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Sinossi autunno 2022

La stagione è stata complessivamente mite, specie in ottobre e nelle prime due decadi di novembre, mentre settembre alterna momenti di relativa mitezza con periodi un po’ freschi. In ogni caso tra pianura e montagna, l’autunno 2022 risulta essere da 1 a 2.5°C più caldo della norma. Per quanto riguarda le precipitazioni, la stagione prolunga la fase di siccità, iniziata a febbraio 2022, anche se alcune perturbazioni atlantiche riversano un po’ di pioggia sulla nostra regione. La prima vera perturbazione autunnale si verifica il 23 novembre con piogge di una certa consistenza. Piove anche prima, ma sono fenomeni legati all’instabilità, magari con apporti significativi, ma troppo sporadici per essere considerati come risolutivi per una situazione di deficit idrico eccezionale. In sintesi un autunno particolarmente mite, quasi da record in quota, e poco piovoso.

Settembre 2022

Il mese di settembre 2022 inizia con il perdurare di un flusso sud-occidentale di aria relativamente fresca e a tratti umida tra un debole promontorio di matrice mediterranea e una depressione centrata a ovest dell’Irlanda, senza che l’uno o l’altra prenda il sopravvento. Pertanto il tempo è discreto con lunghi tratti di sole al mattino e a tratti variabile al pomeriggio per attività cumuliforme irregolare, localmente intensa e associata a qualche piovasco e locali temporali tra Prealpi bellunesi e pedemontana trevigiana e vicentina (localmente cadono 20-40 mm). Il giorno 2 la situazione migliora grazie a una lieve spinta dell’alta pressione mediterranea, anche se continuano a transitare piccole ondulazioni in quota, annesse alla depressione d’Irlanda. Di conseguenza il 3 nuovi episodi d’instabilità si producono, principalmente sulle Dolomiti, dove l’influenza del cedimento in quota è maggiore e sulla pedemontana per venti convergenti (inneschi). Il giorno 4, il promontorio si consolida maggiormente e consente al tempo di essere piuttosto buono, all’eccezione di un temporale che nasce sul delta del Po, prima di intensificarsi e di allontanarsi sul mare adriatico. Il 5 presenta una situazione simile a domenica con analogie dinamiche e meteorologiche, in altre parole il tempo è piuttosto soleggiato stabile, con qualche banco di nebbia all’alba e transito di sottili nubi alte al mattino, prima di veder fiorire i cumuli, localmente intensi su nord delle Dolomiti, dove si verificano sporadici piovaschi, addirittura un bel rovescio nella zona del Falzarego e del Valparola. Il 6 stessi attori e stessa situazione rispetto ai due giorni precedenti con transito di piccole ondulazioni e inneschi convettivi grazie alle ore di sole precedente. La giornata regge fino alla sera, salvo isolati rovesci, poi nasce l’instabilità con rovesci che risultano localmente intensi tra Nord Dolomiti e Alpago, in particolar modo a Roncadin Chies d’Alpago con 87 mm e San martino d’Alpago con 62 mm. Si tratta di un temporale autoriginerante pressoché stazionario, il quale provoca successivi forti rovesci sulle stesse zone. Nella notte e al mattino del 7 altri temporali imperversano sulle Prealpi occidentali, prima di scivolare verso il trevigiano e la costa orientale del veneto, attenuandosi. La giornata del 7 risulta tutto sommato buona, soleggiata in pianura, variabile in montagna, con qualche rovescio e sporadico temporale serale, localmente forti, come a Velo d’Astico con 52 mm e Asiago con 37 mm. Il giorno 8 una fase un po’ più instabile si scatena con l’avvicinarsi della saccatura legata alla profonda depressione d’Irlanda, in movimento verso il mare del Nord. Al primo mattino si verifica una tromba d’aria sul lago di Garda, insolitamente duratura e assai larga per essere una tromba d’aria lacustre (molti video e foto sono consultabili su internet). L’immagine radar dell'8 mattina a (Fig. 1a) mostra una “squall line” in transito sul lago di Garda, in concomitanza con il verificarsi della tromba lacustre. L’avvicinarsi dell’asse di saccatura provoca piogge su tutta la montagna veneta, sulla pedemontana e la pianura centro-settentrionale, localmente in maniera significativa con apporti medi di 10-20 mm, localmente