Il compostaggio domestico

La pratica del compostaggio domestico è un’importante misura di riduzione della produzione di rifiuti urbani. I rifiuti domestici biodegradabili, costituiti da scarti di cucina, scarti da orto e giardino, sono circa il 35% del rifiuto urbano totale. Sottrarre parte di questi quantitativi alla gestione del servizio pubblico, consente un risparmio notevole in termini di risorse.

Molti Comuni hanno assunto una serie di iniziative per incentivare tale pratica, tra cui anche una riduzione della tariffa di igiene ambientale per le utenze che praticano il compostaggio domestico. L’utente interessato, dove previsto, può richiedere al comune l’apposita modulistica, sottoscrivere una apposita convenzione, e ottenere la riduzione.

Il compostaggio è un processo aerobico naturale, già sufficientemente conosciuto nel passato, che consente attraverso la degradazione microbica dei rifiuti organici di ottenere un fertilizzante naturale con proprietà di ammendante. Può essere svolto autonomamente dai singoli cittadini che seguono poche e semplici regole fondamentali, e che dispongono di spazi adeguati, in cumulo o concimaia, oppure con composter.
Per ottenere un corretto processo di compostaggio si devono realizzare le seguenti condizioni:

• buona miscelazione tra scarti di cucina e resti vegetali (per garantire il necessario apporto di ossigeno all’interno della massa di rifiuto);
• giusto contenuto d’umidità (se troppo elevato favorisce lo sviluppo di cattivi odori dovuti alla marcescenza, se esiguo rallenta l’attività dei microrganismi).

Per saperne di più è possibile consultare la pubblicazione “A proposito di... compostaggio domestico”