Numero dichiarazioni archiviate

Quante sono e come sono distribuite le attività di scavo sul suolo?

Anno:2022
Data ultimo aggiornamento:
DPSIR: S
Stato attuale: Positivo
Trend:

Descrizione

Ai sensi dell’art. 4, del DPR 120 del 2017, norma che disciplina la gestione delle terre e rocce da scavo, i soggetti che effettuano lo scavo e la movimentazione delle terre fuori dal cantiere devono obbligatoriamente verificare la non contaminazione del materiale e inviare all'ARPAV e al comune del sito di scavo una dichiarazione, predisposta secondo idonea modulistica, prima dell’inizio dei lavori. Il numero di dichiarazioni pervenute e archiviate da ARPAV è un indicatore dell’attività di scavo svolta in ambito regionale che evidenzia una pressione antropica sulla matrice suolo che può determinare la completa perdita di suolo che caratterizza le superfici impermeabilizzate.

La normativa sulla gestione delle terre da scavo, sia regionale che nazionale, ha subito nell’ultimo decennio notevoli modifiche e revisioni. Solo da ottobre 2013, con l’entrata in vigore dell’art. 41bis della legge 98/2013, le ditte hanno l’obbligo di inviare una dichiarazione ad ARPAV, mentre dall’agosto 2017 le dichiarazioni devono essere inviate, oltre che ad ARPAV, anche al comune del sito di scavo.

Dal 1 novembre 2015 l’Unità Organizzativa Qualità del Suolo di ARPAV ha attivato un applicativo web per la predisposizione della modulistica, in modo da facilitare la gestione e l’archiviazione dei dati e l’acquisizione delle informazioni ai fini delle verifiche da parte degli Enti di controllo. L’utilizzo dell’applicativo web ha permesso di monitorare il numero di dichiarazioni inviate ad ARPAV nel corso degli ultimi anni. Rispetto a quanto fatto fino ad ora l’indicatore non prende in considerazione gli anni precedenti all’entrata in funzione dell’applicativo (2016) perché il numero totale di pratiche non era rappresentativo di tutta l’attività di scavo delle terre in corso sul territorio regionale.

Obiettivo

Il numero e la distribuzione sul territorio delle attività di scavo consente di valutare la pressione ambientale che questi interventi hanno sul territorio in termini di consumo di suolo e alterazione delle caratteristiche del suolo; secondariamente, permette di valutare l’impatto dovuto al traffico di veicoli pesanti per il trasporto di tale materiale.
Non esiste al momento un riferimento nazionale per la valutazione dello stato dell’indicatore.

Valutazione

L’andamento dei dati relativi al periodo 2016-2022 evidenzia un incremento del numero di dichiarazioni archiviate fino al 2019 e un andamento più o meno costante negli anni successivi con un numero di dichiarazioni comprese tra poco meno di 2700 e 2900 all'anno. Il numero ridotto di pratiche nei primi anni di attivazione del sistema di archiviazione via web è probabilmente dovuto non a un numero inferiore di attività di scavo nel territorio regionale ma piuttosto a una difficoltà nell’utilizzo dello strumento.
Rispetto al 2021 il numero di interventi di scavo che prevedono il riutilizzo fuori sito mostra nel 2021 un trend in leggera discesa ma solo l’andamento futuro permetterà di affermare se il trend sia dovuto a una reale diminuzione delle attività di scavo o piuttosto ad una naturale variabilità annuale.

Numero di dichiarazioni archiviate da ARPAV suddivise per anno (anni 2016-2022)

Anche i dati del 2022 confermano le forti differenze su base provinciale in termini di numero di dichiarazioni, in molti casi non giustificate da motivazioni economiche o di densità abitativa. Dal grafico sottostante si può osservare che le province di Vicenza, Verona e Treviso presentano un numero elevato di dichiarazioni archiviate, mentre per Padova e Venezia, con analogo numero di abitanti, hanno meno della metà di dichiarazioni, addirittura inferiore al numero di dichiarazioni presentate in provincia di Belluno nonostante presentino una popolazione quasi quattro volte superiore. Come gli anni precedenti Rovigo mostra numeri decisamente bassi assolutamente non giustificabili dalla struttura economico-sociale. Per Padova, Venezia e Rovigo il numero di pratiche che sono state inviate ad ARPAV lascia supporre che ancora oggi molte di queste attività siano svolte senza adempiere agli obblighi previsti dal DPR 120/2017. L’utilizzo dell’applicativo web ha solo parzialmente ridotto le differenze tra le varie province.