fino a 35-40 mm da aggiungere alle piogge della sera (90 mm a Velo d’Astico). Sul resto della regione non piove, nonostante il transito di corpi nuvolosi. Continua a fare caldo, come il giorno 7, per la continua avvezione d’aria subtropicale. Nella serata dell’8 l’arrivo di aria un po’ più fresca in quota si accompagna al passaggio di una linea d’instabilità non particolarmente rilevante, mentre il giorno 9 la maggiore curvatura ciclonica e l’avvicinarsi della parte attiva della saccatura determinano una maggiore instabilità con un primo episodio instabile tra metà mattinata e ore centrali del giorno, seguito da un secondo episodio serale che scorre da nord-ovest verso sud-est con una linea temporalesca che scende dalle Dolomiti alla pedemontana. I fenomeni di maggiore intensità si verificano sul litorale orientale con ben 62 mm a Bibione con 58 mm sulle Prealpi bellunese e nel Padova (Teolo 38 mm). In ogni caso piove un po’ ovunque, tranne sulla parte centrale della provincia di Venezia e buona parte di quella di Rovigo. Il giorno 10 il tempo torna a essere buono/discreto al mattino, prima che la presenza di aria fredda in quota, assieme alla curvatura ciclonica, determini un intervallo instabile sui monti, anche sulla pianura centro-occidentale, in particolare la parte meridionale del Veronese alla sera. L’instabilità perdura nella notte in pianura con rovesci e locali temporali, prima che il tempo migliori con ingresso di correnti settentrionali a partire dall’arco alpino, dove il tempo è buon già dal mattino, salvo presenza di modesti addensamenti durante le ore più calde. Il miglioramento è più graduale in pianura, ma da metà mattinata il sole torna a splendere quasi ovunque. Il giorno 12 un promontorio mediterraneo garantisce una splendida giornata sulle Dolomiti e sulla pianura meridionale, mentre stratocumuli limitano il soleggiamento tra Prealpi e buona parte della pianura centro-settentrionale. Le temperature sono in rialzo grazie a un’avvezione di aria assai più calda di matrice subtropicale. La situazione si ripete anche nella giornata del 13, ma il sole non splende allo stesso modo per l’arrivo di sottili nubi alte in grado di velare il cielo al pomeriggio e soprattutto alla sera, assieme al formarsi di estese nubi basse. Il giorno 14 inizia con una cappa di nubi basse quasi ovunque, gli unici posti dove splende un po’ di sole, assieme a qualche velatura del cielo, sono le cime montuose oltre i 2200/2400 m. Nel corso della mattinata dissolvimento delle nubi basse e ricomparsa del sole. Grande mitezza per la continua avvezione di aria calda di origine subtropicale (zero termico a 4200 m). Nel pomeriggio il tasso di umidità aumenta e con esso anche la nuvolosità, la quale è associata a qualche piovasco serale. Il 15 la situazione assomiglia al giorno precedente per quanto riguarda la mattina, ma al pomeriggio il cedimento del promontorio determina lo sviluppo di addensamenti imponenti con temporali pomeridiani sulla fascia prealpina bellunese, localmente intensi come in Alpago con ben 76 mm a San Martino d’Alpago. Il giorno 16, dopo il sole del mattino, la situazione cambia per l’avvicinarsi della saccatura atlantica, la quale giunge in serata, con le prime piogge in serata su gran parte della regione, a eccezione delle Dolomiti settentrionali, del tutto asciutte grazie alle correnti settentrionali che mantengono l’instabilità appena più sotto e della provincia di Rovigo, ancora marginale nella discesa del fronte in serata. I fenomeni sono temporaleschi e colpiscono soprattutto il basso bellunese e il basso vicentino, assieme alla persistenza delle correnti meridionali. Il 17 nottetempo, il fronte freddo transita sulla nostra regione determinando tempo perturbato assieme a un netto calo termico. Le piogge piuttosto deboli sui rilievi settentrionali, sono un po’ più significative sul medio Agordino, ma soprattutto tra Prealpi e pianura meridionale, dove risultano diffuse ed abbondanti in mattinata, associate a forti venti da nord nord-est. Il maltempo si esaurisce, già al primo mattino sui monti e entro la tarda mattinata sulla pianura meridionale. La nuvolosità cede spazio al cielo sereno o poco nuvoloso e il tempo migliora