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Sinossi autunno 2021

L’autunno 2021 risulta meno piovoso della norma e assai più mite nella sua parte iniziale. In particolare il mese di ottobre risulta scarso di piogge e con pochi giorni perturbati; il mese di novembre risulta invece inizialmente molto mite, per concludersi poi con una fase fredda accompagnata anche da nevicate alle quote dei fondovalle prealpini, fatto che non accadeva da molti anni. Durante la stagione si verificano anche isolati episodi di tempo spiccatamente instabile, anche con forti grandinate e con trombe d'aria il 5 ottobre e, in maniera più anomala per il periodo, il 2 novembre.

Il mese di settembre 2021 inizia con l’egemonia dell’alta pressione mobile atlantica che garantisce giornate stabili, soleggiate e relativamente calde con ritorno del contesto termico tardo estivo. L’alta pressione di matrice mediterranea regge fino al 4, prima di lasciare spazio a l’ingresso di correnti nord-orientali di aria più fresca in quota, associate alla presenza di un minimo depressionario, giunto dalla Spagna, in transito sull’Italia centrale. Pertanto il sole rimane ovunque presente al mattino, ma tende a diminuire sui monti al pomeriggio per attività cumuliforme, più presente sulle Dolomiti rispetto alle Prealpi. Se il 4 i fenomeni associati a tale nuvolosità sono risultati rari, la situazione è diversa la domenica 5 con rovesci più frequenti e locali temporali. Sulle cime dolomitiche più alte nevica. Come spesso accade in questo periodo dell’anno, i contrasti termici tra l’alta montagna e la pianura sottostante sono importanti, da una parte l’estate perdura e dall’altra l’autunno avanza. Dal 5 fino al 10 del mese un promontorio di matrice mediterranea consente al tempo di essere stabile, l’avvezione d’aria relativamente mite favorisce un buon livello termico sia in pianura che nelle valli montane, mentre l’alta montagna inizia a risentire dell’accorciarsi delle giornate e del minore soleggiamento. In tutto questo periodo il tempo rimane asciutto quasi ovunque, solo nella notte tra il 7 e l’8 una piccola anomalia determina il passaggio di un sistema nuvoloso con piogge sulle Dolomiti nord-occidentali, da Cortina al medio Agordino. Il giorno 11 la situazione sinottica cambia leggermente e con essa anche il tempo varia leggermente, non in pianura dove il sole e la stabilità perdurano, ma in montagna, con il ritorno delle nubi e di qualche sporadico rovescio sulle Dolomiti settentrionali, stessa situazione il giorno 12. In seguito e fino al 15 il tempo risulta essere molto stabile grazie a un nuovo promontorio di matrice mediterranea. Il tempo è molto soleggiato in pianura, anche in montagna, nonostante una lieve o contenuta attività cumuliforme durante le ore più calde. Le temperature si rialzano ovunque con contesto termico tardo-estivo. Il giorno 16 settembre un minimo depressionario transita a sud delle Alpi provocando un certa instabilità con piogge abbastanza diffuse al pomeriggio, anche temporalesche. I settori più colpiti sono la pedemontana e le Prealpi vicentine con quasi 50 mm in Val d’Astico. Il 17 notte il maltempo perdura per la fine del transito del suddetto minimo. In seguito si verifica un breve intervallo di tempo discreto/buono prima dell’arrivo di un nuovo minimo, formatosi sul golfo di Biscaglia e che giunge sulla nostra