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Rifiuti speciali - La produzione - i rifiuti del settore della lavorazione del legno

Caratterizzazione dei principali cicli produttivi del settore della lavorazione del legno

La manifattura di prodotti in legno abbraccia un insieme di attività artigiane ed industriali estremamente ampio e diversificato, per cui non è possibile esaminarne singolarmente tutte le tecnologie produttive.
Le principali tipologie di prodotti possono essere ricondotte alle seguenti:

  • pannelli e prodotti semifiniti (legno compensato, panforti, impiallacciature, tranciati e truciolati, agglomerati di fibre legnose per l'edilizia, masonite);
  • serramenti ed elementi di carpenteria (porte, infissi, avvolgibili, pavimenti in legno, pareti divisorie, imposte, scale);
  • produzione di mobili (mobili e arredamenti in legno, giunco, vimini, canne) lucidatura, laccatura e doratura e restauro di mobili).

A tali prodotti si aggiunge un universo molto variegato di oggetti in legno, realizzati da attività perlopiù artigiane: attrezzi per lavori agricoli, utensili ed oggetti domestici, pezzi torniti, manichini, strumenti vari, attrezzature per industrie (navette, spade, spole per tessitura), per sport (sci, mazze, bocce) e per uffici (aste da matita, righe, squadre), stecche da biliardo, giocattoli, zoccoli e suole da calzature, fiammiferi, strumenti musicali, oggetti artistici in legno, oggetti intarsiati, ecc.
A fronte di una realtà industriale così fortemente diversificata e dispersa sul territorio è estremamente difficile persino conoscere l'attuale posizionamento tecnologico delle differenti filiere produttive.

Segagione e preparazione industriale del legno

I residui provenienti dal comparto della segagione del legno sono costituiti da cortecce, segature e ritagli. Il volume delle cortecce raddoppia durante il processo di separazione ad umido dai tronchi. Le cortecce vengono in maggior parte bruciate (in particolare per i legnami esotici spesso infestati a livello corticale da uova e larve di insetti) o mandate in discarica.
Le aziende di maggiori dimensioni, che effettuano anche altre lavorazioni, in parte bruciano le segature e gli sfridi per produrre energia termica (utilizzata ad esempio per gli essiccatoi), in parte li cedono a cartiere ed industrie di pannelli truciolari (se i quantitativi in gioco ne giustificano tale impiego).
L'utilizzazione degli sfridi è resa possibile solo se la segheria provvede alla loro trasformazione in chips, che semplificano i problemi di immagazzinamento (in silos) e di trasporto.

