Ultimo aggiornamento
25-10-2023 14:29Tra le attività innovative previste dalla Marine Strategy, assumono particolare rilevanza le azioni legate al Descrittore 10 “Rifiuti Marini” che prevede per le ARPA costiere il monitoraggio della distribuzione e composizione delle microplastiche in mare ed il rilevamento dei rifiuti spiaggiati, una delle più importanti pressioni che interessano attualmente gli ecosistemi marini.
Che cosa sono le microplastiche?
Le microplastiche sono piccole particelle, di dimensioni generalmente inferiori ai 5 mm, che possono essere rilasciate direttamente nell’ambiente, ad esempio tramite il lavaggio di capi sintetici o l’utilizzo di prodotti cosmetici con microgranuli plastici, oppure prodotte dalla disgregazione di oggetti plastici di maggiori dimensioni, veicolati dai fiumi o direttamente dispersi in mare da attività umane (turismo, pesca, navigazione ed altro); è stato riscontrato che entrambe le tipologie persistono nell'ambiente in grandi quantità, soprattutto negli ecosistemi marini ed acquatici.
Il monitoraggio delle microplastiche in Veneto
Lo scopo del monitoraggio delle microplastiche è di valutarne la quantità, la distribuzione e se possibile origine e composizione, prediligendo come aree di indagine quelle in corrispondenza di foci fluviali, strutture portuali, insediamenti urbani ed industriali.
Lungo la costa veneta sono state identificate due aree, una di fronte al litorale di Pellestrina (Venezia) e l’altra di fronte a Rosolina (Rovigo) dove vengono effettuati i rilevamenti 2 volte l’anno, in primavera ed autunno, con campionamenti lungo transetti ortogonali alla linea di costa in stazioni poste a 0,5, 1,5 e 6 miglia nautiche.
Dato che le microplastiche sono prevalentemente galleggianti, per il loro rilevamento viene utilizzato un apposito strumento denominato “manta”, costituito da una bocca metallica rettangolare collegata ad una rete a maglie fini, che, trainato da un’imbarcazione, filtra grandi volumi di acqua all’interno di un apposito bicchiere raccoglitore.
Una volta effettuato il campionamento, le microplastiche vengono conteggiate e identificate allo stereomicroscopio, suddividendole in base al colore ed alla forma (sfera, filamento, frammento, foglio), operazione che permette di ipotizzarne l’origine: i frammenti generalmente derivano dalla disgregazione di pezzi di plastica più grandi, i fogli dai sacchetti di plastica, i filamenti dal lavaggio dei tessuti sintetici in lavatrice, mentre le sfere provengono da alcuni prodotti cosmetici come dentifrici o creme contenenti i cosiddetti “microgranuli”.
Che cosa sono i rifiuti spiaggiati?
Per rifiuto spiaggiato si intende qualsiasi materiale solido abbandonato direttamente nell’arenile o che vi è arrivato dal mare per l’azione del moto ondoso e delle correnti.
Il monitoraggio dei rifiuti spiaggiati in Veneto
Sono quattro le aree di indagine individuate in Veneto e riferite ad ambienti diversi:
spiaggia della Brussa a Caorle (VE) come area remota
spiaggia di Cavallino Faro a Cavallino Treporti (VE) come area portuale
spiaggia di Sottomarina a Chioggia (VE) come area urbanizzata
spiaggia di Barricata a Porto Tolle (RO) come area di foce fluviale.
Su ciascuna spiaggia viene effettuato il “visual census”, rilevazione visiva della quantità e tipologia dei rifiuti presenti suddivisi in base a determinate categorie sia di materiale (plastica e poliestere, gomma, tessuti, carta cartone, legno, metallo, ecc.) che di tipologia d’oggetto (bottiglie, mozziconi sigarette, reti da mitilicoltura, lattine, ecc.), in una specifica area di campionamento standardizzata lunga 100 metri.