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Sinossi estate 2022

L’estate 2022 inizia con un mese di giugno già caldo con temperature superiori alla media di 2 - 3°C, paragonabili al mese di giugno 2003. Il caldo è più sensibile in alta quota rispetto alle valli. Situazione che si ripete anche a luglio e agosto, con temperature al di sopra delle medie e altre tre ondate di caldo anomalo. Il 2003 è rimasto come un anno eccezionalmente caldo, con punte da record, ma il trimestre estivo 2022 si rivela essere mediamente più caldo, di poco in pianura e decisamente di più in montagna, almeno per i mesi di giugno e luglio, mentre il mese di agosto, seppur un po’ più caldo non presenta scarti positivi così grandi. A differenza di molte altre estati il caldo è risultato spesso meno afoso, eccetto sui settori litorali durante le ore notturne, quando l’umidità relativa raggiunge livelli molto alti, senza che le temperature scendano sotto 23 o 24°C. L’estate 2022 risulta meno piovosa rispetto alla media, aggravando la situazione siccitosa, già presente sulla nostra regione da diversi mesi, anche se il mese di agosto contrasta con i mesi precedenti, almeno in montagna, ma senza rimediare a una situazione gravemente deficitaria per quanto riguarda la pluviometria sul territorio regionale. Alcuni settori della regione raccolgono acqua a sufficienza nel mese di agosto con sommatorie superiori alla media, come in Alpago e in parte tra il Cadore e il Comelico, ma sono delle eccezioni legate a forti temporali, ma la situazione generale è diversa e perlopiù deficitaria, specie in pianura, in particolare modo nella parte meridionale della regione.

