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Sinossi Autunno 2023

Caratteristica dell’autunno 2023 è stata il perdurare di una grande mitezza, mai registrata negli anni precedenti con il settembre più caldo da 45 anni a questa parte, anche più del 2006 che era già di 2°C sopra la media. Ottobre assomiglia a settembre con valori termici elevati per il periodo fino a metà mese, quando la stagione inizia ad avere caratteristiche più autunnali con sbalzi termici legati a una circolazione più tipica per il periodo e le prime irruzioni di aria di matrice polare. A novembre l’andamento termico torna a essere del tutto normale, anche fresco nella prima decade, addirittura freddo in alta quota. L’autunno si conclude con una forte richiamo di libeccio che riporta una grande mitezza, assieme ad un episodio di forti piogge fino a 2500-2600 m.

Settembre 2023

Il mese di settembre 2023 inizia con l’affermarsi di un nuovo promontorio che promette di rafforzarsi ulteriormente nei giorni seguenti. Il tempo risulta stabile e di nuovo man mano più caldo grazie al buon soleggiamento in pianura. Soleggiamento minore nel pomeriggio in montagna a causa del formarsi di stratocumuli nei pomeriggi del primo e del 2, ma senza instabilità, anche se nel pomeriggio del 2 qualche goccia interessa il settore dolomitico tra le 17 e le 19. In pianura la situazione porta a superare localmente i 30/31°C anche i 25/27°C nei fondovalle prealpini; a 1000-1200 m si raggiungono i 24/25°C, valori leggermente superiori alla media del periodo. Dal 4 la situazione migliora ulteriormente per una forte avvezione di aria calda in quota con stupendo tempo settembrino sulle Dolomiti. Nello stesso tempo tra la fascia prealpina e la pedemontana, lievi infiltrazioni nord-orientali di aria umida e più fresca nei bassi strati determinano la presenza di stratocumuli, localmente tenaci, assieme a una temporanea flessione delle temperature massime. Infatti il 4 ci sono fino a 4/5°C di differenza tra le Prealpi e le Dolomiti a parità di quota nella fascia altimetrica tra gli 800 e 1400 m, mentre oltre i 1500-1700 m il sole splende sia sulle prime che le seconde con temperature quasi equivalenti. Il giorno 5 l’avvezione di aria più fresca e umida da nord-est nei bassi strati determina la presenza di estese nubi basse al primo mattino, in rapido dissolvimento in pianura, mentre il loro diradamento è più graduale in montagna. Questo iniziale deficit di sole associato all’ingresso di aria meno calda sotto i 1500 m determina un lieve calo termico in pianura e nelle valli montane. Nel contempo l’avvezione calda in quota favorisce un rialzo termico con punte di 10/11°C a 3000 m. Dal 6 fino al 12 il promontorio ben insediato sull’Europa occidentale garantisce bel tempo e caldo anomalo. Lo zero termico nella libera atmosfera oscilla tra i 4700 e 5000 m e le temperature culminano oltre i 31/32°C in pianura, 28/31°C nei fondovalle prealpini e 24/26°C a 1000-1200 m, con forte escursione termica giornaliera nelle valli e sugli altopiani prealpini (fino a 20°C di differenza tra il giorno e la notte in alcune località). Tutto questo in un contesto di sole pieno e di cielo sereno, salvo le effimere nebbie dell’altopiano del Cansiglio e qualche foschia notturna nei settori più umidi della regione: Valbelluna e settori in prossimità del Po. In questo periodo di alta pressione con alimentazione subtropicale, quindi caldo in pianura, ma non di notte grazie all’allungamento delle ore notturne, fa anche assai mite in alta quota. Sulla Marmolada lo scostamento positivo delle temperature rispetto alla norma è maggiore rispetto alla pianura e per ben 13 giorni consecutivi non gela. Addirittura dal primo al 13 la temperatura rimane costantemente sopra lo zero e culmina a 12.6°C il giorno 9 (record assoluto dall’installazione della stazione per il mese di settembre, quasi un grado in più rispetto agli 11.7°C del 23 settembre 2006), e le massime superano i 10°C per ben 7 giorni consecutivi (tra il 6 e il 12). Dal 13 la situazione cambia per l’avvicinarsi di una debole saccatura atlantica, poco profonda, ma responsabile di un lieve peggioramento del tempo. Sono le prime piogge dall’inizio del mese. Piove inizialmente sulla pianura più occidentale e sul bellunese, si tratta perlopiù di deboli piogge, eccetto qualche cella temporalesca con apporti fino a 20-30 mm, come a Sant’Andrea (Gosaldo), Arabba e rifugio Son Forca. Il giorno seguente l’asse di saccatura passa sul Veneto, cioè nella notte e nella mattinata del 14, come il giorno precedente alcuni forti rovesci, anche temporaleschi nei settori della pianura interessati da convergenze. Gli apporti pluviometrici sono molto disomogenei con alcuni settori meridionali da 0 a pochi mm su molti settori, mentre localmente cadono fino a 20-30 mm, anche fino a 40 mm in quota sulla Val Boite (Dolomiti cadorine). Il 15, mentre la pressione torna ad aumentare sulle Alpi e sulla pianura settentrionale, una depressione chiusa si è formata sulla Toscana. Quest’ultima determina ancora una certa instabilità dando luogo a rovesci e temporali in mattinata. Alcune convergenze al suolo favoriscono il formarsi di celle temporalesche su un asse che va da Padova a Bagnolo di Po con apporti oltre i 30 mm (Padova con punta di 39.0 mm). Nei due giorni seguenti (16 e 17), una dorsale interessa la nostra regione con tempo discreto, anche se non del tutto soleggiato per nubi basse su alcuni settori, con modesti stratocumuli a ridosso dei rilievi. Il