Produzione di prodotti semifiniti in legno

Comprende la preparazione di legname da armamento per strade ferrate e ponti (traverse, scambi), paleria varia per impalcature, la produzione di legno compensato, di pannelli, di panforti, di impiallacciature, di tranciati e truciolati, agglomerati di fibre legnose per l'edilizia, la produzione di masonite.
La concorrenza del calcestruzzo ha ridotto notevolmente negli ultimi anni l'impiego del legno per le traversine ferroviarie, anche se per limitate applicazioni (es. scambi) continuano ad essere insostituibili.
La paleria per telecomunicazioni e linee elettriche ricorre all'uso di fusti diritti e regolari trattati con antisettici, se si tratta di conifere tenere (abeti, pini) o con materiale allo stato naturale se si ricorre a larice o castagno. L'impiego di paleria per le impalcature dette "di fabbrica" (tagli di sfoltimento di boschi di conifere o castagni) è notevolmente ridotta per il ricorso generalizzato alle impalcature in tubi metallici.
Relazioni sinergiche assai strette si sono sviluppate tra l'industria dei pannelli e le attività di produzione dei mobili e dei serramenti (in particolare le porte) e solo quota parte della produzione di pannelli trova collocazione diretta (ma quantitativamente ridotta) nel settore delle costruzioni.
I tipi fondamentali di pannelli in legno sono: i compensati, i pannelli di fibre e quelli di particelle (truciolari).
I compensati sono costituiti dalla sovrapposizione ed incollaggio di più fogli sottili di legno disposti con le fibre allineate secondo direzioni ortogonali.
I fogli vengono ricavati mediante la derullatura dei tronchi che consiste nello "sbucciare" un tronco ruotante attorno al proprio asse, tramite un coltello tangente dotato di movimento micrometrico di traslazione.
In Italia lo spessore dei singoli fogli è per lo più inferiore ai 2 mm e di conseguenza formando un pannello con tre fogli possono essere ottenuti elementi con un certo grado di flessibilità. Se invece i fogli sono più numerosi e più spessi vengono prodotti i cosiddetti multistrati, dotati di buona rigidità. Allo stesso risultato si perviene componendo uno strato centrale (anima) con liste accostate ed eventualmente incollate (panforti).
Le materie prime più utilizzate per i compensati sono il pioppo e più raramente il faggio e l'abete: a seguito della attuale difficoltà di reperimento di fusti di pioppo di un certo diametro e di buone caratteristiche si fa ricorso spesso anche a legni tropicali come l'obeche, l'ilomba, il lauan, ecc.
I pannelli di fibre vengono realizzati a partire dalla pasta di legno ottenuta per sminuzzamento: il legno viene ridotto con vari procedimenti in una massa di fibre sciolte che, dispersa in acqua cui vengono aggiunte modeste quantità di resine, viene fatta disidratare su rete metallica. L'acqua scola ed il feltro umido che rimane sulla rete, tagliato nelle dimensioni dei pannelli, è introdotto tra le piastre di una pressa che a temperatura elevata realizza l'adesione tra le fibre formando un pannello di modesto spessore che presenta una certa flessibilità.
Per quanto possano essere adoperati i più svariati tipi di legno per la realizzazione dei pannelli di fibre, vengono preferite generalmente le conifere (fibre lunghe, colore chiaro), il pioppo (colore chiaro) o altre latifoglie di facile sfibratura, come l'ontano.
Il vantaggio fondamentale dei pannelli di fibre è quello di potersi servire, quale materia prima, di legno che per forma, dimensioni e presentazione è inadatto a segagione o ad altre lavorazioni meccaniche, ricorrendo anche a cascami o sfridi di legno provenienti da altre lavorazioni.
Oltre che col procedimento per via umida i pannelli di fibre possono essere fabbricati anche per via secca o semisecca, ottenendo prodotti sostanzialmente analoghi.
I pannelli di particelle detti anche truciolari, vengono ottenuti dalla pressatura a caldo di particelle di dimensioni definite ("chips"), ottenute dal frazionamento di schegge o trucioli, alle quali sono stati aggiunti agglomeranti ed idrofuganti ed altri additivi o materiali atti a conferire particolari caratteristiche.
L'evoluzione delle tecniche di fabbricazione è stata assai rapida e oggi si dispone di una notevole varietà di prodotti: dai pannelli di particelle omogenee si è passati a pannelli di chips a granulometria variabile, nei quali gli strati esterni sono costituiti da particelle più fini che consentono una maggior compattezza superficiale.
Esistono anche processi di produzione che consentono l'orientamento (mediante campi elettrici ad alta tensione) delle particelle, portando ad un notevole miglioramento delle caratteristiche di resistenza meccanica e tenuta dimensionale, e tecniche di fabbricazione per estrusione, nelle quali la massa di particelle è introdotta e spinta tra due elementi piani riscaldabili, posti alla distanza corrispondente allo spessore da ottenere.
Quest'ultima tecnica consente la realizzazione di un pannello continuo, che può essere tagliato della lunghezza voluta, nel quale le particelle sono prevalentemente orientate in senso perpendicolare alle superfici esterne: con particolari dispositivi possono essere ottenuti pannelli cavi utili per differenti applicazioni.
Alcune tecnologie di produzione impiegano nelle mescole altri materiali a composizione inorganica: si ottengono così pannelli compositi particolarmente adatti per le applicazioni edilizie (es. pannelli fonoassorbenti in legno-cemento, blocchi da costruzione in legno¬cemento).
Gli spessori dei pannelli di particelle all'inizio della loro fabbricazione erano sempre piuttosto forti (dai 10 ai 30 mm) cosicché ne conseguiva una totale rigidità: oggigiorno invece si fabbricano anche pannelli di minimo spessore (3 mm), in grado quindi di fare concorrenza ai compensati.
Anche i pannelli di particelle possono essere fabbricati ricorrendo a differenti tipi di legno, potendo anzi utilizzare sfridi provenienti da altre produzioni (refili) e cascami forestali ed industriali (ramaglie, intestature).
Tutti i vari tipi di pannelli possono essere adoperati tali e quali nella fabbricazione dei mobili, tenendo ovviamente conto delle differenti specifiche caratteristiche costruttive: così per piani di tavoli vengono impiegati multistrati e i truciolari piuttosto spessi, mentre per fondi o chiusure non particolarmente sollecitati, possono bastare compensati sottili o pannelli di fibre.
I pannelli possono anche essere "nobilitati" ricorrendo a rivestimenti vari: fogli di carta alle resine, strati di protezione contro l'usura superficiale, tranciati decorativi, ecc.
Una tipologia più complessa di pannelli è rappresentata dai tamburati nei quali le facce sono costituite da fogli di legno, da compensati oppure da pannelli di fibre tra i quali viene inserito un certo spessore di materiale alveolare leggero, di carta ondulata o di liste di legno distanziate; i pannelli che ne risultano sono rigidi ma leggeri e sono largamente adoperati sia per mobili che per porte o pareti leggere.
Nell'industria dei pannelli truciolari, gli scarti ammontano a circa l'1% circa del prodotto finito e consistono sopratutto in pannelli "scoppiati" e residui originati dalle operazioni di rifilatura, calibratura e levigatura del prodotto finito.
La maggior parte dei residui vengono riciclati, insieme a quelli di altri comparti produttivi (industria del compensato, segherie), eccettuati i rifili di legni esotici che ridurrebbero troppo le qualità meccaniche dei pannelli. Per il riciclaggio dei pezzi scoppiati (così come per il riciclo dei rifili e degli scarti di pannelli impiegati in altre lavorazioni), esistono problemi di costo dello sminuzzamento in trucioli (per l'usura delle lame).
In Italia l'industria del compensato lavora in prevalenza il pioppo, di cui il 2% è costituito da corteccia, il 44% viene trasformato in prodotto finito ed il 54% ceduto alle cartiere per la produzione di pasta di legno o alle fabbriche di imballaggi e pallets che tranciano il tondello centrale (derivante dalla derullatura dei tronchi).
Gli scarti derivanti dalla levigatura e rifilatura sono di solito bruciati in posto per ricavare energia termica che alimenta le presse a caldo.

