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Sinossi primavera 2023

La primavera 2023 ha registrato temperature medie trimestrali pressoché in linea con la norma o appena sotto.

Per quanto riguarda le precipitazioni, maggio è stato il mese più piovoso con il maggiore numero di giorni di maltempo: 8 contro i 6 del bimestre precedente e con i due terzi delle precipitazioni dell’intera stagione in pianura.

Anche la neve è risultata deficitaria con apporti inferiori alla media: circa il 30% in meno oltre i 2000 m e fino al 70% nelle valli. A fine stagione il cumulo di neve fresca evidenzia un deficit finale di 160-170 cm di neve fresca in quota (attorno ai 2000-2200 m ed oltre), di 130 cm a 1600 m e di 70-100 cm nei fondovalle delle Dolomiti (base dati 1991-2020).

Marzo 2023

Il mese di marzo 2023 inizia con il passaggio tra la notte e il mattino di una discontinuità legata al minimo depressionario che sosta sul medio Tirreno, responsabile di un episodio piovoso in pianura, specie sui settori meridionali, mentre lo stesso fronte da nord nord-est salta quasi del tutto la pianura settentrionale e la montagna veneta con precipitazioni assenti o irrilevanti. Il 2, nonostante la residua circolazione depressionaria mediterranea, il tempo torna a essere più stabile e assai meno fresco, anche se l’irraggiamento notturno favorisce le gelate fino nei fondovalle sui monti veneti, localmente anche sulla pedemontana. La presenza del nucleo di aria fredda in quota mantiene comunque temperature basse in alta quota (-5/-7°C a 2000 m e -13°C in Marmolada). Tra il 3 e il 4 la depressione continua a colmarsi, mentre l’alta pressione mobile nord-atlantica tende a espandersi verso est richiamando correnti nord-orientali di aria assai più secca sul Triveneto. Pertanto il tempo tende a migliorare, rimane ancora freddo in alta quota, ma si mitiga in pianura e nelle valli, grazie al buon soleggiamento e all’allungarsi delle ore diurne. Il 5 il promontorio atlantico fa affluire aria secca e decisamente più mite sull’Italia settentrionale, dove la giornata risulta splendida sia in montagna che in pianura. Le temperature massime subiscono un impennata con punte di 16/17°C in pianura, 10/12°C a 1000 m. Cosa che era già avvenuto in parte in quota il giorno prima, in quanto l’avvezione di aria più mite era stata anticipata oltre i 1000 m. Il giorno 6 una saccatura sull’Europa centro-orientale lambisce il settore settentrionale delle Dolomiti con qualche debole precipitazione, nevosa fino sui 1000 m, in valle si tratta solo di qualche fiocco per il flusso nord-orientale. Nei giorni seguenti correnti zonali di matrice oceanica interessano il Veneto. Si tratta di una rapida successione di piccole dorsali e di veloci saccature, i cui centri motori (depressioni principali) sono e rimangono molto distanti, tra il nord delle isole britanniche e la Scandinavia. Pertanto il passaggio delle ondulazioni associate alle suddette depressioni principali provoca solo qualche annuvolamento medio-alto e lunghi momenti di tempo buono/discreto, anche soleggiato sulla maggiore parte del Veneto. In alcune giornate il contesto termico risulta quasi primaverile, come nelle giornate del 10 e 11 quando i valori massimi raggiungono i 21/22°C in pianura, i 17/19°C nelle conche prealpine i 12/14°C a 1000-1200 m. (esplosione della fioritura dei frutteti). In tutti questi giorni, le precipitazioni rimangono del tutto latitanti. Al pomeriggio dell’11 un fronte freddo si addossa alle Alpi, ma senza effetti sulla nostra regione,se non un netto rafforzamento dei venti da nord-ovest nella notte tra l’11 e il 12 e un episodio di favonio nelle valli. Il 12 il tempo torna a essere discreto/buono con calo delle temperature in quota, assieme a una sentita ventilazione sulle cime alpine, mentre il sole del mattino lascia spazio a qualche cumulo pomeridiano in pianura. Il 13 una saccatura atlantica si approfondisce sulla Francia, prima di transitare sulla nostra regione nella giornata del 14 dapprima con piogge frontali che scivolano da ovest verso est, trattandosi di fenomeni diffusi, localmente a carattere di rovescio e singolarmente anche temporaleschi. Al pomeriggio l’ingresso in quota di aria fredda post frontale provoca instabilità con nuovi rovesci. Il limite della neve inizialmente tra i 1900 sulle Prealpi e 1500 m sulle Dolomiti scende al pomeriggio sera fino sui 1200-1400 m. Gli apporti pluviometrici sono assai variabile, anche per la componente d’instabilità. Assenti su gran parte della provincia di Rovigo, deboli su un terzo della regione, ma su alcuni settori interessati da rovesci temporaleschi cadono fino a 20-30 mm e localmente oltre 50 mm. Nella notte tra il 14 e il 15 ultime precipitazioni prima che il minimo si allontani verso levante. Nei giorni seguenti una dorsale di matrice mediterranea riporta tempo stabile e quasi primaverile sulla nostra regione. Il tempo risulta perlopiù soleggiato, nonostante il transito di qualche velatura. Il livello termico risale fino a culminare nella giornata del 18, quando vengono rilevate temperature di 16/18°C in pianura e in alcune conche prealpine e di 12/14°C a 1000-1200 m. Il 19 una depressione sulla parte centrale