regione nella serata del 18 con primi temporali sulla pianura occidentale tra la sera del 18 e la notte del 19. La fase di maltempo vera e propria si verifica il giorno 19 con il transito del minimo sulla nostra regione; inizialmente con piogge sparse e qualche rovescio e nel corso del pomeriggio con fenomeni più diffusi sui settori centro-settentrionali. Il rapido allontanamento verso levante del centro depressionario richiama correnti da nord-est in serata e le piogge smettono, tranne residui fenomeni sul bellunese orientale e i settori est del trevigiano. L’irruzione di aria più fresca nel pomeriggio riattiva il sistema e genera qualche fenomeno temporalesco tra pedemontana e Prealpi. Nel contempo un po’ di neve scende sulle Dolomiti fino sui 2600/2700 m. L’evento colpisce tutta la regione con maggiori apporti sui settori prealpini orientali e l’est del trevigiano e del Veneziano, ma anche il sud del Padovano con una cella temporalesca che apporta fino a 63 mm di pioggia a Tribano. Il giorno 20 l’alta pressione atlantica si espande verso levante interessando maggiormente la nostra regione, inizialmente sotto nuvole stratiformi, che tendono a dissolversi e lasciando spazio a lunghi momenti soleggiati, prima che l’instabilità riprenda con rovesci sulla fascia prealpina e qualche fenomeno temporalesco sulla pianura nel tardo pomeriggio/sera. A fine giornata una piccola anomalia dinamica transita sulla nostra regione determinando nuove piogge sul Veneto orientale con piogge che persistono fino alle prime ore del 21. Nei giorni successivi il promontorio si rafforza, anche se nella giornata del 22 nubi alte assai estese transitano sulla regione, assieme a un temporaneo calo termico legato al transito della parte più occidentale di una saccatura in approfondimento sui Balcani. Dal 23 fino al 26 il tempo torna a essere stabile e ben soleggiato su buona parte della regione, anche se un minimo transita sull’Italia centrale nella giornata del 26 dando luogo a cielo coperto associato a precipitazioni sulla parte meridionale del Veneto, mentre altrove si nota la presenza di qualche stratocumulo o di qualche banco di nebbia mattutino tra i settori più umidi della pianura ed alcune conche prealpine. L’avvezione di aria quasi calda di matrice oceanica subtropicale riporta le temperature su livelli piuttosto alti per il periodo. I giorni 27 e 29 sono stabili, nonostante la presenza di qualche stratocumuli in montagna e di zone interessate da nubi basse in pianura. Situazione determinata dalla presenza di una dorsale mediterranea con avvezione di aria calda in quota, lo zero termico risale fino sui 4100 m alla sera del 28. Complessivamente il mese di settembre è stato ancora relativamente mite e le quote quotidiane dello zero termico nella libera atmosfera testimoniano di questo andamento termico (Fig. 1b) con scostamenti quasi sempre positivi rispetto alla media. Il giorno 29 il tempo cambia sui monti, ma non altrove per il passaggio di un fronte freddo, responsabile di un breve episodio pluvio-temporalesco che interessa la montagna veneta nel tardo pomeriggio/sera e parte della pianura orientale (Trevigiana e parte centro-orientale della provincia di Venezia) con brevi temporali nella notte. Il mese di settembre si conclude con correnti nord-occidentali d’aria più secca e anche più fresca nella scia del fronte appena passato.