Produzione in serie di elementi di carpenteria, falegnameria e pavimenti in legno

Comprende i laboratori di falegnameria e carpenteria in legno, la produzione posa in opera di falegnameria industriale per l'edilizia e di pavimenti in legno ed i cantieri per carpenteria navale in legno.
La produzione e posa in opera di falegnameria industriale per l'edilizia, comprende la costruzione di porte, infissi e avvolgibili, pavimenti in legno, pareti divisorie, imposte, nonchè la costruzione di scale.
Sino ad una cinquantina di anni addietro la fabbricazione di porte, telai da finestra, persiane ed avvolgibili era compiuta unicamente da artigiani e falegnamerie che lavoravano su singole ordinazioni variabili di volta in volta come dimensioni, materie prime e rifiniture variabili a seconda delle esigenze del committente. I prodotti artigianali erano quindi di qualità e prestazioni assai difformi e del tutto sconosciuti i trattamenti protettivi contro gli attacchi di funghi e insetti con finiture estremamente semplici.
Negli ultimi decenni la falegnameria è invece passata dalla dimensione artigiana a quella industriale, con realizzazione di prodotti standardizzati e rispondenti a precisi requisiti tecnici e qualitativi.
In Italia l'industria degli infissi lavora soprattutto essenze resinose, in maggior parte di importazione (mogani, iroko, dibetou, ecc.).
Nel settore dei telai da finestra molto impiegato è il pino silvestre del Nord Europa ed in maniera subordinata anche l'abete rosso o altre specie nazionali come il larice ed il castagno.
Nel settore dei pavimenti trovano impiego vari altri legni duri e colorati, come il noce e l'olivo: tra quelli tropicali il muhuhu, il wenge, l'afrormosia, il lapacho ed il doussié: quest'ultimo ideale per la fabbricazione di stadi e velodromi.
Per le rifiniture (cornici, modanature, battiscopa e simili) le doti essenziali del legno da impiegare sono la tessitura compatta, la fibratura diritta ed una facile lavorabilità. La sempre più scarsa disponibilità di legni di conifera con pochi nodi ha portato per tali applicazioni ad un massiccio impiego di alcuni legni tropicali teneri e di colore chiaro: obeche, ilomba, ramin, jelutong.
Gli scarti di lavorazione nella fabbricazione di serramenti costituiscono circa il 10% del materiale lavorato e sono rappresentati prevalentemente da segatura (2%) e sfridi (8%). La segatura ed i trucioli vengono ceduti alle industrie dei pannelli truciolari, ad imprese di pulizia o come lettiera per stalle. Gli sfridi vengono in parte bruciati in posto per produrre energia termica per usi interni (impianti di riscaldamento e presse a caldo) ed in parte mandati in discarica.