dell’Italia risale verso nord-est, ma non a sufficienza per determinare un reale peggioramento del tempo sul Veneto. Il sole, a tratti velato interessa le Alpi, la pianura viene interessata da nubi medio-alte stratiformi e la parte meridionale della regione vede la nuvolosità intensificarsi in serata con piogge deboli ma diffuse (2-4 mm, fino a 8 mm a Porto Tolle). Il giorno 20 una dorsale si ristabilisce riportando tempo buono e stabile sulla parte centro-settentrionali della regione, mentre nelle prime ore (tra la notte e la mattina), la suddetta depressione determina una residua perturbabilità sul Delta del po’ fino a Rovigo (altri 1-4 mm). Piogge che non permettono di risolvere in nessun modo la situazione di crisi idrica nella quale si trova gran parte del nord Italia. Nelle giornate successive (20-23) un promontorio mobile di matrice oceanica (Fig. 1a) garantisce giornate in prevalenza soleggiate, nonostante il transito di velature, a tratti estese. Le temperature raggiungono livelli decisamente alti per il periodo con punte di 22/23°C in pianura tra i giorni 22 e 23, superando i 20°C nelle conche prealpine e i 15/17°C a 1000-1200 m sulle Alpi venete. Non è la prima volta che vengono raggiunti tali livelli nella terza decade di marzo, ma lascia sempre una impressione di primavera anticipata, tanto più in questo uscire dell’inverno 2023, che la scarsa neve in rapida fusione offre un immagine della montagna veneta assai particolare. Nella giornata del 24 il geopotenziale subisce un lieve cedimento, mentre correnti sud-occidentali di aria gradualmente più umida si affacciano sul Veneto, ma si tratta di nubi senza fenomeni, se non qualche goccia o fiocco serale sulle estreme dolomiti settentrionali alla sera. Il 25 una linea d’instabilità transita sul Veneto al primo mattino con qualche rovescio sulla provincia di Belluno, nevoso oltre i 1900 m. In seguito correnti nord occidentali irrompono sul Veneto con cielo sereno e primi cumuli al mattino. Con il passare delle ore l’attività cumuliforme cresce e con essa si verificano rovesci sparsi generati nel settore di convergenza tra montagna e pianura. Infatti nascono sulle Prealpi a ridosso della pedemontana per poi scivolare sull’alta pianura in direzione della costa orientale. Un breve temporale interessa Treviso con locale grandinata. Il 26 una veloce saccatura atlantica, approfonditasi sulla Francia, giunge sulla nostra regione nel pomeriggio con peggioramento del tempo. Si tratta di un veloce passaggio con diffuse piogge dapprima sui monti, poi in pianura, con rovesci localmente temporaleschi. Cadono mediamente da 5 a 15 mm, localmente fino a 25-30 mm in caso di forte rovescio temporalesco, con un massimo di 35 mm al rifugio la Guardia (VI). Il calo termico riporta la neve fino sui 1200-1400 m con apporti di 10-15 cm a 2000 m, localmente fino a 20 cm sulle Dolomiti. Il 27 correnti settentrionali abbastanza intense, fino a 80-90 km/h e raffiche a 110-120 km/h in quota, mentre il Foehn imperversa nelle valli e i venti da nord si avvertono in pianura. Il sole prevale, anche se con addensamenti irregolari e neve burrascosa al mattino sulle Dolomiti. L’aria diventa tersa e la visibilità ottima. Nella giornata del 28 il freddo porta un brusco colpo d’arresto alla mitezza dei giorni passati, le gelate sono diffuse in montagna, localmente osservate anche in pianura. E i valori termici diurni sono anche loro in temporaneo calo. Il tempo risulta stabile e fa particolarmente freddo in alta quota (-20°C in Marmolada). Nella notte tra il 28 e il 29 un debole fronte transita da nord-ovest provocando un breve episodio nevoso al primo mattino sulle Dolomiti settentrionali, i fiocchi scendono localmente fino a 800 m. Altrove qualche annuvolamento seguito da giornata di bel tempo, anche sulle Dolomiti, dove persiste qualche annuvolamento sulle cime, ma il sole prevale e le temperature sono in netto rialzo. Il 30 risulta essere leggermente anticiclonico grazie alla presenza di una temporanea dorsale. Il sole predomina su tutte le zone, anche se con una leggera attività cumuliforme pomeridiana, ma senza fenomeni. L’ultimo giorno del mese è interessato da una piccola ondulazione atlantica in corrispondenza del transito di un fronte freddo che giunge sulla nostra regione in serata sulle Alpi. Pertanto il cielo è inizialmente sereno o poco nuvoloso, ma tende ad annuvolarsi sempre di più, specie sui monti, dove le piogge cadono tra il tardo pomeriggio e la sera e la neve scende di nuovo fino sui 1500-1600 m. Gli apporti sono modesti:2-6 mm, solo localmente fino a 10-12 mm. Altrove i fenomeni sono pressoché assenti, nonostante l’aumento della nuvolosità a fine giornata. Il deficit di sole rispetto ai giorni precedenti determina una leggera flessione delle temperature, però garantisce ancora una relativa mitezza per essere a fine Marzo. Il mese di Marzo risulta molto più secco del solito e anche assai meno fresco, il grafico della quota quotidiana dello zero termico nella libera atmosfera del mese testimonia del’assenza di ondate di aria fredda e a contrario evidenzia la persistenza di masse d’aria relativamente miti per il periodo, specie tra il 10 e il 24 Marzo (Fig. 1b).

