Ultimo aggiornamento
29-12-2023 09:10In Italia la normativa definisce il compost, o l’ammendante compostato, come un fertilizzante da utilizzare sul terreno “… principalmente per conservarne e migliorarne le caratteristiche fisiche o chimiche o l’attività biologica…”.
Gli ammendanti compostati devono avere le caratteristiche qualitative previste dal decreto sui fertilizzanti, che fissa limiti specifici per i parametri agronomici (pH, contenuto di carbonio organico e acidi umici e fulvici, azoto organico), ambientali (concentrazione di metalli pesanti, presenza di matrici indesiderate quali plastica, vetro, metalli, inerti), microbiologici (assenza di patogeni) e di stabilità (rapporto carbonio/azoto e indice di germinazione).
Il compost può essere utilizzato nell’agricoltura in pieno campo, in orticoltura, per la produzione di terricci e substrati di coltivazione, nonché nelle tecniche di ripristino ambientale.
Compost e rifiuti
Il Veneto, già da diversi anni, è al primo posto in Italia per la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani; tra le ragioni alla base di questo successo la raccolta secco-umido, che interessa la quasi totalità dei Comuni veneti, è sicuramente di primaria importanza. Tale scelta ha origine nei primi anni ’90, quando, constatato l’imminente esaurimento dei volumi in discarica e l’impossibilità di aprirne di nuove, la Regione Veneto decise di dirottare la frazione umida dei rifiuti urbani verso gli impianti di compostaggio, allora già presenti nel territorio regionale. Questa scelta ha permesso di superare l’emergenza rifiuti ed eliminare tutte le conseguenze ambientali legate al conferimento della frazione umida in discarica e cioè la produzione di percolato e di biogas che necessitano di opportuni trattamenti.
L’evoluzione tecnologica e le politiche incentivanti hanno fatto sì che alcuni impianti di compostaggio, oltre a produrre compost, abbiano investito in tecnologie per la produzione di biogas (poi trasformato di energia elettrica e termica) e da ultimo per la produzione di biometano, da immettere nella rete gas nazionale o per autotrazione e di anidride carbonica per utilizzi industriali.
I numeri del compost
Nel 2022 in Veneto sono state raccolte circa 680 mila t di rifiuto organico, il 31% del totale dei rifiuti urbani raccolti. Sul territorio regionale sono presenti circa 70 impianti di trattamento della frazione organica, per una potenzialità complessiva di circa 1,5 milioni di t/anno.
Maggiori dettagli sulla rete impiantistica veneta di trattamento della frazione organica nel rapporto RU 2022.
Compost e controlli
Per la produzione di un compost di qualità il gestore dell’impianto esegue una serie di controlli lungo tutta la filiera:
- attraverso analisi chimiche e merceologiche verifica che i rifiuti in ingresso rispondano alle caratteristiche previste dalla norma
- monitora il processo di compostaggio, che deve garantire la sanificazione e la stabilizzazione delle matrici organiche trattate
- verifica l’efficienza dei presidi ambientali a servizio dell’impianto, quali i sistemi di gestione delle acque reflue e il trattamento delle arie, e la rispondenza ai parametri di legge
- controlla, con periodicità prestabilite, che il compost finito risponda alle caratteristiche della normativa sui fertilizzanti.
Gli impianti di maggiori dimensioni operanti in Veneto, inoltre, sono sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale (AIA) e per questo sono obbligati all’applicazione di un piano di monitoraggio e controllo, che viene concordato con Arpav, e che riguarda tutti gli aspetti ambientali e del processo legati all’impianto.