Numero dichiarazioni archiviate

Quante sono e come sono distribuite le attività di scavo sul suolo?

Anno:2025
Data ultimo aggiornamento:
DPSIR: S
Stato attuale: Positivo
Trend:

Descrizione

Ai sensi dell’art. 4, del DPR 120 del 2017, norma che disciplina la gestione delle terre e rocce da scavo, i soggetti che effettuano lo scavo e la movimentazione delle terre fuori dal cantiere devono obbligatoriamente verificare la non contaminazione del materiale e inviare all'ARPAV e al comune del sito di scavo una dichiarazione, predisposta secondo idonea modulistica, prima dell’inizio dei lavori. Il numero di dichiarazioni pervenute e archiviate da ARPAV è un indicatore dell’attività di scavo svolta in ambito regionale che evidenzia una pressione antropica sulla matrice suolo che può determinare la completa perdita di suolo che caratterizza le superfici impermeabilizzate.

La normativa sulla gestione delle terre da scavo, sia regionale che nazionale, ha subito nell’ultimo decennio notevoli modifiche e revisioni. Solo da ottobre 2013, con l’entrata in vigore dell’art. 41bis della legge 98/2013, le ditte hanno l’obbligo di inviare una dichiarazione ad ARPAV, mentre dall’agosto 2017 le dichiarazioni devono essere inviate, oltre che ad ARPAV, anche al comune del sito di scavo.

Dal 1 novembre 2015 l’Unità Organizzativa Qualità del Suolo di ARPAV ha attivato un applicativo web per la predisposizione della modulistica, in modo da facilitare la gestione e l’archiviazione dei dati e l’acquisizione delle informazioni ai fini delle verifiche da parte degli Enti di controllo. L’utilizzo dell’applicativo web ha permesso di monitorare il numero di dichiarazioni inviate ad ARPAV nel corso degli ultimi anni. Rispetto a quanto fatto fino ad ora l’indicatore non prende in considerazione gli anni precedenti all’entrata in funzione dell’applicativo (2016) perché il numero totale di pratiche non era rappresentativo di tutta l’attività di scavo delle terre in corso sul territorio regionale.

Obiettivo

Il numero e la distribuzione sul territorio delle attività di scavo consente di valutare la pressione ambientale che questi interventi hanno sul territorio in termini di consumo e alterazione delle caratteristiche del suolo; secondariamente, permette di valutare l’impatto dovuto al traffico di veicoli pesanti per il trasporto di tale materiale.
Non esiste al momento un riferimento nazionale per la valutazione dello stato dell’indicatore.

Valutazione

L’andamento dei dati relativi al periodo 2016-2024 evidenzia un incremento del numero di dichiarazioni archiviate fino al 2019 e un andamento più o meno costante negli anni successivi con un numero di dichiarazioni comprese trai 2500 e 2800 all’anno. Il numero ridotto di pratiche nei primi anni di attivazione del sistema di archiviazione via web è probabilmente dovuto non ha un numero inferiore di attività di scavo nel territorio regionale ma piuttosto a una difficoltà nell’utilizzo dello strumento.

Numero di dichiarazioni archiviate da ARPAV suddivise per anno (anni 2016-2024)

Anche i dati del 2024 confermano le forti differenze su base provinciale in termini di numero di dichiarazioni, in molti casi non giustificate da motivazioni economico-industriali o di densità abitativa. Dal grafico sottostante si può osservare che le province di Vicenza, Verona e Treviso presentano un numero elevato di dichiarazioni archiviate, mentre Padova e Venezia, con analogo numero di abitanti, hanno meno della metà di dichiarazioni. La provincia di Belluno sembra in linea con le caratteristiche sociali ed economiche dell’area mentre, come gli anni precedenti, Rovigo mostra numeri decisamente bassi assolutamente non giustificabili dalla struttura economico-sociale. Per Padova, Venezia e Rovigo il numero di pratiche che sono state inviate ad ARPAV lascia supporre che ancora oggi una parte di queste attività sia svolta senza adempiere agli obblighi previsti dal DPR 120/2017.