Fig. 1

Carta della pressione al suolo e geopotenziale a 500 hPa del 22 marzo 2023 - Fig. 1a

Andamento della quota zero termico nella libera atmosfera a Udine Rivolto – marzo 2023 - Fig. 1b

Aprile 2023

Il mese di aprile 2023 inizia con un fronte freddo che finisce di transitare sulla nostra regione. Pertanto il tempo migliora già nella notte sulle Dolomiti, mentre finisce di piovere sulle Prealpi nel corso della mattinata. In seguito la presenza di aria fredda in quota e i tratti soleggiati favoriscono un po’ di convezione con crescente attività cumuliforme, responsabile di isolati piovaschi qua e là, ma sono fenomeni assai rari. Tale situazione si verifica soprattutto nelle zone di convergenza: pedemontana e litorale, prima che il flusso faccia scivolare verso sud-est gli addensamenti senza più fenomeni associati. Il 2 le correnti settentrionali continuano a scendere sull’Italia apportando aria più fresca, mentre una leggera curvatura ciclonica favorisce di nuovo una certa attività convettiva, più presente sulla parte centro-occidentale della regione, dove nasce una squall line (linea di rovesci, localmente temporaleschi) nel pomeriggio, la quale scivola verso sud-est interessando la parte più occidentale del Rodigino, e soprattutto quasi tutta la provincia di Verona con diffusi rovesci e qualche temporale, cadono perlopiù pochi mm, ma localmente fino a 15-20 mm con un massimo di 25 mm a Marano di valpolicella. Il 3 inizia con un cielo del tutto sereno ovunque grazie alla discesa di aria più secca e fresca da nord nord-est. Il contesto termico è fresco al primo mattino, anche un po’ freddo in montagna, con brinate fino nei fondovalle prealpini, diffuse gelate oltre gli 800-1000 m in montagna e addirittura -13.8°C in Marmolada. Il sole mitiga il contesto termico diurno e genera un po’ d’instabilità serale sulle Prealpi centro-occidentale, con qualche rovescio, nevoso fino sui 900-1000 m. Il giorno 4 il tempo è stupendo con sole, cielo terso e aria limpida, solo isolati cumuli nelle ore più calde su alcuni settori prealpini. Il freddo del primo mattino è relativamente intenso (-17,5°C in Marmolada e -10/-11°C sui passi dolomitici). Le gelate sono diffuse in montagna, localmente anche in alcuni settori freddi della pianura. In giornata il freddo si mantiene in alta quota, mentre il sole consente una relativa mitezza nei fondovalle e in pianura (11/13°C). Tutto questo legato ad una discesa di aria polare, ben visibile sulla carta a 850 hPa (Fig. 2a). Sulla carta si vedono le isoterme -6°C a 1440 m sulle Dolomiti e -10°C a 1480 m sul settore Austriaco. Tra il 5 e il 9 una goccia fredda situata sui Balcani continua a dirigere aria fredda sulla nostra regione, sebbene non particolarmente umida. Pertanto il tempo si mantiene piuttosto stabile, anche se non del tutto soleggiato per il transito di corpi nuvolosi che viaggiano da nord nord-est verso sud sud-ovest. In montagna il tempo è più nuvoloso, ma i rari fenomeni si verificano in pianura, dove dopo il sole iniziale qualche annuvolamento riesce a dare luogo a qualche piovasco (1-3 mm, localmente fino a 5-6 mm), si tratta di fenomeni assai sporadici. Nelle giornate del 10 e 11 il tempo migliora nettamente grazie all’ingresso di correnti zonali subtropicali di matrice oceanica e a una curvatura che diventa anticiclonica. Tale situazione riporta condizioni prettamente primaverili sulla nostra regione e le temperature risalgono sfiorando i 13/14°C a 1000-1200 m, i 16/17°C nei fondovalle prealpini e i 19/20°C in pianura. Il 12 una saccatura atlantica si avvicina alla nostra regione con richiamo di aria umida da sud-ovest, entro la sera il tempo peggiora sui settori occidentali. Dalla notte del 13 fino alle prime ore del 14 il tempo risulta perturbato a causa del transito del fronte freddo. Piove ovunque con apporti di 5-15 mm su molti settori della pianura, eccetto il delta del Po che rimane un po’ marginale. In montagna e sulla pianura orientale le precipitazioni sono un po’ più copiose, in quanto vi sono rovesci, localmente temporaleschi. L’ingresso di aria fredda riporta la neve sopra i 1000 m, ma i fiocchi scendono localmente fino sui 700-800 m. Gli apporti di neve fresca sono di 5-20 cm a 1200-1400 m e raggiungono localmente i 25-30 cm a 2000 m. Nei giorni successivi il tempo si ristabilisce in parte, anche se la presenza di una residua circolazione ciclonica mantiene una lieve instabilità pomeridiana per la presenza di aria fredda in quota. Di conseguenza qualche annuvolamento si forma, ma si tratta di un attività cumuliforme di limitato sviluppo ed i fenomeni sono molto rari (provincia di Treviso il 15), ma la tendenza è al miglioramento grazie all’affermarsi di un promontorio atlantico, il quale si afferma ulteriormente nelle giornate del 17 e 18 con rialzo termico. In seguito una goccia fredda scende dal Baltico verso l’Europa centrale richiamando correnti meridionali sulla nostra regione; inizialmente l’aria umida è confinata sulla pianura, dove la nuvolosità aumento con piogge a carattere di rovesci sparsi. Cadono da 1 a 5 mm, localmente fino a 15-18 mm tra la provincia di Rovigo e di Treviso (18.6 mm a Castelnuovo Bariano e 13 mm a Farra di Soligo). Il giorno dopo