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18-10-2024 12:33Contenuti correlati
NewsI PFAS sono composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa.
Le loro proprietà e caratteristiche chimiche hanno però conseguenze negative sull’ambiente e a causa della loro persistenza e mobilità, questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative negli ecosistemi e negli organismi viventi. leggi di più: Sostanze perfluorurate
Nel 2013 i risultati di una ricerca sperimentale su potenziali inquinanti “emergenti”, effettuata nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Ministero dell’Ambiente, indicano la presenza anche in Italia di sostanze perfluoro alchiliche (PFAS) in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili.
Distribuzione dei PFAS nelle acque italiane: i risultati del progetto. IRSA-CNR, Polesello
Per lo studio vengono prelevati anche campioni di acqua destinata al consumo umano in più di 30 comuni nella provincia di Vicenza e nelle zone limitrofe delle province di Padova e Verona. Le indagini evidenziano un inquinamento diffuso di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), a concentrazione variabile, in alcune aree delle province sopracitate.
Le informazioni circa la presenza di queste sostanze sono presentate nella relazione dell'Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR Rischio associato alla presenza di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nelle acque potabili e nei corpi idrici recettori di aree industriali nella Provincia di Vicenza.
A partire dal 2013 l’azione di Arpav si sviluppa su diversi ambiti di attività, dall’individuazione della principale fonte di pressione e area di contaminazione nella provincia di Vicenza, alla ricerca e sviluppo di metodologie di analisi e modellistica idrogeologica di flusso e trasporto della contaminazione, ad un’intensa attività di indagine ambientale sulle diverse matrici per valutare, in base ai dati raccolti, i percorsi di diffusione dei PFAS nelle acque sotterranee.
Le sostanze ricercate dal Dipartimento Regionale Laboratori di ARPAV sono le seguenti: PFOA, PFOS, PFBA, PFBS, PFPeA, PFHxA, PFHpA, PFHxS, PFNA, PFDeA, PFUnA, PFDoA, PFHpS. Dal 2018 si sono ricercate anche HFPO-DA e C6O4.
L’intervento tempestivo ha permesso alle autorità regionali di mettere in sicurezza l’acqua potabile della zona interessata, tramite l’utilizzo di filtri a carboni attivi, già nel 2013.
L’analisi sul sistema degli scarichi fognari del territorio interessato ha messo in evidenza che le concentrazioni più alte provenivano dal depuratore di Trissino e, in particolare, dalla MITENI S.p.A..
La messa in sicurezza effettuata a luglio 2013, in base ad un procedimento di bonifica attivato ai sensi dell’articolo 245 del D.Lgs. 152/06, consisteva in alcuni pozzi barriera per l’emungimento dell’acqua, posizionati nel lato più a sud dello stabilimento della ditta Miteni, a valle idrogeologica dalla sorgente, e in un sistema di depurazione costituito da due gruppi di filtri a carbone attivo. Le attività di messa in sicurezza sono state poi successivamente ampliate nel corso degli anni, su richiesta di Arpav e degli Enti partecipanti alla Conferenza di Servizi.
Attualmente nel sito è presente un sistema costituito da tre barriere posizionate nella parte sud e nella parte centrale dello stabilimento per un totale di circa una cinquantina di pozzi/piezometri e due gruppi di filtri con circa una decina di filtri a carbone attivo. Le portate e il numero di pozzi in emungimento variano con il variare delle condizioni freatimetriche.
Il procedimento di bonifica attivato nel sito ha previsto l’esecuzione di attività di caratterizzazione dei terreni e delle acque sotterranee, in più riprese a partire dal 2014, dopo la messa a punto delle metodiche analitiche da parte di Arpav. Per quanto riguarda la documentazione prevista dalla normativa per il procedimento di bonifica, è stata presentata un’analisi di rischio che ha confermato la contaminazione delle acque sotterranee, a seguito della quale sono stati presentati un nuovo progetto di bonifica/messa in sicurezza operativa della falda e un nuovo documento di analisi di rischio per i terreni comprendente i risultati di tutte le attività di indagine ambientale realizzate nel sito.