Costruzione di imballaggi in legno

A seguito dell'affermazione sul mercato di recipienti in materie plastiche e acciaio, il consumo di legni durevoli come la quercia ed il castagno, per imballaggi (botti, fusti e tini e recipienti vari) per caseifici e l'industria alimentare, si sono fortemente contratti negli ultimi due decenni.
Gli imballaggi di legno più diffusi sono quindi costituiti da cassette graffate, pallets e da casse di legno inchiodate. Le casse sono impiegate come imballaggio industriale per prodotti pesanti e quindi realizzate secondo criteri costruttivi che ne facilitano il reimpiego ed un'elevata durata.
I pallets vengono sempre più massicciamente impiegati per la movimentazione delle merci (almeno 30 milioni di pezzi costituiscono il parco circolante, crescendo ogni anno di almeno il 10%), mentre le cassette graffate vengono utilizzate nell'industria agroalimentare.
Sono quindi in continua ascesa i quantitativi di legni teneri (conifere, pioppo, ontano) richiesti per la fabbricazione di imballaggi leggeri, in particolare relazione alle esportazioni di prodotti ortofrutticoli. Anche la produzione di pallets assorbe forti quantitativi di legni teneri, e modesti quantitativi di legni duri (olmo, quercia, robinia, faggio, larice) per i tasselli angolari e per i pezzi particolarmente sollecitati.
Gli scarti provenienti dal settore sono in massima parte costituiti da segatura e rifili, mentre al contrario il comparto contribuisce ad assorbire quota parte dei residui provenienti da altre lavorazioni del legno.

schema_ciclo_legno.gif

Schema del ciclo del legno dai boschi, alle filiere produttive, alla produzione di residui
(fonte: Piano Regionale dei Rifiuti Speciali, anno 2000, Regione Veneto)

Industria del mobile e arredamento in legno

Comprende differenti categorie: costruzione mobili vari in legno, costruzione mobili e arredamenti in giunco, vimini, canne e simili, produzione materassi di ogni tipo, lucidatura, laccatura e doratura di mobili ed altri oggetti in legno ed il restauro di mobili.
Anche la produzione del mobile è evoluta rapidamente in questi anni nella direzione di dimensioni e standard industriali ed in tale processo evolutivo i progressi tecnologici hanno avuto una importanza decisiva, in particolare l'innovazione di processo legata alle industrie dei pannelli, ed alle relazioni sinergiche tra i due settori produttivi.
L'industria del mobile infatti, se di grandi dimensioni, lavora in prevalenza pannelli truciolari e laminati plastici, se di piccole dimensioni, masselli.
I residui sono in media il 25% del materiale lavorato, con un'incidenza di 0,4 t all'anno per addetto, a cui si devono aggiungere 0,15 t di rifiuti non legnosi (carte vetrate, colle, vernici, imballaggi, ecc.).
La segatura viene ceduta ad industrie dei pannelli truciolari, ad imprese di pulizia o come lettiera per stalle, assieme ai trucioli. Gli sfridi vengono in parte bruciati in posto per produrre energia termica per usi interni (impianti di riscaldamento e presse a caldo) ed in parte mandati a discarica.