l’influenza del suddetto minimo d’alta quota è assai più significativa con piogge più cospicue che si estendono anche alla montagna, specie tra il tardo pomeriggio e la sera, quando le piogge tendono a essere diffuse e moderate. Le temperature conservano un buon livello, nonostante le condizioni di tempo instabile/perturbato, grazie al mantenersi di correnti sud-orientali (lieve scirocco). Il 21 la goccia fredda scivola verso la Francia, ma lascia una scia di aria fredda sui rilievi alpini, dove il tempo risulta particolarmente perturbato al mattino, soprattutto sulle Dolomiti occidentali e le Prealpi centro occidentali. La neve scende fino sui 1300-1500 m, localmente fiocca fino sui 1100 m, senza che attecchisca. Ad Arabba cadono 23 cm di neve fresca, a 2000-2200 m fino a 30 cm e a Ravales a 2600 m sopra Cortina, anche 46 cm. In pianura la situazione migliora, già in mattinata, prima che ampi tratti soleggiati si delineino ovunque al pomeriggio ed alla sera. Il 22 il tempo è buono ovunque con mattinata fresca e ben soleggiata, mentre qualche addensamento si forma sui monti nelle ore più calde, ma senza altro effetto che ridurre parzialmente il soleggiamento, specie sulle Prealpi. Il 23 una saccatura in approfondimento sulla Francia richiama aria umida da sud-ovest, la nuvolosità aumento un po’ sulla pianura, senza che accada niente. Diversamente risulta la situazione in montagna, dove il transito di un primo asse di saccatura provoca un lieve peggioramento al pomeriggio e alla sera. Peggioramento che perdura nella notte del 24 e si espande anche alla pianura. Le precipitazioni sono particolarmente significative sulle Prealpi occidentali e sul Cadore (15-20 mm, localmente fino a 30-35 mm), meno altrove (10-15 mm), specie sul sud della Regione (2-5 mm). In montagna la neve cade sopra i 2100-2200 m il giorno 23 per l’avvezione di aria mite, mentre scende fino a 1500-1600 m nel primo mattino del 24, localmente i fiocchi sono avvistati fino a 1200-1400 m sulle Dolomiti. Il 25 l’ingresso di correnti settentrionali di aria più fresca, preceduto dal transito di un fronte freddo, particolarmente attivo sulla pianura, determina una fase di tempo perturbato instabile sulle pianura, dove il tempo risulta in parte perturbato con diffusi temporali tra la pedemontana e la pianura centrale. Fase instabile che scorre da ovest verso est tra le 6 del mattino e le ore centrali del giorno, prima di un temporaneo miglioramento, seguito da brevi fasi instabili per transito di impulsi umidi da nord-ovest. Nel contempo il tempo migliora sulle Dolomiti, dove l’ingresso di aria più secca e più fresca determina un rapido diradamento delle nubi al mattino, prima di una modesta attività convettiva, responsabile di qualche raro e modesto piovasco. Il freddo riconquista l’alta montagna con valori piuttosto bassi oltre i 3000 m (-13.3°C alla sera sulla Marmolada). Complessivamente in questi cinque giorni, le piogge risultano essere le più abbondanti da molto tempo con cumuli medi di 30-40 mm, localmente oltre i 60-70 mm, fino a un massimo di 98 mm a Passo Xomo (Prealpi vicentine). Le uniche zone rimaste un po’ marginali al maltempo sono il delta del Po’ parte della provincia di Venezia, Est padovano e sud Treviso, dove cadono meno di 5-10 mm (Fig. 2b). Il 26 risulta molto soleggiato con discesa di aria secca da nord-ovest per l’instaurarsi di un promontorio mediterraneo. Al mattino le temperature sono piuttosto basse nei settori interessati dal buon irraggiamento notturno, con gelate in montagna fino sugli 800 m e brinate in alcuni fondovalle. Poi il generoso soleggiamento garantisce un sensibile rialzo termico diurno. L’aria è particolarmente tersa e la visibilità ottima ovunque: 18/19°C in pianura, 15/17°C nei fondovalle prealpini e 11/14°C a 1000-1200 m. Il giorno 27 il tempo stabile perdura grazie al consolidarsi del promontorio di alta pressione. Pertanto il tempo rimane stabile e il sole predomina al mattino, prima che l’attività cumuliforme si sviluppi senza dare luogo a fenomeni. Il cielo tende anche a velarsi su gran parte della regione dal primo pomeriggio in poi. Le temperature aumentano leggermente. Il giorno 28 nuvolosità stratiforme legata al passaggio di una piccola ondulazione a nord delle Alpi, la quale determina qualche deboli piogge sulle Dolomiti, ma non altrove. Le temperature aumentano in pianura e calano leggermente sui monti per deficit di sole. Il 29 il promontorio mediterraneo resiste, ma il flusso sud-occidentale determina un’avvezione di aria assai umida, responsabile del transito di molte nubi stratiformi sia alte che medie con forte deficit di sole, ma il tempo risulta stabile e le temperature rimangono relativamente alte, seppur in leggera flessione. L’ultimo giorno del mese, cedimento del promontorio e flusso zonale con maggiore umidità, pertanto la nuvolosità tende a intensificarsi e nella seconda parte del giorno vi sono rovesci sparsi, specie sui monti e sulla pedemontana trevigiana. Cadono da 2 a 5 mm, localmente fino a 15 mm in quota tra Borca di Cadore e San Vito e 10 mm in val d’Astico. Le temperature rimangono comunque su valori leggermente superiori alla media del periodo, nonostante le nubi e i focolai d’instabilità.