nettamente. Particolarità di questo episodio, il ritorno della neve oltre i 1700/1900 m sulle Dolomiti, con apporti di 5-10 cm attorno ai 2000 m, localmente 15 cm nel medio Agordino, fino a 20/25 cm in alta quota sulle Pale di San Martino. Il 18 il tempo è bello ovunque, ma assai fresco al primo mattino, con gelate oltre i 1500/1700 m sulle Dolomiti, anche 1000 m sugli altopiani prealpini e brinate fino sugli 800/1000 m. Fa assai freddo in alta quota con -9.7°C in Marmolada (si ha un calo di 12°C a Punta Rocca in 48 ore). Il ritorno del sole mitiga un po’ il contesto termico diurno (22/24°C), specie in pianura e nei fondovalle (20/22°C), mentre il fresco si mantiene in quota (12/14°C a 1000 m). Il 19 correnti settentrionali di aria perlopiù secca mantengono condizioni buone, anche se con un po’ di annuvolamenti mattutini sulle Dolomiti, ma senza fenomeni. Il rialzo termico prosegue grazie a un’avvezione di aria più mite. Il 20 la situazione diventa sempre più anticiclonica, ma nel contempo una saccatura balcanica si approfondisce tra il mar Nero e la Turchia e correnti settentrionali di aria più fresca lambiscono la nostra regione determinando qualche piovasco o addirittura con qualche rovescio temporalesco sul Rodigino. Nei giorni seguenti la saccatura scivola verso est e un promontorio garantisce due giornate buone e stabili sul Veneto, anche relativamente mite il giorno 23 grazie a un’avvezione di aria relativamente mite proveniente da sud-ovest. Il giorno 24 una saccatura giunge dalla Francia con cielo coperto e precipitazioni via via più diffuse sulle pianura, mentre la montagna rimane pressoché marginale per quanto riguarda i fenomeni, ad eccezione delle Dolomiti agordine. Il 25 la saccatura finisce di transitare sul territorio regionale con cielo molto nuvoloso, salvo schiarite al mattino sulle Dolomiti. Non piove su tutta la pianura centro occidentale, mentre ci sono rovesci sui monti nel tardo pomeriggio/sera, assieme a un po’ di neve oltre i 2100 m, con fenomeni che perdurano anche nelle notte, addirittura con temporali forti sul litorale veneto al confine con il Friuli (50-65 mm tra Lugugnana e Fossalta di Portogruaro). Il giorno 26 il tempo si ristabilisce con prevalenza del sole, nonostante la presenza di temporanei altocumuli e di banchi di stratocumuli mattutini. La massa d’aria risulta un po’ più fresca in corrispondenza alla discesa di aria fresca post saccatura. Il 27 la discesa di una seconda saccatura che giunge rapidamente dalle isole britanniche verso il nord Italia provoca rovesci e temporali nel pomeriggio sulla pianura centro-meridionale e pochi fenomeni sui monti, dove le correnti settentrionali e l’inibizione convettiva limitano gli effetti della suddetta saccatura. Il giorno 28 il tempo risulta fresco ed uggioso con cappa di nubi alte al mattino e di stratocumuli al pomeriggio. Qualche raggio di sole in più in pianura, assieme al transito di nubi medio-alte. Il 29 una saccatura atlantica in approfondimento sulla Francia si avvicina all’Italia con maggiore nuvolosità rispetto al giorno precedente e peggioramento del tempo al pomeriggio sera, con forti temporali tra Prealpi e pedemontana, mentre fa poco sul resto del territorio regionale. Il 30 la saccatura finisce di transitare sulla nostra regione, con cielo molto nuvoloso ovunque. Le precipitazioni sono deboli e sparse usi monti, tranne sulle Prealpi vicentine, pressoché assenti su gran parte della pedemontana, mentre sono più significative sui settori litorali, sul Padovano e il Rodigino (15-20 mm). Le correnti di aria ancora assai umida rimangono da sud-ovest a causa del lento spostarsi dell’asse di saccatura, in un ambiente che rimane tutto sommato abbastanza mite per il periodo. Per concludere il commento del mese di settembre, si può dire che è tornato a piovere su buona parte della regione come si può vedere sulla figura (fig. 1b) che mostra i totali pluviometrici mensili sulla regione, per alcune stazioni più di quanto accade mediamente nel mese di settembre con un massimo di 303,2 mm a Roncadin Chies d’Alpago (BL), per la maggiore parte delle stazioni un po’ meno del solito e per alcune molto meno con un minimo di 37,2 mm a Buttapietra (VR).