Giugno 2022

Il mese di Giugno 2022 inizia con un promontorio di matrice mediterranea, assieme a un’avvezione di aria man mano più calda di matrice sahariana. Pertanto il promontorio dinamico riesce a favorire un primo Giugno piuttosto buono con sole, attività cumuliforme nelle ore più calde e qualche piovasco. Alla sera qualche temporale sfiora la nostra regione passando sull’Alto Adige. Il giorno 2 inizia con il sole, assieme a qualche nubi alte e banchi di stratocumuli su alcuni settori delle Dolomiti settentrionali. Ben presto si sviluppa l’attività cumuliforme con rovesci e temporali pomeridiani, specie sulle Dolomiti, anche in prima serata sul settore orientale (Cadore e Comelico). Perlopiù si tratta di fenomeni senza rilevanza, eccetto il temporale di Santo Stefano di Cadore, dove cadono 44 mm nel tardo pomeriggio. In pianura il tempo continua a essere anticiclonico con cielo sereno e persistenza del caldo (punte di 30/31°C). Il 3 il tempo cambia con avvezione di aria calda in arrivo da sud, ma anche un po’ umida. Pertanto dopo le schiarite del primo mattino il cielo si copre per un’estesa nuvolosità stratiforme, associata a piogge in transito da sud verso nord. In pianura si tratta perlopiù di qualche goccia, specie sui settori centro-meridionali. Tra la pedemontana e la montagna i fenomeni tendono ad accentuarsi leggermente, ma gli apporti sono modesti 2-4 mm. L’unica zone maggiormente colpita è la montagna dolomitica settentrionale con una fase temporalesca serale e localmente cadono fino a 10-15 mm. Il 4 il tempo si ristabilisce grazie a una dorsale, anche se il sole tende a scomparire dietro banchi di stratocumuli, più in pianura che non in montagna. Il 5 la dorsale resiste nelle prime ore del giorno con sole e caldo, mentre nel corso del pomeriggio l’avvicinamento del fronte determina una crescente nuvolosità, anche cumuliforme, prima di un breve peggioramento serale con temporali, localmente grandinigeni e soprattutto con forti raffiche di vento su tutto il bellunese (raffiche di out flow o anche dette di “downburst” per forte catabacità del flusso nella parte anteriore del temporale). Molti alberi sradicati, cartelli divelti. A Cortina d’Ampezzo viene danneggiata la scuola elementare. Sono state misurati valori di raffica superiori a 100/110 km/h da diverse stazioni dell’Arpav. Il giorno 6 il tempo si ristabilisce grazie a una piccola e temporanea dorsale, ma il passaggio di una piccola ondulazione d’alta quota in transito a ridosso delle Alpi in serata provoca qualche piovasco serale di riflesso su nord Dolomiti, ma niente di più. Il 7 una saccatura d’alta quota associata a una depressione in transito sul Mare del Nord provoca una fase di maltempo che inizia nella notte e perdura fino al tardo pomeriggio; piove in maniera diffusa sulla montagna, anche in pianura con qualche forte temporale sul vicentino occidentale (Trissino e Val d’Agnom). Anche sulle Dolomiti piove copiosamente, in maniera prolungata, localmente fino a 30-45 mm. La neve scende fino sui 2600/2800 m. Dopo questo passaggio, il tempo migliora grazie a una nuova dorsale, prima del passaggio di un secondo fronde freddo, i cui effetti si fanno sentire, già nella serata del 8, con temporali sparsi tra pianura e Prealpi e prime piogge sulle Dolomiti. Il maltempo perdura durante la notte con piogge continue e diffuse sui monti e fase temporalesca in pianura. Il sensibile calo termico riporta la neve fino sui 2200/2400 m sulle Dolomiti, pochi cm sotto i 2500 m. In giornata un ritorno da est (correnti orientali) dovuto al formarsi di una depressione nel sottovento delle Alpi mantiene cielo molto nuvoloso con associate precipitazioni di debole intensità. Complessivamente questo episodio apporta piogge di 10-20 mm, localmente fino a 40-50 mm nei settori più colpiti. Dal 10 il tempo migliora grazie all’allontanamento della suddetta depressione e soprattutto all’espansione di un’alta pressione mobile nord atlantica che determina un’avvezione di aria assai più secca e anche decisamente più calda. Lo zero termica passa da 2600 a 4000 m in meno di 36 ore. Nelle giornate del 11 e del 12 il sole padroneggia su tutta la regione in un contesto termico estivo. Il 13 il tempo rimane buono a inizio giornata, ma il lieve cedimento della struttura anticiclonica in quota determina qualche fenomeno convettivo nel tardo pomeriggio/sera. Situazione che migliora il giorno 14 grazie a una dinamica decisamente più anticiclonica. Il 15 il passaggio di un piccolo asse di saccatura in quota determina un po’ d’instabilità a fine giornata con qualche temporale tra le 17 e le 19, specie sui monti veneti e localmente anche sulla pedemontana. Nelle