Fig. 2

Temperature nella libera atmosfera alla quota di circa 1450 m il 4 aprile 2023 alle ore 5 locale. Modello Arpège archivio - Fig. 2a

Cumuli di precipitazioni al livello regionale tra il 20 e il 24 aprile 2023 - Fig. 2b

Maggio 2023

Il mese di maggio 2023 inizia con l’arrivo di un’asse di saccatura sul Mediterraneo e con la formazione di una depressione al suolo sul centro Italia. Configurazione che determina un peggioramento del tempo, dapprima con crescente nuvolosità e da metà pomeriggio in poi prime precipitazioni sulla pianura, in estensione ai monti nel tardo pomeriggio/sera. Si tratta di piogge via via più diffuse ma perlopiù deboli (2-5 mm), eccetto sui settori meridionali della regione, dove gli effetti della depressione sono assai più dinamici, con apporti compresi tra 10 e 15 mm. Nella giornata del 2 il tempo risulta perturbato, anche fortemente sulla parte centro-meridionale della regione. La depressione centrata sulla Toscana richiama correnti nord-orientali di aria satura di umidità. Il vento risulta forte sul litorale tra Chioggia e il delta del Po con venti medi di 50 km/h e raffiche fino sugli 80 km/h. Piove continuamente per 24 ore, in maniera debole sulle Dolomiti, a tratti moderatamente sulle Prealpi e in maniera più significativa in pianura, dove pioggia e vento determinano condizioni assai insolite in questo periodo per il fatto che si tratta di un evento perturbato piuttosto duraturo (36/40 ore di pioggia continua). Cadono da 2 a 8 mm sui rilievi veneti, eccetto i 20 mm di Valpore, sulla pianura centro-settentrionale da 10 a 20 mm, localmente fino a 25 mm sui colli Euganei, in fine la parte meridionale pianeggiante riceve 30-40 mm, localmente quasi 50 mm con una punta massima di 47.8 mm a Porto Tolle. Nella giornata del 3 la depressione tende a scivolare verso sud. Pertanto si osserva qualche residua pioggia nella notte, localmente fino al mattino sulla pianura centro-settentrionale. In esaurimento ovunque entro le ore centrali del giorno. La nuvolosità si dirada rapidamente sui monti lasciando spazio a ampi tratti soleggiati, alternati a transito di nubi medie, mentre il cielo rimane ancora assai nuvoloso sulla pianura. Rialzo delle temperature massime ovunque. I giorni 4 e 5 sono interessati da una dorsale di matrice mediterranea che consente un’avvezione di aria assai più mite e soprattutto più secca sulla nostra regione, dove le temperature risalgono sensibilmente nelle ore diurne. Si superanno i 25/26°C in pianura, i 24°C nelle conche prealpine e i 21/22°C a 1000/1200 m nelle valli dolomitiche. Aria primaverile che favorisce e accelera il risveglio vegetativo in media montagna. Nei giorni 6 e 7 il transito di un asse di saccatura e il forte riscaldamento diurno provocano una certa instabilità convettiva. Nel pomeriggio del 6 i fenomeni si verificano esclusivamente sui rilievi con rovesci, localmente temporaleschi. Gli apporti sono molto irregolari da 1 a 5 mm nella maggiore parte dei casi, localmente 10 mm sull’altopiano di Asiago, il massime è raggiunto al confine con l’Austria a Malga Campobon a San Pietro di Cadore. Il 7 situazione simile al giorno precedente con instabilità convettiva al pomeriggio e in prima serata con rovesci e temporali sulle Prealpi occidentali e sulla pedemontana adiacente, con apporti massimi di 25/30 mm. Anche sulle Dolomiti si osservano rovesci, ma si tratta perlopiù di piovaschi, in quanto la convezione non è così marcata. Su gran parte della pianura veneta, in entrambi le giornate, il tempo rimane soleggiato, caldo e stabile con punte di 26/27°C e una punta di 28°C a Trebaseleghe (PD). L’8 una piccola goccia fredda transita velocemente a sud delle Alpi, prima di scendere verso il Tirreno, nello stesso tempo una lieve avvezione di aria più fresca legata a una saccatura, in approfondimento sui Balcani, lambisce il Triveneto. Pertanto il tempo è variabile, a tratti instabile con piogge, anche a carattere di rovesci, localmente temporaleschi sulla Pedemontana con apporti pluviometrici che toccano i 30-35 mm tra Rosà e Cittadella. Il 9 una saccatura atlantica preceduta da correnti sud-occidentali si avvicina al Veneto, dapprima con aumento della nuvolosità, senza precipitazioni, eccetto prime piogge