Numero di dichiarazioni archiviate da ARPAV suddivise per provincia (anno 2024)

La volumetria di terre e rocce da scavo movimentata sul territorio regionale è aumentata dal 2016 al 2020 passando da meno di 4 milioni di metri cubi a quasi 5 milioni di mc del 2020; il 2021 ha mostrato un calo (4,8 milioni di mc) che è proseguito anche nel 2022 (3,8 milioni di mc) per poi tornare ad aumentare nel 2023 e nel 2024 fino a raggiungere i 4,3 milioni di metri cubi. Si ricorda che la volumetria totale spesso è influenzata da pochi lavori di notevoli dimensioni che hanno durata pluriennale ma vengono contabilizzati solo nell’anno di presentazione della dichiarazione. Nel 2024 alcuni lavori particolarmente rilevanti sono stati la realizzazione di nuovi edifici a uso logistico in comune di Cittadella (PD) con lo scavo di circa 146.000 mc e la realizzazione dello Sliding Centre a Cortina d’Ampezzo con lo scavo di 138.000 mc. Va tenuto conto che la figura sottostante considera solo i volumi movimentati fuori cantiere ma, nella maggior parte delle attività di scavo, una parte minoritaria di suolo viene riutilizzata in sito per la ricomposizione. Nel 2024 il volume totale scavato includendo anche questa frazione raggiunge i 5,1 milioni di metri cubi.

Le dichiarazioni inviate obbligatoriamente ad ARPAV interessano solo gli interventi con movimentazione del materiale al di fuori del cantiere di scavo, ma esistono molti interventi di scavo che prevedono il completo riutilizzo in sito del materiale, regolamentati dall'art. 185 del D. Lgs. 152/2006, che non sono conteggiati dall'indicatore. L’entrata in funzione dell’applicativo ha permesso un conteggio anche di queste attività che, sebbene in misura minore, comportano comunque degli impatti ambientali per effetto della eliminazione del suolo per la costruzione di manufatti. Dal 2016 in poi sono state archiviate nell’applicativo tra le 2000 e le 3000 autocertificazioni all’anno, per l’esattezza nel 2024 sono state 2665, in linea con i valori degli anni passati. Si osserva una sorta di equivalenza tra le pratiche di scavo che prevedono l’allontanamento del materiale e quelle che invece riutilizzano completamente il materiale scavato in sito. La volumetria coinvolta però è nettamente inferiore in quanto generalmente solo gli interventi più piccoli hanno la possibilità di gestire tutto il materiale in sito. Per il 2024 la volumetria interessata è pari a circa 1.642.117 mc, valore in netto aumento rispetto agli anni passati (la media degli anni 2016-2023 è pari a circa 800.000 mc), con un volume medio per pratica pari a circa 600 mc rispetto ai 1850 scavati negli interventi che prevedono il riutilizzo, anche parziale, fuori sito.

Volumetria movimentata per anno in base alle dichiarazioni inviate (anni 2016-2024)

Approfondimenti

Archivio anni precedenti: 2022, 2021, 2020, 2019, 2018, 2017, 2016, 2015

Prossimo aggiornamento: L’aggiornamento dell’indicatore è previsto ogni due anni quindi nel giugno del 2027 con l’aggiunta dei dati relativi al 2025 e 2026.

Licenza: CC BY 4.0

Data ultimo aggiornamento
Fonte dei datiARPAV
Fonte dell'indicatoreARPAV
Sorgente digitale dei datiBanca dati regionale sulle terre e rocce da scavo / Applicativo web
ObiettivoMonitorare il numero di dichiarazioni ricevute nel corso dei diversi anni per valutare l’impatto sul suolo
Unità di misuraNumero di dichiarazioni di utilizzo
Metodo di elaborazione
Riferimento normativoDPR 120/2017
Valore di riferimento
Periodicità di rilevamento dei daticontinua
Periodicità di rilevamento dell'indicatorebiennale
Periodicità di riferimentodal al
Unità elementare di rilevazioneDichiarazione di utilizzo
Livello minimo geograficoComunale
Copertura geograficaregionale
Aspetti da migliorare
Link utili

Ultimo aggiornamento

18-06-2025 10:40

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