Ultimo aggiornamento
29-11-2022 10:41L’indagine è stata realizzata da ARPAV, su finanziamento della Regione del Veneto, nei mesi di maggio-giugno 2013.
L’obiettivo era quello di quantificare i consumi regionali e provinciali di legna da ardere e pellet nell’inverno 2012/13 e di verificare la diffusione dei diversi tipi di impianto domestico a legna per riscaldare le abitazioni o cucinare i cibi.
Per la sua realizzazione ci si è avvalsi della tecnica di intervista telefonica denominata CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) per una quota pari al 70% dei contatti, mentre la rimanente quota del 30% è stata raggiunta via web (CAWI). Il campione minimo di interviste era pari a 10,000 contatti, con un possibile incremento qualora nel campione minimo gli utilizzatori frequenti (> 4 volte/anno) fossero risultati inferiori al 10%.
Il campione estratto riproduceva proporzionalmente la distribuzione della popolazione sul territorio regionale in base a: provincia di residenza, densità abitativa (ab/km2) e fascia altimetrica (montagna collina e pianura), considerando come unità statistica elementare la famiglia. Inoltre, è stata effettuata una riponderazione del campione al fine di dare maggiore rappresentatività alle province di Belluno e di Rovigo.
Complessivamente il numero di contatti è stato pari a 10.004.
I principali dati emersi
Frequenza di utilizzo della biomassa legnosa
L’elaborazione dei risultati dell’indagine CATI/CAWI 2013 sul Veneto ha portato ad individuare una percentuale piuttosto elevata di utilizzo della biomassa legnosa: il 34% degli utenti intervistati utilizza legna, di cui il 29% per riscaldare l’abitazione, il 2% per cucinare ed il 3% per entrambi gli usi. Il rimanente 66% invece non la utilizza.
Andando a considerare la frequenza di utilizzo di biomassa legnosa per riscaldare l’abitazione, risulta una percentuale di utilizzatori frequenti (> 4 volte/anno) pari al 29% dell’intero campione, di cui il 24% dichiara di usarla tutti i giorni.
grafico 1. Utilizzo della biomassa legnosa
Tipologia di biomasse legnose impiegate nelle abitazioni
Le tipologie di biomasse legnose che sono state censite nell’indagine CATI/CAWI sono state le seguenti: legna da ardere comune, legna lavorata, pellet, cippato e briquettes.
Considerando gli utilizzatori frequenti, i materiali più frequentemente impiegati per riscaldare le abitazioni sono risultati essere la legna da ardere (84.4% dei casi) ed il pellet (14.5%), mentre le altre tipologie (legna lavorata, cippato e briquettes) sono rappresentate da percentuali trascurabili (dallo 0.3 allo 0.4%).
I tipi di apparecchi domestici in uso
A livello regionale, per quanto riguarda gli impianti ad uso riscaldamento, nelle risposte si è registrata una quota maggioritaria per la stufa tradizionale (39%), seguita dal caminetto aperto chiuso e stufa automatica a pellet/cippato, con una percentuale del 14%, 9% per la stufa in maiolica, 7% per quella moderna e 3% per la caldaia innovativa.
grafico 2. tipologie impianti domestici utilizzati
Consumi medi per apparecchio
Dall’elaborazione dei risultati relativi agli utilizzatori frequenti ed all’uso riscaldamento, si evidenzia come i consumi medi annui per apparecchio siano pari a 2.9 t/anno di biomasse legnose, comprese tra le 1.8 t/anno del caminetto aperto e le 4.0 t/anno della caldaia innovativa.
grafico 3. consumo medio per impianto
Utilizzo di altri combustibili
Solo l’1% dell’intero campione ha dichiarato di utilizzare in via esclusiva, nella propria abitazione, biomasse legnose per riscaldare, per cucinare o per entrambi gli usi. Il consumo della legna in ambito domestico si abbina dunque quasi sempre all’utilizzo di un altro combustibile che nella maggioranza dei casi è il metano (83.6%), seguito a grande distanza dal gasolio (6.8%), dal GPL (5.5%) e da altri sistemi o combustibili (2.7%).
Modalità di approvvigionamento
Il 56% delle biomasse legnose sembrerebbero sfuggire alle statistiche ufficiali di commercializzazione, in quanto sono autoprodotte (38%) o scambiate/vendute tra privati (18%).
Aggiornamento delle stime delle emissioni derivanti dall’utilizzo di biomasse legnose
Grazie ai dati raccolti nel corso dell’indagine è stato possibile aggiornare gli indicatori utilizzati nell’ambito dell’inventario delle emissioni per questa fonte emissiva. I consumi annuali di biomasse legnose in ambito domestico per il Veneto sono stati elaborati a partire da quanto dichiarato dagli utilizzatori frequenti rispetto al loro impiego per il riscaldamento e per l’uso misto (cucinare e scaldare assieme).
Complessivamente si stima, per l’anno 2013, un consumo regionale di 1.868.869 t/anno di biomasse legnose (legna e pellet) suddivise in 1.665.129 t/anno di legna e 203.740 t/anno di pellet.
Il 57% delle biomasse legnose è consumato in pianura, il 24% in collina ed il 19% in montagna.
Il confronto tra i consumi stimati in una precedente indagine campionaria condotta da APAT e ARPA Lombardia nel 2006 (2.126.163 t/anno di biomasse legnose attribuite al Veneto) e quelli dell’indagine ARPAV 2013 mostrerebbe una riduzione dei consumi, anche se i dati non sono perfettamente confrontabili.
Una recente indagine condotta dall’ISTAT sui consumi energetici delle famiglie, relativi all’anno 2013, presenta invece una stima di consumo (1.782.410 t/anno di biomasse legnose) leggermente inferiore rispetto a quella di ARPAV del 2013 (-5%).
L’edizione 2010 dell’inventario regionale è stata realizzata utilizzando una nuova versione del software (7/2011), che contiene importanti aggiornamenti metodologici, tra i quali i Fattori di Emissione (FE) relativi al riscaldamento mediante combustione di biomasse legnose in piccoli apparecchi domestici. Per questo settore emissivo, i FE della versione 7/2011 sono mediamente più elevati rispetto a quelli utilizzati nelle due precedenti edizioni, 2005 e 2007/8, di INEMAR Veneto (versione 5/2006 del software).
Per poter effettuare un confronto tra la nuova edizione dell’inventario (2010) e quelle precedenti (2005 e 2007/8) si è ritenuto opportuno effettuare un ricalcolo delle emissioni 2005 e 2007/8, utilizzando i precedenti indicatori di attività (consumi in GJ/anno per tipologia di apparecchio domestico) ed i nuovi Fattori di Emissione (7/2011).
Anziché evidenziarsi un incremento, l’operazione di ricalcolo porterebbe a stimare una riduzione delle emissioni in atmosfera per gli inquinanti di maggiore rilevanza rispetto a questo settore emissivo.