contesto termico è di nuovo mite in quota per avvezione di aria calda (zero termico di poco oltre i 4000 m). Tale dorsale si afferma maggiormente il 17 e nelle prime ore del 18, prima che una nuova saccatura atlantica si avvicini alla nostra regione. Tra il 19 e il 20 il tempo cambia per l’avvicinarsi della suddetta saccatura atlantica. Di conseguenza il tempo tende a essere variabile/instabile con rinforzo dei venti sud-occidentali, assieme a rovesci e temporali sparsi. Il 19 da metà pomeriggio in poi e soprattutto in prima serata sulle Provincie di Treviso e Venezia, linee di convergenza sono in grado di innescare una serie di temporali, anche di forte intensità, che scorrono dalla pedemontana (Conegliano) verso il litorale (Eraclea, Caorle). Cadono fino a 20-30 mm con un massimo di 29.8 mm a Conegliano. Il 20 la presenza di una circolazione leggermente ciclonica e l’ulteriore avvicinarsi della saccatura in approfondimento sulla Francia favorisce una certa variabilità del mattino, prima di lasciare spazio a una fase assai instabile nel pomeriggio sulle Prealpi e la Pedemontana (15-40 mm), in serata anche su parte delle Dolomiti, ma in maniera più blanda (2-11 mm). Il 21 il transito dell’asse di saccatura e la formazione di una depressione chiusa sul Nord Italia in seguito ad un cut off provocano un maggiore peggioramento rispetto ai giorni precedenti dando luogo a un episodio instabile/perturbato, più spiccato nella giornata del 22, quando i fenomeni risultano assai diffusi in montagna, ma non in pianura. Al pomeriggio piove di continuo tra Prealpi e Dolomiti, a tratti in maniera moderata. Il giorno 23 il tempo migliora parzialmente al mattino in quanto aria più secca d nord-ovest affluisce sulla nostra regione, ma nello stesso tempo un minimo depressionario rimane presente sull’alto Adriatico. Pertanto il sole del mattino favorisce una certa convezione e la presenza di aria fredda in quota in un contesto ciclonico fa il resto con rovesci e temporali, già al pomeriggio sui monti e nel tardo pomeriggio/sera in pianura; localmente i temporali sono grandinigeni (Alpago, Cansiglio e Padova). In due giorni cadono pochi mm sul sud della regione, tranne sul delta del Po (30 mm), mentre piove assai sulla pianura settentrionali e sulla Pedemontana con 20-40 mm, ancora di più in montagna con precipitazioni medie di 30-40 mm e massime di 60-70 mm. L’arrivo dell’aria più fredda nella giornata del 23 riporta la neve fino sui 2500-2600 m sulle Dolomiti. Sono le ultime piogge del mese per un bilancio idrico assai scarso rispetto al solito. La carta della pluviometria mensile (Fig. 1a) mostra poche zone oltre i 100 m, con un massimo di 125 a Sant’Andrea (Gosaldo), ma su 3/4 del territorio le piogge sono inferiori a 75 mm e su un terzo di esso, anche meno di 50 mm. Il giorno 24 il tempo migliora decisamente con cielo terso al mattino e sereno o poco nuvoloso al pomeriggio per qualche cumulo o stratocumulo. Il contesto termico è decisamente più fresco, con le prime brinate notturne su alcuni settori degli altopiani prealpini. Il 25 un promontorio mobile atlantico si espande verso l’Europa garantendo tempo stabile e ben soleggiato per alcuni giorni. L’atmosfera è piuttosto fresca di notte, però di nuovo mite in giornata grazie al buon soleggiamento. Nei giorni seguenti lo stesso promontorio garantisce un succedersi di giornate molto stabili, ben soleggiate, salvo effimere nebbie o locali banchi di nubi basse nelle ore più fresche. Le massime raggiungono in 29/30°C in pianura, i 26/27°C nei fondovalle Prealpini e i 20/23°C a 1000-1200 m. Situazione termicamente anomala, ma non nuova in questi ultimi anni. Però dopo la forte e duratura anomalia termica dal 3 all’12, alla quale si aggiunge questa seconda fase di tempo stupendo e anormalmente mite per non dire caldo alle quote più basse, si può affermare che settembre 2023 risulta eccezionale per le elevate temperature osservate per gran parte del mese, eccetto il periodo tra il 20 e il 23 del mese. Il termometro ha raggiunto o superato i 30°C in alcuni settori della pianura per ben 14/15 giorni, cioè la metà dei giorni del mese in alcune località. A 1000-1200 m, i 20°C e più sono stati superati da 17/19 volte. In alta quota l’anomalia termica è stata ancora più marcata e a 2000 o 3000 m i valori osservati in alcune giornate sono da considerare eccezionali. Sulla Marmolada a 3250 m, si va oltre i 10°C per ben 7 giorni consecutivi e le temperature minime rimangono positive per 23 giorni. Situazione di considerevole mitezza, mai riscontrata a questa quota da quando la stazione è stata installata. Il mese di settembre si conclude con tempo eccezionalmente mite e stabile con prevalenza di sole, salvo qualche cirro nel cielo del 28 mattina. L’ultimo giorno del mese, le temperature, pur rimanendo sensibilmente sopra le medie del periodo, subiscono una lieve flessione in alta quota, ma non in pianura. Sulla base delle considerazioni termiche, si visualizza l’andamento dello zero termico nella libera atmosfera tramite il grafico (Fig. 1b) che evidenzia quanto si sia mantenuto oltre la media storica (28 gg), ad eccezione di pochi giorni sotto tale quota. Il colore rosso indica i periodi del mese durante i quali, la quota dello zero termico era sopra i 4000 m, addirittura si vede che nella prima decade del mese, la suddetta quota è rimasta oltre i 4400 m per ben 9 giorni consecutivi, sfiorando anche i 5000 m. In contro parte solamente 2 giorni sotto la media del periodo.