Fig. 1

Fig. 1a Fig. 1b
Alta pressione mobile nord atlantica analisi GFS del 2 settembre
2021 alle ore 00 UTC - (Fig. 1a)

Andamento della quota dello zero termico a Udine Codroipo
nel mese di settembre 2021, ancora un mese relativamente
mite in quota - (Fig. 1b)

Il mese di ottobre 2021 inizia con una bella giornata, anche relativamente mite grazie a un’avvezione sud-occidentale, richiamo legato all’approfondirsi di una saccatura atlantica sulla Francia e la Spagna. Situazione che perdura anche nella giornata del 2. Dal 3 la situazione inizia a cambiare per il lento progredire della saccatura atlantica verso levante, ma si tratta soprattutto dell’aumento della nuvolosità e di qualche debolissima pioggia serale sulla fascia prealpina. Il 4 e 5 la suddetta saccatura fa il suo ingresso sull’Italia con piogge alluvionali sulla Liguria, mentre il Veneto viene interessato da fenomeni assai minori, seppur significativi con apporti pluviometri, localmente rilevanti: 139.4 mm a Passo Xomo e 137,2 mm a Contra’ Doppio (Posina). Le uniche zone risparmiate sono quelle del litorale veneto, da Bibione a Chioggia. Ma il litorale finora rimasto pressoché all’asciutto viene interessato da forti fenomeni il giorno dopo, cioè il 6, quando l’ingresso dell’aria fredda determina una fase molto instabile tra la pedemontana e la pianura, con apice dei fenomeni sulla parte meridionale della provincia di Venezia, dove si assiste al transito di una “squall line” intesa come una linea continua di celle temporalesche. Questo passaggio dà luogo a forti raffiche di vento (gust front), a forti piogge (142 mm a Carvarzere in meno di tre ore) e a numerose trombe d’aria (Fig. 2a). Se l’ingresso del fronte freddo determina fenomeni violenti in pianura, la situazione è più tranquilla in montagna con piogge decisamente più deboli, localmente moderate, nel contempo la neve scende fino sui 2000 m, anche 1700/1900 m nella notte successiva (Fig. 2a). Il giorno 7, la mattina risulta piuttosto buona sui monti e in parte nuvolosa sulla pianura a causa della persistenza di una residua variabilità legata alla presenza di una depressione a sud delle Alpi, responsabile di un ritorno da est. Tale situazione perdura fino nella notte dell’8 sui monti. Poi il tempo migliora, già nel pomeriggio del 8 e soprattutto nelle giornate del 9, 10 e 11, quando l’alta pressione atlantica influenza positivamente il tempo sulla nostra regione. La particolarità di queste giornate è il freddo anomalo legato all’incursione di aria fredda in quota per la prossimità di una goccia fredda sulla Slovenia. Brinate e gelate interessano gran parte della montagna veneta e si scende fino a -11.5°C in Marmolada. Il giorno 12 un fronte freddo inserito in una saccatura in approfondimento sui Balcani apporta aria ulteriormente più fredda sia in montagna che in pianura (-12.5°C in Marmolada) e minime di 2/5°C in pianura il giorno dopo. Nel momento del transito del fronte una estesa nuvolosità stratiforme determina qualche burrasca di neve sia in quota nella mattinata del 12 e soprattutto nella notte tra il 12 ed il 13 per l’ingresso dell’aria fredda stessa con una spolverata di neve fino sui 1700/1800 m. Il giorno 13 il tempo si ristabilisce con ritorno del sole e correnti d’aria via via più secca da nord. Un po’ di favonio si verifica in alcune valli dolomitiche e su certi settori prealpini, ma senza eccesso. Alla sera del 13, tuttavia, la presenza di aria fredda in quota favorisce un po’ d’instabilità tra la pedemontana e alcuni settori dell’alta pianura con sporadici rovesci, localmente temporaleschi. Nei giorni successivi l’alta pressione mobile nord Atlantica si espande verso l’Italia garantendo tempo molto stabile ed inizialmente ben soleggiato e fresco. Con il passare dei giorni l’avvezione di aria sempre più mite riporta condizioni termiche molto piacevoli, specie in montagna ed in quota, mentre il lento umidificarsi dei bassi strati atmosferici favorisce la ricomparsa delle foschie, anche delle nebbie durante le ore più fredde in pianura. Un fattore che inibisce in parte il rialzo termico diurno, tuttavia le temperature tornano sopra le medie, anche in pianura. Tale situazione si mantiene fino al 19. In seguito una saccatura atlantica si avvicina e transita sulla nostra regione il giorno 21 con debolissime piogge sparse su gran parte della montagna veneta, un po’ più consistenti sulle Prealpi occidentali. Tracce di neve cadono sopra i 2500 m. Dal 22 fino al 25 il tempo torna a essere prevalentemente soleggiato in montagna, mentre nubi basse tendono a generalizzarsi in pianura il giorno 23, almeno durante le ore più fredde. La configurazione anticiclonica e il ristagno di aria umida nello strato limite, assieme a una nuova avvezione di aria relativamente mite in quota determinano condizioni di tempo stabile e mite in quota, dopo una seconda decade particolarmente fresca. La figura (Fig. 2b) della quota dello zero termico consente di vedere l’anomalia termica dell’ inizio della terza decade di Ottobre in alta quota, quando lo zero termico si ritrova oltre i 4000 m, mentre le nebbie e le nubi basse limitano il riscaldamento diurno in pianura e nelle conche prealpine. Fenomeni d’inversione termica riscontrabili in questo periodo dell’anno, quando l’alta pressione imperversa sul nord Italia. Il 24, invece, il sole splende ovunque, mentre il 25 sole e velature si dividono il cielo con leggera flessione delle temperature. Il 26 una pseudo saccatura (asse di saccatura presente solo in alta quota) transita sulla nostra regione senza grandi effetti, se non nubi medio-alte stratiformi che limitano assai il consueto rialzo termico diurno. Da 27 fino al 29 un campo di alta pressione centrato sull’Europa balcanica garantisce una successione di giornate splendide con relativa freschezza notturna, con gelate e brinate notturne fino a bassa quota sulle Alpi (Catino bellunese) e grande mitezza diurna, fino a 18/20°C in pianura, 16/17°C nelle conche prealpine e fino a 14/16°C a 1000/1200 m sulle Alpi. La massa d’aria risulta particolarmente mite nella libera atmosfera con zero termico a 3500 m il giorno 28. Il giorno 30 il tempo rimane bello, nonostante qualche velature, mentre il 31 vi sono i primi segnali di un cambiamento meteo legato al rapido avvicinarsi di una saccatura atlantica. La prima vera profonda saccatura dell’autunno 2021.

