Ultimo aggiornamento
07-06-2023 10:53L’indagine, condotta da Arpav in Veneto negli anni 1996-2000 ha avuto come obiettivo quello di individuare le aree in cui il fenomeno del radon indoor ha un impatto maggiore.
Il campionamento
Il territorio regionale è stato suddiviso in maglie rettangolari di circa 6,5 x 5,5 km2 di estensione in base alle sezioni della Carta Tecnica Regionale 1:10.000. Ciascuna maglia costituisce un’unità di campionamento su cui condurre misurazioni annuali in abitazioni per definire il livello di radon delle singole maglie.
La parte meridionale della regione è stata esclusa dall’indagine in quanto, per le caratteristiche geologiche (depositi alluvionali fini, di bassa permeabilità), essa sembra caratterizzata da modesti valori di radon, come riscontrato nella precedente indagine nazionale.
L'elaborazione
I dati delle misure sono stati sottoposti a opportuni trattamenti statistici per incrementarne la rappresentatività. Innanzitutto i valori delle singole abitazioni sono stati normalizzati secondo la tipologia media regionale rispetto al piano; dopodiché è stato ricavato per tutte le maglie un valore di concentrazione media (media geometrica) derivante dalle abitazioni monitorate in una stessa unità di campionamento (ove non era disponibile alcuna misura si è fatto ricorso a un algoritmo di “riempimento” geometrico). Questo dato è stato poi trattato con un algoritmo di “smoothing” anch’esso di tipo geometrico: non essendoci ragioni per ritenere che il radon non vari spazialmente con continuità (anzi la composizione geologica del terreno è uno dei fattori che influenzano i livelli di concentrazione di radon), il valore di concentrazione di ciascuna maglia è stato "pesato" con quello delle maglie limitrofe.
Da tali valori di concentrazione media annua di maglia è stata poi ricavata una stima della percentuale di abitazioni attese superare il livello di riferimento di 200 Bq/m3 nell’ipotesi di distribuzione log-normale dei dati di maglia.