Fig. 1

Fig. 1a Sommatoria delle precipitazioni su tutta la regione nel corso del mese di settembre 2023

Fig. 1b Quota dello zero termico nella libera atmosfera a Udine Rivolto per settembre 2023

Ottobre 2023

Il mese di ottobre 2023 inizia con il perdurare delle condizioni anticicloniche garantendo altre giornate di tempo stabile e ben soleggiato, senza dimenticare qualche foschia mattutina nei settori più umidi ed effimere nebbie in Cansiglio tra la tarda notte e il primo mattino. Forte escursione termica tra la notte e il giorno sia in pianura che nelle conche prealpine nonché sugli altopiani. Spesso 16/18°C, localmente fino a 20°C di scarto. La mitezza perdura in alta quota, mentre i valori sono eccezionalmente alti con punte 28/29°C tra il primo e il 2 in pianura e di 25/26°C nelle conche prealpine. Sono addirittura sfiorati i 20°C a 1600/1700 m e raggiunti i 15/16°C sui grandi passi dolomitici. Il 4 il tempo cambia per il transito di un asse di saccatura responsabile di un cielo assai nuvoloso, ma di pochi fenomeni a carattere di rovescio; cadono pochi mm e in maniera assai localizzata: tra 0,2 e 2 mm, anche in qualche singolo caso fino a 6 mm in Comelico e 11 mm in Cadore (Auronzo). Nonostante le nubi, il contesto termico rimane assai mite in montagna con punte di 17/19°C a 1000/1200 m e ancora caldo per il periodo in pianura con 24/25°C. Dopo il transito della debole saccatura un nuovo promontorio di stampo mediterraneo torna a bloccarsi su gran parte dell’Europa occidentale con avvezione di aria di matrice africana sulla Francia e la Spagna, mentre la stessa viene mitigata con un flusso nord-occidentale sull’Italia. In ogni caso il contesto termico torna ad essere molto mite in montagna e quasi caldo in pianura. Nella libera atmosfera lo zero termico supera di nuovo i 4000 m, dopo 17 giorni sopra tale quota in settembre, i primi giorni di ottobre sembrano essere i sottoscrittori della stessa avvezione di aria calda. A titolo di esempio nella notte tra il 4 e 5 la temperatura è tornata sotto lo zero sulla Marmolada a 3250 m (anche se solo per 3 ore e mezza), esattamente dopo 9 giorni in cui è rimasta sempre sopra lo zero. Mai avuto in questo periodo dell'anno un periodo così lungo con temperature positive, dall'inizio dell'attività. Dal 6 al 13 l’alta pressione di matrice mediterranea torna ad interessare tutto il Veneto, ad eccezione del passaggio di un debole fronte freddo da nord nella notte dell’8, i cui unici effetti si traducono in un temporaneo rafforzamento dei venti settentrionali in quota e un episodio di favonio nelle valli montane, con punte di 25/27°C a 1000 m sulle Alpi venete nelle giornate dell’8 e del 9. Questo periodo anticiclonico si caratterizza per una grande mitezza diurna: con tre giornate consecutive durante le quali le temperature hanno superato i 30/31°C in pianura i 25/26°C nelle conche e fondovalle prealpini, raggiungendo i 23/35°C fino sui 1000m. In Marmolada (3250 m), si registrano ben 7 giorni consecutivi senza gelo notturne, un record assoluto per il mese di ottobre. In alcuni giorni l’anomalia termica in alta quota (oltre i 2200 m) è di ben 7°C sopra la media del periodo. Dal 14 qualcosa inizia a cambiare per lo schiacciamento dell’alta pressione e l’abbassamento del flusso zonale di matrice atlantica. Le temperature iniziano ad abbassarsi in un contesto ancora leggermente anticiclonico, ma alla sera le prime piogge sono osservate sulle Dolomiti, pochissimi mm. Il 15 un fronte freddo nord atlantico transita sul Veneto, qualche goccia sulle Dolomiti a inizio notte, proseguimento delle precipitazioni della tarda serata precedente. Altrove solo nubi in un primo tempo. Nel corso della giornata l’aria fredda presente in quota oltrepassa le Alpi provocando una lieve e sporadica instabilità pomeridiana tra alcuni settori pedemontani e sulla costa orientale della provincia di Venezia, ma solo brevi rovesci e lieve attività elettrica (qualche tuono), mentre la situazione di favonio impedisce che questo accada sulle Dolomiti. Il giorno 16 un’irruzione di aria fresca da nord-ovest scende sull’Italia settentrionale apportando aria più fresca. Si verificano le prime gelate della stagione fino sui 1000 m e il freddo, seppur momentaneo, investe l’alta montagna con 9°C sotto zero nella notte tra il 15 e 16. Anche in pianura le temperature subiscono un sensibile calo, ma viene in parte attenuato dai venti di bora con lieve effetto di favonio (Fig. 2a e 2b). Il giorno 17 il tempo è migliore grazie ad un temporaneo aumento della pressione per la formazione di una breve dorsale con nubi stratiformi senza fenomeni, salvo qualche goccia mattutina sulla pianura per la presenza di una depressione più a sud, mentre è già soleggiato sui monti e lo rimane fino nel tardo pomeriggio, quando le correnti sud-occidentali richiamano nubi alte sulla nostra regione, più compatte sui settori occidentali. Dal 18 l’approfondirsi di una saccatura e nel contempo il lento avvicinarsi della depressione centrata sul golfo di Biscaglia richiamano correnti meridionali di aria sempre più umida sulla nostra regione, dove il cielo risulta molto nuvoloso con associate piogge a fine giornata tra pianura e Prealpi, ma non sulle Dolomiti. Le temperature che si erano abbassate nei giorni precedenti, risalgono grazie all’avvezione di aria calda da sud-ovest. Il 19 ottobre, la suddetta saccatura interessa più direttamente la nostra regione con precipitazioni già al primo mattino su alcuni settori della pianura, prima che il Foehn appenninico riporti condizioni asciutte. Nel contempo la situazione si deteriora in montagna con piogge, anche consistenti tra alcuni settori delle Prealpi e sulle Dolomiti meridionali. Le temperature subiscono un’impennata e lo zero termico sale a 3600 m nel corso del pomeriggio, tant’è che piove anche in cima alla Marmolada. Il 20 il maltempo si diffonde su tutta la regione con cielo coperto e piogge via via più