Gennaio 2019 su Veneto  - (Fig. 2b)

Il mese di febbraio 2019 inizia con un netto peggioramento del tempo (allerta neve in montagna) per l’arrivo di una profonda saccatura atlantica che tende ad isolarsi in depressione chiusa il sabato 2, prima di allontanarsi verso sud nel pomeriggio del 3. Le precipitazioni sono significative, anche assai abbondanti sulle Prealpi, specie i settori occidentali. Cadono da 30 a 40 mm sulla pianura meridionale, da 40 a 75 mm su quella centrale, fino a 100 mm sulla pedemontana, mentre la montagna viene copiosamente interessata con poche zone sotto gli 80 mm e quasi ovunque più di 100 mm, con punte di 150/180 mm e un massimo di 215 mm in Cansiglio (Fig. 3a). Gli apporti di neve fresca sfiorano i 70/80 cm a 1200 m, localmente oltre il metro di neve sull’Ampezzano e il Comelico a quelle quote. A 2000 m cadono da 1 metro a 130 cm di neve in tre giorni. Dal 4 il tempo migliora su tutta la regione con giornate di sole, inizialmente fredde di notte, ma relativamente miti di giorno grazie al generoso soleggiamento. Il tempo stabile si mantiene fino al 9. Il giorno 10 il tempo peggiora leggermente per il transito di una saccatura atlantica che passa velocemente con l’ingresso in tarda serata di correnti da nord nei bassi strati. L’11 il tempo tende a migliorare parzialmente con diradamento della nuvolosità, specie al pomeriggio, mentre forti correnti da nord s’instaurano in quota e il Foehn spira in molte valli fino sulla pedemontana. Dal 12 febbraio il tempo viene influenzato da un promontorio atlantico con iniziali correnti settentrionali d’aria fredda, ma ben presto l’avvezione d’aria di matrice oceanica favorisce l’ingresso d’aria sempre più mite, con rialzo termico e valori diurni che sono un anticipo della prossima primavera. Dal 14 l’avvezione d’aria mite in quota determina un rialzo termico, dapprima delle minime in quota ed in giornata anche delle massime a tutti i livelli. Nei giorni seguenti non gela più in pianura ed in quota, ad eccezione di alcuni fondovalle prealpini e delle valli dolomitiche innevate. (minime di +2/+3°C a 2000 m). In giornata si toccano i 15/18°C in pianura e nelle conche prealpine, i 12/14°C a 1000 m. La fase di bel tempo stabile perdura fino alla fine del mese con temperature anormalmente alte nelle giornate del 22, con punte oltre i 20°C in pianura e sulla pedemontana (22°C a Dolcè), fino a 18°C nelle conche prealpine e 15/17°C a 800/1000 m. Due giorni dopo le correnti da nord-est apportano aria fredda per il transito di una saccatura diretta verso i Balcani, ma si tratta di un breve intervallo, in quanto dal 25 i valori termici tornano ad aumentare. Durante questa fase lo zero termico rimane sopra i 3000 m per ben 5 giorni, situazione abbastanza eccezionale per il mese di febbraio, il quale risulta anormalmente mite nella seconda metà con un anomalia termica di 5/6°C sopra la media. Il giorno 27 risulta particolarmente mite con valori superiori a 23/24°C in pianura, fino a 21/22°C nei fondovalle prealpini (22.8°C a Feltre) e sui 15/17°C a 1000 m (18.1°C a Caprile e 17.5°C a Cortina d’Ampezzo). La carta del 27 febbraio mostra valori massimi ben al di sopra della media del periodo (Fig. 3b). L’ultimo giorno del mese l’avvicinarsi di una piccola depressione in quota, senza effetti, provoca una lieve flessione delle temperature in quota, ma ovunque i valori osservati rimangono sopra le medie del periodo.

Fig. 3a e 3b

Fig. 3a

Fig. 3b

Carta delle precipitazioni cadute tra il primo e il 3 febbraio 2019   -  (Fig. 3a)

Carta delle temperature massime osservate sul Veneto  - 27 Febbraio 2019  -  (Fig. 3b)

In sintesi il trimestre dicembre-febbraio 2018-2019 rimane nella mente collettiva come un inverno ritardato rispetto al calendario, il freddo stenta a farsi strada, mentre il clima rimane decisamente asciutto per il periodo. Scarsità di neve in montagna con la necessità di ricorrere alla neve programmata per aprire la stagione con il primo weekend di dicembre. La relativa mitezza perdura per gran parte del mese di dicembre e il Natale 2018 risulta essere mite quasi come il Natale precedente con un anomalia termica di 6/8°C in più rispetto alle medie. Il freddo, seppur non eccessivo, aumenta nel mese di gennaio anche se per tre settimane il tempo rimane asciutto. La prima nevicata si verifica l’ultimo weekend del mese con apporti irrisori sulle Dolomiti, mentre nevica assai di più tra la pedemontana e le basse quote prealpine. L’unico vero episodio di maltempo di questa stagione avviene con il primo fine settimana di febbraio, quando una depressione chiusa interessa gran parte del Veneto con due episodi distinti, nevosi fino a bassa quota nella fase iniziale, poi il limite si rialza sensibilmente, almeno sulle Prealpi. Seguono alcuni giorni piuttosto freddi e di stampo invernale, ma poi l’inverno ripiega nuovamente a latitudini più alte e dal 12 di febbraio la meteorologia veneta sembra prendere sempre più le sembianze della primavera con temperature che sfiorano i 18/20°C in pianura, fino a superare questa soglia nell’ultima decade del mese. Un inverno breve e assai asciutto, con poche ondate di freddo e due soli veri episodi nevosi. Infine il mese di febbraio risulta assai poco invernale, addirittura quasi primaverile nella terza decade con diversi giorni assai miti. Complessivamente nell'ultimo inverno si sono verificate 15 situazioni con configurazioni dinamicamente cicloniche, cioè due volte più dell’inverno 2016/2017 e un po’ meno rispetto al precedente (16 giorni di basse pressioni dinamiche fra dicembre e febbraio). Si sono registrate 39 giornate di alta pressione dinamica (presente sia al suolo che in quota), assai meno rispetto all’inverno 2016-2017. Le giornate miste di alta pressione al suolo e bassa in quota o viceversa sono state assai numerose (38 nella stagione) dando luogo a tempo variabile, a volte anche buono/discreto.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:56

Questa pagina ti è stata utile?