Fig. 2

 

Fig. 2a1

Fig. 2b1

 

Fig. 2b2

 

 

Fig. 2a2

 

Arcobaleno e tromba d’aria nel pomeriggio del 5 ottobre bel basso Veneto e prima neve al lago di Antorno sotto le tre cime di Lavaredo il mattino del 6 (Fig. 2A1 e 2A2)

Radiosondaggi di Udine con quota dello zero termico a Ottobre e anticiclone di fine seconda decade di Ottobre con carta GFS del 19 ottobre 2021 - (Fig. 2b1 e 2b2)

 

Il primo del mese di novembre 2021 si presenta perturbato, già dal mattino, per il transito della parte attiva di una saccatura atlantica, la quale diventa spiccata nel pomeriggio/sera del primo, con forti precipitazioni, nevose oltre i 1600/1800 m, localmente anche fino sui 1100 m nelle valli più chiuse per raffreddamento da fusione (abbassamento del limite neve senza che vi sia abbassamento dello zero termico per isotermia verticale generata dalla fusione della neve intensa). Il giorno 2 il tempo migliora grazie a una dorsale post frontale, il sole è ben presente ovunque al mattino, mentre nubi alte giungono sul Veneto al pomeriggio, segni precursori di un nuovo cambiamento legato all’avvicinarsi di una nuova saccatura atlantica. Il giorno 3, infatti, una nuova fase di maltempo, anche piuttosto spiccato si verifica tra il pomeriggio e la sera interessando tutto il territorio veneto, in maniera più significativa sui monti e la pianura settentrionale fino nella notte e le prime ore del giorno 4. La carta (Fig. 3a) mostra il cumulo di precipitazioni osservato tra il primo e il 4, il tempo è fortemente perturbato, soprattutto il primo e parte del 3, con abbondanti precipitazioni, anche nevose oltre i 1100/1500 m sui rilievi. In 4 giorni cadono oltre 200 mm a Valpore e tra i 150 e 200 mm su alcune località delle Prealpi vicentine. I totali di neve fresca raggiungono spesso 40/50 cm, anche 70 cm sulla parte alta della Marmolada. In pianura senza l’effetto Stau, le precipitazioni sono decisamente meno abbondanti, anche se localmente si osservano cumuli di 40-60 mm tra la pianura centrale e la pedemontana. Tra il 5 e 7, il formarsi di una sella anticiclonica favorisce un intervallo di bel tempo con molto sole e qualche velatura. Fa fresco di notte, specie in montagna, anche freddo in alta quota tra il 4 e il 5 (-14.5°C in Marmolada e 5/6°C sotto zero fino sui 1200/13400 m), con gelate fino a bassa quota. In giornata, il buon soleggiamento, favorisce una certa mitezza diurna con valori di 18/20°C in pianura, 12/15°C in alcuni fondovalle prealpini, anche 10/12°C a 1000/1200 m. Il giorno 8, il tempo cambia, soprattutto con una fase perturbata tra pianura e Prealpi (5-20 mm di pioggia e neve oltre i 1800 m sulle Prealpi), ma non sulle Dolomiti, per il risalire di un minimo di matrice mediterranea, assieme al passaggio di un asse di saccatura proveniente da nord. Il 9 una sella anticiclonica riporta il sole e la stabilità sui monti, mentre nubi stratiformi sono presenti su gran parte della pianura, addirittura con qualche pioviggine sulla parte meridionale della regione al primo mattino. Dal 10 fino al 12 un promontorio di matrice mediterranea interessa la nostra regione con tempo bello e stabile in montagna, mentre nubi basse e nebbie sostano sulla buona parte dei settori. Questa differenza meteo tipica delle fasi stabili autunnali determina un deficit termico in pianura rispetto ai fondovalle prealpini, anche di 5/6°C in meno per quanto riguarda le massime. Il giorno 13 pomeriggio/sera il tempo cambia per l’arrivo di una saccatura atlantica che tende a isolarsi sull’Italia settentrionale, prima di scendere verso la Sardegna e la Sicilia. Tale configurazione sinottica determina un peggioramento del tempo sul Veneto con piogge sui settori occidentali in serata, mentre le stesse sono più diffuse in quella del 14, anche abbondanti sulle Prealpi vicentine e veronesi (fino a 50/70 mm tra il basso feltrino e l’altopiano dei sette comuni ). La neve cade tra i 1600 e 1900 m, più abbondante sulle Prealpi occidentali, ma anche con 20 cm sulle cime dell’Alpago. Nei giorni seguenti l’allontanamento del minimo verso sud consente al tempo di migliorare in parte sui monti, mentre il cielo rimane molto nuvoloso o coperto in pianura con residui fenomeni fino al 17. Su molti settori pianeggianti l’estesa copertura nuvolosa e i deboli fenomeni determinano un ambiente uggioso e fresco per tre giorni consecutivi. Situazione leggermente migliore in montagna, soprattutto sulle Dolomiti, dove un