giornate tra il 16 e il 19 la presenza di un bel promontorio con correnti settentrionali di aria piuttosto secca garantiscono tempo stabile e caldo, ma senza afa. Le temperature sono di stampo estivo, leggermente oltre i 30°C in pianura e un po’ superiori alla norma in montagna, ma senza eccesso. Il giorno 20 un asse di saccatura atlantica proveniente dalla Francia lambisce le Alpi provocando qualche rovescio sulle Dolomiti settentrionali a fine giornata, ma non particolarmente rilevanti. Il giorno 21 il passaggio di un pseudo fronte freddo (presente in quota ma non al suolo) genera una situazione d’instabilità potenziale che si sfoga sui monti, ma non in pianura. Localmente i temporali sono abbastanza forti con apporti pluviometrici assai rilevanti (25-35 mm), ma soprattutto dannosi con un eccezionale grandinata a Limana, Valbelluna, dove la grandine imbianca tutta la compagna e il paese stesso. Nello stesso tempo piogge particolarmente intense, anche se brevi, cadono in alcune località delle Dolomiti, in particolarmente modo nelle zone franose della Val Boite. Nei giorni seguenti, cioè tra il 22 e il 24, il tempo si ristabilisce offrendo giornate di bel tempo di stampo estivo, nonostante qualche temporale convettivo tra il tardo pomeriggio e la sera tra Prealpi bellunesi e parte meridionale delle Dolomiti; si tratta perlopiù di qualche focolaio con limitata estensione spazio-temporale. Pertanto non piove su quasi tutta la regione, ad eccezione di qualche situazione ristretta, nel contempo fa caldo grazie al buon soleggiamento e all’avvezione di aria piuttosto calda, pur proveniente da nord (promontorio africano). I giorni 26 e 27 risultano stabili e particolarmente caldi per un’avvezione di aria di matrice africana, con punte di 35/37°C in pianura, 32/33°C nelle conche prealpine e fino a 26/28°C sui 1000/1200 m. In cima alla Marmolada si toccano gli 11°C il giorno 19 e i 13°C il giorno 20 e ormai la poca neve caduta tra l’inverno e la primavera è andata via lasciando apparire il ghiacciaio vivo su buona parte della superficie. L’apice del caldo viene toccato il 27. Come l’anno precedente il mese risulta assai più caldo della media, anche nella libera atmosfera, dove lo zero termico si mantiene quasi costantemente sopra la media, addirittura sembra che faccia più caldo in quota con uno scarto maggiore rispetto alla media osservata in pianura. Il grafico (Fig.1a) mostra l’andamento della quota dello zero termico rispetto alla quota media, si nota che i giorni sotto la media sono soltanto 2 e tutti gli alti sopra, in alcuni periodi lo scarto positivo è anche 1200/1400 m sopra la quota mediamente osservata (tra il 18 e il 21). In questo contesto, in alcuni casi si formano strane nubi alte (cirri ucinus) con piccole “virga” di precipitazioni nella libera atmosfera (gocce che evaporano durante la propria caduta), hanno l’apparenza di funghi sospesi nel cielo e provocano a volte una ricaduta di sabbia, come è successo con le correnti meridionali di origine sahariana il giorno 27 con rare gocce e deposito di sabbia sui colli Euganei. Il 28 una asse di saccatura provoca un indebolimento della struttura anticiclonica, vale a dire una breve fase instabile con qualche rovescio nel pomeriggio, anche qualche goccia in pianura. Il passaggio del minimo depressionario in alta quota tra la notte e il mattino del giorno 29 provoca una fase più instabile con piogge a carattere di rovescio e di temporale, localmente abbondanti sulle Prealpi vicentine (40-60 mm) e soprattutto su parte del Cadore e del Comelico (80-118 mm), con smottamenti e frane su questi due ultimi settori. La figura (Fig. 1b) mostra la ripartizione e i quantitativi delle piogge cadute tra la sera del 28 e la mattina del 29. Nel pomeriggio del 29 il minimo si allontana verso levante determinando qualche fenomeno temporalesco, anche sulla Trevigiana e parte della provincia di Venezia. Tra il tardo pomeriggio e la sera il tempo migliora ovunque. Il 30 inizia con il sole, salvo banchi di altocumuli sulle Dolomiti più settentrionali. Pur stando in una situazione anticiclonica per il rapido ristabilirsi del promontorio di matrice mediterranea, l’arco alpino viene lambito da qualche infiltrazione di aria umida, pertanto si verificano sporadici fenomeni convettivi nelle ore più calde, ma sono casi di poca rilevanza trattandosi soprattutto di sporadici piovaschi, specie sulle Dolomiti. Nel tardo pomeriggio/sera l’attività cumuliforme formatasi sui rilievi si dirada e il tempo torna a essere soleggiato e relativamente caldo su tutta la regione, con massime di 32/33°C in pianura, fino sui 30°C nelle conche prealpine e 24/26°C sui 1000/1200 m.

