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I colori della neve sui ghiacciai delle Dolomiti

Sempre più spesso nei periodi primaverili, quando il forte irraggiamento solare e le temperature più miti si fanno sentire anche in alta quota, le nevi assumono un leggero colore rosa.

Per quanto possa sembrare strano, la colpa è di un’alga, la Chlamydomonas nivalis, che assume un colore rosso dovuto al brillante pigmento carotenoide, che protegge il cloroplasto, parte della cellula in cui avviene la sintesi clorofilliana, dalle intense radiazioni visibili e ultraviolette quando l’alga si trova vicino alla superficie del manto nevoso (5-25 di cm di profondità)

Normalmente la neve, con il suo bianco naturale, riflette più dell’80% della radiazione solare nell’atmosfera. Quando però appaiono queste alghe, il ghiaccio si scurisce, facendo assorbire più calore e accelerando così il riscaldamento e la fusione della neve. Man mano che la neve e il ghiaccio fondono le alghe proliferano più rapidamente, grazie al nuovo apporto di acqua e ossigeno, generando un circuito vizioso che non è possibile interrompere.

Proteggere la neve
Per cercare di ridurre la velocità di fusione anche il ghiacciaio della Marmolada, come il ghiacciaio del Presena (TN), ha delle superfici di neve ricoperte da teli bianchi in geotessile. I teli sono costruiti in materiali che riflettono oltre il 60% della energia solare che arriva, rispetto al 40% riflesso da una neve vecchia senza protezione. Quindi, oltre alla protezione fisica della neve, viene accumulata minor energia e la fusione del manto nevoso è più lenta. Questo metodo, utilizzato già dal 2008, ha dato ottimi risultati nel mantenimento da una stagione all’altra della neve invernale.

Ultimo aggiornamento

06-12-2022 14:06

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