po’ di schiarite si fanno strada. L’unico elemento positivo di questa fase leggermente ciclonica è legato al richiamo di aria mite dai quadranti meridionali, responsabile di un livello termico abbastanza mite per il periodo, soprattutto considerando che si tratti di una fase di tempo variabile. Tra il 18 e il 21 un promontorio di matrice oceanica garantisce tempo buono in montagna, anche anormalmente mite in quota, mentre si accentua l’inversione termica in molte valli. Nelle stesse giornate il tempo è diverso in pianura, dove imperversano nubi basse e nebbie, specie nelle giornate del 20 e 21. Ovviamente questa situazione di forte contrasto meteorologico tra montagna e pianura fa sì che le massime rilevate ad Arabba, Asiago e Cortina d’Ampezzo siano più alte di quelle osservate in pianura. Il giorno 22 un minimo depressionario, formatasi sulla Spagna, richiama aria umida sulla nostra regione, con una lieve perturbabilità tra la pianura e parte delle Prealpi, mentre la situazione è un po’ più variabile sulle Dolomiti. Si tratta di un episodio poco significativo con apporti di pioggia irrisori. Nelle giornate del 23 e 24 una sella anticiclonica garantisce un netto miglioramento del tempo in montagna, meno in pianura per ristagno di umidità. Il 25 il tempo cambia di nuovo per l’avvicinarsi di un minimo depressionario, in realtà si tratta dello stesso minimo del 22, che dopo essersi allontanato verso la Spagna, risale verso nord-est interessando in parte la nostra regione. La concomitanza del minimo mediterraneo e della discesa di una saccatura atlantica riattiva la ciclonicità della piccola depressione. Pertanto Il tempo peggiora con piogge diffuse e neve in montagna sopra i 1200/1400 m. La fase iniziale di questo episodio di maltempo è graduale, mentre l’apice si verifica nella notte tra il 25 e il 26 con apporti modesti sulle Dolomiti e parte occidentale della provincia di Rovigo, altrove le piogge sono un po’ più significative, specie tra le provincie di Vicenza, Treviso e Venezia (fino a 20/30 mm). Al suo seguito il temporaneo ingresso di correnti settentrionali riporta il sole sulla nostra regione, in un contesto termico un po’ più fresco. Il giorno 27 il veloce arrivo di una saccatura determina un peggioramento del tempo, già nella notte con deboli fenomeni, specie sulla parte occidentale della regione, ma l’apice del maltempo si verifica nella notte tra il 27 e il 29, quando l’asse di saccatura transita sul Veneto, dando luogo a precipitazioni diffuse e mediamente significative tra pedemontana e montagna, con massimi di 40-60 mm sulle Prealpi, 20-40 mm sulle Dolomiti e da 10 a 20 mm su molte zone della pianura centrale. L’unica eccezione si limita al Veneto meridionale dove piove poco. Con l’ingresso dell’aria fredda la neve scende fino sui 600 m sulle Dolomiti e 800/1000 m sulle Prealpi, ma nella giornata del 28 un’ulteriore calo termico determina dell’instabilità al pomeriggio e alla sera portando la neve ad abbassarsi ulteriormente fino sui 200/300 m e quasi tutta la montagna veneta si ritrova sotto una coltre di neve fresca. Pochi cm o tracce nei fondovalle, ma già 10/20 cm a 1000 n e fino a 30 cm tra i 1500/1800 m, localmente gli apporti di neve soffice superano i 40-50 cm in alta quota. Il giorno 29 correnti settentrionali di aria fredda valicano le Alpi determinando un netto miglioramento del tempo con freddo pungente in montagna (-22.7°C in Marmolada, ma spesso -12-14°C a 2000 m e tra i -7 e -11°C sui 1000/1200 m). La carta del Global Forecast System a 500 hPa e al suolo con gli isospessori atmosferici 1000-500 hPa (Fig. 3b) mostra la discesa di aria particolarmente fredda. Con questo ingresso di correnti di aria fredda e secca il miglioramento è netto in montagna, come già scritto, e più graduale in pianura per iniziali nubi medio-alte, ma il freddo giunge anche lì con molte temperature minime sotto zero o vicine a esso, anche sul litorale. L’avvezione d’aria fredda persiste anche nel l’ultimo giorno del mese, addirittura tende a intensificarsi leggermente in montagna e maggiormente in pianura con gelate fino a 2 e 4°C sotto zero (la minima più alta della regione e di 0.4°C a Villafranca). Ultimo giorno ben soleggiato grazie alla presenza di un promontorio, tuttavia, annuvolamenti irregolari giungono sulla parte settentrionale delle Dolomiti, dove un po’ di neve burrascosa scende tra il tardo pomeriggio e la prima serata sui monti veneti.