Nell’ambito del progetto europeo LIFE PHOENIX, Arpav ha introdotto un nuovo e avanzato strumento di analisi ambientale: la modellistica numerica applicata alle acque sotterranee e superficiali.
Un modello matematico è una rappresentazione semplificata in scala della realtà nella quale i processi fisico-chimici che guidano la diffusione dell’inquinante nel mondo reale sono simulati attraverso equazioni matematiche (equazioni di governo). Tra le varie tipologie di modelli matematici esistenti i modelli matematici numerici sono i più avanzati strumenti di simulazione esistenti in grado di quantificare, interpretare, predire con il rigore scientifico necessario i molti aspetti legati alla diffusione della contaminazione da PFAS nelle acque. In altre parole con la modellistica si inserisce la quarta dimensione nei dati ambientali, il tempo, con la capacità di simulare l’evoluzione spaziale presente, passata e futura degli inquinanti e dei processi correlati. Un simile strumento è applicabile più in generale a eventi di contaminazione ambientale.
E’ attualmente in via di completamento la taratura del modello. La conclusione di questa fase permetterà di disporre di uno strumento in grado di produrre le prime simulazioni del trasporto degli inquinanti nelle acque sotterranee con lo sviluppo di scenari predittivi specifici a supporto del progetto.
Nella figura è rappresentata la struttura tridimensionale del modello matematico numerico ad elementi finiti in cui si possono riconoscere le superfici idrogeologiche che caratterizzano l’acquifero ovvero il substrato roccioso che lo contiene e gli strati che lo caratterizzano.
Dal 2013 le strutture Arpav svolgono attività di indagine ambientale, qualitative e quantitative, estese a tutto il territorio regionale, e svolgono per le strutture sanitarie analisi su acque potabili, acque grezze destinate a potabilità, acque irrigazione, acque di abbeverata, alimenti, analisi PFAS per il biomonitoraggio della popolazione esposta.
Concentrazioni in ng/L dei composti perfluoroalchilici (PFAS) rilevati su campioni di acque, prelevati da Arpav, da luglio 2013 ad oggi, e analizzati da Arpav, ordinati per Provincia, Comune e data del prelievo
Le sostanze organiche altamente fluorurate, o composti poli e perfluorurati (PFAS), formano un gruppo generico di sostanze molto esteso, i cui composti più noti sono l’acido perfluoroottanoico (PFOA) e l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS).
Da un punto di vista chimico i PFAS sono costituiti da un gruppo funzionale idrosolubile connesso a catene carboniose di varia lunghezza nelle quali gli atomi di idrogeno sono stati parzialmente o totalmente sostituiti da atomi di fluoro. I composti con catene carboniose fino a cinque atomi sono considerati a catena corta, da sei atomi di carbonio si parla di catena lunga.
A seguito delle restrizioni e divieti nella produzione delle sostanze perfluorurate tradizionali, in particolare PFOA e PFOS, negli anni più recenti (dagli anni 2000) sono state introdotte sul mercato delle sostanze sostitutive perfluorurate: a catena corta (PFBA e PFBS, n=4), a tecnologia GenX (HFPO-DA), ADONA, cC6O4.
Questi nuovi composti rispetto agli omologhi PFAS sono stati modificati nella struttura, con l’inserimento di ossigeno tra la catene perfluorurate che le rendono più mobili e quindi con effetti negativi sull’ambiente.
Anche se i prodotti alternativi ai composti PFAS a catena lunga sono utilizzati da alcuni anni, attualmente sono poche le informazioni disponibili su queste sostanze e, in alcuni casi, non è nota la loro identità chimica. Per di più, per svolgere analisi selettive e specifiche, gli standard di molte di queste sostanze sono appena stati resi disponibili, come nel caso del cC6O4, per cui la loro determinazione non è possibile in maniera accurata.
La Regione del Veneto ha individuato una serie di iniziative per abbattere e tenere sotto controllo le concentrazioni di PFAS nelle acque destinate al consumo umano. Recentemente è stata emessa la DGR 691/2018 che, modificando il "Piano di sorveglianza sulla popolazione esposta alle sostanze perfluoroalchiliche" ha ridefinito le Aree d'interesse.