Fig. 1a

Fig. 1b

Ottobre 2022

Il mese di ottobre 2022 inizia con il transito dell’asse di saccatura, cioè con tempo lievemente instabile/variabile, cioè forte ristagno di umidità nei bassi strati atmosferici e qualche sporadico e debole fenomeno nottetempo e al primo mattino. Poi le correnti si dispongono da nord-ovest favorendo il ritorno delle schiarite, più presenti sui monti. Il 2 e 3 l’alta pressione mediterranea si rafforza e si estende un po’ più verso l’arco alpino favorendo una maggiore stabilità con sole, nubi basse nelle ore più fredde e qualche velatura nel pomeriggio del giorno 3. Il 4 ulteriore consolidarsi dell’alta mediterranea, che risulta essere un prolungamento dell’anticiclone delle Azzorre. Pertanto la stabilità e il sole si danno appuntamento per garantire una buona giornata sul Veneto. L’avvezione di aria di matrice mediterranea mantiene un livello termico al di sopra della media stagionale, lo zero termico sale oltre i 4000 m. Nei due giorni successivi il promontorio anticiclonico di matrice mediterranea, appendice dell'alta pressione delle Azzorre, interessa ancora la nostra regione, garantendo tempo stabile sulle Alpi venete, magari non del tutto soleggiato tra Prealpi e pianura nelle prime ore del giorno a causa del ristagno di aria umida nei bassi strati atmosferici. Nubi basse che si dissolvono rapidamente, almeno il giorno 6, quando le temperature diurne salgono fino sui 23/25°C in pianura, 21/22°C in alcune conche prealpine e raggiungono ancora i 19/21°C sui 1000/1200 m, almeno nelle valli più assolate. Il 7 e 8 condizioni sinottiche simili con ulteriore rialzo termico nei bassi strati, mentre il lieve cedimento del promontorio in alta quota determina un lieve calo delle temperature sulle cime più alte. Il cielo risulta terso in montagna, salvo lievi velature nel pomeriggio del giorno 8. Diversamente va nelle conche prealpine e in pianura per nubi basse o banchi di nebbia mattutina, fenomeni tipici di questa stagione in situazioni stabili, mentre aria umida ristagna nei bassi strati atmosferici. Il 9 un asse di saccatura transita sulla nostra regione, ma senza effetti ad eccezione delle Dolomiti più settentrionali, dove cadono deboli piogge durante la notte, prima che il tempo risulti variabile al mattino e di nuovo in parte soleggiato al pomeriggio. Passaggio di un asse senza calo termico o quasi. Il giorno 10 la presenza di un minimo depressionario in quota tra la Corsica e la costa toscana continua a richiamare correnti meridionali sul Veneto, dove affluisce aria umida, senza nessuna dinamica ciclonica. Pertanto la nostra regione viene interessata da estesa nuvolosità medio-bassa a inizio giornata sulla pianura, mentre il cielo risulta sereno o poco nuvoloso sulle Dolomiti e parte delle Prealpi. Nel corso della mattinata nubi alte e medio-alte (cirri e altocumuli) giungono da sud coprendo parzialmente il cielo, ma persistono ampi tratti soleggiati. Lieve rialzo delle temperature diurne in relazione al maggiore soleggiamento e all’avvezione di aria mite di matrice mediterranea. Il giorno seguente situazione identica con lo stesso tipo di circolazione, anche se la maggiore umidità determina qualche banco di nebbia nelle ore più fredde sulla pianura meridionale e qualche annuvolamento pomeridiano sui monti al pomeriggio, con locali pioviggini o isolati piovaschi sulle Dolomiti a metà pomeriggio e qualche fiocco di neve sopra i 2700 m. Il contesto termico rimane relativamente mite per il periodo, eccetto nei settori montani più interessati dalla nuvolosità pomeridiana. Nei giorni successi (12 e 13) il tempo è buono al mattino, lo rimane in pianura al pomeriggio, un po’ meno in montagna per lo sviluppo di addensamenti legati al transito di aria un po’ umida in quota associata a piccole ondulazioni. Il giorno 12 alcuni rovesci si verificano, anche moderati sulla parte più occidentale dell’Agordino (Passo Valles) e nei pressi del Pelmo, dove si verifica un rovescio grandinigeno. Altrove non accade nulla o poco. La situazione si ripete nella serata del 13 con sporadici piovaschi serali sull’Agordino, con tracce di neve sopra i 2400 m. In queste due giornate il tempo rimane ben soleggiato in pianura, con valori termici superiori alla media del periodo: 22/24°C, localmente oltre i 25°C. Dal 14 al 21 il promontorio di matrice mediterranea si rafforza, assieme a un’avvezione di aria via via più calda (la quota dello zero termico nella libera atmosfera risale in un primo tempo fino sui 