Quota dello zero termico nella libera atmosfera rispetto alla media a Udine Codroipo durante Giugno 2022 -  (Fig. 1a)

Carta delle precipitazioni osservate sul Veneto tra la sera del

28 e la mattina del 29 giugno 2022 - (Fig. 1b)

Luglio 2022

Il mese di Luglio 2022 inizia con una giornata abbastanza calda e soleggiata, ma il transito di un’asse di saccatura in quota provoca una fase instabile nelle ore pomeridiane, in parte sulle Prealpi, ma soprattutto tra parte del vicentino e la provincia di Padova, dove alcuni temporali sono grandinigeni, con qualche danno alle colture e alle macchine. Nelle giornate del 2 e 3 l’avvezione di aria calda di matrice africana investe gran parte dell’Italia, essa è più marcata in quota, dove si raggiungono i 20°C sui passi dolomitici e i 10/11°C a 3000 m. Il tempo è ben soleggiato. Comunque fa caldo in pianura con punte di 36/37°C. Il giorno 3, il caldo anomalo in quota provoca il cedimento di una parte della calotta sommitale della Marmolada che collassa prima di scendere a valle, trascinando e uccidendo diversi alpinisti. Di per sé il caldo in assoluto è minore rispetto a luglio 2019 o al record del 2015 (14.9.°C a punta Rocca il 19 Agosto 2012, contro gli 11.1°C di domenica 3 Luglio 2022 un po’ prima delle ore 13), ma sono ben 22 giorni che fa anormalmente caldo in quota, senza gelo notturno, ad eccezione di  mezzo grado sotto zero nella notte del 25 giugno. In ogni caso la media termica a 3252 m degli ultimi 21 giorni prima della tragedia è di 5.6°C in corrispondenza dell’arrivo della funivia. Inoltre, le massime tra il 18 e il 21 Giugno sono sempre superiori a 10°C e svettano a 13°C il giorno 20. Quasi tre settimane di temperature anomale, prima del collasso. La figura (Fig. 2° e 2b) mostra lo stato del ghiacciaio al primo Luglio del 2022 rispetto alla stessa data del 2021. Le differenze sono sconvolgenti, non sembra la stessa montagna. Il giorno 4 continua a fare caldo, ma il transito di un piccolo asse di saccatura determina il veloce passaggio di una linea temporalesca tra pomeriggio e sera; in questa ultima fase, i forti temporali emiliani traboccano leggermente sulla provincia di Rovigo apportando un po’ di pioggia e forti raffiche di vento. Il 5 sole e qualche breve temporale sulle Prealpi al primo pomeriggio, alla sera altri temporali più significativi sulla provincia di Verona. Nella notte tra il 5 e il 6 temporali assai più vigorosi, addirittura alcuni MCS (Mesoscale Convettive System) interessano la pianura settentrionale della regione fino al delta del Po’ in alcuni casi i fenomeni sono assai intensi, come a Codevigo con 68.9 mm e a Retrone a Vicenza San Agostino  con 38.6 mm. Oltre alla pioggia ci sono forti raffiche di out flow nella parte anteriore del fronte temporalesco, specie nel settore del delta del Po, con raffiche fino a 160 km/h (front gust), il tipico downburst di supercelle temporalesche. Come nei giorni precedente ci sono grandinate, localmente rovinose nel padovano, trevigiano e vicentino. In giornata il flusso da nord-ovest e il formarsi di una temporanea dorsale consente un miglioramento del tempo, già in atto dalle prime ore del 6 in montagna, in estensione alla pianura dopo il passaggio della linea temporalesca. Il caldo è in parte smorzato da correnti nord-occidentali di aria meno calda e dall’iniziale instabilità. In serata nuovi temporali si scatenano sulle Dolomiti, prima di scivolare sulle Prealpi nel corso della notte del 7 Luglio, con temporali notturni, localmente forti sulle Prealpi e sulla pedemontana, poi nel pomeriggio a partire dalle Dolomiti meridionali una nuova linea temporalesca attraversa tutta la regione, prima di sconfinare sull’Emilia-Romagna in serata. L’8 il tempo migliora grazie all’affermarsi di un promontorio mediterraneo e all’’avvezione di aria secca e più fresca, almeno in quota (-2°C in Marmolada), ma il buon soleggiamento riporta rapidamente le temperature su livelli estivi, anche oltre 31/32°C in pianura. Il bel tempo stabile e più caldo si mantiene tutta la giornata del 9 Giugno sia in pianura che in montagna grazie all’ulteriore consolidarsi del promontorio e del persistente avvezione di aria molto secca e relativamente calda dai quadranti settentrionali. Il giorno 10, aria un po’ più fresca e umida collegata a una depressione d’alta quota centrata sulla Polonia determina un po’ di nuvole di sottovento sui monti e venti tesi/forti sulle cime più alte, mentre il sole brilla in pianura, assieme a temperature piacevolmente estive, senza che faccia caldo. Il giorno 11 il Veneto viene influenzato in parte dal promontorio mediterraneo e dalle infiltrazioni di aria fresca legate alla goccia fredda centrata tra Polonia e Ucraina. Pertanto il sole del mattino lascia spazio a una certa attività cumuliforme pomeridiana associata a qualche rovescio e locale temporale alla sera, ma si tratta solo di qualche sporadico fenomeno non particolarmente rilevante, limitatamente ad alcuni settori delle Prealpi bellunesi. La lieve instabilità persiste sull’Alpago a inizio notte, anche lungo il fiume Po, al confine tra Veneto e Emilia-Romagna al primo mattino del 12. In giornata il tempo si ristabilisce del tutto e torna a essere relativamente caldo grazie all’espandersi dell’alta pressione mediterranea e al ripiego verso est dell’azione della vasta depressione centrata sull’Europa orientale. Nei giorni tra il 12 e il 15 il promontorio mediterraneo predomina sul Nord Italia garantendo tempo buono e stabile nonché via via più caldo per un’avvezione di aria di origine africana, che tocca principalmente la Spagna e parte della Francia, ma riscendendo da nord-ovest lambisce il Triveneto. Il 15 una lieve curvatura ciclonica in quota, abbinata alla forte convezione diurna, determina una certa attività cumuliforme durante le ore più calde e qualche focolaio temporalesco nel tardo pomeriggio/sera. La forte convezione provoca qualche breve, ma intenso rovescio, anche con grandine, come al Pian del Crep (Val di Zoldo)  con 