Ultimo aggiornamento
10-11-2022 12:45Il progetto si colloca nell’ambito di applicazione della Convenzione UNECE sugli effetti transfrontalieri degli incidenti industriali, stipulata nel marzo 1992 ad Helsinki e ratificata dal Parlamento Italiano nel febbraio 2002.
Il progetto, finanziato e voluto dal Ministero dell’Ambiente, è stato sviluppato nel 2005 da ARPAV in collaborazione con FORMEZ ed ICARO, con lo scopo primario di elaborare, mettere a punto e collaudare un modello metodologico rapido per:
- fornire strumenti operativi per individuare i siti industriali su cui concentrare prioritariamente l’attenzione per possibili effetti transfrontalieri;
- impostare e predisporre i Piani di Emergenza esterni, dotati delle necessarie ed adeguate misure tecniche, informatiche, procedurali ed organizzative, in modo da prevenire e minimizzare gli effetti transfrontalieri di incidenti industriali;
- seguire e gestire, in tempo reale e nella maniera più appropriata, le emergenze aventi caratteristiche potenziali tali da coinvolgere il territorio all’esterno degli stabilimenti industriali, con particolare riferimento alla possibilità di effetti transfrontalieri;
- incentivare le iniziative di Capacity Building, dirette alle Autorità del Paese coinvolto nello sviluppo e nella sperimentazione del progetto, mediante le opportune azioni di assistenza tecnica, informazione e formazione;
- costituire un modello di riferimento per l’implementazione della convenzione in oggetto in materia di gestione delle emergenze conseguenti ad incidenti industriali con effetti transfrontalieri.
La metodologia sviluppata è stata implementata in Romania presso due complessi industriali di Oltchim (Valcea) e Doljchim (Craiova).
Il progetto si è articolato nelle seguenti fasi:
Fase 1
Definizione di obiettivi, metodi e programmi e del piano di lavoro dettagliato.
Presa di contatto con le Autorità rumene per la definizione congiunta dell’organizzazione, delle azioni e del programma preliminare.
Designazione del Team di Progetto e definizione del programma preliminare per le azioni di capacity building.
Fase 2
Sviluppo delle attività di formazione e capacity building.
Sviluppo della metodologia, che comprenderà almeno:
- metodo Speditivo (di primo livello) per rilasci in acqua, aria, suolo, e per la caratterizzazione di rischio di un sito; definizione dei dati in ingresso di primo livello;
- metodi di calcolo di secondo livello, con modelli predittivi per fenomeni di dispersione nelle matrici acqua aria suolo e costruzione del modello concettuale di rete idraulica; definizione dei dati in ingresso di secondo livello;
- creazione ed implementazione di una Banca dati "sostanze" con informazioni sulle caratteristiche di pericolosità per l'uomo e per l’ambiente, ed integrabile con gli altri strumenti informatici del progetto;
- progettazione e realizzazione di un applicativo GIS interfacciabile con i modelli di calcolo e le banche dati che possa fornire un output sovrapponibile a raster o carte tematiche vettoriali;
- verifica finale e beta test.
Fase 3
Sviluppo delle Linee Guida per l’emergenza sottoforma di schede per alcuni casi standard, facilmente implementabili. Sviluppo del follow-up ambientale.
Nello specifico:
- linee guida per la predisposizione dei piani di emergenza esterna - sotto gli aspetti tecnici, informatici, procedurali ed organizzativi - correlati alle caratteristiche prevedibili delle emergenze, ed alle modalità di comunicazione tra gli enti che operano in emergenza;
- linee guida per il recupero e la messa in sicurezza post-emergenza;
- progettazione di dettaglio della strumentazione necessaria e della metodologia per il campionamento in relazione alla matrice d’impatto, e modalità di effettuazione delle stesse nel sito interessato all’emergenza.
Fase 4
Formazione degli organismi pubblici e privati, a livello centrale e locale, su argomenti generali e specifici del progetto; in particolare dovranno essere trattati i seguenti argomenti:
- la normativa europea sulla protezione ambientale;
- le convenzioni internazionali;
- gli incidenti industriali;
- l’analisi di rischio;
- la valutazione degli scenari incidentali e dei loro effetti;
- banche dati e modelli di simulazione;
- i piani di emergenza interna ed esterna, la gestione ed il follow up delle emergenze;
- la pianificazione territoriale;
- la comunicazione del rischio;
- l’informazione e la preparazione della popolazione alle emergenze;
- gli incidenti transfrontalieri, prevenzione, notifica, allertamento e monitoraggi;
- metodologia e strumenti necessari per l’applicazione del presente progetto;
- programma e modalità di formazione agli operatori industriali interessati.
Fase 5
Assistenza tecnica e supervisione alle Autorità Rumene per l’applicazione del metodo ad un sito industriale in Romania. Verifica finale sul progetto.
Fase 6
Conclusioni e divulgazione dei risultati.