Fig. 3

Fig. 3a

Fig. 3b

Carta delle precipitazioni cumulate tra il primo e il 4 Novembre 2021 -   Fig. 3a

Carta GFS a 500 hPa del 29 Novembre 2021 aloe ore 6.00 UTC -  Fig. 3b

Conclusione

In sintesi l’autunno 2021 risulta meno piovoso della norma e assai più mite nella sua parte iniziale, grazie a numerose giornate di tempo stabile e spesso ben soleggiato, la situazione si degrada un po’ in novembre per maggiore numero di giornate perturbate e condizioni più tipiche del periodo. Se tra settembre e ottobre non ci sono fenomeni rilevanti, eccetto il 5 ottobre in pianura con forti temporali e trombe d’aria su padovano e rodigino, in novembre il primo evento di rilievo è la forte grandinata il giorno 2 per una situazione post frontale assai instabile dovuta all’ingresso di aria fredda in quota. Da segnalare poi l’ondata di mitezza del 20 novembre con 18/20°C tra pianura e conche prealpine, 15/16°C a 1000/1200 m e fino a 12/13°C sui 2000 m grazie a un’avvezione di aria molto mite di origine subtropicale atlantica e risalita dello zero termico a 3500 m. Infine il brusco calo termico con freddo intenso il giorno 29, responsabile del ritorno della neve fino sui 200/300 m. Era da diversi anni che non accadeva che la neve giungesse nei fondovalle prealpini nel mese di novembre. Nel complesso l’autunno 2021 presenta 52 giorni considerati come belli, vale a dire quasi il  57% e 13 giorni in più rispetto all’autunno precedente di giornate autunnali di bel tempo di stampo anticiclonico. Le giornate discrete o variabili, per situazioni dette di struttura mista,  sono 28, il 31%, ed infine 11 dei giorni risultano perturbati, anche fortemente perturbati a tre riprese durante il mese di ottobre, il 12% dell’insieme delle giornate autunnali. Il numero di giornate perturbate è molto inferiore rispetto alla media, ma più dell’autunno passato, quando si erano verificati soltanto 9 giorni, di cui molti nel mese di novembre 2020.

Ultimo aggiornamento

01-12-2022 09:45

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