serali sui rilievi, specie quelli dolomitici. Il 10,11 e 12 la suddetta saccatura interessa direttamente la nostra regione con uno spiccato episodio di maltempo. Si alternano fasi perturbate e instabili per tre giorni, con cumuli di pioggia assai significativi, come si può vedere sulla carta regionale dei cumuli (Fig. 3a). I cumuli di pioggia sono mediamente compresi tra 40-70 mm, con molti settori tra i 70-90 mm e massimi e su almeno un quarto del territorio regionale si va oltre i 100 mm con punte massime di 140-170 mm (Trecenta 177,2 mm). Il calo termico tra il 10 e l'11 consente il ritorno della la neve fino sui 1400/1500 m, localmente anche 1100-1200 m sulle Dolomiti. Se i cumuli sono irrisori fino sui 1600 m, aumentano sensibilmente oltre i 1800 m raggiungendo 35-50 cm a 2000-2200 m, anche 55-70 cm a 2400-2500 m. Si tratta della maggiore nevicata osservata dall’inizio della stagione invernale, mai così tanta durante tutto l’inverno 2022-2023. Gli apporti di neve fresca in cm sono inferiori ai cumuli di pioggia in mm per il fatto che si tratti di neve pesante. Nei giorni del 13 e 14 una vasta goccia fredda sosta sul Mediterraneo mantenendo una circolazione ciclonica, responsabile di nuove piogge a carattere di rovesci sparsi, specie al pomeriggio. Il contesto termico si mantiene particolarmente fresco per il periodo. Il 15 la circolazione ciclonica si allenta un po’ e il tempo migliora, dapprima sui monti, poi in pianura dove ci sono nubi basse e nebbie mattutine. Il ritorno del sole favorisce un po’ di attività cumuliforme, spesso modesta, eccetto sulle Prealpi occidentali e il lago di Garda, con qualche rovescio e lo sviluppo di una cella temporalesca tra Veneto, Trentino e Lombardia, la quale si allontana verso sud-ovest, ma rovesciando fino a 30 mm, prima di farlo. Il 16 e 17 cielo da molto nuvoloso a coperto su tutta la regione per colpa di una depressione molto attiva centrata sulla Toscana, responsabile di piogge alluvionali sull’Emilia-Romagna (100-250 mm in 48 ore). Il Veneto viene interessato da questa vasta circolazione ciclonica con piogge su tutto il territorio regionale il giorno 16, più significative sulla parte meridionale, dove risultano continue, superando i 20-30 mm, localmente fino a 40 mm, come a Porto Tolle (43 mm). Il 17 la depressione scivola un po’ verso sud riportando tempo variabile sui settori centro-settentrionali della regione, mentre piove ancora con maggiore copertura nuvolosa sulla parte meridionale, ma si tratta di una residua perturbabilità con pochi mm. Il 18 tempo buono e stabile grazie alla presenza di una sella tra una depressione collocata sul centro-sud Italia e una nuova depressione in formazione sul golfo di Biscaglia. Situazione di aumento della pressione con qualche annuvolamento stratiforme e lunghi tratti soleggiati. Le temperature sono in leggera ripresa su tutta la regione, anche se assai fresche in montagna all’alba per forte irraggiamento notturno. Il 19 e 20 un asse di saccatura rimane fermo sull’Italia, la struttura atmosferica non è del tutto stabile e durante le ore più calde alcuni rovesci e temporali si verificano sia in pianura che in montagna, ma sono fenomeni non rilevanti in un contesto discreto variabile, con piccole parentesi d’instabilità. I giorni 21 e 22 sono decisamente più stabili e caldi con prevalenza di sole, salvo locali temporali nel pomeriggio. Il giorno 23 la situazione cambia leggermente per l’avvicinarsi di una goccia fredda, che dalla Danimarca scende verso la Germania centrale, provocando una lieve instabilità sui monti e la pedemontana, instabilità che tende a protrarsi anche nelle prime ore del 24, prima che la sua influenza si generalizzi a tutta montagna e tutta la pianura settentrionale con diffusi rovesci e temporali, associati a brevi ma forti raffiche di vento sulle Dolomiti. Il 24 sera localmente i temporali sono forti e sulle Prealpi occidentali cadono dai 40 ai 50 mm (Molini 51,2 mm, Passo Xomo 46.8 mm). Il 25 gli effetti della depressione d’alta quota che si sta allontanando verso la Francia si fanno sentire ancora con temporali notturni, anche intensi sul Feltrino e sulla parte centrale della provincia di Rovigo (ad Agna 52 mm). La parte occidentale della regione