Nei monitoraggi delle acque superficiali del 2019 Arpav ha ampliato il pannello degli acidi perfluoroalchilcarbossilici e perfluoroalchilsolfonici, aggiungendo la sostanza perfluorurata cC6O4.
L’11 settembre 2024, durante l’audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Arpav ha illustrato lo stato di avanzamento della Messa in sicurezza operativa del sito ex Miteni.
Aggiornate al 31 agosto 2024, le informazioni presentate riguardano, in particolare: le attività di rimozione degli impianti industriali (decommissioning); la gestione delle barriere idrauliche, del depuratore aziendale e del relativo punto di scarico; lo stato di avanzamento del palancolato e la stima dei tempi per la conclusione dell’opera; gli esiti delle attività di monitoraggio e controllo di Arpav.
La relazione presentata in audizione:
Precedentemente, in data 20 maggio 2021, vi era stata l’audizione dell’allora Commissario straordinario Arpav, Luca Marchesi, alla Commissione ecomafie della Camera dei deputati.
Le relazioni presentate:
Le attività di Arpav aggiornamento aprile 2024
Nel corso degli anni 2021 e 2022, l’Agenzia ha proceduto al campionamento, con frequenza mensile, di dodici (12) piezometri previsti dal Piano di Monitoraggio idrochimico delle acque sotterranee nell’ambito del Progetto di MISO approvato, cinque (5) dei quali dislocati sull’area interna soggetta alla procedura di messa in sicurezza/bonifica (MW20, MW24 o MW24 new, MW38, MW38 bis e AP5) e sette (7) esterni al sito impiegati per il monitoraggio ambientale a valle del barrieramento idraulico (MW18, MW25, MW28, MW52, MW52 bis, MW53 e MW54).
A partire dal mese di Febbraio 2022, il monitoraggio è stato esteso anche al piezometro esterno MW 37 (portando quindi a 13 il numero complessivo dei punti di prelievo), posizionato a sud del sito, in prossimità dell’argine del Torrente Poscola, poiché risulta terebrato a profondità maggiore rispetto all’MW18 e quindi in grado di intercettare l’acquifero più profondo al livello del substrato calcarenitico.
Nel corso del 2023 e del 2024, l’Agenzia sta proseguendo con il campionamento, a frequenza mensile, degli otto (8) piezometri esterni al sito impiegati per il monitoraggio ambientale a valle del barrieramento idraulico (MW18, MW25, MW28, MW37, MW52, MW52 bis, MW53 e MW54). A partire dal mese di Marzo 2023, il monitoraggio è stato esteso anche al piezometro esterno MW 28 – prof di recente realizzazione (portando quindi a 9 il numero complessivo dei punti di prelievo), posizionato a ridosso del margine ovest del sito, poiché risulta terebrato a profondità maggiore rispetto all’MW28 e quindi in grado di intercettare l’acquifero più profondo al livello del substrato calcarenitico.
I riferimenti e le caratteristiche dei piezometri esterni campionati sono di seguito riportati:
MW18: n° SIRAV 500033017, piezometro posizionato in direzione sud, profondità sondaggio (m) 20, tratto fenestrato 6 - 20 m
MW25: n° SIRAV 500033016, piezometro posizionato in direzione sud - ovest, profondità sondaggio (m) 35.5, tratto fenestrato 6 - 33 m
MW28: n° SIRAV 500033015, piezometro a ridosso margine ovest stabilimento, profondità sondaggio (m) 50, tratto fenestrato 6 - 33 m
MW28 - prof : n° SIRAV 500038431 piezometro a ridosso margine ovest stabilimento, profondità sondaggio (m) 50, tratto fenestrato 42 - 50 m
MW37: n° SIRAV 500037097, piezometro posizionato in direzione sud, profondità sondaggio (m) 31, tratto fenestrato 12 - 29 m
MW52: n° SIRAV 500036746, piezometro a ridosso margine ovest stabilimento, profondità sondaggio (m) 50, tratto fenestrato 40 - 50 m
MW52 bis: n° SIRAV 500036747, piezometro a ridosso margine ovest stabilimento, profondità sondaggio (m) 27, tratto fenestrato 6 - 26 m
MW53: n° SIRAV 500036753, pozzo ispezione - piezometro esterno nord stabilimento, profondità sondaggio (m) 27, tratto fenestrato 5 - 27 m
MW54: n° SIRAV 500036754, pozzo ispezione - piezometro esterno nord stabilimento, profondità sondaggio (m) 22, tratto fenestrato 5,5 - 20,5 m
In funzione dei tratti fenestrati e delle stratigrafie sito-specifiche, si evidenzia che i piezometri MW28-prof, MW37 e MW52 sono rappresentativi del substrato calcarenitico, mentre i rimanenti sono rappresentativi del sovrastante acquifero alluvionale.