diffuse. In pianura tra scirocco e favonio appenninico i fenomeni sono intermittenti e deboli, mentre in montagna, piove in maniera continua e anche copiosamente sulle Dolomiti, alla sera anche sulle Prealpi causa instabilità temporalesca. Il lieve raffreddamento serale porta un po’ di neve sulle cime dolomitiche, localmente fino sui 2600 m sui settori settentrionali. Il grafico (Fig. 2c) illustra quanto sia piovuto tra il 19 e il 20: si nota la grande differenza tra la pianura, che rimane assai marginale agli effetti pluviogeni, mentre la montagna raccoglie molta pioggia sia per lo Stau che per l’instabilità, non avvenuta sulla pianura, salvo rare eccezioni. I quantitativi sono compresi tra 5 e 15 mm in pianura, 40-60 mm su molti settori montani, anche fino a 80 mm, senza dimenticare le punte di 100-120 mm e un massimo di 148 mm al Passo Valles. Il 21 il tempo rimane variabile/instabile in montagna con nuovi rovesci sparsi tra pedemontana e Prealpi, in alcuni casi con temporali intensi, come a Conegliano (43,4 mm) e a Valpore (57,4 mm). Altrove piove ma in maniera assai meno intensa. In pianura la situazione è decisamente migliore con lunghi momenti soleggiati, velature e intensificazione della copertura nuvolosa serale sul settore meridionale. Il 22, dopo alcuni fenomeni residui sui monti e la pedemontana nottetempo, correnti occidentali di aria più secca favoriscono un miglioramento del tempo, anche se non del tutto soleggiato; quindi giornata interlocutoria con una piccola dorsale in grado di garantire una giornata in parte soleggiata, in parte nuvolosa senza precipitazioni. Lieve calo termico per ingresso di correnti marittime occidentali, ma alla sera il flusso si orienta di nuovo da sud-ovest per il rapido avvicinarsi di una nuova saccatura atlantica. Il giorno 23 la suddetta saccatura giunge sulla nostra regione con nuovo peggioramento del tempo che risulta perturbato sulla parte occidentale del Veneto alla sera, anche altrove in maniera molto blanda, eccetto l’estrema zona meridionale, in parte risparmiata da quest’inizio di nuovo peggioramento del tempo. Il 24 un fronte freddo transita sul Veneto dove piove in maniera significativa, localmente i quantitativi di pioggia risultano abbondanti tra Prealpi e pedemontana: da 65 a 90 mm, con punte di 115 a Follina e di 130 mm in Cansiglio, mentre i totali pluviometrici si riducono man mano che si va verso Nord e verso le Dolomiti e la pianura centro-meridionale. Nei giorni seguenti la profonda depressione responsabile del persistere della vasta saccatura mantiene condizioni di variabilità sulla nostra regione, pur assistendo a una tregua del maltempo tra il 25 e la prima parte del 26, con una pseudo dorsale con schiarite e annuvolamenti irregolari, associati a qualche breve piovasco. Il fatto di conservare una lieve curvatura ciclonica e di subire il continuo richiamo di aria umida non favorisce un vero miglioramento del tempo. Nella serata del 26 un nuovo fronte freddo giunge sulla nostra regione provocando un peggioramento del tempo che si protrae nelle ore successive con una fase di moderata perturbabilità notturna. Le piogge interessano tutta la regione. L’avvezione di aria relativamente mite mantiene la neve a quote relativamente alte per il periodo. L’episodio di maltempo prosegue nella notte del 27 con piogge diffuse di moderata intensità. Il passaggio del sistema frontale è piuttosto veloce e non ci sono apporti pluviometrici rilevanti, nonostante cadano mediamente 35-50 mm tra monti e pedemontana, localmente vengono misurati cumuli di 55-60 mm sui settori più esposti delle Prealpi. Verso il Veneto meridionale le piogge sono meno significative con apporti di 15-25 mm sulla pianura centrale e meno sulla provincia di Rovigo con 10-15 mm. Sulle Alpi la neve scende a fine episodio fino sui 2400 m, grazie a un improvviso calo termico, oltre i 3000 m cadono 20 cm di neve, mentre sotto tali quote solo tracce o pochissimi cm. Dopo il transito del fronte il tempo migliora, già in parte al mattino sui monti, successivamente anche in pianura, ma soprattutto nella giornata del 28 con una giornata di tempo stabile, assai più fresca all’alba, con ritorno di deboli gelate in montagna, oltre gli 800-1000 m e locali brinate alle quote più basse. In pianura niente gelo o brinate e il sole mitiga il contesto termico diurno. Cosa osservata anche in montagna, ad eccezione delle valli che si trovano in ombra a lungo. Il giorno 29 il tempo rimane discreto/variabile, anche se con minore soleggiamento rispetto al giorno precedente e soprattutto un inizio di peggioramento alla sera per l’avvicinarsi di una saccatura atlantica, associata a un profondo minimo in transito tra l’Inghilterra e la Francia. Il giorno 30 il suddetto minimo scivola verso il mare del nord. Mentre l’annesso fronte freddo transita sulla nostra regione con diffuse ed abbondanti precipitazioni, specie sulla montagna, grazie al marcato effetto Stau per le forti correnti da sud-ovest in quota e da sud-est nei bassi strati. Flusso responsabile dell’acqua alta a Venezia, (154 cm). Il quadro pluviometrico è di abbondanti precipitazioni sulla fascia prealpina e la pedemontana con molte località oltre i 100 mm/24 h e un massimo di 163.2 mm a Castana. Sulle Dolomiti i valori sono assai significativi con apporti di 40-65 mm. Sulla pianura centrale variano da 15 a 30 mm, mentre sono perlopiù inferiori a 10 mm su quella meridionale. Il 31 il tempo è ancora in parte instabile/perturbato sulle zone montane, almeno nelle prime ore con abbassamento del limite della neve dai 2700-2800 m del giorno prima ai 2000 m circa durante la fase perturbata della notte. Altrove il tempo tende ad essere inizialmente variabile, prima di migliorare su buona parte della regione nel pomeriggio/sera. Ovviamente subito dopo il passaggio del fronte, le temperature tendono a flettere verso il basso, pur conservando un livello leggermente superiore alla norma.