è la più interessata, mentre correnti orientali di aria più secca consentono alle zone orientali di non essere interessate dall’instabilità, salvo qualche effetto marginale sui rilievi alpini. Al pomeriggio il tempo migliora ovunque con ampi rasserenamenti, un po’ più tardivi sui monti dove qualche piovasco si verifica ancora. Il 26 l’influenza di un alta pressione mobile atlantica, il cui cuneo più avanzato si propaga verso il nord Italia riporta tempo buono e molto soleggiato al mattino, ma il forte tasso di umidità e la forte convezione diurna portano allo sviluppo di addensamenti cumuliformi responsabile di brevi rovesci, anche temporaleschi e grandinigeni tra la fascia prealpina e la pianura orientale (pioggia massima osservata a Fossalta di Portogruaro con 27 mm), localmente anche sulle Dolomiti, ma in una maniera assai più sporadica. Il giorno 27 stesse condizioni del giorno precedente con molta umidità e convezione diurna, connubio responsabile di una certa instabilità nelle ore più calde, quasi assente sui monti per correnti nord-orientali che spingono l’attività cumuliforme nata in corrispondenza dei rilievi, ma che finisce di maturare sulla pedemontana, specie quella vicentina e veronese, dove i temporali risultano più frequenti e forti. Accade lo stesso a Rosolina - Po di Tramontana per inneschi convettivi legati a convergenze di vento. Il 28 l’instabilità complessiva diminuisce, ma nello stesso tempo una cella di brusca formazione si sviluppa in maniera molto veloce in corrispondenza della città di Belluno, è pur vero che il catino bellunese nel primo pomeriggio del 28 si presenta come un oasi ancora ben soleggiata, quando tutto attorno la nuvolosità cumuliforme imperversa. Pertanto la convezione si è accentuata maggiormente generando un singolo temporale di forte intensità sulla città con 45,4 mm in 30 minuti e 51,6 mm in 45 minuti (record assoluto dalla messa in funzione della stazione nel 1992) e un totale di 65,1 mm in meno di tre ore. Nello stesso tempo piove appena qua e là su tutto il resto della montagna veneta, ma non in pianura dove il tempo rimane stabile e caldo. Il 29 tempo stabile grazie alla maggiore influenza dell’alta pressione mobile nord atlantica, la cui estensione verso est coinvolge anche l’arco alpino e il nord Italia. Il sole consente di raggiungere valori termici nella norma, pur considerando che l’avvezione di aria da nord-est non è particolarmente calda in quota. Se osserviamo valori massimi tra i 27/29°C in pianura, in alta quota fa ancora fresco con -3°C di notte e appena 0°C in giornata sulla regina delle Dolomiti a 3250 m. Il 30 nottetempo modeste precipitazioni su Prealpi e pianura occidentali, poi il cielo si rasserena ovunque. Al pomeriggio sui monti forte attività cumuliforme con 2 fasi instabili e temporalesche, la prima tra le 14 e le 17 e la seconda alla sera. Gli apporti medi sono compresi tra 2 e 18 mm, localmente più abbondanti tra l’Agordino e l’Alpago, con 15-20 mm, localmente oltre 30 mm (Tambre: 32 mm). Il 31 la primavera finisce con un’alta pressione mobile nord atlantica, ben salda sull’Europa nord-occidentale, e una depressione di matrice mediterranea non molto attiva, ma sufficiente per influenzare marginalmente il tempo sul Veneto, specie in montagna, dove l’attività cumuliforme limita il soleggiamento pomeridiano senza o pochissimi fenomeni, salvo qualche piovasco o rovescio sulle Prealpi occidentali. Il livello termico rimane fresco in montagna e non particolarmente caldo in pianura, nonostante la prevalenza di sole, con 24/26°C nei posti più caldi, 22/24°C nelle conche prealpini e valori sotto i 18/20°C a 1000-1200 m di quota, addirittura sotto 0°C tutto il giorno in Marmolada, eccetto un ora con un decimo di grado sopra. Nell’ultimo decade di maggio di fatto lo zero termico nella libera atmosfera ha oscillato appena sopra o appena sotto la media, senza gradi scarti, come se la massa d’aria fosse termicamente assai omogenea senza i soliti improvvisi e sensibili sbalzi consuetamente tipici della primavera. Anche nel resto del mese è stata osservata la stessa cosa, considerando comunque una fase un po’ più calda a inizio mese e fresca, nonché in parte perturbata/instabile a metà mese (Fig. 3b).