Le attività economiche nel settore del legno

Le attività economiche ISTAT (ATECO2002) che individuano il settore legno sono le seguenti.

CodiceDescrizione
20INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO E SUGHERO, ESCLUSI I MOBILI
201TAGLIO, PIALLATURA E TRATTAMENTO DEL LEGNO
202FABBRICAZIONE DI FOGLI DA IMPIALLACCIATURA; FABBRICAZIONE DI COMPENSATO
203FABBRICAZIONE DI CARPENTERIA IN LEGNO E FALEGNAMERIA PER L'EDILIZIA
20301FABBRICAZIONE DI PORTE E FINESTRE IN LEGNO (ESCLUSE PORTE BLINDATE)
20302FABBRICAZIONE DI ALTRI ELEMENTI DI CARPENTERIA IN LEGNO E FALEGNAMERIA PER L’EDILIZIA
204FABBRICAZIONE DI IMBALLAGGI IN LEGNO
205FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI IN LEGNO; FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN LEGNO
2051FABBRICAZIONE DI ALTRI PRODOTTI IN LEGNO
20511FABBRICAZIONE DI PRODOTTI VARI IN LEGNO (ESCLUSI I MOBILI)
20512LABORATORI DI CORNICIAI
2052FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN SUGHERO, PAGLIA E MATERIALI DA INTRECCIO
20521FABBRICAZIONE DEI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DEL SUGHERO
20522PRODUZIONE DI ARTICOLI DI PAGLIA E DI MATERIALE DA INTRECCIO
361FABBRICAZIONE DI MOBILI
3611FABBRICAZIONE DI SEDIE E DIVANI
36111FABBRICAZIONE DI SEDIE E SEDILI, INCLUSI QUELLI PER AEROMOBILI, AUTOVEICOLI, NAVI
36112FABBRICAZIONE DI POLTRONE E DIVANI
3612FABBRICAZIONE DI MOBILI PER UFFICI E NEGOZI
3613FABBRICAZIONE DI MOBILI PER CUCINA
3614FABBRICAZIONE DI ALTRI MOBILI
36141FABBRICAZIONE DI ALTRI MOBILI IN LEGNO
36142FABBRICAZIONE DI MOBILI IN GIUNCO, VIMINI ED ALTRO MATERIALE SIMILE
36635FABBRICAZIONE DI OGGETTI DI CANCELLERIA E DI ALTRI ARTICOLI N.C.A.

Sono state scelte queste categorie allo scopo di analizzare in maniera completa l’industria del legno, la quale si distribuisce essenzialmente negli ATECO 20 (industria del legno) e 361 (fabbricazione di mobili) ben rappresentati in Veneto. Si è escluso dall’indagine il settore della produzione e lavorazione della carta e cellulosa in quanto esso ha una propria identità ed è significativamente distante, per esempio, dalla produzione di imballaggi o di mobili in legno, oggetto della nostra attenzione in questo elaborato. Le categorie economiche sopra riportate hanno generato, nel 2005, 412.103 t di rifiuti speciali, comprensive sia dei rifiuti rappresentativi del settore – classe CER 03 – che dei rifiuti generici – altre classi CER; questi quantitativi sono la parte preponderante delle 413.295 tonnellate di rifiuti speciali attribuiti complessivamente alle categorie economiche 20 e 36. La produzione di rifiuti del settore legno rappresenta il 5% circa della produzione totale di rifiuti speciali in Veneto ed l’8% circa della produzione di rifiuti dell’industria manifatturiera. Sebbene l’apporto in termini di percentuale in peso sul totale dei rifiuti sia piuttosto limitato, soprattutto rispetto ad altre realtà produttive (vedi industria metalmeccanica o estrattiva) va considerato che il settore del legno è una delle industrie peculiari di alcune aree del Veneto e che il peso specifico dei residui di lavorazione del legno è relativamente basso rispetto ai metalli o ai minerali; si tratta perciò di rifiuti  “leggeri”  ma piuttosto voluminosi.