3700/3800 m, poi oltre i 4000 m). Situazione sinottica che genera condizioni meteorologiche di grande stabilità, con prevalenza di giornate ben soleggiate, eccetto il formarsi delle nebbie in alcuni settori durante le ore più calde, però esse tendono a diradarsi dopo il sorgere del sole. Le temperature sono anormalmente elevate per il periodo con punte di 25/26°C in pianura, superiori a 18/20°C nelle valli a 1000/1200 m, ma l’anomalia è ancora più marcata in alta quota, con temperature che sono fino a 8°C superiori alle medie del periodo oltre i 2000 m. Le figure (Fig. 2a e 2b) mostrano l’anticlone nella sua fase più consolidata. In Marmolada, dopo un mese di settembre un po’ più fresco rispetto al solito, il mese di ottobre risulta complessivamente mite, in questa seconda fase anticiclonica del mese, non gela di notte e si raggiungono punte di +4/+6°C, con minime di 2 o 3°C sopra lo zero. Non c’è inversione termica sulle cime, la massa d’aria detta l’andamento termico e nei giorni in cui padroneggia il promontorio mediterraneo l’avvezione di aria subtropicale marittima provoca questa anomalia, in maggior misura avvertita in quota, dove lo scostamento dalla media è più importante. Nella giornata del 21 una depressione situata sulla penisola iberica richiama correnti sud-occidentali di aria via via più umida, il cielo si copre e inizia a piovere debolmente, in maniera sporadica in giornata, più diffusa alla sera, anche se debolmente. Il giorno 22, il transito del fronte freddo, sempre associato alla suddetta depressione, provoca un episodio perturbato tra la fine della notte e gran parte della mattinata con diffuse precipitazioni di moderata intensità, nevose sopra i 2800-2900 m. Piove soprattutto in montagna con 15-25 mm, mentre le precipitazioni risultano molto modeste in pianura, addirittura assenti su alcuni settori. Nel pomeriggio dello stesso giorno, l’ingresso di correnti da nord determina un netto miglioramento del tempo a partire dalle Dolomiti, successivamente sulla fascia prealpina, mentre il cielo rimane coperto fino a sera in pianura. Il giorno successivo (23), il tempo migliora su tutta la regione con ritorno del sole, ma il contesto termico è un po’ più fresco in quanto la dorsale post-frontale fa affluire aria atlantica sul nord Italia. Il 24 un nuovo pseudo fronte atlantico, associato a un minimo depressionario centrato sulla penisola iberica, interessa la nostra regione. In serata sulla zona montuosa con piogge diffuse di moderata intensità (15-30 mm), l’avvezione di aria relativamente mite legata a forti correnti sud-occidentali non consente alla neve di scendere sotto i 2800 m. Il maltempo si trasferisce sulla pedemontana e la pianura più settentrionale durante la notte successiva, mentre il tempo migliora già in montagna. Su gran parte delle zone pianeggianti della regione il cielo si copre, senza precipitazioni. Nel corso della mattinata del 25 il pseudo asse di saccatura si allontana verso levante e il sole torna ad interessare tutta la regione al pomeriggio. Nei giorni seguenti, cioè tra il 26 e il 31 del mese, un promontorio di matrice mediterranea si espande su gran parte dell’Europa centro-occidentale, incluso l’arco alpino, garantendo una fase di tempo stabile, molto soleggiato sui monti, un po’ meno tra le conche prealpine e alcuni settori della pianura per locali banchi di nubi basse e soprattutto per la presenza delle nebbie tra le ore più fredde e le prime ore del giorno. Sono raggiunti valori termici insolitamente elevati per la fine di ottobre, con punte di 25/26°C in pianura, 22/24°C nelle conche prealpine e addirittura 20/22°C a 1000 m. Il gelo è assente anche sulle cime dolomitiche più alte, come sulla Marmolada dove si registrano valori positivi eccezionali: 6/7°C di giorno e 1/2°C di notte per 4 giorni consecutivi. Come si può vedere sul grafico seguente (Fig. 2b), i livelli termici sono tutt’altro che autunnali. Situazione che per certi versi fa del mese di ottobre 2022 un’anomalia, assegnandolo a essere il mese più caldo dall’inizio dei rilievi, almeno in alta quota. Di fatto, potrebbe sembrare un'altra stagione se non fosse per il “foliage” osservato in queste ultime settimane. L’ultimo giorno del mese rimane molto mite, anche se l’arrivo di sottili nubi alte determina una lieve flessione delle massime in alta quota, ma le temperature raggiungono ancora i 3°C a 3000 m e i 14/15°C a 2000 m, ben al di sopra delle medie della terza decade di Ottobre (Fig. 2c e Fig. 2d).