Fig. 2

Fig. 2a e 2b Calo termico tra il 15 e il 16 ottobre 2023, più marcato in quota rispetto alla pianura

Fig. 2c Sommatorio delle piogge del 19 e del 20 ottobre 2023 sul Veneto

Novembre 2023

Il mese di novembre 2023 si presenta stabile e ben soleggiato al mattino, salvo arrivo di velature sulla pianura, assieme a locali nubi basse. La copertura alta si manifesta anche in montagna dalle ore centrali in poi, quando il cielo si copre su tutta la regione per nuvolosità medio-alta stratiforme. Le temperature minime sono in calo con diffuse gelate oltre i 900-1200 m in montagna, anche le massime sono in leggera flessione, nonostante il richiamo da sud-ovest legato all’avvicinarsi di una nuova saccatura atlantica. La suddetta saccatura è associata a un profondo minimo di pressione (954 hPa) sul canale della Manica. Si tratta di una depressione esplosiva con 25 hPa di diminuzione in meno di 12 ore, responsabile di un episodio tempestoso (tempesta Ciaran) sulla Francia, con venti massimi di 180-200 km/h sulla Bretagna. Gli effetti di questa tempesta si fanno sentire sulla nostra regione nelle giornate del 2 e 3 con un episodio fortemente perturbato. Evento che dà luogo alla seconda marea di acqua alta a Venezia con 110 cm al mattino del 2 e soprattutto a un evento pluviometrico di spicco tra il pomeriggio del 2 fino al tardo pomeriggio del 3. I quantitativi osservati (Fig. 3a) sono abbondanti, anche molto abbondanti su alcuni settori della pedemontana e delle Prealpi, spesso superiori a 100-130 mm, con massimi di quasi 200 mm (181,4 mm a Tramedere in Cansiglio e 193.6 mm a Soffranco). Comunque piove in maniera significativa ovunque, eccetto sulla parte occidentale della provincia di Rovigo con valori compresi tra 15 e 20 mm. In montagna, dopo la forte avvezione calda del 2 (zero termico di nuovo sopra i 3000 m, 3060 m alle 18 UTC a Udine Codroipo), vale a dire che la neve non scende sotto i 2700 m, l’aria fredda fa il suo ingresso, già nella notte con neve a 2100-2200, prima di scendere localmente fino a 1100-1200 m per raffreddamento da fusione nel primo pomeriggio del 3. Di fatto alle ore 12 UTC, lo zero termico è sceso a 1772 m. Nel pomeriggio del 3 il tempo tende alla variabilità, prima di migliorare in maniera più netta alla sera. Il 4 sole e tempo stabile su tutta la regione al mattino, prima che il tempo peggiori di nuovo per l’avvicinarsi dell’ennesima saccatura atlantica, associata a un minimo di nuovo assai profondo (tempesta Domingos). L’avvezione calda anteriore al peggioramento, non riesce a scalfire del tutto il cuscino di aria fredda generata dalla scia della precedente tempesta. Pertanto, oltre alle nuove significative precipitazioni tra il 4 sera e il 5 mattina, la neve scende a 1200-1400 m sulle Prealpi e fino a 1000 m sulle Dolomiti, localmente fino a 750-900 m, con apporti di neve fresca di 5-10 mm alle quote di 1000-1200 m e di 20-30 cm oltre i 1600 m, localmente fino a 40 cm a 2000 m. Questo nuovo episodio apporta altri 25-50 mm di pioggia sulla nostra regione, ad eccezione del settore più meridionale che rimane ai margini della perturbazione e che riceve assai meno: 4-8 mm. Il giorno 6 il tempo del mattino risulta stupendo grazie a una temporanea avvezione di aria più secca, nonostante la circolazione risulti ancora ciclonica, ma la suddetta circolazione produce i suoi effetti nel tardo pomeriggio/sera con piovaschi e rovesci tra pedemontana, Prealpi e Dolomiti, addirittura qualche temporale per una concomitanza di fattori favorevoli, come il soleggiamento del mattino, la presenza di una linea di convergenza dei venti in corrispondenza della pedemontana e per la convezione, innescata al mattino, riattivata dalla presenza di aria fredda in quota. Il giorno 7 maggiore umidità per il transito di un piccolo asse di saccatura presente in quota, i cui effetti si limitano a qualche rovescio, nevoso oltre i 1400-1600 m, localmente temporaleschi tra pedemontana e catino bellunese, sempre per la stessa combinazione dinamica della vigilia. Tutto questo in un ambiente leggermente fresco a bassa quota e sempre un po’ freddo in alta quota. Il giorno 8 una dorsale garantisce tempo stabile, ben