Ultimo aggiornamento
16-09-2022 09:56
Metalli e metalloidi nel suolo
Tra i 70 elementi denominati “metalli pesanti e metalloidi”, una dozzina hanno caratteristiche comuni: non decadono con il tempo, possono essere tossici e sono presenti anche nei suoli incontaminati. La presenza eccessiva dei metalli nel suolo può influire negativamente sulle attività microbiologiche, sulla qualità delle acque di percolazione e alterare la nutrizione delle piante, sino ad impedirne la crescita, con ripercussioni sugli utilizzatori (erbivori e carnivori).
Le cause ambientali
Il contenuto in metalli pesanti e metalloidi nel suolo è il risultato di fenomeni naturali (la trasformazione della roccia sottostante e dei sedimenti, nel caso dei suoli di pianura): processi lenti e continui che possono durare migliaia d’anni. Ma la contaminazione è anche dovuta all’intervento dell’uomo, con l’uso di fertilizzanti o pesticidi in agricoltura. Gli apporti arrivano al suolo generalmente dalla superficie e da lì, con modalità e velocità diverse a seconda del metallo e delle condizioni del suolo, si possono spostare negli strati profondi e verso la falda acquifera.
L'indicatore ambientale
Il valore di fondo per metalli e metalloidi, per aree omogenee (es. depositi dello stesso fiume) pari al 95° percentile dei valori in ciascuna area (norma ISO 19258/2005) viene confrontato con la concentrazione soglia di contaminazione (D.Lgs 152/06).
In Veneto
I valori di fondo che non superano il valore soglia sono antimonio (Sb), mercurio (Hg) e selenio (Se). Il rame (Cu) supera il valore soglia soltanto nell’unità del Piave, a causa dell’elevata diffusione del vigneto, trattato soprattutto in passato con antiparassitari a base di rame. Arsenico (As), berillio (Be), cobalto (Co), cromo (Cr), nichel (Ni), vanadio (V) e zinco (Zn) presentano valori di fondo che superano la concentrazione soglia per i siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale in numerose unità, coinvolgendo una superficie significativa del territorio regionale. Lo stagno (Sn) presenta sempre valori di fondo superiori al limite. Anni 2001-2010.
E in altre zone?
Il confronto nel Bacino Padano (Veneto, Piemonte e Lombardia) mostra valori più elevati in Veneto di zinco e rame, in parte di origine antropica, apportati, il primo per lo più con le concimazioni organiche e il secondo con i trattamenti antiparassitari ai vigneti; sono evidenti anche i valori più bassi, rispetto al Piemonte, di cadmio e cromo, quest’ultimo di probabile origine naturale perchè presente nelle rocce ultramafiche, comuni in Piemonte.
Come si controlla?
ARPAV esegue un monitoraggio dei suoli che permette di aggiornare periodicamente, grazie all’elaborazione di una cartografia di maggior dettaglio, la definizione delle unità fisiografiche e deposizionali e i relativi valori di fondo.
Che cosa posso fare?
In tutti gli interventi che producono terre e rocce da scavo è necessario preventivamente verificare l’assenza di contaminazione anche attraverso il confronto con i valori di fondo dell’area in cui si trova il sito di scavo.
Approfondimenti
Qualita dei suoli - Contenuto in metalli e metalloidi nei suoli del Veneto
Valori di fondo di metalli e metalloidi suolo Veneto
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