58.8 mm e a Soffranco con 32,4 mm, in maniera minore anche sul medio Agordino. La situazione si ripete anche il 16, ma l’instabilità convettiva è minore e gli effetti pluviometrici decisamente meno impattanti. Il caldo tende a ridursi leggermente passando da 36/37°C a 35/36°C in pianura, lo stesso in montagna con una flessione di 1°C, fa caldo fino sui 1000/1200 m con punte di 26/28°C. Il giorno 17 il tempo torna a essere stabile senza pioggia su tutta la regione, continua a fare caldo, ma l’avvezione di aria calda si fa sentire maggiormente in montagna rispetto alla pianura, dove i massimi tendono a flettere ulteriormente rispetto al giorno prima. Il 18 il promontorio mediterraneo si rinforza e il caldo ritorna preponderante sia in pianura che in montagna con punte di 34/35°C nei settori più caldo della regione, 31/32°C nei fondovalle prealpini e 26/28°C a 1000 m.. Il giorno 19 il tempo rimane stabile e ben soleggiato tra pianura e Prealpi grazie all’alta pressione. Sulle Dolomiti il sole del mattino lascia spazio a un’attività cumuliforme irregolare che riduce il soleggiamento, ma senza fenomeni grazie alla presenza di aria secca negli strati medi e alti dell’atmosfera. Il caldo si accentua nei settori più assolati (35/36°C in pianura e 31/33°C nelle conche prealpine. I giorni 21 e 22 sono particolarmente caldi e stabili con punte di 36/38°C in pianura, dove l’afa inizia a farsi sentire. Fa caldo anche in montagna con 34/36°C nei fondovalle prealpini, 28/31°C sui 1000/1200 m e oltre i 21/23°C a 2000 m. Sulla Marmolada sono10 giorni consecutivi che le massime sono oltre i 10°C. Il 23 una piccola ondulazione in quota provoca un lieve disturbo, già al mattino sulle Dolomiti settentrionali, ma soprattutto al pomeriggio e alla sera con temporali sparsi localmente intensi tra l’Agordino e la Val di Zoldo (fino a 45-50 mm, localmente fino a 63.4 mm a Pescul). I rovesci sono a volte intensi con 10 mm in 5 minuti e 20 mm in 15 minuti. Nella fase temporalesca serale alcune celle lambiscono la fascia prealpina. Nella stessa giornata si tocca l’apice del caldo con 38/39°C in pianura, anche 40°C a Galzignano. Il giorno 24 grazie al riformarsi del promontorio mediterraneo il tempo torna a essere più stabile, ben soleggiato e caldo. L’afa si generalizza tra pianura e fondovalle prealpini. Nella notte tra il 24 e il 25 lo zero termico nella libera atmosfera tocca i 4983 m (radiosondaggio di Udine Rivolto) e si tratta della notte più mite in alta quota. La giornata risulta quindi molto calda ed umida (picchi di 38/39°C in pianura) e si verifica solo un lieve disturbo serale sulle Dolomiti settentrionali per il passaggio di una piccola ondulazione d’alta quota. Il 26 inizia, come i giorni precedenti: caldo, afa e sole, anche se qualche focolaio temporalesco ha interessato alcune zone del Veneto, durante la notte (alto Trevigiano con 10-12 mm). Nel pomeriggio, tuttavia, il sopraggiungere di una piccola saccatura d’alta quota determina una fase instabile sui monti veneti, localmente anche sulla pianura orientale. I fenomeni sono intensi tra l’Ampezzano e parte del Cadore e dell’Agordino nel tardo pomeriggio/prima serata con apporti pluviometrici di 35/50 mm, localmente fino a 76 mm sulla stazione del Rio Rudan sull’Antelao. Il 27 l’instabilità interessa ancora alcuni settori nottetempo, ma senza eventi particolarmente rilevanti. In giornata molte nubi iniziali, poi schiarite in montagna e lunghi tratti soleggiati in pianura, prima che torni l’instabilità alla sera sulle Dolomiti con apporti di 10-20 mm per rovesci e temporali. Il 28 inizia con il sole, salvo nubi basse nel catino bellunese. Al pomeriggio sole tra pianura e Prealpi, mentre gli addensamenti si sviluppano sulle Dolomiti, dove si verificano sporadici fenomeni. Alla sera locali temporali su quest’ultime. Il 29 un fronte freddo transita sulla nostra regione a fine giornata, il caldo precedente e gli inneschi convettivi favoriscono una fase abbastanza instabile con frequenti rovesci e temporali sia in montagna che in pianura. Nella maggiore parte dei casi i fenomeni sono di moderata intensità, salvo forti raffiche di vento per l’out flow (Front gust) prima delle precipitazioni. L’unica eccezione sulle Prealpi vicentine con un fortissimo temporale in grado di apportare 71.0 mm di pioggia nella piana di Marcesina sull’altopiano di Asiago. Il 30 il tempo migliora nettamente con discesa di correnti d’aria un po’ più fresca e soprattutto più secca. Pertanto il tempo risulta ben soleggiato, però nel pomeriggio qualche focolaio temporalesco si sviluppa tra la fascia prealpina e la pedemontana trevigiana, prima di scorrere lungo il confine con il Friuli, intensificandosi man mano, prima di arrivare sul litorale di Portogruaro e Bibione, dove forti rovesci (Portogruaro-Lison 29.6 mm) e violenti raffiche di vento imperversano nel tardo pomeriggio. L’ultimo giorno del mese è all’insegna del bel tempo caldo sulla maggiore parte della regione, ad eccezione delle Dolomiti, dove nubi di sottovento irregolari e venti tesi/forti da nord-ovest sulle cime provocano tempo variabile e più fresco, almeno in alta quota. In ogni caso il tempo è stabile e le temperature decisamente estive su gran parte della regione con punte di 34/36°C in pianura e 31/33°C nelle conche prealpine. Il mese è stato anormalmente caldo su tutta la regione, mediamente più di Luglio 2003, che risultava già molto caldo, lo scarto positivo rispetto alla media è assai sensibile in pianura, ma ancora di più in quota. Le quote giornaliere della zero termico del radiosondaggio di Udine Rivolto  (Fig. 2c) danno un idea di quanto l’atmosfera sia stata calda in questo mese di Luglio. Al suolo molte stazioni hanno superato i 30°C per ben 28/29 giorni su 31 in pianura e 24/26 giorni in alcuni fondovalle prealpini. Le medie delle massime sono state di 32.5°C a Feltre e di 34.5°C a Treviso, ma anche di 24.4°C a Cortina, 26.5°C a Falcade e di 18.8°C sul passo Falzarego. Valori insolitamente alti a tutte le quote.