soleggiato, salvo banchi di nebbia mattutine e locali nubi basse in Valbelluna. Netto calo delle minime con gelate diffuse oltre i 600 m. In giornata rialzo delle temperature grazie al generoso soleggiamento, ma in quota continua a fare freddo (massima di -7°C in marmolada). Il giorno 9 una saccatura associata a un profondo minimo in transito sulle isole britanniche si avvicina alla nostra regione, dove il tempo peggiora leggermente nel pomeriggio, dapprima sulle Prealpi occidentali ed in serata sulle Dolomiti, con neve oltre i 1300-1500 m sulle Prealpi e 1100-1300 m sulle Dolomiti. Il lieve maltempo perdura nelle prime ore della notte, prima di un miglioramento al mattino del 10 sui monti, mentre il cielo è ancora coperto con alcune residue piogge all’alba sulla pianura. Poi migliora anche lì con ampi rasserenamenti fino a sera. Nel contempo la presenza di aria fredda in quota riporta una certa nuvolosità cumuliforme sui monti per convezione di aria fredda e nel tardo pomeriggio/sera nuovi fenomeni si verificano sotto forma di rovesci, nevosi oltre i 1300-1400 m. Il giorno 11 il tempo migliora sulla montagna con cielo sereno, salvo cumuli diurni sulle Dolomiti, mentre la pianura è interessata de nebbie mattutine, in diradamento con il passare delle ore. Il contesto termico è decisamente più fresco in relazione a una temporanea discesa di aria più fresca nei bassi strati e addirittura fredda in quota (-14.6°C di minima e -10.2°C di massima in Marmolada). Però vi sono anche brevi episodi di Foehn in alcune valli alpine e sulla pedemontana. Il 12 il cielo è coperto con deboli precipitazioni al mattino sulla pianura e qualche fiocco burrascoso oltre i 1500-1700 m sulle Alpi venete. Prima delle ore centrali primi rasserenamenti, seguiti da netto miglioramento del tempo, salvo qualche residuo banco di nubi stratiformi in pianura. Le temperature sono basse al mattino, con locali brinate fino in pianura di notte e gelate un po’ più marcate in montagna. Il sole del pomeriggio mitiga il contesto termico diurno, specie in pianura e nelle valli più assolate. Il 13 cielo sereno e sole quasi ovunque al mattino, eccetto locali banchi di nebbia. Generale rialzo termico, maggiormente avvertito in quota (lo zero termico risale oltre i 3000 m al pomeriggio/sera). In pianura si toccano i 14/15°C e in alta quota le temperature risalgono di almeno di 8/9°C rispetto al giorno precedente. Il 14 la persistenza del flusso zonale con avvezione di aria molto mite (zero termico a 3300 sul nord della regione e 3900 m sul sud) genera una situazione simile al 13, sole, nubi alte e mitezza termica, però il cielo tende a coprirsi alla sera per l’avvicinarsi di una piccola ondulazione atlantica (discontinuità termica associata a un fronte freddo) inserita nel flusso zonale. La situazione peggiora leggermente alla sera con sporadiche e deboli precipitazioni; il livello termico ancora alto non consente alla debole neve di scendere sotto i 2500 m, salvo qualche incursione a 2200 sulle Dolomiti nord-orientali. Il giorno 15, dopo un po’ di nuvolosità residua al primo mattino, il tempo migliora con forte flusso da nord-ovest in quota e Foehn in molte valli alpine. La combinazione favonio e soleggiamento determina un ulteriore rialzo termico nelle valli. Il 16 una lieve curvatura anticlonica nelle successive ondulazioni delle correnti zonali favorisce un intervallo di tempo stabile, continuità del miglioramento avvenuto il giorno prima. Alla sera del 16, tuttavia, il flusso si orienta da sud-ovest per l’approssimarsi dell’ennesimo asse di saccatura associato a un fronte freddo in avvicinamento. I suoi effetti sono irrisori con qualche fiocco di neve burrascosa sopra i 1400-1600 m, si tratta di tracce di neve o pochissimi cm sulle Dolomiti nord-orientali, altrove non accade assolutamente niente, salvo annuvolamenti cumuliformi e risveglio del vento per un episodio di Favonio. In quota si osserva un netto calo termico con valori da quasi positivi sulla marmolada a -15°C all’alba del 18. Proprio nelle giornate del 18, 19 e 20 un promontorio garantisce giornate ben soleggiate su buona parte della regione, salvo qualche settore interessato da nebbie o