Fig. 3

Sommatori delle piogge in Veneto tra il 10 e il 12 maggio 2023- Fig. 3a

Andamento della quota zero termico nella libera atmosfera a Udine Rivolto – maggio 2023 - Fig. 3b

Conclusione

In sintesi la primavera 2023 risulta essere inizialmente molto secca è più mite del solito. Non piove in marzo, dai primi di aprile in poi cambia la circolazione globale e si registra qualche evento perturbato nel mese e in maggio un gran numero di giorni piovosi e apporti pluviometri nella norma in montagna e superiori in pianura. Le piogge primaverili complessive sono comunque inferiori alla media su alcuni settori della regione. I totali pluviometrici trimestrali (Fig. 4a) evidenziano i quantitativi di pioggia nei tre mesi primaverili: da minimi di 200 mm, a apporti medi tra i 200 e 350 m e picchi oltre i 400 mm sulle Prealpi vicentine e sul basso bellunese con massimi di 511 mm al rifugio la Guardia di Recoaro Terme e 504 mm al Passo Xomo. Se paragoniamo i dati 2023 ai totali pluviometri della primavera dell’anno precedente, siamo su valori doppi, anche tre e localmente 4 volte superiori a quelli della primavera 2022 (Fig. 4b).

La stagione primaverile 2023 risulta ben differente rispetto alla precedente e questo permette di recuperare una piccola parte del deficit pluviometrico che si era aggravato nel corso dell’inverno. Particolarità da sottolineare, in alcuni settori di alta quota, la copiosa nevicata del 10-11 maggio che ha determinato il maggiore spessore osservato per la stagione, anche più di quanto non fosse successo nel corso dell’inverno. Spesso questo accade tra fine febbraio o durante il mese di marzo, qualche volta ad aprile, ma difficilmente a maggio.

Per le temperature primaverili il mese di marzo è stato mite in modo anomalo, aprile più freddo con scarto negativo di 1/1.5°C sotto la media, maggio risulta anche sotto la media, appena in montagna (-0.1/-0.5°C) e di più in pianura (-1°C).

Gli eventi che meritano di essere segnalati si registrano a maggio. Ad inizio mese l’episodio ventoso del 2 sul Litorale tra Chioggia e il delta del Po, con diverse ore di venti medi di 45-50 km/h e raffiche fino a 80 km/h, mentre sta piovendo per 48 ore di continuo sulla parte meridionale della regione. L’evento pluvio-nevoso tra il 9 e l’11 porta piogge significative: cadono 40-70 mm, localmente 100 m in 72 ore con una punta di 177 mm a Trecenta (Rovigo). Anche gli apporti di neve fresca sono assai significativi: a Monti Alti di Ornella (2227 m), sopra Arabba, cadono 57 cm di neve fresca in circa 48 ore e 68 cm a Ra Vales, localmente sono raggiunti i 70 cm oltre i 2600 m. Infine, il giorno 28 nel pomeriggio un fortissimo temporale investe le aree nord-orientali di Belluno, fra Cavarzano, Cusighe e l’aeroporto. In un’ora cadono 64 mm di pioggia, di cui ben 45 mm in mezz’ora, (il valore più alto, per Belluno, degli ultimi 30 anni). Si verificano numerosi allagamenti e locali dissesti e danni da raffiche di vento.

I giorni di bel tempo sono più numerosi rispetto al solito con un numero di 24 (26% delle giornate primaverili), le giornate variabili invece sono più frequenti con un numero di 54 (58% delle giornate primaverili), cioè più del solito, soprattutto se considerato che molte di quelle sono da collocare in maggio. Per quanto riguarda le giornate di maltempo, si fermano al numero di 14 (2 in marzo, 4 in aprile e 8 a maggio), assai di più delle 2 osservate nella primavera dell’anno scorso, ma sempre pochi giorni rispetto ad un primavera normale.

Fig. 4

Sommatoria delle precipitazioni nel corso del trimestre primaverile 2023. Dal 1 marzo al 31 maggio 2023 - Fig. 4a

Sommatoria delle precipitazioni nel corso del trimestre primaverile 2022. Dal 1 marzo al 31 maggio 2022 - Fig. 4b

Ultimo aggiornamento

25-07-2023 10:17

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