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La contaminazione

Poiché l’acqua sotterranea si muove lentamente attraverso il sottosuolo, l’impatto delle attività dell'uomo può durare per lunghi periodi. Ciò significa che l’inquinamento avvenuto alcune decadi fa –dovuto all’agricoltura o all’industria o ad altre attività umane- può ancora oggi costituire una minaccia per la qualità dell’acqua sotterranea.

La contaminazione del suolo e del sottosuolo deriva dalla immissione di sostanze inquinanti in superficie o direttamente nel sottosuolo, tali da alterare la composizione chimica originaria dell’acqua.

La contaminazione può avvenire attraverso:

  • immissione involontaria se avviene a seguito di incidenti stradali che hanno provocato lo spargimento di sostanze inquinanti, incendi, esplosioni e migrazioni di sostanze contaminanti provenienti da un luogo diverso, ecc.;

  • Immissione per incuria se avviene a seguito di perdite di serbatoi interrati o da fognature sconnesse, piccoli sversamenti protratti nel tempo, immagazzinamento non corretto di sostanze inquinanti,ecc.;

  • Immissione dolosa se avviene a seguito di interramento incontrollato e/o immissione nel sottosuolo attraverso pozzi perdenti di sostanze inquinanti.

Molto spesso gli episodi di inquinamento delle acque sotterranee sono individuati, tramite campionamento da pozzi situati a valle idrogeologica dalla sorgente, molto tempo dopo l’introduzione nel suolo e sottosuolo di sostanze inquinanti e la bonifica si rivela poco praticabile o troppo costosa.

Risulta chiaro che è quindi preferibile prevenire o ridurre i rischi di inquinamento anziché agire a posteriori sulle sue conseguenze.

Gli episodi di inquinamento più gravi sono causati da:

  • acque di rifiuto di attività industriali che spesso vengono disperse nel terreno (pozzi perdenti);

  • discariche abusive dei rifiuti dei cicli produttivi;

  • negligenza nelle attività industriali a rischio;

  • perdite da discariche controllate;

  • fertilizzanti e antiparassitari utilizzati nella comune pratica agricola.

Le fonti di contaminazione delle acque sotterranee

L’inquinamento del sottosuolo può essere di origine:

  • industriale;

  • agricola;

  • domestica;

  • intrusione salina.

Le sorgenti sono:

Le fonti settiche, vengono impiegate per trattare i liquami grezzi provenienti dagli scarichi dei servizi igienici-w.c. di abitazioni singole e comunità abitative; una progettazione, una localizzazione, una costruzione e una manutenzione non adeguata possono consentire l’infiltrazione di batteri, virus, prodotti chimici ad uso domestico e altri inquinanti, provocando fenomeni di contaminazione delle acque sotterranee.

I serbatoi, in superficie o interrati, possono contenere gasolio, oli, sostanze chimiche o altri tipi di liquidi; quando si corrodono versano i contaminanti nel terreno sottostante, inquinandolo.

I siti dismessi, che in Italia occupano 9000 ettari, risultano molto spesso contaminati e possono risultare pericolosi se vi sono barili contenenti materiali pericolosi che in caso di perdita penetrano nel terreno raggiungendo le acque sotterranee.

Una discarica di rifiuti è un’ area di smaltimento di rifiuti adibita al deposito degli stessi sulla o nella terra; considerando le discariche come potenziali fonti di inquinamento è importante operare delle distinzione in base ai criteri con cui sono state progettate.

Si distinguono quindi le discariche in:

  • discariche non controllate (abusive), realizzate in modo da non garantire un ‘adeguata protezione delle matrici ambientali coinvolte;

  • discariche controllate, realizzate prima del D.P.R n. 915/82 e della deliberazione Comitato Interministeriale del 27 luglio 1984; la mancanza di una normativa di settore che prevedesse una serie di misure di sicurezza necessarie per la protezione del suolo, delle acque superficiali e sotterranee permetteva di realizzare dei "contenitori di rifiuti" disperdenti il percolato prodotto dal sottosuolo, con conseguenti pericoli di contaminazione delle acque sotterranee.

  • discariche controllate, realizzate dopo del D.P.R n. 915/82 e della deliberazione Comitato Interministeriale del 27 luglio 1984; l’esistenza di una normativa di settore che stabilisce i criteri di salvaguardia delle matrici ambientali coinvolte , permette di considerare la discarica come "un luogo più sicuro in cui conferire i rifiuti". In realtà, la non corretta gestione di alcune discariche, e il deterioramento dei sistemi di protezione consente di considerarle ancora delle potenziali sorgenti di contaminazione delle acque sotterranee.