Le posizioni dei piezometri esterni oggetto di monitoraggio da parte dell’Agenzia vengono riportate nella seguente planimetria:
Gli esiti analitici relativi ai piezometri esterni, non appena disponibili, vengono trasmessi agli Enti coinvolti con frequenza mensile.
I dati attualmente disponibili per i piezometri esterni al sito e relativi agli anni 2021 -2024 vengono resi pubblici al link: Miteni - esiti analisi piezometri esterni al sito — Arpa Veneto
Arpav partecipa, inoltre, alle Conferenze di Servizi e/o incontri tecnici convocati dal Comune di Trissino in qualità di organo tecnico, che funge da supporto, ai sensi della L.R. 32/96, all’Amministrazione Procedente. Si riportano di seguito le date e l’oggetto delle Conferenze di Servizi più recenti:
- 10/11/2022: discussione della Variante al Progetto di MISO e del documento relativo all’integrazione della rete di monitoraggio delle acque di falda lato ovest e sud ovest
- 29/11/2022: discussione sulla revisione del modello idrogeologico locale e valutazione del Report relativo al test di trattabilità comprendente le prove di ossidazione e riduzione chimica in scala di laboratorio
- 14/06/2023: approvazione integrazioni al Piano di indagini integrative, discussione sul modello numerico di flusso delle acque sotterranee e presa d’atto della “Progettazione Esecutiva Variante al progetto di MISO delle acque sotterranee”
Nel corso del 2023, a seguito della conclusione delle attività di decommissioning, sono state realizzate le indagini integrative di caratterizzazione ambientale dei suoli anche all’interno degli ex reparti produttivi. Arpav ha partecipato alle attività con supervisione periodica in campo e prelievo di campioni di terreno in contraddittorio ai sensi della DGRV 2922/03.
Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell'acqua. L’Agenzia ambientale del Veneto commemora la giornata ricordando il grande impegno profuso per lo studio e il monitoraggio dell’inquinamento causato dalle sostanze perfluoroalchiliche nelle acque del Veneto. A fine 2020 i laboratori dell’Agenzia hanno eseguito oltre 100 mila analisi PFAS
Relazioni tecniche
Contaminazione da PFAS - Azioni ARPAV - Regione Veneto - Periodo di riferimento: dal 14 giugno 2013 al 31 dicembre 2018
Contaminazione da PFAS - Azioni ARPAV - Regione Veneto - Aggiornamento al 30 giugno 2017
Contaminazione da PFAS - Azioni ARPAV - Regione Veneto: dal 2019 le informazioni aggiornate sono disponibili negli open data
La Commissione tecnica regionale
Attraverso l’attivazione immediata di una Commissione Tecnica Regionale coordinata dall’Area Sanità e Sociale costituita con la Sezione Regionale Tutela Ambiente e ARPAV, sono state avviate una serie di azioni finalizzate alla tutela prioritaria delle salute pubblica.
Commissario delegato emergenza PFAS
Gestione ordinaria emergenza PFAS
per saperne di più
https://www.regione.veneto.it/web/sanita/pfas
http://www.regione.veneto.it/web/sanita/tutela-acque-destinate-al-consumo-umano
http://sian.ulss20.verona.it/iweb/521/categorie.html
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