Fig. 2 a

Fig. 2 b

fig. 2 c

fig. 2 d

Novembre 2022

Il primo del mese di Novembre 2022 si presenta stabile e in parte soleggiato al mattino e ancora relativamente mite, nonostante il deficit di sole per l’arrivo di estese nubi medio-alte stratiformi legate al transito di una asse di saccatura a nord delle Alpi, la quale apporta un po’ di pioggia in serata sulle Dolomiti assieme a deboli nevicate oltre i 2700 m. Il giorno 2 il tempo migliora grazie a una dorsale post frontale, il sole e le velature sono ben presenti ovunque al mattino, mentre nubi medio-alte giungono sul Veneto al pomeriggio, segni precursori di un nuovo cambiamento legato all’avvicinarsi di una saccatura atlantica in approfondimento sulla Francia. Il giorno 3 infatti una saccatura atlantica transita sulla nostra regione, preceduta da un’avvezione sciroccale con precipitazioni diffuse sui monti tra la sera e la notte, mentre non piove ancora sulla pianura. Nella mattinata del 4 il fronte freddo transita sul Veneto con il suo corteo di piogge, rovesci, anche temporaleschi, assieme all’ingresso di aria fredda e il ritorno della neve sulle Dolomiti fino sui 1400-1600 m, localmente più in basso sulle estreme zone settentrionali, mentre la stessa neve non scende sotto i 1900-2200 m sulle Prealpi. Nel pomeriggio del 4 il tempo migliora per ingresso di aria fredda e assai più secca da nord-est. Nei giorni successivi un promontorio determina una discesa di aria temporaneamente più fredda con le prime brinate o gelate fino nei fondovalle prealpini e primi freddi in alta montagna. Il tempo è magnifico con solleone e quasi assenza di nebbia nelle ore più fredde grazie alla presenza di aria molto secca. Tale situazione si mantiene fino al giorno 8. In seguito una modesta saccatura atlantica si avvicina al Veneto, con richiamo sud-occidentale di aria più umida, senza che vi sia un cambiamento di tempo. Il 9 le correnti sud-occidentali tendono a intensificarsi in alta quota (fino a 65 km/h in vetta alla Marmolada) e la nuvolosità aumenta, specie dal pomeriggio. Alla sera lieve peggioramento del tempo sulle Prealpi occidentali con piogge che si estendono al resto della regione nel corso della notte in corrispondenza del passaggio dell’asse di saccatura. Le piogge sono molto modeste sulla parte meridionale della regione e sui rilievi più settentrionali, da 1 a 5 mm, mentre risultano più significative tra Prealpi e pianura centro settentrionale, con apporti di 10-20 mm, localmente fino a 22-25 mm sui Lessini (Bosco Chiesanuova). Il giorno 10 di fatto piove nella notte, ma il tempo tende alla variabilità, prima di migliorare nettamente dalla tarda mattinata a partire dai settori occidentali e nel corso del pomeriggio su quelli orientali grazie all’ingresso di correnti di aria secca e più fresca da nord-ovest. Nella giornata dell'11 aria umida da nord-est interessa il Veneto con estesa copertura di nubi medie stratiformi, localmente anche basse in pianura. Il giorno 12 una sella tra la circolazione depressionaria del nord Europa e la depressione chiusa mediterranea favorisce una giornata di tempo stabile, in parte nuvolosa sulla pianura e maggiormente soleggiata sui monti. Il contesto termico risulta anormalmente mite per essere a metà novembre con valori positivi fino in vetta alla Marmolada (1/2°C di massime), mentre si raggiungono i 17/19°C in pianura, anche 14/16°C fino sui 1000/1200 m. Il 13 la depressione risale lentamente verso nord apportando dapprima un aumento della nuvolosità al pomeriggio e deboli piogge serali a partire dalla pianura, in estensione ai monti in serata. Nella notte del 14 continua a piovere debolmente, nevica oltre i 1500/1600 m con apporti di 3-6 cm a 1800 m. Nel corso della giornata la depressione mediterranea tende a colmarsi e si sposta lentamente verso levante favorendo un parziale miglioramento del tempo, più significativo al pomeriggio. Il 15 la piccola dorsale presente sul nord Italia mantiene condizioni di tempo stabile con cielo coperto per nubi basse sulla fascia prealpina e alcuni banchi di nubi alte tra Dolomiti e pianura, su quest’ultima vi sono anche nebbie a macchia di leopardo, in dissolvimento nel corso della mattinata. Lo stesso giorno, in serata, le correnti si dispongono da sud-ovest per l’avvicinarsi di un piccolo asse di saccatura, associato a una depressione centrata a sud dell’Islanda. Tale asse transita nella mattinata del 16 provocando un breve episodio di tempo debolmente perturbato sulla pianura e parte della fascia prealpina, mentre le Dolomiti sono marginalmente interessate. Al pomeriggio il tempo migliora con schiarite e annuvolamenti irregolari, le prime più frequenti in pianura e sulle Prealpi, le seconde preponderanti sulle Dolomiti. Alla sera ampi rasserenamenti associati al temporaneo ingresso di correnti nord-occidentali di aria meno umida. Il 17 una piccola dorsale riporta tempo stabile, ma il raffreddamento notturno e i livelli di umidità elevati favoriscono la formazione di nubi basse stratiformi su gran parte della regione, salvo ampi strati di sereno in quota sulle Dolomiti centro-settentrionali. Nuvolosità che lascia spazio a qualche schiarita nell’arco della giornata, prima che il cielo si copra del tutto in serata per l’avvicinarsi di una piccola e