Marmolada vista dalla webcam di porta Vescovo il primo luglio 2021 in alto e il primo luglio 2022 in basso - (Fig. 2 a e 2b)

Quote quotidiane dello zero termico nella libera atmosfera nel Luglio 2022 (Fig. 2 c)- Radiosondaggi di Udine Rivolto

Agosto 2022

Il mese d’Agosto 2022 inizia con la presenza di un promontorio di matrice mediterranea, vale a dire con tempo perlopiù ben soleggiato e particolarmente caldo. Alla sera, tuttavia, un lieve cedimento dell’alta pressione in quota dovuto al passaggio di una piccola ondulazione atlantica determina una breve fase di tempo instabile, con rovesci e temporali sparsi, dapprima sui monti ed in tarda serata anche sul alcuni settori della pianura settentrionale, ma ad eccezione del Passo Valles e di Falcade, non accade realmente granché. Nella notte i temporali diventano più frequenti, dapprima sulle Alpi venete, poi sulla pianura-centro settentrionali fra l’alba e il primo mattino, prima di finire sul litorale chioggiano nelle ore centrali del giorno. Le piogge cadute in pianura sono modeste (2-5 mm, localmente fino a 10-15 mm sulla pedemontana), addirittura irrisorie nella parte meridionale della regione, e non modificano la situazione di grave siccità. Al pomeriggio la discesa nord-occidentale di aria temporaneamente più fresca in quota e gli inneschi convettivi riescono a riattivare una lieve instabilità pomeridiana, con qualche sporadico rovescio, ma si tratta di fenomeni irrilevanti. Il 3 un'avvezione di aria assai calda (zero termico in rialzo fino sui 4700 m) e il consolidamento dell’alta pressione di matrice mediterranea favoriscono il ritorno del tempo ben soleggiato, caldo, stabile ovunque, seppur con qualche cumulo di bel tempo sui monti. Le temperature fanno un salto positivo rispetto al giorno precedente, con ben 4/5°C in più e valori di nuovo oltre i 34/35°C. Il 4 la stabilità e il caldo generati dal promontorio mediterraneo persistono, addirittura il caldo tende a intensificarsi a tutte le quote. In montagna, tuttavia qualche isolato temporale si manifesta su nord Dolomiti dopo le 17. Si tratta di sporadici fenomeni innescati dalla forte convezione e di limitato impatto spazio-temporale. Il giorno 5, la situazione del 4 si ripete con persistenza del caldo (36/38°C in pianura), ma alla sera un lieve cedimento dell’alta in quota provoca fenomeni convettivi sparsi sulle Dolomiti. Nella maggiore parte dei casi si tratta di qualche piovasco, ma sull’Ampezzano e parte del Cadore alcuni temporali sono eccezionalmente forti con molta pioggia. Cadono 97 a Sella Ciampigotto, 88 mm a Podestagno in meno di un ora e mezza. Lo stesso succede nel vicino trentino con 123 mm in Val di Fassa. In entrambi i casi  smottamenti e debris flows generano danni alle case e alle infrastrutture con strade chiuse. Nella giornata del 6, l’instabilità è assai più generalizzata con pioggia pomeridiana e serale un po’ ovunque. Localmente si raggiungono i 60-80 mm per ripetuti temporali. Il 7 l’inibizione convettiva e la minore dinamica atmosferica favorevole all’instabilità edulcorano gli effetti della residua ciclonicità con fenomeni assai più sparsi e meno significativi. Su alcuni settori non piove affatto e su molte zone solo qualche goccia, fanno eccezione le Dolomiti  le pianure del Veronese e del Vicentino, con apporti pluviometrici di 10-30 mm. L’8 si presenta decisamente meglio al mattino, ma l’allontanamento del minimo verso levante è assai lento. Pertanto una residua instabilità pomeridiana persiste sui monti con qualche rovescio e occasionali temporali. Il giorno successivo il consolidarsi di un promontorio che dalla Spagna si espande verso l’Europa centro-meridionale garantisce tempo migliore con sole e ritorno di un contesto termico estivo. Situazione abbastanza simile i giorni 10 e 11 per il perdurare del suddetto anticiclone. Fa ancora relativamente caldo e la stabilità si mantiene. Il 12 lieve cedimento dell’alta in quota per l’avvicinarsi di una goccia fredda proveniente dall’Europa centrale, il cui effetto si fa sentire soprattutto sui monti e sulla pianura occidentale (Vicentino e Veronese) con rovesci e temporali nel pomeriggio/sera con fenomeni burrascosi che scivolano da nord-est verso sud-ovest. Si tratta perlopiù di fenomeni non particolarmente rilevanti, ad eccezione di alcuni settori del Cadore (fino a 35/38 mm sul settore dell’Antelao). Sulle Dolomiti dopo più di 2 mesi, torna il freddo e la neve sulle cime, oltre i 2700 m, specie sui settori orientali. Il 13 il tempo si ristabilisce su gran parte della regione grazie alla discesa di aria più fresca e anche un po’ più secca da nord nord-est. Il sole splende in pianura e sulle Prealpi, mentre banchi di stratocumuli e di cirri riducono in parte il soleggiamento sui settori settentrionali della regione. Il 14 il sole splende grazie al rinforzo della dorsale post goccia fredda. Il giorno di Ferragosto molte nubi al mattino sui monti e sole al pomeriggio, mentre il sole del mattino lascia spazio a piogge e temporali al pomeriggio sulla pianura, anche nella notte successiva. Situazione particolare legata al cedimento dell’alta pressione in quota e alla lieve curvatura ciclonica osservata negli strati atmosferici medio-alti. Il 16 l’approfondirsi di una saccatura sulla Francia determina il richiamo di aria relativamente umida da sud-ovest, il tempo inizialmente buono e ben soleggiato lascia spazio a un moderata attività cumuliforme e a qualche fenomeno nel pomeriggio/sera sui rilievi. Il giorno 17 inizia l’influenza della saccatura che nel suo avvicinarsi determina un peggioramento serale sui settori occidentali della regione con piogge e temporali, localmente forti tra il sud della provincia di Verona e il settore occidentale del rodigino (88 mm a Castelnovo Bariano e 58 mm a Trecenta). Fenomeni che si estendo al Vicentino e al Padovano, ma di minore entità. Il giorno 18, la saccatura si isola in depressione chiusa sul nord Italia provocando fasi perturbate, a tratti instabili con due impulsi, uno tra la tarda notte e il primo mattino e l’altro tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. I quantitativi di pioggia sono significativi: fino a 30 mm e più su un terzo della regione, localmente fino a 50-60 mm sulle Prealpi occidentali. Poi