Numero di dichiarazioni archiviate da ARPAV suddivise per provincia (solo anno 2022)

Numero di dichiarazioni archiviate da ARPAV suddivise per provincia (anni 2016-2022)

La volumetria di terre e rocce da scavo movimentata sul territorio regionale è aumentata dal 2016 al 2020 passando da poco più di 4 milioni a quasi 7 milioni di mc del 2020; il 2021 ha mostrato un netto calo (5,7 milioni di mc) che è proseguito anche nel 2022 (4,7 milioni di mc). Si ricorda che la volumetria totale spesso è influenzata da pochi lavori di notevoli dimensioni che hanno durata pluriennale ma vengono contabilizzati solo nell’anno di presentazione della dichiarazione. Nel 2022 alcuni lavori particolarmente rilevati sono stati la realizzazione un’area di deposito in un impianto di trattamento rifiuti in comune di Nervesa della Battaglia (TV) con lo scavo di circa 118.000 mc e il ripristino di un’area di ex cava in comune di Asiago per circa 117.000 mc. Le dichiarazioni inviate obbligatoriamente ad ARPAV interessano solo gli interventi con movimentazione del materiale al di fuori del cantiere di scavo, ma esistono molti interventi di scavo che prevedono il completo riutilizzo in sito del materiale, regolamentati dall'art. 185 del D. Lgs. 152/2006, che non sono conteggiati dall'indicatore. L’entrata in funzione dell’applicativo ha permesso però un conteggio anche di queste attività che, sebbene in misura minore, comportano comunque degli impatti ambientali per effetto della eliminazione del suolo per la costruzione di manufatti. Dal 2016 in poi sono state archiviate nell’applicativo tra le 2000 e le 3000 autocertificazioni all’ anno, per l’esattezza nel 2022 sono state 2873; come negli anni passati si osserva una sorta di equivalenza tra le pratiche di scavo che prevedono l’allontanamento del materiale e quelle che invece riutilizzano completamente il materiale scavato in sito. La volumetria coinvolta però è nettamente inferiore in quanto solo gli interventi più modesti hanno la possibilità di gestire tutto il materiale in sito. Per il 2022 la volumetria interessata è pari a circa 900.275 mc con un volume medio per pratica pari a circa 313 mc rispetto ai 1775 mc medi per ogni dichiarazione di utilizzo fuori sito.
Rispetto al calcolo dell’indicatore ci sono da segnalare lievi differenze rispetto alle quantità riportate negli anni precedenti dovute alle modalità di estrazione dalla banca dati che sono state implementate nel corso di questo anno.

Volumetria movimentata per anno in base alle dichiarazioni inviate (anni 2016-2022)

Archivio anni precedenti: 2021, 2020, 2019, 2018, 2017

Prossimo aggiornamento: L’aggiornamento dell’indicatore con i dati dell’anno 2023 è previsto per giugno 2024

Licenza: CC BY 3.0

Data ultimo aggiornamento
Fonte dei datiARPAV
Fonte dell'indicatoreARPAV
Sorgente digitale dei datiBanca dati regionale sulle terre e rocce da scavo / Applicativo web
ObiettivoMonitorare il numero di dichiarazioni ricevute nel corso dei diversi anni per valutare l’impatto sul suolo
Unità di misuraNumero di dichiarazioni di utilizzo
Metodo di elaborazione
Riferimento normativoDPR 120/2017
Valore di riferimento
Periodicità di rilevamento dei daticontinua
Periodicità di rilevamento dell'indicatoreannuale
Periodicità di riferimentodal al
Unità elementare di rilevazioneDichiarazione di utilizzo
Livello minimo geograficoComunale
Copertura geograficaregionale
Aspetti da migliorare
Link utili

Ultimo aggiornamento

06-11-2023 09:34

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