veloce saccatura atlantica, i cui effetti sono assai ridimensionati con il suo valicare le Alpi, però in tarda serata pioviggina qua è là in pianura, specie sui settori occidentali. Pertanto in tarda nottata e al mattino del 18 si osserva un breve passaggio piovoso, con un po’ di neve sopra i 1600 m sulle Dolomiti e 1900 m sulle Prealpi, e come si dice in montagna non è niente di più che una spolverata di bianco. Di fatto, subito dopo il passaggio del fronte, l’ingresso di correnti nord-occidentali di aria più secca riportano il sole e il cielo sereno sulla nostra regione, assieme a un contenuto calo termico. Il 19 il tempo è discreto sui monti veneti con sole e transito di nubi alte, mentre una depressione in risalita dall’Italia centrale interessa marginalmente la parte più meridionale del Veneto con cielo coperto e deboli piogge nel tardo pomeriggio/sera. Il contesto termico risulta essere più fresco, addirittura un po’ freddo in alta quota (-10°C di massima in Marmolada e -4/-5°C a 2500 m). Il giorno 20 una piccola dorsale riporta condizioni di tempo stabile e ben soleggiato sul Veneto, con contesto termico fresco di notte, anche freddo in montagna, di conseguenza anche fresco in giornata per deficit iniziale, nonostante il soleggiamento. Il 22 una saccatura atlantica in avvicinamento determina un richiamo sud-occidentale d’aria via via più umida con nebbie tra la notte e parte del mattino sulle zone meridionali della regione e aumento della nuvolosità al pomeriggio, dopo una mattinata soleggiata tra monti e pianura centro-settentrionale. Alla sera il tempo peggiora per l’arrivo dell’avanguardia della suddetta saccatura e una depressione si forma sul centro nord Italia e scivola dal Tirreno toscano verso l’alto Adriatico determinando tempo perturbato con breve fase sciroccale al mattino del 22, seguita da forti correnti da nord-est. Sull’alto Adriatico venti di 90-100 km/h sono registrati a metà giornata, dopo la fase sciroccale, responsabile di un’acqua alta a 180 cm a Venezia al primo mattino. Nel contempo il tempo risulta perturbato in maniera inconsueta, in quanto il forte maltempo tocca le zone più meridionali del Veneto, mentre i fenomeni sono decrescenti man mano che si sale verso l’arco alpino. Infatti le precipitazioni minori sono sulle estreme zone settentrionali delle Dolomiti come si può vedere sulla carta regionale delle precipitazioni (Fig. 3a), inferiori a 20 mm, mentre le più copiosamente annaffiate sono quelle meridionali (70/100 mm, localmente 120 mm (127.8 mm a Villadose (Rovigo)). In montagna la neve scende sopra gli 800/1200 m, con apporti medi di 15-25 cm a 1500 m, più abbondanti oltre i 1800/2000 m con cumuli di neve fresca che raggiungono i 30-40 cm, localmente fino a 50-60 cm sulla fascia prealpina, ma i forti venti da nord provocano accumuli ed erosione del manto nevoso. Il giorno 23 una dorsale riporta tempo stabile e perlopiù soleggiato, salvo nubi residue verso levante per qualche ora al mattino. Il sole consente un lieve rialzo delle temperature massime, con punte di 12/14°C in pianura, un po’ meno nei fondovalle prealpini. Nel contempo i valori massimi scendono molto nelle zone innevate. Stessa situazione il giorno 24, anche se il passaggio di un pseudo asse di saccatura determina un lieve effetto favonio su alcuni settori montani e pedemontani, mentre il vento da nord risulta teso tra la notte e le prime ore del giorno in alta quota. In pianura la giornata è più tranquilla con brinate notturne e soleggiamento incontrastato. Il giorno 25 nubi alte transitano sulla nostra regione, ma la presenza della dorsale mantiene il tempo stabile e, subito dopo il loro passaggio, il tempo torna a essere soleggiato e relativamente mite per il periodo nei posti più assolati. In alta quota infiltrazioni di aria più fredda da nord determinano un calo termico oltre i 1500 m. Tra il 26 e il 27 una dorsale consente di conservare tempo stabile e fresco in pianura, anche freddo in montagna, eccetto rialzo termico in alta quota dalle prime ore del 27 per avvezione di aria più mite da sud-est. Di fatto fa più freddo nelle valli che non oltre i 2000 m. In entrambi i giorni il sole predomina, eccetto residua nuvolosità medio-alta nelle prime ore del 26. La configurazione sinottica del 28 porta a un cambiamento meteorologico a causa di un minimo depressionario mediterraneo, il quale richiama correnti orientali di aria umida, assieme a debolissime o deboli precipitazioni sul Bellunese, ma non sul resto della regione. Il livello termico consente alla debole neve di scendere fino sui 900/1000 m. Tale situazione tende a protrarsi nelle prime ore del 29, con deboli o debolissime precipitazioni sparse, anche in pianura. Gli apporti complessivi sono modesti, raramente sopra i 5 mm, con cumuli di neve fresca altrettanto modesti. Nella notte del 29 il lieve calo termico permette di osservare tracce di neve fino sui 700 m. L’autunno si conclude con una blanda circolazione ciclonica, con minimo centrato sull’Italia meridionale, pertanto persiste l’avvezione di aria umida dai quadranti orientali con prevalenza di cielo nuvoloso o coperto e poche schiarite, mentre le precipitazioni sono assenti in quanto la dinamica favorevole a esse è assai più meridionale rispetto al Veneto.