I pozzi in falda freatica, costituendo una via d’accesso diretta dalla superficie alla falda, rappresentano una possibile fonte di propagazione dei contaminanti nel caso di sversamenti dolosi, specialmente se progettati o costruiti inadeguatamente. Inoltre i pozzi ad uso domestico privato, non essendo campionati con cadenze rigorose come avviene invece nella maggior parte dei punti di captazione acquedottistico, rappresentano un potenziale veicolo del contaminante di superficie, con conseguenti pericoli per l’igiene e la salute pubblica degli utilizzatori della risorsa. Nel Veneto, un episodio d’inquinamento della falda freatica del sistema indifferenziato, è stato individuato grazie alle analisi chimiche effettuate da privati sulle acque di falda captate nel proprio pozzo. L’Ufficio del Genio Civile può disporre per i pozzi abbandonati, anche nelle zone non soggette a tutela, la chiusura a spese dei responsabili se ne è cessata l’utilizzazione, sia per evitare probabili veicoli di inquinamenti dolosi, sia per evitare inquinamenti indotti dalle precarie condizioni strutturali delle colonne di rivestimento dei pozzi. ( D.Lgs. n°275/93 ).

I pozzi perdenti, all’interno delle aziende, rappresentano un potenziale focolaio di contaminazione delle acque sotterranee. La presenza di contaminanti deriva da eventi dolosi o accidentali, ma anche dalla gestione impropria di sostanze pericolose

I composti chimici utilizzati in agricoltura possono essere causa di inquinamento, in forma abbastanza diluita, a seguito della lisciviazione dei concimi impiegati sia nei terreni coltivi sei nei pascoli; gli inquinanti principali sono costituiti da nitrati e dai fitofarmaci.

L’ intrusione salina è il fenomeno di penetrazione di acqua salata nelle falde d’acqua dolce causato da pompaggi eccessivi in prossimità della costa, dove l’interfaccia acqua- dolce- acqua-salata è meno profonda. Allo scopo di contrastare il fenomeno dell’intrusione salina, è necessario:

  • impedire i pompaggi in vicinanza della costa posizionando i pompaggi il più possibile distante dal mare

  • limitare le depressione del livello piezometrico, eventualmente distribuendo l’estrazioni d’acqua in più pozzi in modo da distribuire nello spazio gli abbassamenti piezometrici.

In Veneto il problema dell’intrusione salina riguarda molti comuni nelle vicinanze della Costa Adriatica, ed in alcuni casi anche a parecchi chilometri da questa. Per maggiori approfondimenti Difesa del Suolo-Provincia di Venezia

I contaminanti più frequenti nelle acque sotterranee del Veneto

Gli inquinanti riscontrati sono sia di origine naturale e antropica.

I contaminanti naturali sono quelli che possono essere presenti per fattori di natura geologica, geochimica e mineralogica, indipendentemente da attività umane. Gli inquinanti naturali trovati più frequentemente sono arsenico , ferro, manganese (in quanto ioni presenti nei reticoli cristallini dei minerali argillosi), e ione ammonio (nelle aree paludose o costiere, in presenza di livelli torbosi) in vaste aree della Media e Bassa Pianura Veneta, soprattutto per quanto riguarda il territorio veneziano.

I contaminanti di origine antropica sono le sostanze chimiche utilizzate dall’uomo potenzialmente inquinanti per le acque sotterranee. Gli inquinanti presenti nelle acque sotterranee del Veneto sono metalli pesanti (crome esavalente), organoalogenati (1,1,1 tricloroetilene, tetracloruro di carbonio, tetracloroetilene), nitrati e pesticidi/antiparassitari (simazina, atrazina, desetilatrazina, desetilterbutilazina, metolachlor, terbutilazina)

Chi paga per il risanamento delle acque sotterranee contaminate

La regola generale è "chi inquina paga" ciò significa che chiunque causa, anche in maniera accidentale, il superamento dei limiti di legge o pericolo concreto del superamento degli stessi deve provvedere alla bonifica dell’area contaminata.

La bonifica è l’insieme degli interventi realizzati per eliminare fonti di inquinamento e sostanze inquinanti o a ridurre la concentrazione di queste ultime presenti nel suolo, sottosuolo, acque superficiali e acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai limiti di legge. La bonifica completa delle acque sotterranee è quasi sempre impossibile e comunque molto costosa.

Nei casi in cui non sia possibile individuare il responsabile dell’inquinamento, la normativa di settore (D.Lgs. n. 152/2006 Parte IV del Titolo V) prevede che sia la Regione o il Comune territorialmente interessato a provvedere all’iter procedurale : messa in sicurezza d’emergenza, messa in sicurezza permanente, bonifica e ripristino ambientale.

Ultimo aggiornamento

16-09-2022 08:28

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