nubi basse in pianura, specie durante le ore più fredde. Calo delle minime e delle massime nella prima giornata, mentre tra il 19 e il 20 si osserva un rialzo delle massime. Il giorno 21 il flusso si orienta ad ovest con lieve avvezione di aria polare, ma senza nessun effetto, salvo transito di nubi alte. Le temperature scendono a tutte le quote. Nelle giornate del 22 e 23 il tempo risulta stabile e bello e piuttosto freddo in relazione a una discesa di aria polare marittima; il 23 il sole splende ovunque con forte escursione termica tra la notte e il giorno. Gela di notte in quasi tutte le località montane, anche nei fondovalle prealpini, addirittura anche in qualche località della pianura, ma le brinate sono frequenti, anche in alcune zone del litorale. In giornata si va oltre i 10, anche 11 o 12°C per i settori più caldi della pianura, mentre il contesto termico rimane assai più fresco in montagna. Il 24 il tempo inizia con il sole, ma alla sera un fronte si addossa alle Alpi con Stau sul versante austriaco e situazione di favonio sul versante veneto alpino. Nella notte un po’ di neve burrascosa scende fino sui 1000 m sulle Dolomiti centro-settentrionali con tracce o al massimo 2-3 cm in alta quota sulle Dolomiti settentrionali. Altrove il tempo è stabile, spesso assai ventoso, anche per Foehn in molte località alpine e sulla pedemontana. Le temperature scendono in alta quota (si passa da -7°C in Marmolada a -17.5°C di massima) e rimangono sui livelli dei giorni precedenti in pianura, anche per condizioni di Foehn. La giornata risulta di fatto assai ventosa in molte valli, anche in quota per venti tesi/forti da nord nord-ovest, già al mattino, ma soprattutto da metà pomeriggio in poi. Il giorno 26 si caratterizza per una discesa di aria fredda da nord come si può vedere sulla carta termica del geopotenziale a 850 hPa sull’Europa centrale (Fig. 3b) con freddo notturno e diffuse gelate, intense in quota (-11/-12°C a 2000 m e -20°C a 3000 m), ma anche presenti in pianura: -2°C/-3°C, localmente anche -4°C, mentre alcune valli alpine sono interessate da temperature positive all’alba per il perdurare del Foehn (Falcade: 1.3°C, Caprile: 1.9°C e Cortina appena sotto 0°C). In giornata, il contesto termico rimane freddo e le temperature scendono ulteriormente alla sera per il forte irraggiamento. Il giorno 27 il flusso si dispone da sud-ovest per l’avvicinarsi di un piccolo asse di saccatura, pertanto l’aria tende ad umidificarsi con transito di qualche nuvola al mattino. Dal pomeriggio in poi la nuvolosità aumenta sensibilmente ed alla sera vi sono fenomeni deboli o debolissimi, nevosi a quote relativamente basse. Nel corso della notte nubi e sporadica neve fino nel fondovalle bellunese con tracce di neve al suolo, localmente fino a 1 cm in quota. Nello stesso tempo sporadiche debolissime piogge su alcuni settori della pianura. Nel corso della mattinata rapido e generalizzato miglioramento, freddo al primo mattino e lieve rialzo termico diurno, ma non ovunque. Il 29 risulta essere una bella giornata grazie al formarsi di una piccola dorsale sul Triveneto. Le temperature si abbassano grazie a una discesa di correnti nord-occidentali con ritorno delle gelate ovunque in montagna, ma anche su alcuni settori della pianura, mentre il sole riesce a mitigare leggermente il contesto termico diurno. Il 30 l’avvicinarsi di una profonda saccatura provoca un inizio di peggioramento con piogge man mano più diffuse, già al primo mattino, più copiose in pianura e sulla fascia prealpina. Il cuscinetto di aria fredda formatasi nelle ore precedente consente alla neve di scendere fino sui 300 m, imbiancando i fondovalle prealpini con una coltre che raggiunge localmente 3-4 cm e crea un ambiente invernale fino a bassa quota, però il flusso meridionale di aria più mite determina un aumento termico con netto rialzo del limite pioggia neve, già al pomeriggio, ma soprattutto in serata, anche sulle Dolomiti, dove piove fino sui 1500-1800 m, anche 2200-2400 m in tarda serata. L’autunno si conclude con un forte evento di libeccio, responsabile di un netto rialzo termico, specie in montagna, e del ritorno della pioggia fino a 2500-2600 m.