fig. 3 a

fig. 3 b

Fig. 3 c

Conclusione

La stagione è stata meno piovosa della media e assai più mite, specie tra ottobre e novembre, grazie a numerose giornate di tempo stabile e spesso ben soleggiato. La situazione idrica non migliora sulla nostra regione: scarsi gli episodi piovosi, senza importanti passaggi di sistemi frontali responsabili di giornate di forte maltempo con precipitazioni diffuse ed abbondanti. In alcuni casi i totali pluviometrici del trimestre sono anche del 40-60% inferiori alla media stagionale, sia in montagna che in pianura. Per quanto riguarda le temperature, il mese di settembre è in linea con la media termica mensile, un po’ più fresco dal 15 in poi con infiltrazioni di aria più fresca di matrice atlantica e da tempo variabile/instabile. Passata questa fase, l’autunno torna a essere bello e anormalmente mite a ottobre e novembre. Il caldo è maggiormente avvertito in quota, dove gli scarti rispetto alla media sono ben maggiori rispetto alla pianura. Tutto questo è ben visibile sul grafico (Fig. 4) sulla base della quota dello zero termico nella libera atmosfera rilevato dalla base militare di Udine Codroipo. Ad esempio sulle Dolomiti, il mese di ottobre è stato il più mite (+4,1° C di scarto) almeno dal 1988 con un valore oltre lo 0.9 percentile (evento raro) superando anche il 2001 e il 1995. Particolarmente calda è stata la terza decade del mese con +5,6° rispetto alla media. Le stazioni con serie storiche più lunghe (1930-2022), ad esempio Belluno e Arabba, evidenziano un ottobre caldissimo, più del 2001, del 1969 e del 1949, che erano già stati eccezionalmente miti. Non si ricorda che sulla Marmolada a fine ottobre, il termometro potesse rimanere sopra lo zero, anche di notte per 5 giorni consecutivi. Anche il periodo da maggio a fine ottobre è stato il più caldo dell'ultimo trentennio. Il mese di novembre, pur offrendo un graduale calo termico, rimane in ogni caso più mite del solito con scostamento positivo di 0.5/+1.5°C rispetto alla media. In questo mese lo zero termico è variato fra un minimo di 1130 m il giorno 29 ed un massimo di 3650 m il giorno 12.
In ogni caso il bel tempo predominante e l’assenza di temperature basse nonché il mancato arrivo della neve alle quote medie prima del 22 novembre, evidenziano quanto l’autunno 2022 verrà ricordato come bello, mite e siccitoso, anche se a settembre il deficit delle piogge è stato limitato, con alcune aree, come il Cadore e l’Alpago, in cui le piogge sono state più abbondanti della media.

Fig. 4

Ultimo aggiornamento

22-03-2023 11:07

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