Ultimo aggiornamento
16-09-2022 08:56Con accordo tra Governo e Regioni del maggio 2001 gli Uffici del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale del Dipartimento per i Servizi Tecnici Nazionali sono stati trasferiti alle Regioni per essere incorporati nelle Strutture Operative competenti in materia [articolo 4 del D. Lgs. 28.08.97, n. 281; art.23 del D.P.R. 24.01.91, n. 85; comma 4 dell’art.92 del D. Lgs. 31.03.98, n.112].
Nel 2003 [DGR Veneto n. 3501, 14.11.2003] è stato attivato il processo di assegnazione ad ARPAV delle funzioni già trasferite dallo Stato alla Regione. Sono quindi state attribuite ad ARPAV le competenze di monitoraggio e controllo delle variabili idro-meteorologiche con finalità di supporto alla gestione delle risorse sia climatologiche che ambientali.
In tale contesto, il Dipartimento per la Sicurezza del Territorio (DST) dell'ARPAV, agli inizi del XXI secolo ha acquisito e incorporato la rete storica di stazioni dell'ex Ufficio Idrografico.
In questi anni il DST ha dedicato profonda attenzione sia in termini di ricerca delle più adeguate fra le tecniche di indagine scientifica disponibili in ambito internazionale, che di individuazione delle stazioni più rappresentative, fra quelle di propria pertinenza, secondo le indicazioni della World Meteorological Organization [WMO] in merito ai requisiti climatologici minimali per una serie storica.
Il DST infatti attualmente si trova a gestire due serie di dati distinte, caratterizzate solo da una parziale sovrapposizione temporale:
- la serie acquisita dall’ex Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale che ricopre un intervallo temporale che va dagli inizi del XX secolo fino al 2004;
- la serie delle stazioni ARPAV che ricopre invece un intervallo che va da fine anni ’80 ad oggi.
I dati disponibili della prima serie, qui denominata serie storica, sono principalmente di precipitazione e temperatura, con indicazioni in merito al manto nevoso. A questi dati si affiancano alcuni dati proxy relativi al settore agrario [i dati proxy sono dati relativi a parametri che permettono di valutare indirettamente altre grandezze fisiche. Un esempio comunemente noto sono gli anelli di accrescimento degli alberi nelle indagini dendrocronologiche della paleoclimatologia].
Il DST ha iniziato ad informatizzare tali dati, allo stato attuale disponibili in toto solo in formato cartaceo negli Annali o Bollettini Idrologici pubblicati dal Magistrato alle Acque. Per verificare lo stato attuale della digitalizzazione si rinvia all'apposito link [menù a destra: Dati storici].
La rete trasferita era costituita da circa 400 stazioni manuali, dotate di strumentazione, per quanto riguarda l'aspetto termometrico [termometri a massima e minima] ora obsoleta. Dopo un'indagine effettuata per valutare quali e quante stazioni mantenere, almeno temporaneamente installandovi a fianco una stazione automatica in modo da non perdere la continuità della serie, la maggior parte dei rilievi termometrici si è interrotta, mentre è proseguito, in circa un decimo delle stazioni originarie, il rilievo pluviometrico, ora automatizzato.
Per comprendere la logica della scelta di dismissione di buona parte delle stazioni è opportuno tener presente che la gestione delle stazioni manuali finisce con l’essere più onerosa e inefficace rispetto alla gestione di stazioni automatiche in telemisura. Pertanto, anche se è prioritario il recupero dei siti di misura dove hanno operato per lungo periodo stazioni storiche, è altresì importante garantire la corretta collocazione dei siti stessi e la conservazione nel tempo delle loro caratteristiche per acquisire dati confrontabili nel tempo.
D'altra parte, poiché i dati acquisiti anche in tempo reale possono essere valutati adeguatamente solo se si dispone di una serie di dati pregressi, una delle priorità attuali del settore, sulla quale sta iniziando a lavorare il DST, è la ricostruzione di alcune serie storiche di riferimento per il territorio regionale e il recupero di tutte le informazioni relative alle stazioni [metadati].