il tempo migliora quasi ovunque. Il giorno 19, gli effetti della depressione perdurano con cielo da irregolarmente nuvoloso a molto nuvoloso, eccetto due ore di ampi rasserenamenti sulle Dolomiti al primo mattino. Continua a piovere in maniera assai più irregolare e decisamente meno impattante, anche se qualche breve temporale si verifica fino a sera su alcuni settori montani. Complessivamente tra il 17 sera e il 19 a fine giornata, cadono mediamente da 35 a 55 mm, con picchi di  120-140 mm (Fig. 3b) e tutta la regione è finalmente interessata dalle agognate precipitazioni. Il 20 correnti settentrionali di aria leggermente più fresca e ancora un po’ umida determinano un cielo inizialmente in parte nuvoloso per nubi da sotto vento e per estesi altostrati sui monti, mentre il cielo torna a essere sereno in pianura  con rialzo termico. Il 21 il sole splende su tutta la regione grazie all’aumento della pressione e al sopraggiungere di correnti nord-occidentali di aria non troppo umida, ma nello stesso tempo anche sufficiente per alimentare una piccola fase instabile serale  con locali temporali tra alcuni settori Trevigiani e Padovani, senza grandi apporti (1-4 mm). L’attività elettrica è risultata ben maggiore rispetto alle piogge osservate. Il 22 il promontorio atlantico si consolida e con esso il tempo risulta più stabile e perlopiù ben soleggiato con ulteriore rialzo termico su tutte le località: 33/36°C in pianura, 23/26°C a 1000-1200 m sui monti e oltre i 20°C a 1500 m. Il 23 la presenza di un minimo depressionario in quota sull’Europa orientale determina l’ingresso di aria un po’ umida negli strati medi dell’atmosfera. Pertanto sulla nostra regione il tempo risulta un po’ meno soleggiato sui settori orientali al mattino, prima che il sole torni a predominare ovunque al pomeriggio. La mitezza tende ad aumentare in quota, oltre i 2000 m (in Marmolada, le massime passano da  3.9°C a 7.7°C), mentre le temperature diurne scendono leggermente in pianura e nelle valli. Il 24 il promontorio predomina e con questo il tempo è stupendo, molto soleggiato e estivo, con aria tersa e ottima visibilità ovunque. Il 25 l’approssimarsi di una saccatura atlantica, la quale rimane sulla Francia, ma determina un lieve cedimento del promontorio in quota, con qualche effetto alla sera in seguito all’innesco della convezione diurna. Si tratta di una lieve instabilità serale limitatamente ad alcuni settori montani, ma rispetto al giorno precedente, qualcosa cambia. Addirittura una piccola cella temporalesca si verifica sul passo Falzarego, dove cadono 24 mm. Il giorno 26 lo stesso cedimento in quota, combinato con la convezione diurna, determina gli stessi effetti limitatamente alla montagna, mentre il bel tempo prevale in pianura, dove il caldo torna a essere protagonista, anche se non sui livelli di ondata di caldo, come la settimana precedente. Il giorno 27 il passaggio di un piccolo asse di saccatura determina un doppio episodio pluvio-temporalesco tra la mattina e il pomeriggio. I settori più colpiti sono il veronese e il vicentino, sia la pedemontana che la fascia prealpina con apporti di 40-60 mm, in alcuni casi in appena più di un’ora. Altrove piove decisamente meno, addirittura nessun fenomeno su gran parte delle provincie di Venezia, Padova e Rovigo, dove gli annuvolamenti non portano a nessuna precipitazionie, pur considerando l’instabilità potenziale di quel giorno. Il 28 Giugno, la situazione rimane potenzialmente instabile, ma diversi elementi come l’inibizione convettiva iniziale e la dinamica dl’alta quota non particolarmente favorevole contrastano con l’innesco dell’instabilità. Però in serata, dopo una lenta maturazione, i fenomeni riescono a essere generati e vi sono alcuni forti temporali sulle Prealpi e la pedemontana vicentina, a Lamon e a Longarone, localmente cadono fino a 30-40 mm in meno di un’ora. Altrove non piove, salvo qualche rovescio pomeridiano sui monti, ma si tratta di piovaschi irrisori. Il giorno 29 una piccola dorsale s’instaura sul nord Italia garantendo un parziale miglioramento del tempo, ma il livello di umidità relativa rimane piuttosto alto. Pertanto, dopo una mattinata di sole, s’innesca l’attività cumuliforme, localmente associata a qualche piovasco o rovescio sulle Prealpi, minore convezione sulle Dolomiti per inibizione iniziale. Il tempo assai più soleggiato favorisce una ripresa dei valori massimi che tornano a superare i 31/32°C in pianura, i 28/29°C nei fondovalle e nelle conche prealpine e i 23/25°C a 1000/1200 m. Il 30 la piccola dorsale resiste in parte, ma nella notte il transito di un anomalia di tropopausa, non prevedibile il giorno prima, risveglia l’instabilità potenziale durante la notte con un fortissimo rovescio sull’alto Agordino e con temporali sulle Prealpi occidentali e su parte del Veronese e del Vicentino tra la notte e il primo mattino. Cadono fino a 15-30 mm, localmente 40-50 mm. Nel resto della giornata il tempo migliora in parte, ma i livelli di umidità ancora elevati favoriscono lo sviluppo dell’attività cumuliforme nelle ore pomeridiane, localmente associata a qualche sporadico fenomeno sui rilievi, ma niente di rilevante, in quanto l’infittirsi delle velature inibisce in parte la convezione diurna. Alla sera del 30 il sopraggiungere di una nuova ondulazione, con soprastante anomalia dinamica, determina un nuovo episodio instabile su dapprima sulle Dolomiti con precipitazioni diffuse, localmente abbondanti su nord Dolomiti (30-40 mm), poi nella notte anche sulla fascia prealpina, specie sulle Prealpi veronesi e vicentine, compreso parte della pedemontana. Il 31 il tempo offre un intervallo di condizioni discrete o alla peggio di lieve variabilità, ma l’alto tasso di umidità riporta un po’ d’instabilità al pomeriggio, con rovesci sparsi. In serata la dinamica d’alta quota favorisce fenomeni un po’ più diffusi e di maggiore entità, con qualche fenomeno temporalesco. Questi ultimi giorni del mese sono stati particolarmente variabili, a tratti instabili, anche perturbati, con apporti pluviometrici significativi (20-50 mm), localmente abbondanti (oltre i 100/130 mm) in qualche località prealpina, come possiamo osservare sulla carta delle precipitazioni tra il 26 e 31 Agosto (fig. 3b).