Le tipologie di rifiuti nel settore del legno

Sotto il profilo quantitativo, tra tutte le tipologie di rifiuti prodotti, emergono per importanza i trucioli e gli scarti di legno, cui fanno seguito i materiali da imballaggio, i fanghi e le acque di verniciatura.
Considerando invece la distribuzione percentuale delle varie tipologie di residui tra le varie attività produttive emergono le seguenti considerazioni:

  • le segherie possono essere caratterizzate dalla presenza di residui di liquidi impregnanti per la conservazione del legno e dalla produzione della fibra di legno;
  • la produzione di semifiniti in legno (industria del compensato, e dei pannelli di particelle è caratterizzata dalla presenza di formaldeide, colle e adesivi, acetone, fanghi organici con metalli, altri fanghi organici, diluenti e/o solventi di pulizia, ed in misura minore residui di pannelli, resine termoplastiche ecc.;
  • la produzione di imballaggi in legno è fortemente caratterizzata dalla presenza di residui di fibra e pasta di legno;
  • l'industria del mobile e arredamento in legno è caratterizzata sopratutto dalla presenza prevalente di residui di solventi, diluenti e svernicianti utilizzati per le fasi di verniciatura, lucidatura e pulizia dei mobili: acetone, formaldeide, xileni, diluenti e/o solventi di pulizia, svernicianti, diluenti per vernici, tricloroetano, stracci sporchi di solventi e/o vernici.

La produzione di mobili è anche caratterizzata dalla massiccia presenza della verniciatura con la generazione di tipologie di residui direttamente collegati:

  • acque di cabine di verniciatura di superfici metalliche, acque di cabine di verniciatura di legno, filtri cabine di verniciatura;
  • la ricorrente utilizzazione di materie prime in pannelli, determina inoltre la produzione di sfridi e rifili di tali materiali, con abbondante presenza anche di imballi di vario tipo e residui di materiali assimilabili.

Alcune tipologie di residui risultano poi essere presenti in maniera trasversale tra i vari settori produttivi in particolare:

  • scarti di legno e trucioli non trattati
  • colle e adesivi (residui)
  • vernici (residui)
  • fanghi di cabine di verniciatura
  • morchie di cabine di verniciatura
  • ceneri scorie polveri di combustione
  • segatura sporca di solventi e/o inchiostri e/o vernici
  • contenitori sporchi di solventi, inchiostri, vernici, colle

Altre tipologie di residui fortemente trasversali nelle varie attività di lavorazione del legno sono date dagli imballaggi, i contenitori vuoti ed i sacchi e sacchetti di carta e plastica.
La tabella seguente contiene l’elenco delle tipologie di rifiuti caratteristici del settore del legno. I codici sono estratti dall’elenco dei rifiuti riportato nell’allegato D alla parte IV del D.Lvo 152/06.

CERDescrizione
030101Scarti di corteccia e sughero
030104*Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci contenenti sostanze pericolose
030105Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 030104
030199Rifiuti non specificati altrimenti
030201*Prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti organici non alogenati
030202*Prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti organici clorurati
030203*Prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti organo-metallici
030204*Prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti composti inorganici
030205*Altri prodotti per i trattamenti conservativi del legno contenenti sostanze pericolose
030299Prodotti per i trattamenti conservativi del legno non specificati altrimenti

*Rifiuto pericoloso

Elenco tipologie di rifiuti e codici CER nel settore della lavorazione del legno.

Per ulteriori approfondimenti sul ciclo tecnologico delle fonderie relativamente al contenimento o alla riduzione degli impatti ambientali si rimanda alla pubblicazione ARPAV: “Produzione e gestione dei rifiuti nel Veneto: Rifiuti urbani – Rifiuti speciali. Anni 2005-2006”.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 09:12

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