Fig. 3

Fig. 3a Cumulo di pioggia tra il 2 e il 3 novembre 2023

Fig. 3b Prima intrusione di aria fredda con -10°C a 850 hPa sulle Alpi alle ore 18 UTC del 26 novembre 2023

Conclusione

In sintesi l’autunno 2023 risulta meno piovoso del solito e assai più mite, se non addirittura caldo fino quasi alla metà di ottobre. Un’estate prolungata, con temperature record anche in alta montagna. Mai così mite in alta montagna, ma anche in alcuni settori della pianura dall’inizio delle misure termometriche di Arpav (35-40 anni). Il perdurare dell’estate determina una situazione del permafrost attivo eccezionale con la fusione fino a 11 m di profondità, il doppio di quanto misurato negli anni precedenti. Rispetto agli ultimi autunni, tutti particolarmente miti e alcuni pressoché simili all’autunno 2023, quest’anno sembra ci sia stata una specie di rottura, con il perdurare di una grande mitezza mai registrata negli anni precedenti. Dal confronto con l’autunno 2022 per l’andamento della quota dello zero termico, si vede che gli scarti positivi di quest’anno sono decisamente più spiccati e tendono a perdurare. Le figure (Fig. 4a e 4b) presentano la quota dello zero termico nella libera atmosfera rilevata dalla base militare di Udine Codroipo nell’autunno 2022 e 2023. Sulle Dolomiti il mese di ottobre 2022 era stato il più mite (+4.1° C di scarto) almeno dal 1988 (inizio dei dati) con un valore oltre lo 0.9 percentile (evento raro) superando anche il 2001 e il 1995. Quest’anno lo scarto nella prima decade e di ben 7.3°C rispetto alla media 1991-2020 nelle stazioni in alta quota; per la prima metà del mese rispetto alla media è ancora di 5.1°C, valore eccezionale legato all’incredibile perdurare di un’ondata di calore a bassa quota e di grande mitezza in alta quota iniziata nella seconda decade di settembre. Dal 15 ottobre si verifica il primo crollo termico e a Punta Rocca sulla Marmolada si passa da +5.8 °C del 14 notte ai -8.8°C della tarda serata del giorno dopo. La media del mese rimane alta con uno scostamento positivo quasi identico a quello dell’anno scorso con 3.9°C, nonostante il netto calo delle temperature medie della terza decade.

Nel complesso l’autunno 2023 presenta 51 giorni di tempo stabile e soleggiato, vale a dire il 56% del totale dei giorni. Le giornate discrete o variabili sono 35, cioè il 38% ed infine 6 giorni risultano perturbati, di cui due soli possono essere considerati come fortemente perturbati, cioè un po’ più del 6% dell’insieme delle giornate autunnali, molto meno di quanto accade normalmente in questa stagione.

Fig. 4

Fig. 4a Andamento della quota dello zero termico a Udine Codroipo nell’autunno 2022

Fig. 4b Andamento della quota dello zero termico a Udine Codroipo nell’autunno 2023

Ultimo aggiornamento

14-02-2024 14:35

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