Sommatorio delle piogge sulla regione veneto tra il 17 e il 19 Agosto 2022   (Fig. 3a)

Sommatoria delle piogge sulla regione veneto  tra il 26 e il 31 Agosto 2022   (Fig. 3 b)

Conclusione

Il carattere estivo particolarmente saliente di fatto si riferisce soprattutto ai 2 iniziali mesi per il perdurare dell’incredibile siccità e il succedersi di fasi particolarmente calde, specie in quota, ma non solo. La frequenza dei giorni oltre i 30°C in pianura è di un terzo più alta del solito e dei 35°C il doppio rispetto a quello che si rileva in un’estate normale. In alta quota, la cosa è ancora più rilevante con molte giornate oltre i 20°C sui grandi passi dolomitici, a 2000 m, con ben 20-25°C oltre i 19-20°C e ben 22 giorni oltre i 10°C in vetta alla Marmolada, cioè 4 volte più del solito. Parziale ritorno della pioggia in agosto, almeno sui monti e qua e là anche in pianura. Si tratta perlopiù di episodi d’instabilità con rovesci e temporali, occasionalmente intensi come il 5 agosto sera (fino a 120 mm in meno di 2 ore). In ogni caso la pluviometria estiva risente del deficit iniziale e quasi ovunque le piogge del trimestre sono deficitarie, localmente inferiori al 70-60% rispetto a quel che cade normalmente nel periodo estivo. Per la maggiore parte delle stazioni il deficit è compreso tra il 30-50%, solo localmente sulle Dolomiti di nord-est e su alcuni settori prealpini le piogge sono in linea con la media.

In sintesi le situazioni di brutto tempo sono state pari a 1 (giornate molto instabili o perturbate), mai così poco maltempo nel trimestre estivo. Le situazioni di tempo in parte buono, in parte variabile o a tratti leggermente instabile per sporadici fenomeni convettivi (piovaschi, rovesci o temporali di calore) si sono verificate per 48 giorni (52%) ed infine le giornate belle, stabili e spesso calde sono state 43 (47%), assai di più di quelle rilevate nelle ultime estati (mediamente tra il 27% e 35%). Altra particolarità, la violenza di alcuni temporali, le cui caratteristiche sono le fortissime raffiche di vento con ormai ricorrenza quasi sistematica di downburst e l’alta frequenza di grandinate rovinose. L’estremizzazione di certi fenomeni imputabile al riscaldamento globale lascia tracce come il collasso del ghiacciaio della Marmolada, frane di varie dimensioni, smottamenti, da aggiungere alla scarsità di acqua. L’estate 2022 rimarrà nella memoria collettiva una stagione della presa di coscienza di un clima che non è più quello di prima.

Curiosità, accenni clima d’inizio estate  a Punta Rocca (3254 m) in Marmolada

Ricordando la tragedia del 3 Luglio 2022 sulla Marmolada con il collasso di una piccola parte del ghiacciaio sommitale, analizziamo la situazione termica d’inizio estate 2022 alle quote più alte delle Dolomiti.
Risalendo indietro negli ultimi 32 anni, pur non avendo rilievi della sommatoria della neve in Marmolada, si osserva un minore innevamento medio tra ottobre e maggio (mesi durante i quali la maggiore parte delle precipitazioni sono nevose oltre i 2500-2700 m). Quindi la scarsità della neve caduta durante i mesi freddi ha favorito la fusione della neve anzitempo, lasciando il ghiacciaio senza copertura nivale molto presto rispetto al solito (le immagini della Webcam di Porta Vescovo, situata di fronte al ghiacciaio, permettono di vedere lo stato dell’innevamento tra il 27 giugno 2021 e lo stesso giorno del 2022 (Fig. 2a e 2b). È pure vera anche la precocità con la quale il caldo si fa sentire, già con valori più alti del solito in modo anomalo nel mese di maggio, ma soprattutto a giugno. Considerando gli anni di funzionamento della stazione di Punta Rocca, il bimestre maggio-giugno 2022 risulta il più caldo rispetto alla serie dei dati disponibili. Sulla base di questo dato di fatto si è cercato di comprendere cosa è accaduto in alta quota sulle Dolomiti. Nei primi anni di osservazione tra gli anni 1991 e 2000 era assai raro osservare temperature massime oltre gli 8°C, ancora meno oltre i 10°C, anche se nel 1995 si è osservato in vetta alla Marmolada il massimo assoluto con ben 15.7°C il 20 Luglio. Sono i valori medi che sorprendono tra la tarda primavera e l’inizio dell’estate 2022: in maggio la media delle temperature sul periodo 1995-2021 è di 0.0 e quest’anno di 2.7°C, a giugno il divario è ancora più grande con una media 1995-2021 di 2.9°C contro i 7.1°C di quest’anno. Rapida la scomparsa del gelo in alta quota, dal 19 maggio in poi. La vera anomalia dell’estate 2022 è la grande frequenza delle massime oltre gli 8.0°C, mai così numerose oltre questo valore, con ben 33 giorni oltre i 5°C, 15 giorni oltre gli 8°C e 6 giorni oltre i 10°C con una punta di 13.2°C il giorno 20 giugno. Anche nei giorni precedenti al crollo drammatico la situazione termica in alta quota è particolarmente anomala. In sintesi l’inizio della stagione calda in alta quota sulle Dolomiti non aveva mai toccato valori mediamente così elevati con una situazione nivale così povera di neve, binomio che ha avuto senza altro effetti sulla situazione del ghiacciaio stesso.

Ultimo aggiornamento

01-12-2022 12:16

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